Strane evoluzioni II

di
genere
etero

'Archiviata' la storia con Vale pensavo che avrei ripreso la monotona vita da single e che avrei dovuto accontentarmi, di nuovo, delle seghe;
Per fortuna non fu proprio così. La vita da single si, tornò il solito tran tran ma qualcosa di 'strano' stava accadendomi senza che me ne rendessi esattamente conto. Continuavo a frequentare la palestra, con Vale si era instaurata una bella amicizia e fu lei a farmi notare che più di una avventrice della sala sembrava mostrare un qualche interesse verso di me; credevo e ne ero convinto che mi prendesse un po' per il culo con un giochetto 'perfido' ma quando Maura volle conoscermi, dopo che aveva visto quanto ridevamo Vale ed io, per i nostri scherzi e dispetti, le ispiravo simpatia. Mi invitò ad un aperitivo che accettai volentieri ed all'ora stabilità del Sabato successivo la incontrai al Paloma, un bar 'in' della zona alto borghese.
Maura, 180cm, lineamenti un po' duri, simpatia a 1000, fisico tonico ma comune, una 3a misura di seno, appena appena sopra il peso forma ma, ripeto, simpaticissima. Passammo parecchio tempo a raccontarci e discorrendo bevemmo più di un drink arrivando a confessarci, sottovoce, cose che normalmente non dici a chi conosci da non più di due settimane; le dissi della separazione e delle corna, mi raccontò del suo pessimo matrimoni con un marito manesco e tirannico; mi raccontò anche delle cattiverie dette su di lei vedendola, quasi, felice alla morte del consorte. Poi aggiunse un discorso che non capii subito per quello che era: Valentina le aveva parlato di me, di quanto mi aveva trovato simpatico, della notte in cui facemmo sesso e di quanto aveva goduto e dato che Maura non aveva nessuno al suo fianco, che erano diversi mesi che non aveva rapporti fisici, le aveva consigliato di conoscermi che, magari, poteva nascere qualcosa o, quantomeno, averne una bella scopata.
Ero combattuto fra il piacere di poter essere una bella scopata e il disappunto di essere usato;
Usato... che poi ne traevo beneficio anch'io, una scopata non si rifiuta mai. Un po' brilli ci recammo a casa mia ed appena entrati feci, fintamente, la faccia dell'orco cattivo ed in un baleno avevo le mani sotto la sua gonna. Trovai il suo tanga madido di umori; l'eccitazione, nonostante l'alcool, era alta in lei e molto alta in me. Le sfilai la gonna ed il tanga simultaneamente e quando vidi il suo boschetto presente ma ben curato e ben 'tosato' mi venne l'acquolina in bocca. Ancora vestito la spinsi a sedere sul divano, le allargai le cosce e mi gettati ad annusare e leccare quella fica dalle labbra già un po' dischiuse e sempre più bagnate; le morsi, quasi, il clitoride è lo succhiai con forza; lasciai la presa su quel cappuccetto e cominciai a lappare le labbra per asciugarle e gustarne gli umori; un sapore fantastico e l'odore stimolava ancora di più la mia erezione granitica.
Pensavo di fare con lei ciò che avevo fatto con Vale ma non tenevo conto di ciò che voleva Maura che, senza essere ancora venuta con il lavoro di lingua, si alzò in piedi, voltò me verso il divano e mi strappò, praticamente, i pantaloni di dosso, mi calò i boxer ed in meno di un secondo si cacciò il mio durissimo cazzo in bocca; non mi aveva mai fatto nessuna un pompino così appassionato; la mia ex moglie diceva che le faceva schifo succhiare un cazzo, il mio, e con Valentina non era capitato. Neanche nelle storie prima di sposarmi sono mai stato sbocchinato con tanta passione e bravura. Ero, in breve tempo, quasi al limite di resistenza ed i miei quarantotto anni non ero certo mi permettessero di ricaricare e farne una seconda nella stessa notte; la dovetti staccare quasi di forza e con un pizzico di sadismo la feci risedere e mi ributtai a 'mangiarle' la figa; stavolta, però, la penetrai anche con le dita e con la lingua le spennellavo anche il buchetto dietro trovandolo alquanto cedevole. Il mio indice prese autonomamente la via del buchetto è vi entrò senza sforzo alcuno; allora provai con due dita ed ebbi la stessa risposta. Quando di dita nel culo glie ne misi un terzo continuando a leccarele e succhiarle il clito e le labbra sempre più madide ebbe un orgasmo incredibile; vuoi per l'astinenza, vuoi per il doppio lavoretto di lingua e dita...
Mi squirtò, addirittura, sul viso e perse quasi il fiato per l'intensità del godimento. Tremava e guardandomi il viso bagnato sembrò presa dalla vergogna, non le era mai capitato e credeva d'aver fatto chissà quale errore. Passandomi le dita sul viso e portandole alla bocca la rassicurai che mi aveva fatto l'onore più grande e che mi faceva sentire come fossi "Rocco".
Mi alzai, le abbrancai le cosce tenendole le gambe bene aperte e le penetrai la figa con irruenza; velocemente la stantuffavo un po' per, poi, rallentare il ritmo ondeggiando e riprendere la cavalcata a colpi serrati. Ebbe il secondo orgasmo strabuzzando gli occhi e gridacchiando per la mancanza di fiato. Io mi gasavo ancora di più. D'un tratto, ripreso fiato, mi costrinse a fermarmi profondamente inserito; io aspettavo di poter venire ma lei mi disse che era in periodo fertile e che non prendeva contraccettivi ma che potevo tranquillamente incularla. Lei amava il sesso anale, le era stato imposto dal marito despota ed a lei era, dopo un po', piaciuto e se volevo potevo entrare da dietro, venire e non correre rischi. Con cattiveria la tirai su dal divano, la feci mettere a pecora e senza indugio alcuno, senza controllare se fosse lubrificata, le entrai dentro fino a toccarle il culo col pube, fino alla radice del cazzo.
Non ero entrato come la lama nel burro, un pochino di resistenza, per fortuna, la ricevetti ma lei non provò dolore, anzi, in pochissimi minuti cominciammo ad ansimare, ruggire, uggiolare e tremare contemporaneamente e venimmo nel modo più sublime. Dopo l'orgasmo non uscii subito, tirai le sue spalle a me e le diedi il primo bacio tra noi. La tenevo stretta a me, la sua schiena appoggiata al mio petto, una mia mano sul suo seno l'altra sul ventre. Bhé, dopo poco ci distaccammo, mettemmo i miei pantaloni mal ridotti sulla seduta del divano e ci accasciammo stanchi.
Passarono un paio d'ore nelle quali ci rilassammo in silenzio, accarezzandoci vicendevolmente. Ci alzammo per fare una doccia e ci insaponammo l'un l'altra continuando a darci baci sulle labbra, sul viso, sul collo ma non facemmo di nuovo sesso. Asciutti e rivestiti la riaccompagnai a casa sua dandoci appuntamento, per diversi motivi, al sabato seguente.
Appena rientrato in casa ricevetti la chiamata inaspettata di Vale; avrebbe voluto sapere subito come fosse andata ma io glissai il discorso dandole, scherzosamente, della puttanella curiosona.
scritto il
2022-09-10
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