La studente vuò cumprà, (stronza di natura)

Scritto da , il 2012-06-24, genere prime esperienze

Innanzitutto complimenti per gli autori di questo sito, carino, semplice e scorrevole, e un grazie perché permette a tutti, bravi e meno bravi di raccontare le proprie esperienze sessuali, anche quelle che non ti sogneresti mai di raccontare a nessuno, neanche all’amico più fidato. Anche racconti di fantasia che poi a mio parere hanno un fondo di verità, non credo che gli autori lo fanno solo per il gusto di scrivere, sotto sotto queste fantasie le vorrebbero vivere. Detto questo anche io voglio raccontare un periodo della mia vita che per un verso è stato in assoluto il periodo sessuale più bello della mia vita fino ad oggi che di anni ne ho quasi 30. Per l’altro verso invece non ne vado particolarmente fiero, e scoprirete il perché leggendo il seguito.
Frequentavo l’istituto tecnico industriale, tutti maschi, tranne due ragazze stranissime come era strano di aver scelto questa scuola, alla spalle però, attaccato alla nostra scuola ci stava il tecnico commerciale, stragrande maggioranza di ragazze, immaginatevi il casino che ci stava la mattina e le corse che facevamo quando suonava la campanella. Il primo anno tutte corse e tempo sprecato, anche se ero parecchio alto e magro, sembravo più grande però nessuna mi cagava, ma non solo me, ma tutti quelli del primo anno. C'era una ragazza, l’unica che arrivava la mattina con lo zaino sulla spalla che sembrava sempre pieno di libri mentre le altre portavano solo il libri necessari per le materie del giorno, però aveva un motivo, anche lei portava solo il necessario, il resto dello zaino era pieno di CD musicali masterizzati, film e anche porno, che erano i più venduti, orologi e occhiali taroccati, telefonini usati e anche nuovi, ed era la fornitrice ufficiale di preservativi, erano senza marca ma no si rompevano mai, neanche quando li riempivi di acqua, per farli schiattare si dovevano sbattere con molta forza per terra, tutti la chiamavano la vuò cumprà.
Come la maggior parte di noi anche lei si esprimeva in dialetto napoletano, però sta ragazza lo parlava con una cadenza particolare ed era simpaticissima, difficile non ridere quando si discuteva con lei, e in questo modo che faceva certe fregature che non immaginate. Con l’inizio del secondo anno, proprio nei primi giorno stavano più nel corridoi e nei bagni che in aula, una mattina proprio nei bagni ci stava un ragazzo del 3°anno che fumando una sigaretta raccontava che era stato in campeggio e si era chiavato un sacco di ragazze, si vantava in continuazione che aveva il cazzo grosso, che era superdotato. A un certo punto uno dei ragazzi gli chiese di farlo vedere, senza pensarci su due volte, si abbassa la lampo e lo tira fuori, lo guardai anche io, il mio era più grosso del suo e mi venne naturale dirlo. Ovviamente me lo fecero tirare fuori, il mio era più grosso, in lunghezza e in circonferenza la differenza era notevole, tutti a ridere perché sfottevano il ragazzo e poi finisce li. Il giorno dopo di mattina camminavo sul marciapiedi che andavo a scuola, mi sento chiamare per nome, mi giro ed era la vuò cumprà con lo zaino sulla spalla correva verso di me, infila la mano sotto al braccio come se fossimo amici, quando poi non avevo mai comprato nulla da lei, e nel suo simpatico dialetto che non oso scrivere, manco so scrivere in italiano figuriamoci il napoletano, però userò gli stessi termini che sta ragazza usava con tutta naturalezza come se fossero di uso comune.
Inizia e mi fa: senti ma è vero che tieni il cazzo grosso?
e chi te lo ha detto?
bello... io so tutto quello che succede sia nella tua che nella mia scuola
vabbè si è un po' più grosso, t’interessa provarlo?
a me non interessa mi basta quello del mio ragazzo
e perché me lo hai chiesto?
conosco delle ragazze bocchinare, che vogliono sempre chiavare se lo fanno mettere da per tutto anche nel culo, e cercano ragazzi con il cazzo grosso, sono disposte anche a pagare, hanno un sacco di soldi.
ah.. e perché non me le fai conoscere?
te le faccio conoscere una alla volta, ci dobbiamo mettere solo d’accordo
in che senso scusa?
ci dobbiamo accordare con i soldi, se li vuoi prima è una cosa se invece dopo, dividiamo quello che riesco a farmi dare
e io come faccio a sapere quello che ti danno?
ti devi fidare.... se invece li vuoi prima ti do trentamila lire (l’euro non era ancora in circolazione) per ogni chiavata e poi anche se ci rimetto me la vedo io.
Sapevo che mi stava fregando, però sapevo anche che prenderli dopo rischiavo di non beccare manco una lira o magari mi dava di meno e cosi accettai.
Mi disse che organizzava tutto lei, verso le 5 del pomeriggio dovevo andare con un libro per far vedere a quelli del parco dove abitava che entravo in casa sua per studiare, e li avrei trovato quelle che dovevo chiavare.
Il giorno successivo mi disse che aveva organizzato per il pomeriggio, alle 5 mi presentai a casa sua, quando entrai in cucina ci stava una ragazza bassina esile e minuta, mia sorella di 11 anni era più grande, un viso curioso, biondina con occhi celesti ma cosi grandi che le uscivano un po' fuori dalle orbite, muso sporgente con una bocca grande e labbra carnose, però aveva un bel sorriso che in qualche modo compensava il difetto degli occhi, dopo la presentazioni e il bacio sulla guancia chiesi un bicchiere d’acqua, avevo la gola secca per l’emozione mai fatto sesso prima di allora solo qualche bacio e toccatina alla fica, e mentre la vuo’ cumprà mi versava l’acqua nel bicchiere con la coda dell’occhio vedevo la ragazza con la mano si premeva sul basso ventre e piegava le gambe come se si stesse trattenendo per non farsela sotto.
Dopo bevuto ci portò nella sua stanza, mise un asciugamano grosso sul letto, ci disse di non sporcare e chiuse la porta, la ragazza subito mi mette le braccia al collo sollevandosi sulla punta dei piedi mi bacia sulla bocca ficcandomi con prepotenza la lingua in bocca, mi faceva anche senso perché era molto grossa, e parlandomi in bocca di disse: non ce la faccio più mettiamoci sul letto e chiavami il cazzo dentro.
MI lascia si solleva la gonna, si toglie le mutandine e si butta sul letto, mentre io mi slacciavo la cinghia e mi aprivo i pantaloni lei era già stesa sul letto con le gambe piegate e aperte con le piante dei piedi uniti, con le mani si allargava la fica, e mi diceva di fare presto, a momenti non dava manco il tempo di mettere il preservativo. Senza levarmi i pantaloni mi misi sopra di lei, e quando appoggiai la cappella in quella piccola fica mi resi conto che era troppo sproporzionato, sinceramente avevo paura, e con la mano lo strofinavo, ma lei diceva in continuazione di metterlo dentro. Mi feci coraggio e lo misi nel buco, lei toglie le mani dalle labbra e le mette ai miei fianchi, incrocia le sue gambe sulle mie cosce, e aggrappata a me inizia a sollevare il bacino, la fica era strettissima, con forza fece entrare più della metà dentro, restò un po ferma con il bacino sollevato e poi sta ragazza si mise a tremare, e si scatenò sotto di me, più si sbatteva e il cazzo più entrava, quando entrò tutto sollevava il bacino con una violenza tale che quando il suo corpo toccava il mio faceva il rumore di uno schiaffo, io fermo reggendomi sulle braccia sopra di lei, e si lamentava in un modo strano, come se facesse un sforzo e allo stesso tempo, non si capiva se singhiozzava o tossiva. Un po' per l’emozione della prima volta un po' perché la situazione era strana manco conoscevo sta ragazza piccoletta e curiosa, ci misi un sacco di tempo per venire. Dovete credermi sulla parola... sta ragazza non si fermò un attimo, ogni tanto dava dei colpi più violenti, si fermava anche per qualche istante e poi ricominciava peggio di prima, non, vi so dire quante volte ricominciò, in quel momento la mia testa non era in grado ne di pensare, ne tanto meno di contare, posso solo dirvi che dopo avuto l’orgasmo, il pisello perse un po' di consistenza e scivolò fuori, nonostante stava fuori lei continuò a strofinarsi e non la sentivo più ne respirare ne lamentarsi in quel modo strano, poi improvvisamente solleva il bacino sollevando anche me stringendosi forte e poi si lasciò andare sul letto respirando come se avesse un attacco d’asma, pallidissima che faceva paura, preso dal panico mi buttai giù dal letto senza levarmi neanche il preservativo, mi sistemai alla meglio i pantaloni infilai le scarpe e scappai dopo essere passato in cucina a prendere il libro. La vuò cumprà mi corse dietro che voleva sapere che era successo, senza rispondere aprii il portoncino e feci le scale di corsa.
Vi sembrerà una cosa assurda, e siete padroni di non crederci, tanto non mi cambia la vita, ma il giorno dopo la vuò cumprà voleva i soldi indietro, a suo dire la ragazza non aveva voluto pagare perché non avevo finito, lo voleva prendere anche nel culo e in bocca, questi erano i patti che lei aveva concordato. Non le dieti una lira, però voleva che la prossima dovevo chiavarla gratis, manco questo feci, per diversi giorni la evitavo e non rispondevo al cell e nemmeno ai suoi messaggini. Poi avevo bisogno di soldi e ricominciai però concordai un nuovo prezzo l’imbroglione fece un po di casino ma alla fine la spuntai e la prossima sarà molto bella e arrapante, ve lo prometto. Alla prossima..!!!

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