Sweet Revenge - Prima parte - Lui

di
genere
dominazione

Prologo

Entro in casa e la sento piangere. Odio sentirla piangere. Dopo aver trascorso la giornata all'università sono stanco, voglio solo rilassarmi un po', giocare alla play, ma sento i suoi singhiozzi oltre la porta chiusa della sua camera. Busso -Tutto ok sorellina?- La sento che cerca di calmarsi e respirare, pensava di essere sola in casa. -Si tutto ok, guardavo un film triste-. Davvero mi crede così stupido? Non aspetto il permesso ed entro. Come mi aspettavo la trovo distrutta. -Adesso mi dici che succede! Lo sai che puoi contare su di me!- Ed è vero, da quando, sei anni prima, i nostri genitori si erano separati l'avevo praticamente cresciuta. All'epoca lei aveva solo 10 anni e io 18, due ragazzini, ma nostro padre era scappato chissà dove con la sua amante e, tranne una rapida telefonata a Natale e il puntuale assegno mensile era sparito dalle nostre vite. La mamma invece aveva votato la sua vita all'alcol, perché farsi aiutare a combattere la depressione per il bene dei propri figli evidentemente non le interessava. Mi riempio di risentimento, come ogni volta che ripenso a come sono cambiate le nostre vite. Ma adesso davanti a me ho una dolce ragazzina, con le guance rigate dalle lacrime, e su di lei mi concentro. -Emma dimmi che succede... problemi con qualche ragazzo?- Sento la gelosia crescere in me, ma devo rendermi conto che lei ha 16 anni, non può rimanere la mia piccolina per sempre. Emma comincia a piangere più forte. Ecco, si tratta quindi di un ragazzo. Comincio ad immaginarmi di prendere a pugni il bastardo che la sta facendo piangere. Tra un singhiozzo e l'altro però lei dice -Non proprio, o meglio non è colpa sua-. Sono confuso, le accarezzo i capelli -Raccontami tutto dall’inizio-. E lei, come un fiume in piena, comincia a parlarmi di Federico, un ragazzo della sua scuola, di come era innamorata di lui da due anni, di come lui non sapesse nemmeno della sua esistenza. Almeno fino a quella mattina. Emma aveva ricevuto la parte della protagonista nello spettacolo organizzato dal laboratorio di teatro della scuola e Martina, una ragazza di quinta, gelosa del suo successo, aveva deciso di vendicarsi. Aveva rubato il diario di Emma, l'aveva fotocopiato e distribuito a tutta la scuola. Pagine in cui Emma aveva descritto i suoi sogni, dove Federico le diceva di amarla, la baciava, faceva l'amore con lei. Adesso tutta la scuola rideva di Emma. E la colpa era di Martina. Doveva pagarla. L'avrei umiliata come lei aveva fatto con Emma. Anzi, molto di più.


Capitolo 1

Sono trascorsi due giorni. Emma ha finto di stare male e non è andata a scuola. Io ho messo in moto il mio piano. Ho cominciato a prendere informazioni su Martina. È veramente bella! Alta, magra, prosperosa, bionda, ricca e viziata. Il classico cliché della stronza. Mi divertirò molto con lei. So di essere oggettivamente un bel ragazzo, alto, moro, occhi verdi, muscoloso. Non ho mai avuto problemi con le ragazze, e sono sicuro che lei non farà eccezione. È venerdì sera, vado al Marlene, il locale più in voga tra i giovani snob. Sono certo di trovarla lì, e infatti Martina non delude le mie aspettative. Top a fascia, minigonna e tacchi alti. La troia è una preda facile. Tutto il suo corpo grida scopatemi! Mentre la guardo ballare con le amiche ripenso ai miei propositi. Avevo pensato di farla ubriacare, scoparmela e mettere foto e video su internet. Ma forse potrei fare di più. Sì, farò di più. Non voglio che le persone abbiano pietà della poverina che è stata ingannata e violentata, voglio che tutti vedano la stronza troia che è realmente. Mi avvicino al gruppetto e comincio a puntare l'amica più bruttina, una brunetta, in evidente visibilio per le attenzioni che evidentemente non riceve spesso. Non è da me fare lo stronzo con le ragazze, la poverina è una vittima del mio piano, ma voglio fare terra bruciata intorno a Martina. Come previsto il mio comportamento risveglia immediatamente le attenzioni della stronza. È così prevedibile. Tutto deve essere suo. Tutto ciò che valga la pena di avere almeno. E io decisamente valgo. Comincio a strusciarmi alla ragazza, il culetto sodo contro il mio cazzo me lo fa diventare duro in un attimo. Bruttina ma sicuramente vogliosa. Martina, davanti a noi, mi sta mangiando con gli occhi. Mi vuole per sé, è evidente. Comincio a baciare il collo della brunetta, ma non le tolgo gli occhi di dosso. Martina balla in modo molto sensuale, con le mani si tocca i seni, i fianchi. Continua a far scivolare la lingua sulle labbra. Sarebbe una vera tentazione, se non avesse fatto piangere la mia Emma. Ma in ogni caso me la scoperò comunque. Più e più volte. Sorrido al pensiero di come l'avrei umiliata e lei, fraintendendo i miei pensieri, con sguardo provocante e soddisfatto mi fa cenno con la testa di seguirla. Lei vuole il comando, e io faccio finta di stare al suo gioco. Comincio a seguirla verso i bagni. Così prevedibile. Mi assicuro che le altre ragazze notino la cosa e che ci seguano a loro volta. La intercetto per tempo, la prendo per un braccio e la tiro verso una parte del locale chiusa al pubblico. Non voglio gente intorno. Martina fa una falsa risatina nervosa -Ma cosa fai?! E se ci scoprono?-. Le sorrido -Chi ti preoccupa che ci scopra? Quelli del locale o le tue amiche?-. Ho notato con la coda dell'occhio le altre ragazze nascoste dietro ad una tenda. Lei no. Tutto sta andando secondo i miei piani. Lei deve solo abboccare all'amo. E lo fa più facilmente del previsto. -Chi quelle tre stordite?! Me le porto dietro perché fanno tutto quello che voglio! In effetti mi sembrava strano che uno come te potesse essere interessato ad una di loro... volevi attirare la mia attenzione, vero?- Si avvicina a me in modo provocante. Oh sì, è proprio una bastarda, ma la pagherà! Le ragazze saltano fuori -Sei proprio una stronza!-, -Una troia!-, -Vaffanculo puttana!-. Tutto secondo i piani. Martina vacilla, le amiche si allontanano, lei è incerta su cosa fare mente fissa il punto da cui sono scomparse. -Non hanno tutti i torti in effetti, sei una stronza- le afferro il mento con una mano e la volto verso di me -Dubito che tu possa fare pace con loro stasera, ma la tua amica era pronta a soddisfare le mie voglie. Tu sarai altrettanto brava?- La fisso scettico e vedo lo sguardo di lei cambiare. L'ho sfidata, non può tirarsi indietro. Deliziosamente prevedibile. Si avvicina, comincia a strusciare il culo contro il mio cazzo, prende le mie mani e se le porta sul seno. Comincio l'esplorazione, con un rapido movimento tiro verso il basso top e reggiseno lasciando le tette scoperte. Deliziose, una terza abbondante, sode, con i capezzoli ritti e duri. Comincio a tormentare i due bottoncini mentre lo sfregamento del sedere della ragazza sui miei pantaloni mi rende difficile concentrarmi sul mio piano. Emma. Devo pensare ad Emma. La volto verso di me, lo sguardo mi cade sul seno. Cosa farò con quelle tette… Ma non stasera! Lei si avvicina, vuole un bacio. Io le metto le mie mani sulle sue spalle e spingo verso il basso costringendola ad inginocchiarsi ai miei piedi. Mi slaccio rapidamente i pantaloni, abbasso i boxer e prendo in mano il mio grosso cazzo duro. Gli occhi di lei, a pochi centimetri dal mio membro, si spalancano, un po' per desiderio un po' per disagio. Ha perso il controllo. Afferro la nuca della ragazza, stringo le dita intorno ai capelli biondi, e la tiro verso di me -Fammi vedere se sei brava! Oppure sei tutta fumo e niente arrosto?- Provocata nuovamente non si mostra titubante. Afferra il mio pene e lo tira a sé mentre con la lingua accarezza la punta. Affondo il cazzo nella sua gola, mentre continuo a spingere la nuca con la mano. -Brava! Succhialo tutto!- E lei lo fa. Continua a leccare e succhiare mentre mi sega con la mano. È veramente brava. Sono quasi al limite quando lei smette e fa per alzarsi -Vuoi scoparmi? Ti voglio dentro di me!- Sorrido soddisfatto, non le darò ciò che vuole! Con la mano sulla sua testa la tengo in ginocchioni e non le permetto di alzarsi -No! Succhia!- e glielo spingo di nuovo in gola. Martina continua a succhiare finché non gli vengo in bocca. Non le permetto di staccarsi. Voglio che lei ingoi il mio sperma. Cristo è meraviglioso! Il miglior pompino che abbia mai ricevuto. La vedo vacillare un istante, ma riprende subito il controllo di sé. Sarà una lunga partita ma sono soddisfatto di aver vinto la prima battaglia. Martina si alza in piedi, un po'insicura sui tacchi alti, con le gambe intorpidite dalla posizione in cui era fino a pochi istanti prima. Mi riallaccio i pantaloni. -Bravina dai… anche se credo potresti fare di meglio, ragazzina- le mento, è stata magnifica. Il sorriso compiaciuto svanisce dal suo volto. Mi fissa sbigottita. Ovviamente mai nessuno ha messo in dubbio le sue doti amatorie. Mi volto e vado verso l’uscita. Lei mi urla dietro -Ma che fai? Vai via? Non mi vuoi ancora?- L'ho in pugno. Mi avvicino di nuovo a lei, le sorrido, con l'indice e il pollice della mano destra le strizzo l’incantevole capezzolo sinistro fino a farla gemere di dolore e piacere. -Per stasera mi sono stancato di te, ragazzina- poi, senza lasciare la presa sul seno, le sussurro all'orecchio -Ti farò tante di quelle cose che rimpiangerai di esserti messa sulla mia strada-. Mi volto e me ne vado, lasciandola seminuda, sbalordita e insoddisfatta.
di
scritto il
2021-03-25
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