Un sofferto tradimento – Il racconto di Cinzia
di
Handrea
genere
tradimenti
Erano circa tre anni che Andrea mi faceva una corte serrata!
Andrea è un mio collega, lavoriamo entrambi per la Difesa, entrambi impiegati anche se in due settori diversi.
Andrea è il collega che tutti vorrebbero avere: allegro, simpatico, estroverso, sempre pronto a darti una mano. Ma anche un gran paraculo, un non perde occasione per corteggiare qualsiasi donna le capiti a tiro. Però, a suo modo, fedele nelle sue scelte…. E tre anni fa ha scelto me!
Non sono una bellezza, non mi reputo tale. Sono alta, questo sì, ma mi sento sgraziata, goffa, un po’ fuori posto ovunque mi trovi. E ho un carattere spigoloso, da maschiaccio mancato.
Eppure Andrea mi ha scelto tra tante (così dice lui) e, da tre anni e qualche mese, non ha fatto altro che corteggiarmi, anche se con scarsi risultati. Almeno fino a ieri…..
Ma procedo con ordine.
Sono sempre stata suscettibile alla corte degli uomini nei miei riguardi, ma il senso di fedeltà che provavo per mio marito mi impediva quel lasciarmi andare all’avventura, sia essa mentale che fisica. In parole povere, rifuggivo qualsiasi tentazione, smontavo sul nascere ogni simpatia a costo di passare per “una che se la tira”, cercavo di mettere tra me e l’altro sesso una barriera invalicabile.
Non sono mai andata d’accordo con le colleghe: ho sempre preferito i maschi, ma senza lasciar adito alla minima illazione, al più piccolo dei pensieri.
E questo, ripeto, finché non è apparso Andrea.
Sin dal primo momento mi ha irretito con messaggi molto dolci e molto diretti, confessandomi subito il suo desiderio per me che andava al di là di una semplice infatuazione.
A volte mi lasciavo andare a confessioni con lui, altre volte lo liquidavo bruscamente quando si faceva molto insistente e, soprattutto, quando sentivo vacillare le difese che avevo eretto tra me e l’altro sesso.
Molte volte era lui che si confessava con me: del suo rapporto freddo con la moglie, delle sue storie con altre donne che sfociavano, sempre, in una delusione cocente. Da un canto ero lusingata del suo considerarmi importante tanto da aprirsi con me, dall’altro ero gelosa delle sue storie, tanto da diventare sarcastica oltre ogni limite.
Ma lui niente, imperterrito, continuava a corteggiarmi.
A volte facevo finta di prendermela quando diventava troppo esplicito nei complimenti, quando dichiarava la sua ammirazione totale per le mie lunghe gambe e per il mio culo sontuoso (usava proprio quell’aggettivo, che trovavo un po’ troppo esagerato, come se avessi un lato B esagerato!), quando elogiava la mia intelligenza e la mia bontà d’animo (ma dove la vedeva?). O ancora, mi sentivo oltraggiata quando alludeva a cosa volesse fare con me, a come si mostrava liberamente senza alcun pudore (ricordo ancora la foto che mi mostrò scattata da un amico del suo profilo nudo su di una spiaggia in Grecia, e di come si stagliasse il suo membro che, pur se a riposo, mi sembrava veramente notevole!).
Eppure non riuscivo ad avercela con lui, a fare l’indignata o l’offesa per più di qualche giorno: sapeva sempre come prendermi, come blandirmi, come farmi sorridere.
Fu così che, alcuni giorni fa, apprendendo come mio marito fosse in procinto di partire per un breve viaggio di lavoro, Andrea mi propose di vederci per qualche ora, magari facendo un permesso sul lavoro senza così creare sospetti nelle rispettive famiglie (io ho due figlie giovani che, comunque, dipendono da me, e lui la moglie fredda e gelosa).
Io non sapevo che rispondergli: comprendevo che in quelle due ore sarebbe potuto accadere di tutto, anche l’irreparabile…… ma una strana languidezza mi impedì di rispondere subito con un rifiuto e, dopo tante richieste , mi lasciai convincere, anche se con grande fatica.
Fu così che, sperando in un miracolo che sapevo difficilmente potesse accadere, ieri mattina alle 9.00, dopo aver preso un permesso di tre ore, andai con passo veloce e animo confuso verso il luogo dove sapevo mi stava aspettando, sperando che nessun collega ritardatario potesse sorprendermi fuori dall’ufficio.
Andrea mi aspettava in auto, col motore acceso. Io salii in fretta, chiudendomi lo sportello alle spalle e, subito, sprofondandomi nel sedile sperando che gli occhialoni da sole avvolgenti mascherassero i miei lineamenti.
Lui guidava veloce, sapeva dove andare anche se non me lo diceva e, alle mie domande, rispondeva con “Sarà una sorpresa”.
Fu così che prendemmo una via di campagna che ci portò, dopo 1 km circa, in un piccolo alberghetto nascosto nel verde.
Subito mi allarmai: non pensavo si sarebbe spinto a tanto! Ma poi capì che, in fondo, era quello che avevo sperato e temuto al tempo stesso e, quindi, feci buon viso a cattivo gioco e seguii le istruzioni che mi impartì, restando in auto finchè non andava a ritirare la chiave dell’appartamentino.
Passarono così i minuti più lunghi della mia vita, durante i quali mi chiesi più volte se stessi facendo la cosa giusta: amavo mio marito, anche se il rapporto era entrato in una fase di stanca irreversibile, e non mi andava di tradirlo. Era sempre stato buono con me, mi aveva dato due figlie e tanti anni di gioia… non era giusto che lo ripagassi andando a letto con un altro uomo!
Ma mentre ero lì che rimuginavo su queste cose Andrea era già di ritorno con la chiave e, facendomi scendere, mi guidò per un viottolo secondario alla villetta numero 2 tenendomi per i braccio, come se fossimo marito e moglie.
Una volta entrati, Andrea chiuse subito la porta e, poggiando la chiave sul comodino, venne verso di me.
Incominciai subito a parlare cercando di tenerlo lontano da me, ma ormai ero nelle sue mani e lo sapevo…. Fu così che mi sentii attirare dalle sue braccia e provai il sapore delle sue labbra che chiudevano le mie insieme a tutte le parole che ne stavano uscendo allo scopo di ritardare l’inevitabile!
I suoi baci ebbero l’effetto di narcotizzarmi, tanto che lasciai perdere ogni senso di colpa e, dopo qualche minuto, mi abbandonai al suo bacio ricambiandolo con grande trasporto.
Ormai ero fatta: sentivo le sue mani che mi accarezzavano tutto il corpo, scendendo dalle spalle al culo, mentre io non riuscivo a staccare le mie braccia dal suo collo, scossa da brividi di piacere, anche se dalle mie labbra, quando le sue mi lasciavano il tempo di respirare, uscivano dei “No, no….!” poco convinti.
Mi spogliò con maestria, facendomi scorrere la maglietta verso l’alto senza sfilarmela dalla testa, in modo che le mie tette, coperte dal reggiseno, fossero alla mercè delle sue mani e dei suoi occhi. Poi fece lo stesso con i pantaloni, slacciandomeli e facendomeli scivolare giù, fino a raccogliersi in un mucchietto ai miei piedi lasciandomi sola con le mutandine.
Iniziò così a palparmi esplicitamente ovunque, passandomi la mano sui seni, nel solco del culo, stringendomi le chiappe, toccandomi il sesso da dietro, facendomi impazzire dal desiderio. Poi prese la mia mano, che tenevo serrata al suo collo, e la portò al suo inguine, facendomi sentire la sua eccitazione. Io avevo gli occhi serrati, baciavo e toccavo mentre lui mi apriva il sesso passando le dita sotto le mutandine ormai fradice.
Si abbassò la cerniera con la mia mano, la portò all’interno dei pantaloni e, facendomela scivolare nei suoi boxer, mi portò a impugnare la sua asta, facendola fuoriuscire interamente all’esterno.
Rimanemmo così per lunghissimi minuti, lui a baciarmi e a esplorarmi, io che come una ebete rispondevo ai suoi baci e lo masturbavo goffamente, beandomi della sua consistenza, scendendo in giù fino a prendere le sue palle nel palmo della mano, gemendo delle sue attenzioni.
Andrea si staccò da me mentre ancora lo tenevo per il cazzo, e finì velocemente di svestirsi facendo altrettanto con me. Poi, scherzando, mi guidò nel bagno dove mi comunicò che ci attendeva una doccia insieme.
Qui passò a insaponarmi i seni, a lavarmi la fica e, facendomi girare, anche il culetto, mentre io come una scema mi limitavo a tenergli il cazzo facendolo andare su e giù. Fu così che, sotto lo scroscio dell’acqua, mentre ero girata di spalle, Andrea mi allargò le grandi labbra e me lo infilò in un colpo solo su, su, fino a toccare il fondo.
“Mi sta scopando….!” Pensai con sgomento, mentre sentivo il suo pene entrare totalmente in me facilitato dalla schiuma che orlava il mio sesso. Poi fu solo calore…. Una sensazione indescrivibile che non provavo da tempo.
Mi sentii piegare verso il basso, mentre il suo pene mi martellava sempre più in profondità, e mi spingevo verso di lui cercando di sentirlo meglio, mai sazia di quel pezzo di carne che aveva preso possesso del mio intimo di donna.
Andrea mi scopò a lungo sotto l’acqua, ma senza farmi raggiungere l’orgasmo, quasi sapesse che, una volta raggiunto, sarebbero subentrati i sensi di colpa e, quindi, addio resto della mattinata in camera!
Fu così che, sempre guidandomi come una marionetta, uscì da me e mi portò fuori dal box doccia, asciugandomi accuratamente ogni centimetro di pelle, mentre io facevo lo stesso con lui. Poi, prendendomi tra le braccia, mi portò sul letto, dove continuò a saziarsi di me, a godermi come mai nessun uomo mi aveva posseduto!
L’immagine di mio marito compariva a sprazzi nella mia mente, subito allontanata da quel suo ondeggiare nel mio interno, quel suo scavarmi come a voler mi fare sua totalmente, fin dentro al cuore, fin nel cervello.
A un certo punto mi girò, mi fece inginocchiare e mi impalò senza ritegno, muovendomi verso di lui con una forza incredibile. Mi senti sfondare tutta, avevo il sesso così largo e bagnato che solo quando il pene mi entrava totalmente nella vagina mi sentivo pienamente riempita… cominciai nuovamente a mugolare sentendo l’orgasmo avvicinarsi, e a quel punto Andrea cominciò a farmi le domande, a chiedermi se mio marito mi scopasse così, se ce l’avesse grosso come il suo, se era bravo a letto come lui. Io rispondevo senza pensare, mugolando e gemendo, gridando che “No, no mi scopava così…. Tu sei meglio, mi ecciti da morire…. Non fermarti ti prego!”. Parole che mai avrei pensato di proferire all’indirizzo di un altro uomo, vergognandomi mentre le dicevo ma, al tempo stesso, eccitandomi all’infinito perché era tutto vero, perché era così che doveva scoparmi mio marito ma non lo faceva più da tempo, anzi non l’aveva mai fatto così!
Al culmine dell’eccitazione Andrea si strappò da me, mi fece girare come una trottola e mi mise il pene in bocca, facendomi provare un qualcosa che da molto tempo non facevo più col mio legittimo consorte.
Mi sentivo sporca, laida, una donna di malaffare mentre lo spompinavo con una abilità che non pensavo più di avere, e lui insisteva con le domande su mio marito, quasi a voler rimarcare la sua superiorità in campo sessuale. Lacrime scendevano dai mie occhi mentre le mascelle erano spalancate al massimo per accoglierlo, e annuivo quando faceva uscire il cazzo dalla mia bocca, rispondevo di sì alle domande che mi poneva, per poi essere nuovamente riempita dal suo membro fino a soffocare.
Di colpo mi riportò sdraiata, inforcandomi repentinamente mentre con le braccia mi teneva le gambe sollevate sulle sue spalle e il culo alzato ad accoglierlo. Cominciò così a martellarmi nuovamente, come un toro, come un montone, come uno stallone imbizzarrito, mentre il mio volto si trasformava in preda a un piacere mai provato.
Sentii la mia voce dire: “Ancora… ancora… non fermarti…. Sì, sei meglio di lui, sei meglio… continua ti prego” e vergognarmi immediatamente di averle dette, ma avevano raggiunto lo scopo di farlo accelerare, tanto che di lì a poco lo sentii rantolare e venire dentro di me tenendomi ferma, per impedirmi di sprecare anche una sola goccia del suo seme. “Dio, spero che non mi metta incinta!!!” pensai, mentre sentivo il suo pene sobbalzare mentre finiva di prosciugarsi nella mia vagina.
Quando ebbe finito Andrea mi guardò negli occhi e mi disse: “Non sei venuta, vero? Non ti ho sentita godere… ora tocca a te!” E, detto fatto, si abbasso fino a portare la sua bocca sul mio sesso allargandomi, al contempo, al massimo le gambe.
Indescrivibile quel che successe dopo….. galleggiai in un mondo fatto di puro piacere, mentre dalla mia bocca uscivano parole il cui senso non ricordo più. Mi portò furiosamente e sapientemente all’orgasmo con quelle labbra che sembravano dotate di vita propria, un orgasmo lunghissimo che mi vide inarcarmi al massimo mentre, la testa gettata all’indietro, lasciavo partire un grido che, crescendo d’intensità, culminò col momento di massimo piacere. Ma ancora non aveva deciso che smettessi di godere perché la sua lingua continuava a leccarmi, la bocca a succhiarmi il clitoride e io continuavo a venire gridando e scuotendomi come una pazza, cercando di fermarlo perché mi sentivo svenire!
Poi, di colpo, finì; e seguirono le carezze, i baci e le effusioni varie…… e, tanta, tantissima vergona da parte mia per quel che avevo fatto! Ero rossa in viso, e non solo per l'eccitazione, e non riuscivo a guardarlo negli occhi. Mi sentivo così tanto in colpa che volevo alzarmi dal letto, vestirmi e andar via, ma Andrea continuava a baciarmi finché riportò la mia mano sul suo pene facendomi vedere come mi desiderasse ancora.
Scopammo di nuovo dopo pochi minuti, ma non fu la stessa cosa: ormai non vedevo l’ora che finisse, volevo tornare a casa dalla mia famiglia, dalle mie figlie, dal mio marito imperfetto, che non aveva il cazzo di Andrea e che a letto era più scarso, ma che in fondo avevo scelto come compagno e che, quindi, volente o nolente, dovevo tenermi. Andrea mi portò nuovamente all’orgasmo, questa volta prendendomi in maniera tradizionale, venendo anche lui qualche secondo dopo, sempre dentro di me.
Poi andammo via, lui euforico pieno di progetti su noi due, io consapevole di aver fatto un bellissimo, meraviglioso, appagante ma, sicuramente, unico sbaglio.
Andrea è un mio collega, lavoriamo entrambi per la Difesa, entrambi impiegati anche se in due settori diversi.
Andrea è il collega che tutti vorrebbero avere: allegro, simpatico, estroverso, sempre pronto a darti una mano. Ma anche un gran paraculo, un non perde occasione per corteggiare qualsiasi donna le capiti a tiro. Però, a suo modo, fedele nelle sue scelte…. E tre anni fa ha scelto me!
Non sono una bellezza, non mi reputo tale. Sono alta, questo sì, ma mi sento sgraziata, goffa, un po’ fuori posto ovunque mi trovi. E ho un carattere spigoloso, da maschiaccio mancato.
Eppure Andrea mi ha scelto tra tante (così dice lui) e, da tre anni e qualche mese, non ha fatto altro che corteggiarmi, anche se con scarsi risultati. Almeno fino a ieri…..
Ma procedo con ordine.
Sono sempre stata suscettibile alla corte degli uomini nei miei riguardi, ma il senso di fedeltà che provavo per mio marito mi impediva quel lasciarmi andare all’avventura, sia essa mentale che fisica. In parole povere, rifuggivo qualsiasi tentazione, smontavo sul nascere ogni simpatia a costo di passare per “una che se la tira”, cercavo di mettere tra me e l’altro sesso una barriera invalicabile.
Non sono mai andata d’accordo con le colleghe: ho sempre preferito i maschi, ma senza lasciar adito alla minima illazione, al più piccolo dei pensieri.
E questo, ripeto, finché non è apparso Andrea.
Sin dal primo momento mi ha irretito con messaggi molto dolci e molto diretti, confessandomi subito il suo desiderio per me che andava al di là di una semplice infatuazione.
A volte mi lasciavo andare a confessioni con lui, altre volte lo liquidavo bruscamente quando si faceva molto insistente e, soprattutto, quando sentivo vacillare le difese che avevo eretto tra me e l’altro sesso.
Molte volte era lui che si confessava con me: del suo rapporto freddo con la moglie, delle sue storie con altre donne che sfociavano, sempre, in una delusione cocente. Da un canto ero lusingata del suo considerarmi importante tanto da aprirsi con me, dall’altro ero gelosa delle sue storie, tanto da diventare sarcastica oltre ogni limite.
Ma lui niente, imperterrito, continuava a corteggiarmi.
A volte facevo finta di prendermela quando diventava troppo esplicito nei complimenti, quando dichiarava la sua ammirazione totale per le mie lunghe gambe e per il mio culo sontuoso (usava proprio quell’aggettivo, che trovavo un po’ troppo esagerato, come se avessi un lato B esagerato!), quando elogiava la mia intelligenza e la mia bontà d’animo (ma dove la vedeva?). O ancora, mi sentivo oltraggiata quando alludeva a cosa volesse fare con me, a come si mostrava liberamente senza alcun pudore (ricordo ancora la foto che mi mostrò scattata da un amico del suo profilo nudo su di una spiaggia in Grecia, e di come si stagliasse il suo membro che, pur se a riposo, mi sembrava veramente notevole!).
Eppure non riuscivo ad avercela con lui, a fare l’indignata o l’offesa per più di qualche giorno: sapeva sempre come prendermi, come blandirmi, come farmi sorridere.
Fu così che, alcuni giorni fa, apprendendo come mio marito fosse in procinto di partire per un breve viaggio di lavoro, Andrea mi propose di vederci per qualche ora, magari facendo un permesso sul lavoro senza così creare sospetti nelle rispettive famiglie (io ho due figlie giovani che, comunque, dipendono da me, e lui la moglie fredda e gelosa).
Io non sapevo che rispondergli: comprendevo che in quelle due ore sarebbe potuto accadere di tutto, anche l’irreparabile…… ma una strana languidezza mi impedì di rispondere subito con un rifiuto e, dopo tante richieste , mi lasciai convincere, anche se con grande fatica.
Fu così che, sperando in un miracolo che sapevo difficilmente potesse accadere, ieri mattina alle 9.00, dopo aver preso un permesso di tre ore, andai con passo veloce e animo confuso verso il luogo dove sapevo mi stava aspettando, sperando che nessun collega ritardatario potesse sorprendermi fuori dall’ufficio.
Andrea mi aspettava in auto, col motore acceso. Io salii in fretta, chiudendomi lo sportello alle spalle e, subito, sprofondandomi nel sedile sperando che gli occhialoni da sole avvolgenti mascherassero i miei lineamenti.
Lui guidava veloce, sapeva dove andare anche se non me lo diceva e, alle mie domande, rispondeva con “Sarà una sorpresa”.
Fu così che prendemmo una via di campagna che ci portò, dopo 1 km circa, in un piccolo alberghetto nascosto nel verde.
Subito mi allarmai: non pensavo si sarebbe spinto a tanto! Ma poi capì che, in fondo, era quello che avevo sperato e temuto al tempo stesso e, quindi, feci buon viso a cattivo gioco e seguii le istruzioni che mi impartì, restando in auto finchè non andava a ritirare la chiave dell’appartamentino.
Passarono così i minuti più lunghi della mia vita, durante i quali mi chiesi più volte se stessi facendo la cosa giusta: amavo mio marito, anche se il rapporto era entrato in una fase di stanca irreversibile, e non mi andava di tradirlo. Era sempre stato buono con me, mi aveva dato due figlie e tanti anni di gioia… non era giusto che lo ripagassi andando a letto con un altro uomo!
Ma mentre ero lì che rimuginavo su queste cose Andrea era già di ritorno con la chiave e, facendomi scendere, mi guidò per un viottolo secondario alla villetta numero 2 tenendomi per i braccio, come se fossimo marito e moglie.
Una volta entrati, Andrea chiuse subito la porta e, poggiando la chiave sul comodino, venne verso di me.
Incominciai subito a parlare cercando di tenerlo lontano da me, ma ormai ero nelle sue mani e lo sapevo…. Fu così che mi sentii attirare dalle sue braccia e provai il sapore delle sue labbra che chiudevano le mie insieme a tutte le parole che ne stavano uscendo allo scopo di ritardare l’inevitabile!
I suoi baci ebbero l’effetto di narcotizzarmi, tanto che lasciai perdere ogni senso di colpa e, dopo qualche minuto, mi abbandonai al suo bacio ricambiandolo con grande trasporto.
Ormai ero fatta: sentivo le sue mani che mi accarezzavano tutto il corpo, scendendo dalle spalle al culo, mentre io non riuscivo a staccare le mie braccia dal suo collo, scossa da brividi di piacere, anche se dalle mie labbra, quando le sue mi lasciavano il tempo di respirare, uscivano dei “No, no….!” poco convinti.
Mi spogliò con maestria, facendomi scorrere la maglietta verso l’alto senza sfilarmela dalla testa, in modo che le mie tette, coperte dal reggiseno, fossero alla mercè delle sue mani e dei suoi occhi. Poi fece lo stesso con i pantaloni, slacciandomeli e facendomeli scivolare giù, fino a raccogliersi in un mucchietto ai miei piedi lasciandomi sola con le mutandine.
Iniziò così a palparmi esplicitamente ovunque, passandomi la mano sui seni, nel solco del culo, stringendomi le chiappe, toccandomi il sesso da dietro, facendomi impazzire dal desiderio. Poi prese la mia mano, che tenevo serrata al suo collo, e la portò al suo inguine, facendomi sentire la sua eccitazione. Io avevo gli occhi serrati, baciavo e toccavo mentre lui mi apriva il sesso passando le dita sotto le mutandine ormai fradice.
Si abbassò la cerniera con la mia mano, la portò all’interno dei pantaloni e, facendomela scivolare nei suoi boxer, mi portò a impugnare la sua asta, facendola fuoriuscire interamente all’esterno.
Rimanemmo così per lunghissimi minuti, lui a baciarmi e a esplorarmi, io che come una ebete rispondevo ai suoi baci e lo masturbavo goffamente, beandomi della sua consistenza, scendendo in giù fino a prendere le sue palle nel palmo della mano, gemendo delle sue attenzioni.
Andrea si staccò da me mentre ancora lo tenevo per il cazzo, e finì velocemente di svestirsi facendo altrettanto con me. Poi, scherzando, mi guidò nel bagno dove mi comunicò che ci attendeva una doccia insieme.
Qui passò a insaponarmi i seni, a lavarmi la fica e, facendomi girare, anche il culetto, mentre io come una scema mi limitavo a tenergli il cazzo facendolo andare su e giù. Fu così che, sotto lo scroscio dell’acqua, mentre ero girata di spalle, Andrea mi allargò le grandi labbra e me lo infilò in un colpo solo su, su, fino a toccare il fondo.
“Mi sta scopando….!” Pensai con sgomento, mentre sentivo il suo pene entrare totalmente in me facilitato dalla schiuma che orlava il mio sesso. Poi fu solo calore…. Una sensazione indescrivibile che non provavo da tempo.
Mi sentii piegare verso il basso, mentre il suo pene mi martellava sempre più in profondità, e mi spingevo verso di lui cercando di sentirlo meglio, mai sazia di quel pezzo di carne che aveva preso possesso del mio intimo di donna.
Andrea mi scopò a lungo sotto l’acqua, ma senza farmi raggiungere l’orgasmo, quasi sapesse che, una volta raggiunto, sarebbero subentrati i sensi di colpa e, quindi, addio resto della mattinata in camera!
Fu così che, sempre guidandomi come una marionetta, uscì da me e mi portò fuori dal box doccia, asciugandomi accuratamente ogni centimetro di pelle, mentre io facevo lo stesso con lui. Poi, prendendomi tra le braccia, mi portò sul letto, dove continuò a saziarsi di me, a godermi come mai nessun uomo mi aveva posseduto!
L’immagine di mio marito compariva a sprazzi nella mia mente, subito allontanata da quel suo ondeggiare nel mio interno, quel suo scavarmi come a voler mi fare sua totalmente, fin dentro al cuore, fin nel cervello.
A un certo punto mi girò, mi fece inginocchiare e mi impalò senza ritegno, muovendomi verso di lui con una forza incredibile. Mi senti sfondare tutta, avevo il sesso così largo e bagnato che solo quando il pene mi entrava totalmente nella vagina mi sentivo pienamente riempita… cominciai nuovamente a mugolare sentendo l’orgasmo avvicinarsi, e a quel punto Andrea cominciò a farmi le domande, a chiedermi se mio marito mi scopasse così, se ce l’avesse grosso come il suo, se era bravo a letto come lui. Io rispondevo senza pensare, mugolando e gemendo, gridando che “No, no mi scopava così…. Tu sei meglio, mi ecciti da morire…. Non fermarti ti prego!”. Parole che mai avrei pensato di proferire all’indirizzo di un altro uomo, vergognandomi mentre le dicevo ma, al tempo stesso, eccitandomi all’infinito perché era tutto vero, perché era così che doveva scoparmi mio marito ma non lo faceva più da tempo, anzi non l’aveva mai fatto così!
Al culmine dell’eccitazione Andrea si strappò da me, mi fece girare come una trottola e mi mise il pene in bocca, facendomi provare un qualcosa che da molto tempo non facevo più col mio legittimo consorte.
Mi sentivo sporca, laida, una donna di malaffare mentre lo spompinavo con una abilità che non pensavo più di avere, e lui insisteva con le domande su mio marito, quasi a voler rimarcare la sua superiorità in campo sessuale. Lacrime scendevano dai mie occhi mentre le mascelle erano spalancate al massimo per accoglierlo, e annuivo quando faceva uscire il cazzo dalla mia bocca, rispondevo di sì alle domande che mi poneva, per poi essere nuovamente riempita dal suo membro fino a soffocare.
Di colpo mi riportò sdraiata, inforcandomi repentinamente mentre con le braccia mi teneva le gambe sollevate sulle sue spalle e il culo alzato ad accoglierlo. Cominciò così a martellarmi nuovamente, come un toro, come un montone, come uno stallone imbizzarrito, mentre il mio volto si trasformava in preda a un piacere mai provato.
Sentii la mia voce dire: “Ancora… ancora… non fermarti…. Sì, sei meglio di lui, sei meglio… continua ti prego” e vergognarmi immediatamente di averle dette, ma avevano raggiunto lo scopo di farlo accelerare, tanto che di lì a poco lo sentii rantolare e venire dentro di me tenendomi ferma, per impedirmi di sprecare anche una sola goccia del suo seme. “Dio, spero che non mi metta incinta!!!” pensai, mentre sentivo il suo pene sobbalzare mentre finiva di prosciugarsi nella mia vagina.
Quando ebbe finito Andrea mi guardò negli occhi e mi disse: “Non sei venuta, vero? Non ti ho sentita godere… ora tocca a te!” E, detto fatto, si abbasso fino a portare la sua bocca sul mio sesso allargandomi, al contempo, al massimo le gambe.
Indescrivibile quel che successe dopo….. galleggiai in un mondo fatto di puro piacere, mentre dalla mia bocca uscivano parole il cui senso non ricordo più. Mi portò furiosamente e sapientemente all’orgasmo con quelle labbra che sembravano dotate di vita propria, un orgasmo lunghissimo che mi vide inarcarmi al massimo mentre, la testa gettata all’indietro, lasciavo partire un grido che, crescendo d’intensità, culminò col momento di massimo piacere. Ma ancora non aveva deciso che smettessi di godere perché la sua lingua continuava a leccarmi, la bocca a succhiarmi il clitoride e io continuavo a venire gridando e scuotendomi come una pazza, cercando di fermarlo perché mi sentivo svenire!
Poi, di colpo, finì; e seguirono le carezze, i baci e le effusioni varie…… e, tanta, tantissima vergona da parte mia per quel che avevo fatto! Ero rossa in viso, e non solo per l'eccitazione, e non riuscivo a guardarlo negli occhi. Mi sentivo così tanto in colpa che volevo alzarmi dal letto, vestirmi e andar via, ma Andrea continuava a baciarmi finché riportò la mia mano sul suo pene facendomi vedere come mi desiderasse ancora.
Scopammo di nuovo dopo pochi minuti, ma non fu la stessa cosa: ormai non vedevo l’ora che finisse, volevo tornare a casa dalla mia famiglia, dalle mie figlie, dal mio marito imperfetto, che non aveva il cazzo di Andrea e che a letto era più scarso, ma che in fondo avevo scelto come compagno e che, quindi, volente o nolente, dovevo tenermi. Andrea mi portò nuovamente all’orgasmo, questa volta prendendomi in maniera tradizionale, venendo anche lui qualche secondo dopo, sempre dentro di me.
Poi andammo via, lui euforico pieno di progetti su noi due, io consapevole di aver fatto un bellissimo, meraviglioso, appagante ma, sicuramente, unico sbaglio.
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