Racconto n. 15 "L'insoddisfatta"
di
Laura566
genere
etero
Racconto n. 15 “L’insoddisfatta”
Lorenza ricevette una telefonata da uno sconosciuto che diceva che le voleva leccare la figa. Lei era infastidita e poi con la paura che, da qualche parte su internet ci fosse il suo numero di telefono. Dall’altro lato, però mentre era a letto dopo pranzo era eccitata e infatti, si era masturbata ben bene immaginando lei nuda sul letto e uno sconosciuto con la testa tra le sue gambe che leccava la fica e succhiava il suo clitoride.
E non si stancava, ma aspettava che lei arrivasse all’orgasmo o anche a più orgasmi.
Lorenza non ci pensò più, pensando che probabilmente si era trattato di uno che aveva sbagliato numero di telefono, ma la telefonata si ripetette, specificando che, voleva affondare nella sua fica e nel mentre, voleva accarezzare il suo culo morbido.
Lei a quel punto, domandò chi fosse, ma lo sconosciuto buttò giù.
Lorenza era ancora molto eccitata dalla telefonata e si masturbò ancora una volta, dopo pranzo.
Il giorno dopo non ricevette la telefonata, da un lato era sollevata, dall’altro era indispettita per non averla ricevuta.
Il giorno dopo ancora la ricevette, questa volta lo sconosciuto si presentò dicendo che, era un vicino di casa e si scusava se l’aveva turbata, ma lui Piero davvero, non dormiva la notte pensandoci e senza giri di parole, disse che, si masturbava come un forsennato, pensando a lei.
Sapeva che era sposata e che stava sempre in casa, anche se, ultimamente, in verità, l’aveva vista uscire parecchio.
Quindi, vedendola più spesso si era invaghito di lei.
Lorenza non sapeva che dire però chiese come fosse riuscito ad ottenere il numero di telefono e lui rispose che aveva ingaggiato un investigatore privato che in poche ore gliel’aveva procurato.
Lei disse che poteva denunciarlo per violazione della privacy però confessò quello che aveva fatto a letto al pensiero delle sue chiamate.
Piero disse che si dovevano vedere al più presto e fece presente che era libero subito, se anche, lei lo era. Così si incontrarono a casa di lei, lei era vestita da casa con ciclisti sotto il ginocchio e maglia scollata senza maniche.
Anche lui, non si era cambiato era in bermuda e maglietta.
Appena entrò la baciò, le mise una mano sul culo che disse che era sodo per non essere piccolo e poi disse che voleva al più presto leccarla.
Quindi, andarono in camera, si spogliarono rapidamente e lui, si mise con la testa, tra le sue gambe e con la sua sapiente lingua strappò a Lorenza due orgasmi colossali.
A questo punto, lei volle vedere il suo cazzo che era enorme e lo volle subito dentro la sua fica. Lui l’accontentò con spinte generose che facevano affondare il suo cazzo fino in fondo alla sua fica, mentre lei urlava dal piacere che provava.
Lui inebriato da ciò disse che stava per venire e lei allora prese il cazzo in bocca e beve avidamente il suo seme.
Piero era sorpreso disse che sotto quell’aria da brava donna, era proprio una tigre del materasso.
Lei accettò il complimento ricambiando dicendogli che era esperto nell’uso della lingua e del cazzo.
Gli disse che non l’aveva mai notato tra i vicini, ma d’altronde non conosceva praticamente nessuno lì. Gli disse che anni prima, certamente non sarebbe andata a letto con lui perché era troppo repressa.
Ora si era liberata e disse che voleva ancora essere leccata e lui l’accontentò facendole raggiungere ancora una volta la vetta del piacere. Lorenza voleva vederlo farsi una sega, le piaceva molto guardare un uomo mentre lo faceva. Lui aveva un bel cazzo con una cappella grossa e rossa incandescente.
Lorenza non resistette e glielo prese in bocca, leccandoglielo, sputandoci sopra e questa volta quando lui disse che stava per venire, volle la sborra sul seno.
Poi, gli fece vedere quanto gli piaceva prendendola con le mani e ingoiandola come se fosse la più buona delle creme.
Si addormentarono finché lei non si sentì accarezzare, succhiare i capezzoli e infine fu penetrata in maniera selvaggia con lei che all’inizio sentiva dolore perché non era ben lubrificata, ma poi questo passò per lasciare il posto al piacere più puro che avesse mai provato.
Insomma, Piero era veramente uno stallone, mentre lui la chiamava la maiala della porta accanto.
Lui disse che la voleva rivedere e lei non gli disse che era occupata con molti altri uomini e non solo.
Lei rispose che dipendeva anche dal fatto, se il marito fosse in casa, ma soprattutto con questo via vai, temeva che prima o poi, la vicina vecchia e impicciona di fronte dicesse qualcosa al marito.
Comunque, gli disse che si era divertita moltissimo con lui.
Lorenza ricevette una telefonata da uno sconosciuto che diceva che le voleva leccare la figa. Lei era infastidita e poi con la paura che, da qualche parte su internet ci fosse il suo numero di telefono. Dall’altro lato, però mentre era a letto dopo pranzo era eccitata e infatti, si era masturbata ben bene immaginando lei nuda sul letto e uno sconosciuto con la testa tra le sue gambe che leccava la fica e succhiava il suo clitoride.
E non si stancava, ma aspettava che lei arrivasse all’orgasmo o anche a più orgasmi.
Lorenza non ci pensò più, pensando che probabilmente si era trattato di uno che aveva sbagliato numero di telefono, ma la telefonata si ripetette, specificando che, voleva affondare nella sua fica e nel mentre, voleva accarezzare il suo culo morbido.
Lei a quel punto, domandò chi fosse, ma lo sconosciuto buttò giù.
Lorenza era ancora molto eccitata dalla telefonata e si masturbò ancora una volta, dopo pranzo.
Il giorno dopo non ricevette la telefonata, da un lato era sollevata, dall’altro era indispettita per non averla ricevuta.
Il giorno dopo ancora la ricevette, questa volta lo sconosciuto si presentò dicendo che, era un vicino di casa e si scusava se l’aveva turbata, ma lui Piero davvero, non dormiva la notte pensandoci e senza giri di parole, disse che, si masturbava come un forsennato, pensando a lei.
Sapeva che era sposata e che stava sempre in casa, anche se, ultimamente, in verità, l’aveva vista uscire parecchio.
Quindi, vedendola più spesso si era invaghito di lei.
Lorenza non sapeva che dire però chiese come fosse riuscito ad ottenere il numero di telefono e lui rispose che aveva ingaggiato un investigatore privato che in poche ore gliel’aveva procurato.
Lei disse che poteva denunciarlo per violazione della privacy però confessò quello che aveva fatto a letto al pensiero delle sue chiamate.
Piero disse che si dovevano vedere al più presto e fece presente che era libero subito, se anche, lei lo era. Così si incontrarono a casa di lei, lei era vestita da casa con ciclisti sotto il ginocchio e maglia scollata senza maniche.
Anche lui, non si era cambiato era in bermuda e maglietta.
Appena entrò la baciò, le mise una mano sul culo che disse che era sodo per non essere piccolo e poi disse che voleva al più presto leccarla.
Quindi, andarono in camera, si spogliarono rapidamente e lui, si mise con la testa, tra le sue gambe e con la sua sapiente lingua strappò a Lorenza due orgasmi colossali.
A questo punto, lei volle vedere il suo cazzo che era enorme e lo volle subito dentro la sua fica. Lui l’accontentò con spinte generose che facevano affondare il suo cazzo fino in fondo alla sua fica, mentre lei urlava dal piacere che provava.
Lui inebriato da ciò disse che stava per venire e lei allora prese il cazzo in bocca e beve avidamente il suo seme.
Piero era sorpreso disse che sotto quell’aria da brava donna, era proprio una tigre del materasso.
Lei accettò il complimento ricambiando dicendogli che era esperto nell’uso della lingua e del cazzo.
Gli disse che non l’aveva mai notato tra i vicini, ma d’altronde non conosceva praticamente nessuno lì. Gli disse che anni prima, certamente non sarebbe andata a letto con lui perché era troppo repressa.
Ora si era liberata e disse che voleva ancora essere leccata e lui l’accontentò facendole raggiungere ancora una volta la vetta del piacere. Lorenza voleva vederlo farsi una sega, le piaceva molto guardare un uomo mentre lo faceva. Lui aveva un bel cazzo con una cappella grossa e rossa incandescente.
Lorenza non resistette e glielo prese in bocca, leccandoglielo, sputandoci sopra e questa volta quando lui disse che stava per venire, volle la sborra sul seno.
Poi, gli fece vedere quanto gli piaceva prendendola con le mani e ingoiandola come se fosse la più buona delle creme.
Si addormentarono finché lei non si sentì accarezzare, succhiare i capezzoli e infine fu penetrata in maniera selvaggia con lei che all’inizio sentiva dolore perché non era ben lubrificata, ma poi questo passò per lasciare il posto al piacere più puro che avesse mai provato.
Insomma, Piero era veramente uno stallone, mentre lui la chiamava la maiala della porta accanto.
Lui disse che la voleva rivedere e lei non gli disse che era occupata con molti altri uomini e non solo.
Lei rispose che dipendeva anche dal fatto, se il marito fosse in casa, ma soprattutto con questo via vai, temeva che prima o poi, la vicina vecchia e impicciona di fronte dicesse qualcosa al marito.
Comunque, gli disse che si era divertita moltissimo con lui.
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