Clara e Monica cap 4

Scritto da , il 2021-05-18, genere incesti

raccontare quanto successo con le due donne più importanti della mia vita è molto bello e rivivo ancora con intensità i momenti passati, molti anni sono passati e molte cose sono successe, mi sono sposato, ho un figlio di 7 anni adorato dalle due zie acquisite e una moglie che oggi è al corrente della mia seconda vita anche se non ho mai esplicitamente parlato con lei di tutto, e che tacitamente approva quanto vivo, mi lascia fare perchè probabilmente ha capito che non avrei nessuna remora a scegliere le due mie concubine piuttosto che una moglie, anche se devo dire molto brava e servizievole. Voglio raccontarvi un episodio stupendo di una vacanza di quando avevo 30 anni, avvenne circa due anni dopo il primo bacio con Clara. Era agosto avevo prenotato uno chalet in montagna in una località non tanto rinomata, cercavo una vacanza tranquilla da passare con Clara e Monica lontano da sguardi indiscreti. Venne il giorno della partenza, io e Clara ci saremmo andati insieme, Monica ci avrebbe raggiunto la settimana successiva, mio fratello sarebbe partito per Du-Bai e ci sarebbe rimasto un mese per lavoro. Non stavo più nella pelle, nonostante avessimo ormai una vita insieme in casa mia, perchè partire per la prima vacanza era qualcosa di speciale, sveglia alle 10 e caffè di rito poi in macchina, il caldo di quella giornata era intenso e Clara si era vestita solo con un leggero vestitino che metteva in mostra tutta la sua bellezza, i seni splendidi e grossi i capezzoli grandi da un allattamento continuo si ergevano sotto il vestitino e segnavano visibilmente la loro presenza. Una volta salita in macchina iniziammo il viaggio e ci volle molto poco che il suo profumo misto alla visione di quei due capezzoli mi fecero effetto afrodisiaco e senza pensarci mi ritrovai a palpare quelle tettone in macchina, lei era con i seni in vista, e stavamo attraversando il centro del paese. Fortunatamente era vuoto visto il periodo, ma l'idea di trasgressione mi eccitò tantissimo l'idea che qualcuno potesse vedermi mentre stringevo quelle bocce stupende, sapendo che erano di mia sorella, mi creava una nuova sensazione paragonabile ad un piccolo e lento ma costante orgasmo. Lei da brava sottomessa cercava di farmi capire che non era il momento ma non si ritrasse alle mia volontà e anzi accettò di buon grado quando la spinsi ad appoggiare le tette al vetro della macchina in modo che si vedessero ancora meglio. Il freddo del vetro a contatto con i capezzoli già duri per l'eccitazione resero un effetto ancora più grande e quando si girò mi ritrovai in mano due "chiodi" turgidi e duri, li strizzai provocandole delle fitte di dolore e piacere. Lei non si lamentava anzi mi incitava ad andare avanti, la voglia di possederla era talmente forte che sbottonai i pantaloni e il cazzo usci prepotentemente, presi la sua testa e la spinsi fino a farmelo prendere in bocca, intanto continuavo a guidare e quel pompino così insolito, per me era qualcosa di inebriante. le misi le mani sulla fregna e la senti bagnata e umida era in calore e non solo per la temperatura, le dissi: - sei una troia sempre pronta a prendere il cazzo! - la sua risposta immediata fù quella di serrare la bocca ancora con più forza e succhiò ancora di più provocando in me una scossa, dovetti davvero trattenermi a fatica per non venirle in bocca. Continuai a sditalinarla prima con due dita, poi con tre e la sua figa non faceva nessuna resistenza ad accettarle e più spingevo in alto più lei godeva, lo si capiva dalle smorfie di piaceer che comparivano sul suo celestiale viso. Ad un tratto,vidi un bar, era sulla strada, mi fermai al parcheggio, mi ricomposi a fatica e la feci scendere, lei era perplessa e delusa per l'interruzione al suo godimento. Dopo essere scesi dalla macchina l'abbracciai e la mia mano fini sul suo culo, sotto il vestito. Entrammo in quel bar così senza alcuna vergogna, ci sedemmo ad un tavolo in fondo al locale e le ordinai di scoprirsi ancora di più e di far vedere il suo seno. Dapprima non volle esagerare e iniziò allargando la scollatura, poi presi la spallina e l'abbassai facendola rimanere con una tetta in perfetta vista, il barista si accorse e non disse nulla, si godeva lo spettacolo, rosso in volto vuoi per la timidezza e vuoi per l'eccitazione, eravamo soli nel locale, io infilai una mano nella figa pelosa e umida di Clara, sentire il pelo umido e appiccicaticcio del miele di Clara mi mandò fuori di testa, la presi, la condussi al bagno e me la feci nell'antibagno appoggiati ad un tavolino, la presi da dietro e iniziai una pecorina stupenda, lei mugolava come una cagna, si bagnava come una fontana e ci volle davvero poco per venirle nella figa. Rimasi un pò a guardarla mentre grondava per terra quel miscuglio di seme e succo di donna. Si riprese e dopo essersi ripulita con le mani e aver inghiottito quanto rimaneva uscimmo dal bagno, consumammo il nostro caffè e risalimmo in auto riprendendo la strada per la montagna. In auto il mio cazzo si risollevò ancora spinto più dal ricordo di quella situazione che dalla visione delle tette di Clara. Lei si accorse e incominciò a menarmelo di nuovo, si tolse il vestito e questa volta rimase nuda completamente, la visione del suo pelo ancora bagnato da quel misto di umori e succhi mi fece impazzire. dovetti rallentare per evitare di andare a sbattere e con la mano destra mi misi a toccarle la figa, le stringevo il clitoride per farla godere, volevo morderla e succhiarlo fino a farla svenire, ma la guida non mi permetteva tanto, iniziai a insultarla dicendole che era una vacca sudicia, una lurida troia che voleva solo farmi impazzire, lei si eccitava sempre di più mi rispose di continuare e mi imbeccava con nuovi e sempre più volgari insulti, mi disse: - dimmi che sono la tua puttana schiava, dimmi che vuoi scoparmi come la peggior cagna, come una scrofa in calore, dimmi sche sono schifosa..- e continuò cosi mentre mi menava l'uccello senza sosta e senza tregua. Io rimasi come inebetito a pensare quanto veramente era eccitata a quel turpiloquio a quelle parole che fuori tema farebbero rabbrividire, continuai comunque e la insultai con i peggiori nomi che mi vennero in mente, lei alla fine ebbe un orgasmo e mi fece venire quando la vidi veramente godere di quella situazione.
continuammo il viaggio come due innamorati e gli sguardi dolci, le carezze che ci scambiavamo erano davvero sensazionali. All'arrivo in baita il padrone di casa ci accolse per darci le chiavi e ci scambiò per una coppia felice, visto anche le effusioni che ci scambiavamo in sua presenza, solo quando ci prese i documenti realizzò che eravamo fratelli e la sua aria inebetita dal non voler credere a quanto stava vedendo ci eccitò moltissimo. Entrammo in casa ed ebbimo un ennesimo lungo rapporto, ci scopammo come se non ci fosse un domani ed erano solo le 5 del pomeriggio.
Trascorremmo il resto del pomeriggio tra i negozi del paese ad acquistare le cose che ci servivano, Clara si era cambiata, aveva indossato una T shirt bianca con una stampa e un paio di jeans, con quei due indumenti così semplici mi attizzava come se fosse nuda, sarà per il suo sex appeal, il trucco sempre perfetto, le mani curate, i tacchi alti che indossava, insomma era davvero una perfetta troia anche se vestiva da santarellina, mentre uscivamo non potevo farne a meno la mia mano finiva sempre sul suo culo cosi bello, tondo, leggermente grosso ma invitante, mentre camminavamo mi disse che non aveva indossato biancheria intima, sapeva che la cosa mi faceva impazzire, volli subito verificare mettendole la mando sotto la maglietta e sentendo la carne delle sue tettone subito a contatto con la mia mano. Non sazio le misi la mano nei jeans e sentii il pelo che mi sfiorò le dita, mi intrufolai nella sua fessa e lei ebbe un moto di eccitazione, dovetti interrompere perchè eravamo arrivati alla latteria del paese e stavamo per entrare. Entrammo, c'era gente ma non troppa, i commessi servivano due signore anziane prima di noi, io presi Clara e la misi davanti a me, infilai le mani sotto la maglietta e raggiunsi i suoi capezzoli duri, lei con aria indifferente si lasciò palpare fino a quando non toccò a noi ordinare quello che ci serviva. Il cazzo mi pulsava nei pantaloni e non vedevo l'ora di tornare a casa per sbatterglielo nel culo e godermi quel fantastico corpo che ormai era diventato una vera e propria ossessione.
il prossimo racconto sarà a breve e narrerà di una uscita a tre con Monica che si dimostrò una gran puttana da competizione. a presto.

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