Fai quello che dico io - Parte 7 “Devozione”

Scritto da , il 2022-07-04, genere dominazione

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Decisi di presentarmi a sorpresa a casa di Nicola, dopo qualche giorno. Via whatsapp mi assicurai che fosse a casa, a studiare. Suonai alla sua porta appena dopo l'orario di pranzo. Quando mi venne ad aprire notai la sorpresa nei suoi occhi. “Ciao schiavo” gli dissi, “mi fai entrare?” Nicola non esitò un solo istante. Mi chiese subito se volevo un caffe o altro. Rifiutai.
Ci sedemmo sul divano e gli dissi, in maniera diretta e perentoria, che volevo scopare. Gli dissi che lui era a mia disposizione, a disposizione del mio piacere. Gli chiesi di confermarmi questa circostanza. Nicola annuì. Mi alzai e lo afferrai per un braccio, lo portai nella sua camera e lo spinsi sul letto. “Spogliati” gli ordinai. Io feci altrettanto. Mi poggiai sul letto anche io ed iniziai ad accarezzarlo, pizzicandogli i capezzoli di tanto in tanto. Di scatto lo feci girare e lo posizioni a pancia in giù. Mi alzai e andai nel suo bagno in cerca di un olio o una crema. Nicola mi seguì. Appena fu dietro di me, mi girai e lo afferrai con entrambe le mani, sgridandolo per essersi alzato dal letto senza il mio permesso. “Tu devi fare solo quello che dico io, chiaro?” gli dissi, assestandogli un paio di schiaffi, poco forti ma rumorosi e di effetto.
Nicola tornò sul letto ed io finalmente trovai un olio. Olio corpo al burro di karitè....sarebbe andato bene. Tornai da lui e versai qualche goccia di olio sul suo culo. Iniziai a spalmare l'olio, insistendo sull'ano. In realtà io non avevo mai fatto sesso con uomo e non ero proprio convintissimo su come procedere. Con la mia donna era diverso, non era possibile far paragoni. Decisi di iniziare ad esplorare il suo ano, con un dito, per vedere le sue reazioni. “Ti piace stronzetto?” gli chiesi . “Si padrone, fa un po male ma mi piace” mi disse Nicola con una voce tesa, impaurita ed emozionata. “Se vuoi tirarti indietro l'ultimo momento per farlo” gli dissi. “No padrone, sono a tua disposizione” rispose deciso lui. Continuai ancora un po ad ungerlo e giocare con il dito, e notai che poco a poco di stava rilassando. Infilai l'altra mano sotto di lui, gli strinsi le palle e gli presi l'uccello, non in piena erezione ma chiaramente eccitato. Si vedeva chiaramente che stava godendo, seppur provasse ancora un po di dolore. Lo feci mettere a quattro zampe e continuai ancora un po la mia esplorazione con il dito. Sfilai il dito per l'ultima volta ed appoggiai la punta del mio cazzo sul suo ano. Lui si voltò, per quanto possibile in quella posizione, ed incrociando il mio sguardo mi sorrise. Allargai il suo culo ed inizia a spingere. Feci cadere qualche goccia di olio sull'asta del mio cazzo. Entrai abbastanza facilmente. Averlo lubrificato per bene aiutò di certo. Non avere misure da record rese tutto più facile! Lo spinsi tutto dentro, con delicatezza. Quando entrai del tutto, Nicola si lascio cadere con il viso sul cuscino, piegando le braccia. Inizia a scoparlo piano, avendo cura di gustarmi ogni movimento e di non sentire attriti. Vedevo Nicola muovere il proprio corpo; lo sentivo contrarre e rilasciare l'ano in base ai miei movimenti. Era davvero bello. Iniziai ad aumentare il ritmo e con la mano gli afferrai i capelli. “ti piace, troia?” gli chiesi, per darmi un tono. “Si padrone”, rispose lui con voce dolce. Gli diedi uno schiaffo sul culo. “Devi pensare solo a far godere il tuo padrone, ricordatelo sempre!” lo rimproverai mentre aumentavo il ritmo. Andammo avanti per un po. Mentre lo scopavo, gli afferrai il cazzo e mi accorsi che era bagnato... lo stronzetto stava godendo per davvero. Quando gli afferrai il cazzo, sentii la sua mano raggiungere la mia: voleva segarsi. Glielo impedii. Continuai a scoparlo sempre più forte; mi piaceva sentirlo gemere per il godimento ed il dolore. Ad un certo punto mi accorsi che stavo per venire e diedi qualche colpo più deciso, cercando di arrivare più in fondo possibile, fino a che non esplosi e lo riempii a dovere. Mi accasciai su di lui. Eravamo entrambi sudatissimi. Uscii e mi sdraiai sul letto. Anche Nicola si girò. Ci guardammo per alcuni secondi. “Puliscimi il cazzo” gli ordinai. A dire il vero, intendevo lo facesse con una salvietta o un fazzoletto Lui andò giù e iniziò a leccarmelo fino a che non fu tutto pulito. Uno schiavo oggettivamente devoto.

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