Al cesso pt.1

Scritto da , il 2021-06-14, genere pissing

Sono affamata. Le troie come me sono sempre affamate. Entro in un cesso pubblico per svuotarmi la vescica e se non trovo di meglio per smanettarmi il cazzetto da checca che mi ritrovo. Il bagno mi accoglie con una vampata del mio profumo preferito: piscio e odore di maschio. Appena lo sento il mio buchetto reagisce istintivamente, preparandosi ad essere sfondato. Che palle, il cesso è deserto. Vado verso gli orinatoi, mi alzo la gonna vergognosamente corta, soprattutto per una come me, e vedo il mio pisellino in tiro, per quanto gli è possibile, sbucare dalle calze a rete. Comincio a pisciare e due tre volte mi si fa avanti l’idea di mettere una mano a coppa sotto il getto e bere la mia stessa rugiada. A un certo punto sento la porta aprirsi, ma non richiudersi. Chi è entrato deve essersi bloccato guardando la scena. Non capita tutti i giorni di vedere una come me, vestita da troia quale sono, con le calze a rete sulle gambe liscissime e lunghe, con i tacchi a spillo, in minigonna e un giacchetto di pelle e i capelli neri lunghi e lisci, davanti a un orinatoio. Continuo a pisciare tranquilla anche se sento un brivido alla schiena. La porta si chiude, ma sento girare il chiavistello. Mi sto eccitando...
Sento dei passi avvicinarsi verso di me. Mi arriva accanto. Sento il suo odore di maschio e mi fa impazzire. Anche se ho finito di pisciare rimango immobile e cerco di fissare l’orinatoio, ma con la coda dell’occhio riesco a vedere dai sui jeans un pacco bello pronunciato. Senza chiedermi nulla, mi mette una mano sotto la gonna e da dietro mi afferra le palle. Le stringe e le stritola con la sua mano vigorosa cacciandomi di bocca un gemito. “Ehi ragazzi, la troia non porta le mutande” dice rivolto dietro di me “non va più di moda portarle?” e dà un altro strattone alle palle facendomi mugolare. Abbasso lo sguardo fingendo vergogna, ma in realtà sono in calore come una cagna. Non è da solo! Chissà quanti maschi ci sono dietro di me che vogliono sfondarmi... se avessi la fica al posto di questo cazzetto inutile sarebbe già fradicia...
Il tizio mi lascia le palle e con un dito comincia a premere sul mio buchetto “Senti senti, bello stretto come piace a noi” e ride sguaiatamente seguito dai suoi amici. “Girati puttanella”. Obbedisco sempre tenendo lo sguardo basso. Mi apre la giacca e guarda io mio top nero di pizzo. Non c’è neanche un pelo su tutto il mio corpo. La barba non mi è mai cresciuta, mentre quando ho bisogno di depilarmi, vado a battere su qualche strada e rimedio sempre i soldi. “Spogliati, veloce” mi ordina, cominciando a massaggiarsi il pacco da sopra i pantaloni. Sfilo la giacca e mi guardo intorno per cercare dove appoggiarla e vedo che con lui ci sono quattro amici. Sono cinque ragazzoni muscolosi e palestrati, tutti alti più di 1.80, t-shirt e jeans, tranne uno, dietro a tutti che porta un completo blu. Non faccio in tempo a finire la ricognizione dei miei scopatori, che il ragazzone davanti a me mi molla una sberla fortissima che mi fa perdere l’equilibrio e mi fa cadere il giacchetto tra le chiazze di piscio di altri avventori. “Muoviti ho detto” sibila cattivo. Mi piace essere trattata così.
Tolgo il top e lo lancio via, tanto ormai non mi importa voglio solo scopare. Anzi, essere scopata. Sfilo la gonna e con un calcio va a finire sotto l’orinatoio.
“Via anche scarpe e calze” mi ordina. Ho sempre desiderato una cosa del genere, essere violentata da degli sconosciuti in un cesso pubblico, totalmente nuda e scalza, calpestando il piscio e lo sporco del pavimento. Il mio cazzetto prova a drizzarsi mentre tolgo le scarpe e sento il pavimento bagnato con i miei piedini, con le unghie smaltate di rosa, ma è troppo piccolo e insulso per riuscirci. “Ahahaha ragazzi, avete visto che cazzetto insignificante che ha la puttanella?” e scoppia a ridere insieme agli altri mentre finisco di togliermi le calze.
“Brava zoccoletta. Adesso in ginocchio”. Obbedisco subito e mi metto in ginocchio davanti al mio nuovo padrone e da brava cagnetta quale sono apro la bocca e tiro fuori la lingua, pronta per il suo cazzo.
“Brava puttanella”. Il tizio si cala i pantaloni e le mutande e senza darmi il tempo di vederlo, mi caccia in bocca il suo cazzo barzotto. È enorme. Nonostante non sia totalmente in tiro, misurerà quasi 18 cm e mi arriva in gola. Penso voglia un pompino, e invece senza avvertirmi comincia a pisciarmi in gola. Non ero pronta e quasi soffoco. Il tizio scoppia a ridere senza fermarsi. “Cos’è puttanella? Non dirmi che non ti piace. Non sei solo un buco per i cazzi tu?”. Sentirmi umiliata così mi fa eccitare ancora di più. Spalanco la bocca e comincio ad ingoiare il suo piscio acido, che per me è dolcissimo. Sembra che non bevo da secoli da quanto sono vorace.
“Brava puttanella” mi dice quando si è svuotato ed io ho bevuto fino all’ultima goccia. Toglie il cazzone dalla mia bocca, facendomi sentire un po’ triste. Se lo pulisce sui miei capelli e fa cenno agli altri che ora è il loro turno.
Si avvicinano uno alla volta e mi usano come un vero cesso. Hanno i cazzi più piccoli di quello del primo, ma comunque grossi. Invece di pisciarmi in gola, mi fanno stare a bocca aperta e cominciamo a schizzarmi in faccia cercando di centrarmi la bocca, come un vero orinatoio. Bevo tutto, ma comunque mi ritrovo fradicia di piscio e i capelli scompigliati e umidi, perché si sono tutti asciugati il cazzo sui capelli. Tranne l’ultimo, quello in completo. Quando è toccato a lui si è avvicinato, mi ha guardato con disprezzo e mi ha sputato in faccia. “Sdraiati” mi ha ordinato. Ubbidiente mi sono sdraiata sul pavimento lercio. “Apri le gambe, troia”. Spalanco oscenamente le mie belle gambe che nuotano praticamente nel piscio, lasciando in bella vista il cazzetto.
Si mette in piedi tra le mie gambe e poggia la scarpa di cuoio sul mio cazzetto. Comincia a premere forte e strofinare senza delicatezza la suola dura e ruvida sul mio cazzetto, facendomi mugolare e gemere di piacere e dolore. Va avanti per qualche minuto. Poi si ferma e senza dire niente mi sferra un calcio con la punta della scarpa sulle palle, fortissimo facendomi alzare le gambe e il gusto piegandosi verso l’interno, quasi a raggomitolarmi per il dolore. Mi manda in tilt il cervello. Mentre torno distesa, si mette a gambe divaricate sopra di me, si sbottona i pantaloni e si tira fuori il cazzo, grosso come quello del primo. Mi guarda schifato. “Apri la bocca”. Subito la apro. Lui mi sputa di nuovo in faccia “Fai schifo” sussurra veramente schifato e comincia a pisciarmi in bocca senza fine. Avrò bevuto un litro di piscio solo da lui. Quando ha finito si sgrulla il cazzo su di me e si allontana verso gli altri. Ho lo stomaco pieno della loro rugiada dorata. Ma sono ancora più affamata e vogliosa di cazzi. Mi alzo e mi metto a pecora guardandoli. E vedo uno spettacolo stupendo. Sono tutti e cinque con i pantaloni calati che si massaggiano i cazzi giganti e mi guardano affamati e infoiati. Mi viene l’acquolina alla bocca mentre comincio a gattonare verso di loro, come una vera cagna in calore.
Credo che anche stavolta finirò col culo totalmente sfondato.

Continua...

Questo racconto di è stato letto 6 7 6 4 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.