Champagne e cazzo per i 18 anni di Valentina

di
genere
etero

Avevo iniziato a uscire da qualche mese con Valentina, una ragazza al quinto anno di liceo, che avevo conosciuto in un'associazione culturale che entrambi frequentavamo. Io avevo 24 anni e lei stava per compiere 18 anni, era alta 1,80, aveva una carnagione bronzea, occhi nocciola con alcuni riflessi verdi, capelli castani lunghi fino alle scapole e piacevolmente mossi, una quinta abbondante di seno, un culo bello pieno e burroso. I suoi chiletti di troppo, tutti nei posti giusti, la facevano entrare nella categoria delle curvy.

Come dicevo uscivamo da qualche mese quando lei compì 18 anni. Con l'aiuto della sua famiglia e delle sue amiche le organizzai una festa sontuosa, affitando un salone apposito con cucina annessa, il tutto in autogestione.

Pur essendo inverno lei si presentò alla serata con delle autoreggenti nere con effetto trasparente, un vestitino variegato a tinte di verde che le arrivava un palmo sopra le ginocchia, con una fascia di seta nera sotto il seno che accentuava le sue tette prosperose, un leggero golfino scuro e delle scarpe nere, laccate ed eleganti con tacco 12. Era una sventola clamorosa.

La serata fu piacevole e lei era entusiasta di tutta l'organizzazione, i giochi, le attrazioni e le sorprese che avevo predisposto per la festa e lungo la serata mi aveva ringraziato più volte baciandomi appassionatamente davanti a tutti.
Arrivato il momento dei regali ce ne furono un paio di goliardici e scherzosi, pensati dalle sue amiche che volevano accennare al suo compimento della maggiore età e quindi ad un esercizio più "libero" della sessualità: un pacco di preservativi, un dildo lungo 14 cm con quattro modalità di vibrazione e un gel lubrificante. Fu vissuto come un momento scherzoso e non fece vergognare nè arrabbiare nessuno.

Al termine della serata rimanemmo solo io e Valentina a risistemare e mettere a posto il tutto.
Mentre ero in cucina a ritirare le ultime cose, lei mi raggiunse con una bottiglia di champagne in mano. "Questa l'ho tenuta solo per noi", mi disse. Su sua richiesta l'aprii e versai in due bicchieri, brindammo alla sua maggiore età e alla bella serata: "Ma il bello per noi comincia adesso", asserì Valentina con uno sguardo malizioso nei miei confronti.
"Ah sì?" risposi restando al gioco "È tardi e pensavo volessi rientrare per riposarti". In effetti erano le tre passate.
"Senza neanche aver provato i miei regali?" domandò mordicchiandosi il labbro inferiore e tirando fuori da sotto la gonna il dildo che le avevano donato le sue amiche.
Restai tenporaneamente di sasso mentre qualcosa diventava di roccia nei miei pantaloni. Non mi aspettavo da lei un atteggiamento così sfrontato. Notai anche che il dildo era molto umido.
"Che c'è?" mi chiese lei con finta aria abbattuta, vedendomi restare a bocca aperta "Non ti va di giocare con me?"
"No... È solo che non ero preparato a questo. Aspetta!" esclamai "Come hai fatto a tirarlo fuori da là sotto così facilmente?".
"Perchè non vieni a scoprirlo da solo?" interloquì lei avvicinandosi e baciandomi con passione. Sentii la sua lingua dolce e sensuale che si muoveva accarezzando la mia. Nella bocca mi esplose un insieme di sapori: il dolce del suo lucidalabbra, l'aspro frizzante dello champagne e un vago retrogusto della panna di cui era fatta la torta.
Mentre la baciavo lasciai scorrere le mie mani sul suo corpo: lungo la sua schiena, sui suoi fianchi morbidi e poi giù fin sotto la gonna. Nell'alzarle la parte finale del vestito mi resi conto che non indossava le mutande: potevo sentire il contatto diretto delle mie mani con la pelle del suo sedere, che era morbido e ben fatto.
"È tutta la sera che sei senza mutande?" chiesi con veemenza, staccandomi temporaneamente dalle sue labbre e guardandola dritta negli occhi.
"La cosa ti farebbe eccitare?" domandò lei di rimando, mettendomi la mano sul pacco che ormai era duro come il marmo e la cui consistenza si poteva sentire anche attraverso i pantaloni.
Visto come reagiva e la sfrontatezza con cui si atteggiava, decisi di cambiare registro. Spostai una delle due mani dal suo sedere alla sua figa, che era umida e con una peluria rada e ben curata, e con l'altra mano andai ad afferrarle i capelli, che strinsi forte avvicinando il suo capo al mio.
"Quindi hai fatto la troietta tutta la sera, lasciando a tutti la possibilità di vederti la sotto?"
"Dipende" disse lei senza essere intimidita dal mio atteggiamento, ma sembrando piuttosto divertita "Quanto vorresti che fossi troia?"
Detto questo si avvicinò il dildo alla figa mettendomelo in mano. Iniziai a farlo andare su e giù mentre la baciavo e ascoltavo eccitato i suoi gemiti: più proseguivo nel masturbarla, più la sentivo gemere di piacere e avvertivo sempre di più i suoi umori scorrere dalla mia mano lungo il mio polso. Anche lei non era rimasta con le mani in mano, ma mi aveva slacciato i pantaloni e mi stava segando con veemenza.

Dopo qualche minuto di masturbarzione reciproca, lei si staccò da me e, lasciandosi il dildo nella figa, si mise in ginocchio e inizio a baciare il mio cazzo con passione. Faceva passare la lingua lungo tutta l'asta, dalla cappella alle palle e ritorno. A quel punto guardandomi negli occhi tra una leccata e l'altra mi chiese di versarle e porgerle un bicchiere di champagne. Lo feci e lei, dopo averne preso un sorso, pucciò il mio cazzo nel bicchiere, per poi farlo sparire in bocca. Ripetè quest'operazione alcune volte, dando luogo ad un pompino straordinario. Sul mio pene si alternavano la sensazione del fresco-frizzante dello champagne e il caldo, umido e accogliente della sua bocca.

Quando ebbe praticamente finito il bicchiere la feci alzare, la voltai e, prendendola per una spalla, la abbasai a novanta su un tavolo. Alzata la gonna e tolto il dildo inizia a leccarle la figa. Era già piena di umori agri e pungenti. Decisi di godermi anche io un po' di champagne e, presa la bottiglia, la feci colare sul suo sedere e sulla sua figa, per poi leccarlo a partire dalla sue chiappe morbide, arrivando nuovamente a soffermarmi sulla sua figa. Valentina a quel punto era un gemito continuo. "Ficcamelo dentro ti prego che non resisto più!" ansimò lei.
Lasciandola in quella posizione mi alleggerii dei pantoli e delle mutande e, infilato il preservativo, mi apprestai a penetrarla.
Diedi un colpo secco che la fece restare senza fiato, per quanto non ebbi problemi a scivolare dentro di lei visto quanto era bagnata. Andai avanti per un quarto d'ora buono, aumentando il ritmo col passare dei minuti e dando delle sonore pacche sulle sue chiappe, che ondeggiavano sonore mentre lei danzava sul mio cazzo. Valentina gridava di piacere: "Dai continua così. Spaccami. Aprimi", era solo alcune delle cose che urlava. A quel punto le afferrai i capelli per farla alzare leggermente dal tavolo.
"Scopami!" le intimai.
Lei cominciò allora a fare avanti e indietro con quel suo culo soave, facendo scivolare la sua figa sul mio pene.

Dopo qualche minuto avvertii le sue gambe che tremavano, mentre lei si lasciava andare in avanti. Era venuta. Lasciai che si appoggiasse sul tavolo qualche istante e poi le dissi con tono perentorio: "Non mi sembrava di averti autorizzato a venire. Adesso dovrai pagare le conseguenze di non avermi chiesto il permesso".
"Puniscimi come meglio credi" mi rispose lei ancora ansimante dal tavolo.
La feci tirare su e la spogliai con foga, strappandole letteralmente di dosso il vestito.
"E cosa mi metto per rientrare a casa?" protestò lei.
"Non è un problema mio" risposi, prendendola con decisione e portandola con le spalle al muro. A quel punto le feci divaricare le gambe quanto bastava per entrare dentro di lei e iniziai a scoparla lì in piedi. Nel frattempo mi occupai di toglierle il reggiseno: si trattava di un balconcino di pizzo nero semitrasparente, che non lasciava nulla alla fantasia e mostrava già completamente il suo seno incredibile. Continuando a scoparla le strizzavo e leccavo le bellissime tette, soffermandomi con particolare attenzione a torturarle i capezzoli che erano turgidi più che mai.

Valentina era tornata a gemere: "Dai che mi stai facendo venire di nuovo..."
"Non azzardarti a farlo senza il mio permesso" le ordinai staccandomi da lei "Adesso mettiti per terra a quattro zampe".
Lei non se lo fece ripetere. Iniziammo a scopare in quella posizione, mentre continuavo a palpare il suo prosperoso seno.
Dopo qualche minuto lei iniziò a chiedere ansimando: "Posso venire? Ti prego, non resisto più. Fammi venire"
"Va bene puttanella che è stata senza mutande tutta la sera, puoi venire", risposi aumentando il ritmo. Con un grido venne di nuovo.

A quel punto la feci girare e mettere in ginocchio davanti al mio cazzo e le chiesi mentre glielo sbattacchiavo sulle guance: "Lo vuoi?"
"Assolutamente " rispose.
"Implorami allora!"
Rimase un attimo interdetta e poi, restando al gioco, sfoggiò i suoi più imploranti occhi da cerbiatta e mormorò: " Ti prego, posso avere ancora il tuo superbo cazzo?"
"Visto che hai fatto la brava puoi. Prendilo tra le tette e alterna ogni tanto prendendolo in bocca" le ordinai. Valentina fu molto obbediente e iniziò a farmi una bellissima spagnola, alternata a qualche succhiata e leccata. Dopo qualche minuto quando sentii che stavo per venire le feci mettere in bella vista le sue tette e ci sborrai sopra. A quel punto lei si avvicinò il suo prosperoso seno alla bocca e iniziò a leccarsi via tutto il mio seme dalle tette. Io mi rimasi a godermi lo spettacolo.

Quando ebbe finito le domandai sorridendo: "Era buona?"
"Squisita! Anche meglio dello champagne!"
"Dai andiamo a trovare qualcosa che tu possa metterti per rientrare a casa", le risposi ridendo.

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scritto il
2021-12-09
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