Cristina perde la verginità - capitolo 2: lezioni di sesso

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prime esperienze

Passarono un paio di settimane, forse qualcosa in più. Mi arrivò un messaggio di Cristina, voleva vedermi. Ci incontrammo e iniziammo a parlare.
“Allora”, cominciò “Ci ho pensato, e pensato e pensato. Non sarà facile, l’ho capito, ma voglio farlo, quantomeno voglio provarci, ma a due condizioni: voglio prendermi i miei tempi e voglio avere il diritto di fermarmi se non ce la faccio.”.
“OK” risposi “Il corpo è tuo, la verginità è tua, nessun problema” ci lasciammo con l’accordo di ritrovarci tre giorni dopo.

Passarono tre giorni e andai a prenderla sotto casa sua. Indossava un paio di pantaloni di lino, ciabatte multicolori e una camicetta bianca. La feci salire in macchina e guidai fino ad un boschetto vicino al paese in cui abitiamo che si trova non lontano da Torino spensi la macchina e le dissi che poteva cominciare a spogliarsi, cosa che lei fece docilmente e velocemente. Dovete sapere che non era particolarmente affascinante, alta un metro e sessanta, pesava 75 kg: non era certo una top model. Onestamente neanche io ero e sono un granché, difatti ho il problema contrario, essendo un runner; sono alto circa un metro e ottanta e peso intorno al 65 kg, sono sostanzialmente troppo magro per i canoni di bellezza attuali. Comunque sia, la invito a spogliarsi dopo essere scesi dalla macchina, ovviamente era molto timida, come del resto mi aspettavo. Iniziò così a togliersi la maglietta, e si può dire che nonostante non sia proprio una top model quello che stavo vedendo non mi dispiaceva avevo un seno grosso, latteo, delle belle mammellone che potevano essere della quarta o della quinta, con capezzoli piccoli e rosa la pelle era bianca e si intravvedevano le vene sotto di essa. A quel punto le dissi: “Vabbè hai tirato giù la parte alta, adesso passiamo alla parte bassa”, eseguì, iniziò a denudarsi togliendo prima i pantaloni e rivelandomi le sue gambe che purtroppo erano da parte meno bella di lei grassocce, corte, bianche, poi continuò fino ad arrivare a togliere le mutande in quel momento era davvero molto nervosa, eppure al contempo era anche molto determinata, si vedeva che voleva andare fino in fondo rimase così davanti a me. Io mi avvicinai a lei e cominciare leccare il seno la sensazione era davvero bella i suoi capezzoli, che inizialmente erano duri si ammorbidivano al contatto con la mia lingua fino a sciogliersi come una pallina di gelato, quindi passai alla sua fica, pelosa e inviolata, le infilai le dita in mezzo le gambe e lei si ritrasse con forza. A quel punto ebbi un’illuminazione e le domandai: ”Cristina, ma ti sei mai masturbata?” Ovviamente la risposta era no a quel punto capii che non poteva percorrere quella strada, che prima doveva capire lei cosa le piaceva, solo successivamente io avrei potuto passare alla fase successiva Dunque le dissi che doveva cominciare a masturbarsi, per capire cosa le piaceva e cosa no, solo dopo avremmo potuto continuare.

Dopo un paio di settimane mi inviò un messaggio con scritto: “Ho fatto i compiti a casa” decido dunque di incontrarla, per capire come stavano andando le cose. Quella sera pioveva, eravamo chiusi nella mia macchina a quel punto inizio tirare giù il sedile del passeggero e lei cominciò a spogliarsi Naturalmente con un sorriso birichino a quel punto iniziai a leccarle le tette una dopo l'altra vedo lei che con le sue mani scende verso il clitoride, gliele sollevo e dico: “No, cara mia qua ci penso io voglio vedere se riesco a farti eccitare.” Allora, dopo avere leccato le tette scendo e inizio a baciarla, baciarla e ancora baciarla, arrivo alle grandi labbra di Cristina, le scosto e inizio a lavorare con la lingua e lecco, subito mi arriva il suo profumo, ma soprattutto il suo sapore che è metallico e un po' agrumato e continuo a leccare, leccare, leccare, nel giro di non più di 5 minuti viene, poi gira la testa di lato e finge di chiudere gli occhi esausta.
Lasciai passare ancora qualche minuto, mentre lei si godeva il post orgasmo e le dissi: “Adesso tocca a te, cara mia.” Non se lo aspettava quel punto la guardai e le dissi: “Come io masturbo te, tu devi imparare a masturbare me, se non sai masturbare un uomo come puoi pretendere di avere un rapporto sessuale?” Era effettivamente stupita però eseguì, mi tirò giù i pantaloni e rimase perplessa, era la prima volta che ne vedeva uno. Allora, seguendo le mie istruzioni, cominciò a lavorare lentamente di mano ma si capiva proprio che era la sua prima volta, iniziò con lo stringerlo troppo, al che le dissi di lasciarlo un po' andare, poi le dissi di muovere più velocemente la mano, lei eseguì, dopo qualche minuto (anche troppi a dir la verità e senza mai averlo veramente del tutto duro) riuscii ad avere un orgasmo: non era stato un granché ma era stata anche la sua prima volta. Alla fine mi guardò e mi disse: “Sono stata brava vero?” Io la rassicurai e le risposi che sì, effettivamente è stata brava.
Abbiamo cominciato a fare sempre più lezioni, in particolare abbiamo cominciato a dedicare importanza all'ano. Dovete sapere che a mio parere l’ano è una delle zone erogene più importanti sia per gli uomini che per le donne, con la mia prima ragazza, Antonella eravamo riusciti (dopo più di sei mesi a dir la verità) a creare una complicità, penetrandoci vicendevolmente l’ano con le dita. Uno dei miei grandi sogni che non sono mai riuscito a realizzare e che mai realizzerò è il pegging ovvero essere scopato nel culo da una donna con un cazzo finto. Comunque sia avevo deciso di lavorare con Cristina sul piacere anale, ma dovevo essere cauto, sapevo che lei si fidava quasi ciecamente di me, quindi avevo il compito di prenderla per mano e portarla nel grande mondo del sesso, ma non potevo assolutamente deluderla perché la vita sessuale è una delle cose più delicate che esistano e, soprattutto nella fase iniziale, un errore avrebbe potuto avere delle conseguenze devastanti. Una sera le dissi: “Cristina dobbiamo cominciare a stimolarci l’ano a vicenda.” Lei mi guardò stupita e anche un po' schifata, aggiunsi: “Lascia fare a me, vedrai, sarà piacevolissimo, nel momento in cui ciò che noi faremo non ti piacerà basta che tu me lo dica, sappi che questa cosa deve piacere a me ma soprattutto a te.” A quel punto aveva ancora un volto parecchio perplesso però mi lasciò fare, si spogliò (per lei spogliarsi davanti a me era diventata una cosa molto naturale) io portai il suo sedere fino al limite del sedile della macchina in cui eravamo e iniziai a leccarle il clitoride come ogni volta, poi però estrassi della mia tasca un tubetto di un lubrificante della Durex, ne spalmai un po' su un dito, lo avvicinai al suo ano, iniziando a spalmarlo sul suo ano molto dolcemente. Le leccavo la fica mentre giravo col mio dito medio intorno sul suo ano di modo da rilassarlo, poi quando lei stava arrivando vicino all'orgasmo iniziai a penetrarla con un dito molto dolcemente. All'inizio lei sembrava quasi non volerlo, si irrigidiva, mi fermai un attimo e le dissi: “Stai tranquilla Cristina, e tutto andrà bene.” A quel punto mi fermai un attimo col dito e la leccai sempre più velocemente, in maniera sempre più appassionata, lei mi lasciò fare, col dito penetrai sempre più in profondità l’ano, aggiungendo l'indice, ormai Cristina aveva due dita nel culo quando esplose in un orgasmo. “Allora, com’è andata?” le domandai, “Beh, non pensavo, ma è stato veramente piacevole” mi disse lei guardandomi con un sorriso. “Bene, ora tocca a te, mi devi mettere un dito nel culo e massaggiarmi la prostata” lei mi guardò con una faccia un po' sbigottita e vergognosa, le dissi “E’ tutto naturale Cristina, tutto quello che sta succedendo è naturale.” Uscimmo dall'auto, mi tirai giù mutande e calzoni, ero nudo davanti a lei, che iniziò a succhiami il cazzo, appena divenne barzotto le dissi “Non ti preoccupare vai avanti” mi spalmò il lubrificante anale, poi iniziò ad infilarmi un dito, poi due dita, le dissi “Vai fino in fondo, fino a quando sentirai una superficie arrotondata, quella è la prostata, devi massaggiarla dolcemente” iniziò a farlo troppo delicatamente, all'inizio non sentivo niente, la invitai a farlo con un pochino più di grinta, lei lo fece con un bel po' di grinta, dopo un po’ io venni sentendo una scarica elettrica… lo so, lo riconosco, è l’orgasmo dopo il massaggio prostatico, è sconvolgente ed esplosivo.

L’estate andava avanti, eravamo ormai all'inizio di agosto a quel punto per la prima volta portai Cristina in un motel, non era mia intenzione in quel momento farle perdere la verginità, quanto piuttosto di farla abituare ad un posto e a delle atmosfere per lei nuove, la portai nel posto che avevo in mente per noi due, un bel motel costosetto, però per certe cose i soldi si possono spendere senza problemi nel mio punto di vista. Era un bel motel con una camera ampia e con soprattutto una vasca da bagno nella quale potevano starci due persone, soprattutto se una di esse come Cristina è davvero bassa. Iniziai a portarla sul letto, la masturbai e poi le dissi “Dai andiamo a farci un bel bagno nella vasca insieme, ho portato spugna e bagnoschiuma.” Iniziammo a lavarsi nella vasca, insieme giocammo con i nostri corpi in una maniera tutto sommato innocente, anche se lei manteneva sempre un sorriso malizioso, poi uscimmo e tornammo sul letto, io masturbai lei e lei masturbò me, alla fine le diedi un lungo bacio con la lingua e le chiesi: “Cristina sei pronta?”, lei sorridendo mi disse: “Sì, sono pronta” lo sapevamo entrambi, quella sera non si poteva fare, era stata soltanto una sera di avvicinamento, stavano arrivando le vacanze; io andrò da una parte, lei dall'altra, con i nostri amici, quindi lo sapevamo già, sarà settembre il nostro mese però prima di settembre c’è una cosa che devo raccontarvi.
scritto il
2022-08-26
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