Serena, tettona venduta

Scritto da , il 2022-08-06, genere etero

Io e la mia ragazza Serena stiamo insieme da diversi anni.
Bionda, non altissima, culo da mordere, labbra carnose e soprattutto un capolavoro di seno. Due montagne di carne morbide, bianche e per niente cadenti, adornate con due capezzoli grandi e rosa, che sembrano pregare di essere succhiati.
Una donna del genere sarebbe stata ampiamente fuori dalla mia portata, ma stranamente la storia funzionò e da allora mi godetti notti fantastiche con quelle tettone, tra spagnolette e scopate intense.
Purtroppo venne il momento in cui passammo intensi guai economici, perdemmo entrambi i nostri lavori ed eravamo parecchio disperati.
Negli ultimi mesi ci stava dando una grossa mano Jacopo, un mio vecchio amico molto ricco grazie all'eredità di famiglia. Tenevo nascosto questo aiuto a Serena in quanto la ragazza disprezzava profondamente il mio amico, non senza motivi. Il porco (un ragazzo sulla trentina grasso e brutto, non propenso all'igiene personale e rozzo come pochi) era ossessionato dal seno grande, e ovviamente sbavava per quello della mia ragazza. Sin dal primo momento in cui li avevo presentati non aveva esitato nel fissarle, cercare contatti e provare ad avanzare disgustose avances a Serena, che aveva sempre rifiutato in maniera schietta e schifata.
La ragazza mi aveva intimato di tagliare i ponti con un individuo tanto viscido e disgustoso, ma non potevo permettermi di rinunciare ad un aiuto economico così importante, quindi le avevo mentito.
Per diversi mesi Jacopo mi aiutò senza chiedermi niente in cambio, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento di pagare il conto.
Quel momento arrivò una fredda sera di novembre, Jacopo mi aveva chiamato per un drink in compagnia, ovviamente a Serena dissi qualche frottola.
"Non posso continuare ad aiutarti."
Esordì così, netto, senza mezze parole.
"Lo so Ja, ci stai aiutando molto... Ma ti prego, tra poco dovrei avere un nuovo colloquio e da lì riusciremo a rialzarci"
Jacopo bevve un po' del suo whiskey e replicò: "Stefano, sai cosa voglio."
Mi guardò serio. Lo sapevo bene. Voleva la mia donna per una notte, voleva divertirsi con lei.
"Ja, non puoi chiedermi questo... siamo amici da anni... e poi lei non accetterebbe mai"
"Siamo amici eppure continui a scroccare i miei soldi senza vergogna. Lei non dovrà saperlo, basta attuare il piano che ti ho detto. Domani sera all'hotel Maya, la stanza è già prenotata. Se non vi presenterete dì pure addio ai soldi. E la ragazza probabilmente ti mollerà, visto che sei un fallito."


Il giorno seguente proposi una serata alternativa a Serena, una notte in un hotel prestigioso per festeggiare il mio nuovo lavoro. Lei fu felicissima, annullò un'uscita con le amiche per dedicarmi tutta sé stessa.
"Ti farò divertire, te lo meriti amore mio!" mi disse radiosa ammiccando provocante.
Tutte balle, ovviamente. Non c'era nessun lavoro e quella notte la mia dolce, bellissima ragazza sarebbe stata violata da un grassone viscido e disgustoso.
Mi sentivo una merda, ma mi ripetevo che sarebbe stata una sola occasione per il bene di Serena.
Quella sera la tettona mi saltò addosso appena entrati nella camera, mi baciò selvaggiamente e mi strappò via la camicia.
La buttai sul letto e, seguendo il piano del porco, le proposi un giochino nuovo. Tirai fuori un paio di manette e una benda, lei capì al volo e si eccitò da morire.
"È per questo che mi hai fatto mettere una camicetta vecchia? Così puoi legarmi e poi strapparla per scoparmi come una troia? Legami allora, bendami e fammi tua"
Avevo il cazzo di marmo mentre ammanettavo la mia ragazza al letto e la bendavo.
Le strappai via pantaloni e mutandine, lasciandola con la vecchia camicia che era talmente piccola che le tettone sembravano dovessero esplodere.
Mi fiondai sulla figa fradicia, leccai e infilai le dita per diversi minuti, sentendola godere e vibrare di piacere fino a quando non venne.
Era arrivato il momento.
Aprii la porta, Jacopo stava aspettando. Entrò e si spogliò silenziosamente mentre io mi dedicai a baciare Serena, tremando dalla paura.
La ragazza non si accorse di nulla: "Vieni porco, ficcami il cazzo tra le tette, farciscimele di sborra come ti piace tanto..."
Era diretta a me, ma Jacopo non si tirò indietro, strappò via la camicia e cominciò a succhiare le tettone della mia ragazza.
Era cominciato.
Mi accasciai su una sedia a guardare quell'orribile spettacolo, il disgustoso riccone che si divertiva con l'amore della mia vita a sua insaputa.
E mi ritrovai mio malgrado con una potente erezione, che mi costrinse a masturbarmi.
Dopo diversi minuti di leccate e ciucciate, Jacopo si sfilò le mutande. Un cazzo enorme saltò fuori, grosso, nodoso e fremente. Lo infilò tra quelle mammellone e le strinse forte, cominciando a muoversi e a scoparle il seno.
Serena mugugnava, godeva nel sentire quel bel cazzo strofinarsi sulla sua pelle, non sapeva che apparteneva ad un uomo che lei disprezzava.
Il grassone grugniva ma era attento a non fare troppo rumore, godeva selvaggiamente tra quelle tettone che aveva sognato di possedere per anni.
La mammellona era eccitatissima: "Sì, così, avanti sborrami tra le tette, riempi le tette della tua troia di sborra, ricoprimi queste mammellone da vacca!"
Jacopo non resistette oltre, una scarica di sborra inumana scoppiò dalle tette di Serena, arrivando a ricoprirle per intero la faccia e i seni, oltre che schizzare sulla parete.
"Wow che sborrata! Oggi sei parecchio eccitato, eh amore?" rise la mia ragazza, ignara di tutto. "Appena ti riprendi però scopami, voglio il tuo cazzo dentro di me..."
Il cazzone di Jacopo, incredibilmente, era già prontissimo, duro da far spavento. Sembrava non essere mai venuto. Il porco si girò a guardarmi, mi ero sborrato addosso e avevo un aspetto davvero ridicolo. Ridacchiò piano e si avvicinò col cazzo alla figa della ragazza.
I patti prevedevano solo una spagnola. Mi aveva promesso che non se la sarebbe scopata.
Ma ero troppo sconvolto per fermarlo e soprattutto una parte di me voleva vederli scopare.
La punta del cazzone tocco l'entrata della mia ragazza che sussultò.
"Wow amore... Sei molto più grande del solito... Sei così eccitato?"
Un colpo al cuore.
Jacopo mi guardò maligno mentre, senza preservativo né protezioni di alcun genere, penetrò completamente la mia ragazza.
Serena rimase senza fiato mentre Jacopo cominciò a cavalcarla senza sosta, sempre più veloce e sempre più violentemente.
Affondò la faccia tra le tettone e cominciò a succhiarle più forte che poteva mentre continuava a pompare come una pressa.
Il mio amore dopo poco riprese la voce: urla e muggiti incredibili riempivano l'aria, mai l'avevo sentita godere così, Jacopo non conosceva tregua, la sua bocca non mollò neanche per un minuto le mammellone della vacca, il suo pompare non rallentò neanche una volta, e la mia Serena venne a ripetizione, orgasmi multipli, i più intensi della sua vita.
"OH MIO DIO, SCOPAMI, DISTRUGGIMI, SONO LA TUA TROIA, CAZZO SEI ENORME, APRIMI IN DUEEEE"
Avevo il cuore spezzato nel sentire queste parole ma anche, vergognosamente, il cazzo durissimo, non riuscivo a smettere di segarmi, guardando quella scena tanto disgustosa quanto arrapante.
Vidi Jacopo irrigidirsi, pensai che avrebbe avuto il buonsenso di sfilarsi prima di venire ma ovviamente non fu così, un'altra sborrata colossale direttamente nella figa della mia ragazza, che accompagnò questo momento con un urlo di goduria finale da svegliare tutto il quartiere. Il viscido grassone rimase col cazzo ormai moscio dentro la fighetta di Serena per un bel po', continuando a leccare e mordere con violenza le tettone. Quando finalmente si alzò, un fiume di sborra ancora usciva dalla fregna vibrante della ragazza, e le tettone erano diventate viola.
Io mi ero nuovamente sborrato addosso e Jacopo mi si avvicinò ridendo maligno.
Sprezzante, mi gettò addosso qualche banconota e sussurrò: "Ti ho aggiunto un extra per la scopata. Sono tanti soldi. Fossi in te valuterei di farlo una volta a settimana. Ci guadagneresti e alla signorina non sembra dispiacere" Rise di gusto e se ne andò.
Vergognandomi come un animale per quello che avevo fatto trovai la forza per coricarmi accanto a Serena, che era talmente in estasi che ancora non proferiva parola.
La slegai e le tolsi la benda, lei mi guardò con occhi pieni di soddisfazione e di amore.
"Sei stato assolutamente fantastico. È stata la miglior scopata della mia vita, amore. E tu eri eccitatissimo, quasi sembravi un animale. Se ti eccita così tanto questo gioco, possiamo rifarlo. Ti prego, rifacciamolo"
Una cannonata nel petto mi avrebbe fatto meno male. Nascosi la devastazione con un sorriso e risposi: "Certo amore, quando vuoi... Anche una volta a settimana... O di più..."

Continua

Questo racconto di è stato letto 5 9 2 8 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.