Heidi

di
genere
etero

Da quando era arrivata la comitiva da Francoforte il lavoro su alla baita era notevolmente aumentato. Il Vecchio si alzava di buon’ora da sempre, ma a differenza di prima, ora era necessario preparare molte più colazioni. Nonostante fosse da sempre un solitario, era considerato a torto un burbero. Questo lavoro aggiuntivo lo metteva stranamente di buon umore, probabilmente perché tutte le persone che ora frequentavano la baita erano simpatiche e socievoli, tutte tranne quella odiosa badante che però si palesava sempre più di rado, anche perché la nonna di Clara si era presa la responsabilità della salute della propria nipote.
Dopo il primo mese di adattamento, ora le cose sembravano andare per il meglio. Vuoi per il latte e i formaggi freschissimi, vuoi per l’aria di montagna e per quel senso di libertà e di fiducia, Clara aveva mosso i primi timidi e miracolosi passi. L’incidente della sedia a rotelle precipitata in un dirupo era solo un brutto ricordo e ora grazie alla portantina e alle spalle forti di Petar la ragazza seguiva spesso Haidi e il pastorello sui prati d’altura.
Quella mattina però, siccome Haidi voleva stare un po’ sola con Petar, Clara rimase in baita.
Dopo i successi dei giorni precedenti tentò di alzarsi dell’enorme letto di paglia, ma dopo qualche secondo di traballante equilibrio cadde rovinosamente in avanti, senza gravi conseguenze, ma ora si trovò sdraiata di pancia sul pavimento della soffitta.
“C’è nessuno?” Gridò forte, senza risposta.
Passarono solo pochi minuti e sentì il nonno e la nonna entrare parlando fitto fitto, tra le risate profonde di lui e quelle squillanti di lei.
Non aveva mai visto quel tipo di confidenza e invece di richiamare la loro attenzione rimase a spiarli dall’apertura della scala.
Lui prese due ciotole di legno e le riempì di latte, a quel punto lei gli si fece incontro avvicinandosi all’orecchio.
Il nonno indietreggiò fino quasi ad appoggiarsi al muro.
“Non le ho ancora detto quanto le siamo grate per la sua ospitalità”
“Devo dire che il piacere è tutto mio.” Rispose lui.
“Spero che il piacere possa essere di entrambi.” Disse lei chinandosi ai suoi piedi.
Quindi, con un rapido gesto, gli slacciò il legaccio che teneva i pantaloni di cuoio.
Clara non credeva ai suoi occhi, sapeva che la sua nonna fosse una persona intraprendente, ma questa volta stava approfittando del fatto che lui fosse al muro con le mani impegnate per fare una cosa decisamente inusuale e piuttosto schifosa.
Stava letteralmente succhiandogli il pisello.
“Ma cosa sta facendo?”
“Lo sai benissimo cosa sto facendo. Lo sapevo che eri ben messo e vediamo se sono ancora capace.”
Il latte cominciò a cadere dalle ciotole, Clara non capiva, ma l’espressione di lui cominciò a cambiare, da imbarazzo a piacere fino allo stupore. E poi c’era di più, il pisello stava cambiando, era sempre più grosso.
Ora la sua cara nonna era sempre più impegnata usando sia la bocca che entrambe le mani.
La scena le poteva sembrare comica, lui con i pantaloni abbassati e lei in in ginocchio ma c’era qualcosa di attraente. Non capiva bene cosa stesse capitando, ma le espressioni dei due parlavano chiaro.
Da una specie di coccola iniziale il ritmo diventò vorticoso, i mugugni strozzati dalla bocca piena di lei vennero sovrastati da quelli di lui.
Poi le tazze di legno caddero a terra facendo volare il latte ovunque, la testa del vecchio si piegò all’indietro e Clara vide per la prima volta la bocca spalancata del nonno normalmente coperta dalla fitta barba bianca.
La nonna intanto cercava di trattenere gli spasmi incolvulsi del grosso pisello del vecchio dell’alpe mentre un liquido biancastro usciva dalla sua bocca.
Mentre lui stava lentamente tornando in se lei proseguì con lo stesso modo iniziale fatto di coccole e carezze.
Lui aveva un’espressione che Clara non aveva mai visto.
Un misto di beatitudine e determinazione.
Lei invece soddisfatta e civetta.
“Adoro il latte delle tue capre, ma mi è piaciuto molto assaggiare il tuo sapore”
“Ora, se permetti però, anche io vorrei assaggiarti”
“Speravo me lo chiedesti.”
Clara era sempre più esterrefatta, per ogni volta che vedeva una cosa impensabile , pochi secondi dopo una ancora più incredibile.
La nonna sollevò il suo gonnone e abbassandosi i mutandoni andò a sedersi sul tavolo, poi buttandosi indietro spalancò le gambe al vecchio.
Clara continuava a non capire inoltre sentiva la punta dei suoi capezzoli premere dal sottile pigiama sul pavimento della soffitta e una sensazione di caldo lá, in mezzo alle gambe, anzi per essere più precisi caldo e umido.
Ma era troppo curiosa per curarsene, il vecchio aveva messo la testa proprio tra le gambone bianche della sua nonna che mugugnava stringendosi con vigore il grosso seno sopra i vestiti.
“Da quanto tempo non godevo così, continua, non fermarti.”
“Sei un lago, un lago caldo e dolce.”
Lei si tirò la testa dell’uomo contro, come per soffocarlo, ma a lui probabilmente la cosa piaceva. Era con i pantaloni ancora abbassati e il suo pisello tornava ad ingrossarsi sempre di più e a puntare verso l’alto.
In questo susseguirsi di cose sconosciute, Clara aveva capito che era una reazione al piacere.
“Non resisto più, prendimi.”
Le frasi erano per lei senza senso, ma sicuramente avevano un significato molto preciso.
Il vecchio si fermò immediatamente, le prese le mani tirandole a se facendola scendere dal tavolo e quindi la girò facendole mettere la pancia sulla tavola.
Lei automaticamente si alzò la gonna cercando di aprire il più possibile le gambe trattenute dai mutandoni abbassati.
L’unico modo che aveva visto fare dagli animali, forse l’unico modo che avesse mai usato.
Clara vide il vecchio tenere il suo grosso pisello e farlo sparire tra i peli fitti e grigi della nonna che spalancò immediatamente gli occhi tappandosi la bocca per stoppare un sordo grido.
Il dubbio che le stesse facendo male passò immediatamente.
“Siiiii, spingi, tutto.”
Il vecchio allora comiciò a muoversi avanti e indietro, prima lentamente poi sempre con più foga.
Clara non credeva che il vecchio, pur essendo ancora forte avesse tutta quella dinamicità e dopo qualche minuto alla nonna cominciarono a tremare le gambe.
“Vengo, oddio vengo.”
Clara continuava a non capire, ma doveva essere una cosa simile a quella che era capitata al nonno poco prima perché un attimo dopo anche lei si irrigidì tutta in un’espressione beata.
Lui però non si fermò, anzi aumentò il ritmo.
Probabilmente a causa dell’orgasmo precedente lui non ne voleva sapere di fire e allora lei cominciò a provocarlo volgarmente.
“Preferiresti fare il culo alla badante,vero?”
“Solo per farla soffrire.” Rispose lui a denti stretti.
“La faresti godere comunque, quella dev’essere una masochista, ci gode a farsi trattare male e poi ha un culo rinsecchito.”
“Meglio il tuo.”
“Magari un giorno.”
“Magari”
Mentre ascoltava quelle volgarità senza senso almeno per lei Clara vide che la nonna si massaggiava freneticamente l’intimità e decise di imitarla, forse questa cosa avrebbe fatto “venire” anche lei ormai ipnotizzata da quello spettacolo.
Anche il nonno, solleticato dal linguaggio volgare della signora distinta di città e più probabilmente dalle future possibilità si sentì prossimo.
Aumentò il ritmo, così come fece Clara che si sentiva attraversare da scosse sempre più frequenti.
“Vengoooo, vengo di nuovo, ti riempio.”
“Siiii, anch’io di nuovo,siii”
“……ven..go…”
Continua
di
scritto il
2021-11-16
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