Tutto cominciò per noia, poi sono diventata una troia

Scritto da , il 2022-03-29, genere trans

Tutto cominciò per gioco durante il lockdown. Mi annoiavo molto la sera, di studiare non avevo proprio voglia. Ogni sera mi collegavo con una chat gay e sceglievo un nick accattivante che potesse stimolare gli uomini della chat. Ci riuscivo, grazie anche a un annuncio per loro arrapante: "Sono un ragazzo femminuccia, desidero conoscere un uomo maturo che mi coccola e mi dà tanto affetto".
Gli uomini mi chiamavano stimolati da quella presentazione che in realtà corrispondeva a un mio desiderio fino allora represso. Mi scrivevano, mi chiedevano come mi chiamassi, di dove fossi, l'età. e rispondevo sincero. Mi chiedevano del mio aspetto fisico, "come sei fatto?", oppure "come sei fatta" e rispondevo senza mentire: "Okki neri, capelli castani sul lungo, frangetta, liscio, alto/a 1,67 per 55K, minidotato/a, aspetto efebico". Gli uomini, in genere tra i 40 e i 50 anni molto più grandi di me, mi chiedevano una fotina, e qui mi fermavo: non avevo il coraggio di farla e mostrarmi. Tante le remore, tante le paure. Li deludevo, mi rammaricavo sinceramente ma non trovavo il coraggio.
Una sera però il coraggio l'ho trovato, mi sono fatta una foto con lo smartphone e l'ho esibita. "Sei splendida" mi disse un uomo arrapato. Mi sentii tanto gratificata: piacevo nel mio aspetto da femminuccia con le calze rubate a mia madre, collant neri velati 20 denari presi di nascosto.
Lui, si chiamava Gianni, si masturbò con la mia foto, e la cosa mi lusingò tantissimo. Presi ancora più coraggio e la sera sul tardi (i miei dormivano) tornai sulla chat e continuai a mostrarmi. Fino a quando non beccai uno della mia città, Palermo, che con insistenza mi chiese di incontrarci. All'inizio non volevo, non me la sentivo, dopo due sere -bisogna insistere con tipi come me - ho ceduto. Appuntamento in una via del centro storico vicino il porto alle sette di sera.
Vado col mio monopattino elettrico vestito/a con maglietta e jeans attillati, sneakers rosa, sotto perizomino e collant velati. Mi ero sistemata i capelli lunghi con un codino e messo un po' di rossetto sulle labbra per accentuare la mia femminilità comunque evidente nei modi, nella sensibilità, nei tratti del mio corpo quasi adolescente. Lui è puntualissimo, io un po' in ritardo: ho perso un po'di tempo a farmi bella.
Mi riconosce subito naturalmente: mi ero mostrata nella chat e, sebbene leggermente truccata, ero facilmente identificabile. Appena mi vede, noto nel suo volto una forte emozione: "Sei bellissima", mi dice e mi invita a salire sulla sua Mercedes.
Si chiama Sergio, fa l'avvocato, ha 45 anni e ha una moglie abbastanza bella (mi mostra la sua foto) con la quale non va più d'accordo: lo tradisce e lui si consola con puttane e con trans, le sue passioni segrete. E' colpito dalla mia femminilità, espressa anche nella voce che gli avevo fatto sentire sulla chat: una vocina dolce e sex, tenera, molto femminile, implorante affetto, attenzione, coccole.
Facciamo un giro per Palermo, mi porta a Mondello, è primavera appena sbocciata e il mare è bellissimo. Mentre camminiamo con la sua auto elegante, mi parla di sé e mi chiede della mia vita: studio ma con poco interesse, gli confesso.
Ha una voce suadente, molto maschia eppure dolce, mi mette a mio agio, riesce a vincere le mie comprensibili timidezze. Non sono stato mai con un uomo e probabilmente - anzi di sicuro - lo avrei desiderato: la mia femminilità deriva da fatti ormonali (ho un cazzo minuscolo, una voce e un aspetto da ragazzina) e da ragioni psicologiche: mi sono sempre identificato in mia madre, ho sempre ammirato i suoi modi, i suoi vestiti, la sua fragilità seducente, i suoi vestiti, i suoi orecchini, braccialetti, le sue gonne, le sue scarpe coi tacchi indossati a sua insaputa.
Scendiamo dalla macchina e in una spiaggia meno esposta agli sguardi della gente passeggiamo mano nella mano. Poi all'improvviso, senza che me l'aspettassi, mi dà un bacino sulle guance, poi sul collo, sulle orecchie, quindi sulla bocca.
Che cos'è un bacio? E' una promessa e una premessa. Dolcissima.
Mi conquista. Dopo, mano nella mano (che bello!), mi fa risalire sull'auto, apre lo sportello da vero signore e mi fa sedere accanto a lui che è alla guida. Nei pressi di Mondello ha una garconnière elegante in cui è solito portare le donne che gli piacciono. Per lui sono una donna, e me lo dice con franchezza mentre, una mano sul manubrio, con l'altra mi accarezza le cosce.
Poi, quello che è successo dopo è difficile raccontarlo ma ogni uomo che ama e ogni donna - o chi donna lo è nel suo intimo - lo sa e può facilmente immaginarlo. Non credevo che sarebbe stato così facile e naturale prenderglielo in bocca e così eccitante sentirlo diventare duro tra le mie labbra. Era il mio primo pompino, il primo di una lunga seria, l'iniziazione al mio percorso di femminilizzazione.
Quella sera ci siamo fermati lì, ma dopo ci saremmo incontrati tante volte. Mi facevo trovare, sempre più truccata e femmina, in un angolo della città, lui apriva lo sportello, mi faceva accomodare nella sua Mercedes e mi portava nella sua garconnière.
Mi ha fatto tanti regali: orecchini, braccialetti, foulard, calze, scarpe coi tacchi (bellissime!), profumi e io, femminissima, ero sua nel suo letto.
Mi ha sverginata ed è stato delicatissimo, mi ha fatto un po' male le prime volte ma poi sentivo un desiderio irrefrenabile del suo cazzo: che goduria quando mi penetrava e lo sentivo estasiato dal piacere di possedermi, dapprima col preservativo, poi senza: che bello senza, sentirlo entrare dentro il mio corpo, e quanto mi piaceva assaporare il suo seme, il suo nettare, la sua sborra, inumidire le mie fessure orali e anali.
La vita è strana: lui, dopo qualche mese è sparito, io sono entrata in depressione. Lo cercavo ma lui aveva bloccato il telefono.
Ma io ero cambiata e, grazie a una comunità transgender, sono riuscita a superare la mia crisi esistenziale: piangevo ogni sera e ho perfino preso del crach frequentando ambienti malfamati, capita.
Adesso, sono passati tre anni, vivo da sola, mi vesto sempre da donna, ho vent'anni, ho rotto coi miei, e ho iniziato a prendere, sotto controllo medico, ormoni. Mi stanno crescendo le tette e ho un uomo che amo e che mi ama.
Vivo con lui e sto rinascendo. Sono uscita da un tunnel fatto di prostituzione e droga e lui - si chiama Giorgio, ha 42 anni, è un professionista affermato - mi è vicino, sopporta le mie isterie, inevitabili quando si prendono ormoni e si sente il corpo cambiare, le forme arrotondarsi e aggraziarsi.
La crisi è stata dura da affrontare. Ero diventata una vera puttana. A Palermo mi conoscevano tutti. Ho fatto la fortuna di un paio di luridi papponi: prendevano quasi tutto dei miei proventi e mi scopavano forte. Il mio buco del culo si era allargato tantissimo, più volte partecipavo a gang con più uomini, spesso di colore. Mentre succhiavo i cazzi altri cazzi si strofinavano nel mio corpo, mi inculavano e mi inondavano di sperma. Non capivo più niente, per me esisteva solo la droga e il cazzo.
Poi l'incontro con Giorgio. Il mio angelo. All'inizio era stato attratto dal mio corpo che, malgrado strapazzato, era una calamita per gli uomini. Poi dal mio cuore che, seppellito dalla lussuria, è risorto.
Ho capito una cosa, e voglio dirlo a tutti o a tutte quelle come me: fate di tutto per assecondare la vostra femminilità. E cercate l'amore: cambia la vita, é un toccasana per ogni problema.
Non illudetevi, non è facile. Ma se ci credete e siete fortunate, l'otterrete. E' così bello , bellissimo, sentire le tette che crescono e fare l'amore con un uomo che vi adora, cambiare ogni giorno le scarpe (vi è qualcosa di più femminile delle scarpe? Mi fanno impazzire!), spesso look e acconciatura dei capelli, indossare vestitini eleganti e sentire la sua voce maschia che ti sveglia, portandoti il caffè e ti chiama "Tesoro mio".

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