Vita sessuale di John, universitario

Scritto da , il 2021-10-01, genere etero

Mi chiamo John e ho 25 anni. Vivo a Torino e mi sto per laureare, un po’ in ritardo, in ingegneria al Politecnico. Il motivo di questo ritardo è che mi piace uscire alla sera con gli amici e soprattutto conoscere ragazze e scopare. Ah...dimenticavo. Sono italiano, figlio di genitori ghanesi, e ho un cazzo mica male, oltre a sapere usare la lingua molto bene per leccare le fighette delle tipe con cui esco. Forse è anche per questo che ho perso tanto tempo all’università.

L’altra sera, ad esempio, sono andato a ballare con gli amici al Milk. Dopo aver bevuto qualcosa ci siamo buttati subito in pista e non ci ho messo molto a notare una moretta tettona non molto distante da noi sulla pista. Ho cominciato ad avvicinarmi e, dopo qualche mossa che la coinvolgeva sempre di più, ho cominciato a ballare con lei. La ragazza sembrava gradire la mia compagnia e io mi godevo intanto la vista dei suoi bei seni, che aveva in bella mostra, senza essere volgare. Nel ballare ho poi cominciato ad appoggiarglielo sul sedere e lei non si spostava, anzi sembrava apprezzare e accentuava lo strusciamento, accorgendosi, credo, che quello che c’era nei miei pantaloni non era poco. Dopo qualche pezzo e ormai un certo feeling fra di noi, l’ho invitata a bere qualcosa, che è stata poi la scusa per allontanarci un momento e, non lontani dal bar, cominciare a limonare.
“Cosa ne dici di andarcene?” Le ho proposto, mentre la tenevo ancora fra le mie braccia.
“Come corri tu…”
“Hai qualche proposta migliore?”
Lei mi guardò per qualche secondo con sguardo malizioso, ma poi, complice anche la mia verga ormai bella dura che toccava la sua gamba, si decise a seguirmi. Decidemmo di andare a casa sua, che era vuota, le sue coinquiline erano ancora tutte in discoteca. E arrivati là, nessuno dei due perse tempo. Lei mi portò in camera sua e appena entrati, si tirò giù il vestito, mostrandomi una elegante lingerie di pizzo bianco che le stava molto bene. Si avvicinò a me, mi diede un bacio appassionato e intanto cominciò ad aprirmi la camicia, continuando poi con dei bacetti sul collo e sul petto, per abbassarsi poi ad aprirmi la cintura e i pantaloni, che mi tolsi. Avevo capito a cosa puntava e, infatti, senza troppi preamboli, mi abbassò le mutande e fece uscire il mio cazzone nero, che prese in mano e si infilò in bocca. Cominciò a succhiarmelo e, anche se non era il miglior pompino che avessi ricevuto, contribuì a farmi diventare l’uccello durissimo, complice anche la vista di quelle belle tettone sode che avevo davanti.
“Come sei bella quando me lo succhi. E che belle tettone!”
Lei, come me, conosceva i suoi punti di forza e, dopo poco, si tolse il reggiseno e si prese le tette fra la mani, stringendole ed alzandole verso il mio cazzo, invitandomi quindi a provare una bella spagnola. Le spagnole sono la mia passione e non ci ho messo molto a metterle l’uccello fra quelle due belle poppe. Ho cominciato a pompare. Siamo andati avanti così per un paio di minuti, con lei che mi guardava con uno sguardo molto porco che mi eccitava parecchio. Quando ho smesso di pompare, lei me lo ha ripreso in mano e lo succhiato per un altro po’ per poi alzarsi in piedi e dirigersi verso il letto. Mentre lei camminava verso il letto le ho dato due schiaffetti sul sedere che lei ha accolto con due urletti. Poi si è messa a quattro zampe sul letto, con le sue belle tettone ciondolanti e io le ho sfilato le mutande e mi sono messa a leccarle la passera, con la mia tecnica collaudata, con anche qualche passaggio dal buco del sedere, che stuzzicavo anche con il dito. Dai mugolii che Serena faceva (così si chiamava la brunetta tettona), ero sicuro che anche lei apprezzasse il trattamento. Dopo alcuni minuti ho smesso, le ho dato un altro bello schiaffetto sulla chiappa e lei si è girata verso di me, mettendosi a baciarmi e prendendo in mano il mio uccello per cominciare a segarlo, mentre intanto io giocavo con le sue tettone. Lei era proprio concentrato sul mio membro e continuava ritmicamente a scappellarlo e segarmelo in su e giù, mentre io, con le sue tette fra le mani, gliele strizzavo, le facevo saltellare e le mordicchiavo. Questa fase è durata solo pochi minuti anche perché ci stava eccitando parecchio entrambi. Poco dopo infatti Serena si è girata di nuovo a quattro zampe, pronta per essere penetrata. Io ho preso l’uccello in mano e l’ho indirizzato nella sua passera ormai bella umida, provocando un mugolio compiaciuto della mia partner. Io ho cominciato a scoparla, godendomi la scena, che era parecchio provocante. Le mie palle sbattevano contro il suo sedere. E dopo un po’ di tempo in quella posizione ho voluto prendere in mano quelle enormi tettone che si muovevano e guidare la manovra in quella posizione. Lei sembrava continuare ad apprezzare, poi ci siamo rimessi nella classica posizione a pecorina, durante la quale le ho dato anche un paio di schiaffetti sul sedere. Poi lei è voluta venire sopra di me e mi ha cavalcato per qualche minuto e devo dire che ho goduto quella fase abbastanza riposante per me con la vista di quelle due belle tette che andavano su e giù. Quando poi l’ho sfilata lei non ha perso tempo per fiondarsi sul mio cazzo, ormai al massimo del suo vigore, per succhiarmelo ancora un po’. Allora io l’ho girata in modo che la mia testa fosse fra le sue gambe e, mentre mi godevo il trattamento al mio cazzo, alternato fra pompino e spagnola, mi davo da fare a leccare la sua passera.
Lei ha poi voluto prendere ancora il mio cazzo cavalcandomi nella posizione reverse-cowgirl, che mi ha detto apprezzare molto e che infatti la fece venire. Quando, poco dopo, anche io stavo per venire, lei prese il mio cazzo in mano e lo puntò sulle sue tettone, segandomelo e facendomi venire abbondantemente sulle sue bocce, mettendosi anche a fare una spagnola per farmi venire completamente e riempiendo per bene quelle due tettone con il mio sperma.

Fu una bella scopata, ma non fu l’unica della mia vita universitaria, che infatti sta andando un po’ più a rilento del previsto. ;-)

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