Le pere di Roberta

Scritto da , il 2021-10-17, genere etero

Ricordo bene le pere di Roberta, le notti che mi ciucciava il cazzo in macchina per non farsi scoprire da suo padre.
La ricordo, timida e impacciata la prima volta, al cantiere di suo padre in un angolo polveroso senza nessun intorno.
Si strusciava, si eccitava, mi toccava il pacco e voleva la spogliassi li incurante di chi sarebbe passato.
Le feci fare il giro del mio cazzo, prima nella fica, pelosa, ancora acerba, vogliosa di farsi penetrare, umida prima ancora di avere il mio cazzo dentro.
La ricordo abbassarsi per farmi una sega e passarsi il cazzo sulla lingua, sulle labbra e poi giù in gola.
Le sborrai in bocca e ingoiò tutto d'un fiato da vera professionista.
Che pere Roberta, tette nate per fare spagnole, per sborrate veloci nei bagni, faccino da pompini innocenti con quei capelli biondi lunghi sulle spalle e quegli occhioni da cerbiatta ninfomane.
Che pere Roberta, quando le strizzavo le tette prendendola da dietro godeva come una matta, lei così compita e timida, testimone di Geova nella vita pubblica, succhiatrice di cazzi nel privato.
Quanta sborra su quelle belle chiappe sode, quanta bava sulla bocca e sul mio cazzo, quante spagnole di nascosto, quanti pompini in macchina senza che suo padre ci scoprisse.
Ricordo le belle pere di Roberta, ogni prima volta una poesia, dal primo pompino alla prima volta nel culo.
Chissà, ora Roberta sarà lì nel letto a masturbarsi, le sue belle pere sode avranno bisogno del mio cazzo vellutato, strisciando sulla pelle fino a inondarle il collo, la bocca, le labbra. La immagino così, sudata e piena di voglie, a tenersi le cosce strette mentre le dita sfiorano la fica, entrano nella carne e la fanno bagnare.
Ricordo le sue belle pere, profumate di buono, il collo con un pizzico di profumo, la bocca di menta, i capelli appena lavati. E poi tanto sperma, il mio cazzo sul suo viso, lei che me lo prende tutto fino in gola, la sborra sugli occhi, sui capelli, le mani impregnate del mio liquido, le tette piene di gocce di sperma, il corpo nudo e il mio cazzo rosso pulsante che ancora cerca di entrare in ogni buco, il culo, la fica pelosa, ancora la bocca, quella bella bocca da puttana che finge di essere una testimone di Geova.
Si, ricordo ancora le sue pere.

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