Il mio primo trio

Scritto da , il 2022-07-08, genere prime esperienze

Io sono Silvia, e vi racconterò di una estate di alcuni anni fa con due amici di tutta la vita. La scuola era finita, gli esami di stato erano andati bene e tutti e tre (Tommaso detto Tommy e Giovanbattista detto Giò, per brevità) e ci trovammo per la prima volta una estate davvero libera. Mare, sole e qualche birra di giorno, passeggiate la sera, chitarra sul mare la sera, discoteca nel week end. In pratica vivevamo in un sogno.

Una sera eravamo con altri amici ad una "spiaggiata", come la chiamavamo. In pratica si cenava in spiaggia e si rimaneva per gran parte della notte. Un falò illuminava tutto dopo aver cotto alla meglio la cena, che di solito era roba fredda tipo insalata di riso o melanzane alla parmigiana seguita da uno o due wurstel o una salsiccia. E prima che qualcuno cominci a fantasticare su che tipo di salsiccia e da dove entrasse, vi dirò che entrambe le possibilità in quelle serate c'erano.

La serata stava terminando molto più presto del solito, l'aria si era raffreddata un po' e gli altri uno o due alla volta se ne erano tornati a casa. Strano, di solito rimanevano anche se poi ci si doveva avvicinare al falò. Noi tre invece eravamo rimasti, e data la carenza di figa (eravamo in tre, l'unica ero io) tutti e due i maschietti mi pressavano, sperando di finire la serata in bellezza con me. Di solito uno dei due me lo sarei limonato volentieri, come in passato – senza grandi preferenze – e magari anche di più, ma quella sera entrambi erano poco disposti ad essere quello che doveva cercarsi un'altra. Probabilmente per mancanza dell'altra, anche se all'epoca ero una gran bella fighetta.

In ogni caso si passò da un bacio sul collo a una mano su una coscia, una toccata di una tetta mentre le lingue si sfioravano, e finii che stavo limonando duro con tutti e due. Era strano, ma non spiacevole. Anzi, direi che era parecchio piacevole. Specialmente quando ad un certo punto Tommy aveva una mano sulla mia tetta sinistra e una nei miei slip e mi strofinava la micia mentre Giò si palpava l'altra tetta e con l'altra mano mi titillava il buco posteriore. Presa dal momento dissi ad entrambi di fermarsi e mi tolsi la maglietta. La reazione nelle due patte dei pantaloncini fu esplosiva, e nella luce guizzante del fuoco vedevo due erezioni non equivocabili tra le gambe dei due. Fu il punto dove la mia mente cosciente decise di staccare la spina per un po' e lasciare decidere all'animale in calore. Mi tolsi anche pantaloncini e slip, e dissi loro di spogliarsi. Lo fecero. Non so se ci sia un record sul libro dei primati per il tempo necessario ad uscire dai vestiti, ma i due "primati" in questione di certo tentarono di batterlo. Giò aveva un cazzo nella norma, senza infamia e senza lode, ma Tommy aveva una apperacchiatura di trivellazione dal diamentro veramente rimarchevole, ed entrambi erano in uno stato di erezione che doveva sfiorare il dolore.

Ci rimettemmo all'opera e i due bastardi ripartirono proprio da dove eravamo. Solo che entrambi approfittarono per infilare il dito dentro. Uno nella figa e uno nel culo, che si era bagnato con gli umori che colavano da davanti. Avevo usato il mio culo per masturbarmi da sola, in passato, ma in modo molto delicato. Usato così da un grosso dito maschile e soprattutto con due dita di Tommy ad ingombrare davanti mi pareva di essere squartata. In realtà sentivo leggermente dolore al culo all'inizio, ma dopo poco grazie anche al modo delicato di Giò malgrado le dimensioni del dito (o forse grazie a quelle) si era trasformato in un potente piacere. Avevo i due cazzi in mano, e li segavo lentamente per non farli venire troppo in fretta. Avevo paura che una volta sborrato mi avrebbero mollato li, e invece volevo stragodere in quella folle sera.

Ansimavo e la mia fica colava sulla mano di Tommy e sul dito di Giò, e sentii che stavo per avere un potente orgasmo. Accelerai a masturbare i due membri, che pareva non aspettassero altro, e i loro proprietari per reazione accelerarono e potenziarono i loro movimenti nei miei orifizi.

Venimmo praticamente insieme. Io per prima, subito dopo Giò e dopo una decina di secondi Tommy. Entrambi mi sborrarono addosso, fiotti caldi e potenti che mi finirono sulla pancia e i fianchi ed in parte sui seni. Stetti per un lungo periodo apparente in paradiso, inarcata e tremante mentre loro si svuotavano.

Tornammo sulla terra tutti e tre lentamente. Ci staccammo, con gli occhi che brillavano nel buio rotto dal falo. Ansimavamo tutti, e ci volle un po' a riprendere fiato. Mentre cercavo di pulirmi alla meglio con dei fazzoletti – Non ci sarei riuscita, e sarei tornata a casa appiccicosa e profumata di sesso, per fortuna inosservata – ci guardammo, e fu Tommy a dire quello che pensavamo tutti. "Dobbiamo rifarlo".

Fu solo il primo di molti incontri a tre, anche più intensi.

Racconto di fantasia di Alpha Master. Commenti all'autore su alphamaster@mail.com

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