Carlotta subisce la rivincita anche del collega Michele

Scritto da , il 2021-07-19, genere tradimenti

Esco prima dall'ufficio. Dopo averlo preso in bocca dallo stagista Marco. Voglio del tempo per prepararmi per la sera. Mentre son in auto ho dei pensieri. Penso a quanto è stato stronzo Michele, il mio collega di 32 anni e anche suo zio di 62 che hanno rispettivamente passato e permesso di farlo il foglio delle risposte a Marco.
Michele a differenza di Marco non è bravo, è solo raccomandato e scaltro. Sicuramente intelligente, forse più furbo che intelligente ma assolutamente svogliato e non rispettoso dei ruoli. Si è trasferito dalla Sardegna grazie allo zio acquisito bergamasco (il marito della sorella della mamma). Lo zio è un uomo dal dubbio passato professionale, ma che da ormai 20 rappresenta il braccio destra della direzione aziendale. Non è il mio capo, anche io rispondo alla direzione, a lui è il responsabile delle risorse umane.
Lo zio prima di farlo assumere nella nostra azienda due anni fa mi aveva chiesto di girare il suo cv al mio compagno, che ha un ruolo di middle management in un’altra azienda con cui a volte collaboriamo. Il mio compagno lo contattò via email e gli bastò quello scambio e il cv per dire "questo a 30 è ancora un babbeo, certi soggetti mi vergogno persino a farli venire in azienda per un colloquio, di allo zio di tenerselo li".
E così fece lo zio suo malgrado che non lo voleva nemmeno lui. Con la scusa di una persona in ruolo multidisciplinare (proprio per non fargli avere un capo vero sopra di lui).
E poi dulcis in fondo, essendo lo zio uno storico dipendente di fiducia dell'azienda mi chiesero di essere "morbida" per la mia parte dello stage e farlo andare avanti. Mi costò tantissimo per etica professionale, ma dovetti farlo.
La cosa per la quale si è sempre fatto notare è stata quella di parlare male di me perché saputella e sempre iper professionale. Oltre che per il meccanismo di super raccomandato intoccabile.
Ma veniamo a quei pensieri. Penso sia stato uno stronzo ma penso anche , per qualche secondo, chissà quanto la vorrebbe lui una situazione così con me. È ancora meno carino dello stagista, più grassottello. Lo stagista non è grasso , nemmeno magro ma ha una buona fisicità e carino di viso e nei modi invece Michele è più grasso seppur non obeso ma penso anche sia più porcello di lui per come ha sempre guardato le donne in azienda in generale.
Quasi come se lui stesse ascoltando mi arriva un messaggio: “come ti sei sentita nel prendere ordini da Marco, il tuo stagista?. Nello sbottonarti, collega irreprensibile? E oggi gli vai a preparare la cena eh?”. Sapevo che lui sapeva e Marco mi aveva garantito che non sapeva del sesso orale concesso.
Rispondo: "a te è piaciuto farmi perdere oggi passando le risposte a Marco? Che hai ottenuto deficiente? Sei soddisfatto? Sfigato"
Passano 15 secondi e arriva la risposta "non ancora. Penso che se faccio due chiacchiere col tuo compagno la prossima volta che ci vediamo per lavoro potrei essere più soddisfatto"?. Per un attimo mi sento la testa pesante.
Un altro messaggio: “non ti piace l’idea eh Carlotta?”.
Gli scrivo "Perché non teniamo il mio compagno fuori? E’ un discorso nostro no?”
L'amo era stato lanciato, ora andava colto. Non so chi dei due abbia lanciato l'amo, ma adesso eravamo lì. Il fatto è che aspettavo impaziente la risposta e non capivo perché.
Mi arriva la risposta "passa a prendermi alle 7.30, a Marco ci andiamo insieme".
Io rispondo solo "ok".
A quel punto arrivo a casa, c'è il mio compagno che fa smartworkig e un minuto dopo altro SMS, ancora Michele: "Carlotta, vestito bianco, quello con cui mi hai dato del raccomandato immaturo fino a due settimane fa, tieni sbottonato il primo e l'ultimo bottone.".
È un vestito aderente stile scolaretta ma elegante, bianco con bordini neri, con bottoni sul davanti e termina a mezza coscia.
Rispondo "ok".
A quel punto passano 30 secondi.
Scrivo a Marco "capo ti va bene il vestito bianco per stasera".
Marco risponde "si certo, me lo ha anticipato Michele".
Allora rispondo Michele "ok ci vediamo alle 7.30".
Il mio compagno mi guarda e dice "ancora con questo telefono, ma che sorridi poi?".
Lo metto via appena leggo la risposta di Michele "Quando entro in auto dovrai sbottonarti un altro bottone di sotto e un altro sopra, con qualunque scusa, facendomelo vedere. Questo significherà che sei disponibile anche per i miei di ordini".
Fugacemente e quasi inconsapevolmente scrivo "ok". Prendo il vestito bianco dall'armadio, lo metto sul letto. Aggiungo reggiseno e tanga nero. So bene che con quel vestito una mutandine nera si vede e quel tipo di intimo lascia immaginare bene la forma del sedere.
Mi spoglio e vado in doccia e il mio compagno mi porta il telefono e dice "quel babbeo di Michele ora ti manda anche le emoticon?"
"Ma tu che vedi il mio telefono? Quello è un cretino lo sai". Era arrivata la notifica e si era vista, per fortuna solo emoticon. Un sorriso sadico.
Lui aggiunge indicando i vestiti sul letto "ma stasera incontri qualche cliente?".
E io guardo i vestiti e senza dargli possibilità di replicare "chiusura stage e kickoff del middle management. Poi ceno con Claudia e faccio tardi credo, non aspettarmi sveglio".
Appena fuori dalla doccia scrivo alla mia amica Claudia. "(Stasera siamo insieme)". Quel messaggio tra le parentesi per noi dice tutto. Ci copriamo a vicenda, non perché tradiamo ripetutamente i nostri compagni, ma anche semplicemente per avere una scusa per uscire e comprare un regalo per loro o a.volte solo per far qualcosa che non sia nulla di male ma evitare domande e scenate di gelosia.
Inizio a quel punto a prepararmi in bagno.
Mi rendo conto di provare una sensazione mista. Un pò di timore, eccitazione, desiderio di provare ma anche timore di farlo con persone che rivedrò quasi ogni giorno. L'eccitazione prevale. So che posso tirarmi indietro ma è come se preferissi non farlo. Ormai mi sento dentro, ormai mi sento come su una discesa scivolosa e mi fa sentire meglio scivolare.
Son stata dall'estetista quattro giorni prima, mi guardo la pochissima peluria corta della mia parte intima. Son quasi rasata, giusto un briciolo per coprire. Mi tocco le gambe, son lisce. D'altronde ho sempre avuto naturalmente pochissima necessità di cerette. Mi guardo il sedere allo specchio e sorrido. Mi sento bene. Non ho 20 anni ma non cambierei il mio corpo. Mi sento in perfetto equilibrio fisico, mentale meno.
Mi sistemo i capelli asciugandoli in modo che siano non perfettamente lisci ma leggermente mossi come di solito faccio in estate.
Guardo costantemente l'orologio, son impaziente. Indosso l'intimo e il mio compagno dice "però Carlotta...". Lo ignoro e indosso il vestito. E lui aggiunge "certo questi stagisti, prima li massacri durante I tuoi corsi e poi quando hanno concluso li delizi alle chiusure con questi vestitini".
Un brivido mi passa sulla schiena, arrossisco. E mi fa sorridere quel suo tempismo ingenuo ed inconscio. Penso a Marco e Michele come sorriderebbero nel sentire quell'affermazione.
Dico "ciao amore, non aspettarmi per dormire, a stanotte". Lo bacio. Ed esco.
Entro in auto, l'accendo e parto. Al primo incrocio mi ricordo e sbottono un bottone sopra e uno sotto. Mi rendo conto che con un secondo bottone sotto scoprirei le intere gambe. Mi guardo allo specchio e anche il reggiseno è al limite così, si vede la parte superiore del seno e il bordo del reggiseno è in evidenza. Un secondo bottone scoprirebbe l’intero reggiseno. Quel vestitino ha solo 7 bottoni su tutta la lunghezza e non li ricordavo cosi pochi e lontani. Adesso son solo 5 quelli abbottonati.
Arrivo da Michele alle 7.25, gli scrivo "ci sono".
Lui risponde "son al bar, dammi 5 minuti".
Parcheggio nel parcheggio di un magazzino di fronte vuoto, non c’è nessuno. Scendo, ho sete, ho bisogno di acqua. Decido di entrare in quel bar. Non penso al bottone sbottonato. Poi mi guardo alla vetrina del bar e mi ricordo, ma è tardi e in fondo non è ancora così evidente. Entro e sento un leggero fischio da un tavolo. Chiedo un acqua. E poi si avvicina Michele "ciao Carlotta, ci penso io all'acqua, sei stupenda come sempre". Mi guarda dalla testa ai piedi e poi con la mano mi indica al barista "Alfredo, lei è Carlotta, la nostra responsabile della formazione interna e delle relazioni pubbliche. Portami anche un buon cocktail anche per lei per favore. ”. Io dico “meglio uno bicchierino di rum per favore, grazie”. Non lo volevo ma ho pensato potesse servirmi.
Il barista mi guarda da testa piedi, poi fissa le tette, noto che si vede il bordo del reggiseno per via di quel bottone, arrossisco e cerco di avvicinare i due lembi per chiuderlo ma senza abbottonarlo, mi fissa negli occhi, io abbasso lo sguardo e poi dice a Michele "ma può partecipare anche un umile barista ai vostri corsi?". Michele sorride, mi mette una mano intorno al fianco e mi avvicina a lui sfacciatamente e dice "lo so Carlotta è una gran gnocca, è un piacere fare i corsi con lei anche se è molto dura come insegnante. Ma adesso andiamo a bere e mangiare qualcosa insieme da Marco. Prepara lei stasera".
E il barista "ah bene divertitevi allora". Bevo in due minuti il drink. Usciamo e dico a Michele "potevi evitartelo scemo". E lui "non ti ho mica detto di entrare io nel bar". Ha ragione. Mentre giro dalla mia portiera vedo che mi sta già guardando il culo e dico "come fai già a pensare di prenderti certe confidenze con quella mano al fianco e dicendo certe cose?"
Lui : "perché hai già due bottoni aperti, uno su e uno giu". In effetti il vestito ha 7 bottoni, 4 sopra e tre dalla città in giù e ormai ne son chiusi solo cinque. Arrossendo dico "è per Marco".
Entriamo in auto. Accendo il motore ma resto ferma, lui mi scruta e dice "ieri Marco mi ha ringraziato appena dopo averti mandata a fargli il caffè ed averti fatta sistema DA SOTTOPOSTA. Finalmente, maestrina Carlotta". Io replico "siete stati dei bastardi, Marco ,tu e tuo zio pure ".
Lui ride e dice "sai Carlotta, quando una persona fa la vincente come te, sempre severa ma allo stesso tempo precisa e diplomatica, sempre integerrima. Capisci che alcune persone non aspettano altro che un opportunità in cui la situazione si ribalta, e tac, la si sfrutta e la si gusta fino al profondo". Inizio ad eccittarmi. Ma ancora cerco di non essere maliziosa. Lui continua "io ho iniziato a prendermele oggi pomeriggio con la nostra conversazione e i tuoi ok sottomessi, che orgasmo mentale "
Son stuzzicata e capisco che ormai ci sono dentro, e allora penso di viverla per quanto non sopporti Michele. Con la testa bassa dico "tra l'altro il mio compagno ha visto il messaggio col sorriso in emoticon". Lui ride e dice "ah e che ha detto il precisino?". Capisco che posso mettere, dicendo semplicemente la verità, un bel pò di pepe e farlo eccitare di più pensando alla vendetta. Dico la verità quindi: "quel cretino raccomandato ti manda anche emoticon adesso?"
E Michele : "già bastardo," e ripete guardandomi "hai capito, cretino raccomandato".
Lo guardo in maniera sfidante e aggiungo "ha una pessima considerazione di te. Ricordi che due anni fa tuo zio mi fece anche girargli il cv?"
E lui "già ci scambiamo qualche email, che disse lo stronzo di me?"
E io ridendo "che si vergognava persino a farti un colloquio laddove lavora lui, che eri ancora un babbeo a 30 anni".
E allora lui quasi sadico "per fortuna ci ha pensato mio zio. Adesso intanto io penso alla sua compagna. Chissà come lo guarderai da ora ogni volta che parlerà male di me". Mi fissa come un cioccolatino sempre sognato e ora pronto per essere scartato. Son eccitata adesso e lo guardo con malizia, la testa bassa e gli occhi verso di lui. Così lui dice "è la sua compagna che pensa di me invece? Dimmi Carlotta che stai pensando ora che la situazione si è ribaltata?".
Mi tocco con la lingua l'interno della guancia senza guardarlo, poi socchiudo un po' la bocca. Vedo dal riflesso del vetro che mi fissa e dico "penso che nella vita può succedere di tutto, penso che bisogna sapere vincere ma poi quando succede bisogna anche saper perdere". Continuo guardandolo ora "penso che sia giusto rispettare i pegni e dare le soddisfazioni a chi aveva prima subito vessazioni o offese. Accettando la sottomissione e i ruoli invertiti". Adesso mi tocco con la lingua l'angolo delle labbra. E poi continuo lentamente. "E poi penso che l'aria condizionata di questa auto non funzioni benissimo". Cosi dicendo, come aveva chiesto lui per messaggio nel pomeriggio, mi sbottono un altro bottone superiore con una scusa lentamente e facendoglielo vedere. Muovo un pò le spalle, i lembi si aprono, a causa dei bottoni distanti che non li immaginavo cosi tanto distanti...e adesso noto dopo aver mosso le spalle che si vede completamente il reggiseno nero. Senza più immaginare nulla. Ho le tette di fuori praticamente. Seppur nel reggiseno, ma in bella vista. Lui le fissa, lo lascio alla sua soddisfazione per qualche secondo. Mi sento desiderata. Poi con la mano sinistra mi sbottono un altro sotto dicendo "questo vestito non mi fa muovere bene sui pedali, è stretto".
Lui abbassa lo sguardo e dice "questa auto ha il cambio automatico, devi tenere la gamba sinistra larga vero?" . E mi guarda negli occhi.
Allora io dico "si esatto, così". Allargo la gamba sinistra poggiando sul poggiapiedi di sinistra, e apro la destra sull'acceleratore, il vestitino si apre, adesso si nota anche la mutandina nera.
Lui mi fissa dal basso verso l'alto, poi mi mete una mano sul mento e indirizza il mio sguardo al suo, con l'altra mano indica il mio corpo e dice "chissà ora che direbbe il cornutello del tuo compagno vedendo la sua donna cosi, con le tette di fuori, con le gambe aperte e le mutandine in vista, lo sguardo perso ma eccitato, di fronte a me, al babbeo".
Io senza pensarci “penserebbe: è la mia compagna o è la sua troia?”. Lui mi fissa e secco risponde “è entrambe. Quella è la mia goduria. Far sì che tu sia entrambe ora”.
Gli dico “se vuoi possiamo provare a ricompensare del cretino raccomandato di oggi, qualcuno deve pur farlo no? “. Mi mordicchio le labbra. Aggiungo: Tira indietro il sedile se vuoi”.
Esco dall’auto e apro la sua portella, lui si è tirato indietro, mi metto in ginocchio sul tappetino del passeggero. Lo guardo stando in ginocchio mentre lui fissa le mie tette. Poi guarda il mio viso. Gli dico dolcemente “che aspetti a metterlo in bocca alla compagna di chi ti ha chiamato cretino raccomandato e babbeo, che aspetti a metterlo in bocca alla tua collega Carlotta, che aspetti a mettermelo in bocca Michele?”. Schiudo la bocca e passo la lingua sulle labbra. Con le mani avvicino le tette tra loro. Lui lo tira fuori velocemente dicendo “non posso crederci, è tutto vero”. Lo tira fuori, è un’asta. Alta forse 20-23 cm. Prendo le mie tette tra le mani e metto la sua asta nel mezzo. Strofino guardandolo. Lui dice “sei proprio una troia Carlotta”. E poi aggiunge “succhiamelo”. Io son eccitata, mi piego e lo prendo il più possibile. Son in estasi e lui sta godendo. Lo sento dire “guarda la tua compagna cornuto come me lo pompa, il mio sogno si sta avverando”. Sono eccitata e mi accorgo che sto usando tanto le labbra e la lingua. Lo sto lavorando con devozione.
Non passa molto e lo sento dire “te la riempio quella bocca”, Una mano mi blocca la nuca. Sento i fiotti. Non li trattengo, ingoio ma non trattengo. Indietreggio con forza verso il portaoggetti. Sento lo sperma cadere.
Lui emette un suono di godimento. Lo guardo con le lacrime e sento “finalmente ti ho tappato la bocca Carlotta, vallo a raccontare al tuo compagno adesso”. Mi guardo e vedo delle macchie sul reggiseno. E’ il suo sperma.
Lui guarda l’orologio e dice: “Adesso andiamo da Marco troietta”

Per commenti e suggerimenti sulle prossime esperienze: carlottamaliziosa@mail.com

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