Vicine di casa particolari

Scritto da , il 2020-10-05, genere dominazione

VICINE DI CASA PARTICOLARI di Max Herrscher

Helen era nervosa, la sua vicina Maria non sarebbe arrivata prima delle nove. Erano solo le otto, ed era cosi' tesa, suo marito era uscito da dieci minuti dopo aver fatto colazione.
Anche il marito di Maria era uscito come tutti gli uomini del quartiere, lavoravano tutti nella stessa azienda.
Un rione riservato ai dipendenti, anzi ai quadri della società e di alcune ditte collegate, che avevano acquistato quelle villette con dei mutui agevolati.
Helen non ce la fece piu' ad aspettare, usci', passando dal retro, e attraverso il giardino raggiunse la casa della sua vicina Maria.
Entro' dalla porta che dava sulla cucina, e chiamo' la sua amica, nessuno le rispose, si rese conto che doveva essere di sopra a fare la doccia.
Sali' ed in effetti giunta al piano senti' lo scroscio della doccia, allora entro' nella stanza da letto per attendere che finisse.
Maria usci' dalla doccia e resto' sorpresa nel vedere Helen a casa sua a quell'ora, era nuda eccetto il telo da bagno con il quale si stava asciugando. « Oh. Signora Helen » fece Maria « sarei venuta alle nove, c'è qualcosa che non va? » chiese.
Helen si alzo', e comincio' a parlare di Carol, disse che era una pettegola, aveva detto in giro delle cose orribili su sua figlia Susan. E che non erano vere. Susan aveva diciotto anni, Helen trentanove, e sembravano sorelle, Maria vedeva Helen cosi' in forma pur essendo piu' vecchia di lei, con i suoi trentuno anni, temeva che fra dieci anni non sarebbe stata cosi' in forma, lei di origine messicana, pensava che sarebbe invecchiata precocemente come molte donne che aveva conosciuto nel suo villaggio d'origine, le quali già alla sua età sembravano vecchie con una nidiata di marmocchi e il lavoro nei campi che le logorova, sperava che vivendo piu' comodamente sarebbe sfiggita a quella maledizione.
Maria allora disse: « Oh signora le ho sentite da Wendy quelle cose, ma non sono vere. Susan è una brava ragazza » cercando di tranquillizzare la Signora.
Ma Helen era tesa, la sua rabbia era contenuta ma sarebbe esplosa. Maria continuo' dicendo che le stesse cose le aveva già sentite anche da Carol la settimana prima ma non ci si doveva fare caso come nascono le chiacchiere poi se ne vanno.
Helen si blocco' stupita e l'apostrofo' « come, sapevi tutto da una settimana e non mi hai detto nulla? »
Maria si profuse in scuse farfugliando. Si rendeva conto di avere sbagliato a informarla, ma non credeva a nulla di quello che aveva sentito percio' aveva preferito non dire nulla, le disse al termine del discorso: « perdono Padrona, mi dispiace tanto mi rendo conto solo adesso che dovevo informarla subito, e che merito di essere punita per la mia stupidità. »
Helen la prese per un polso e sedendosi sul letto la fece disporre sulle sue ginocchia di traverso, il telo da bagno era a terra e adesso la povera Maria era a completa disposizione per una sonora sculacciata.
Inizio' a far cadere la sua mano sulle natiche tonde e sode di Maria, con dei colpi sonori che risuonavano nelle orecchie e le natiche prendevano un colore prima bianco con l'impatto e poi rosso, e si arrossavano sempre mentre Helen sculacciava con costanza. Era abile sapeva come eseguire una sculacciata con maestria e Maria lo sapeva bene.
Si conoscevano da otto anni Maria era immigrata negli Stati Uniti, e conobbe la Signora Helen in un supermercato dove aveva trovato lavoro provvisoriamente, le propose di fare la baby sitter e di fare le pulizie a casa sua.
A Maria all'epoca il lavoro serviva, perché oltre a mantenersi voleva studiare per diventara cittadina americana.
A casa di Helen conobbe il suo futuro marito Robert,lui aveva trentadue anni era collega del marito di Helen, all'epoca Maria con i suoi ventitre anni faceva girare gli uomini quando passava, era una ragazza stupenda, e dopo due anni si sposarono.
Helen le aveva fatto da testimone di nozze, eppure lei continuava a chiamarla signora Helen, il loro era stato fin dall'inizio un rapporto particolare, basato sulla sottomissione della ragazza alla padrona Helen. Una donna dagli istinti autoritari, era il vizio che le univa perchè Maria era masochista.
Helen aveva approfittato di questa situazione per soddisfare i suoi istinti auroritari e disporre di una schiava sottomessa la esaltava, e cosi' il loro rapporto era proseguito anche dopo il matrimonio di Maria che contianuava ad andare a casa sua a fare le pulizie.
Se ne era accorta durante l'inizio della loro conoscenza che l'umiltà della ragazza era qualcosa di piu' profondo che il desiderio di svolgere un lavoro bene, era di piacere nel servire lei e glielo aveva detto, Tu non hai accettato questo lavoro solo per i soldi o le necessità. E te piace essere asservita e comandata e poi dopo ti nascondi e ti masturbi. Era stato cosi', ed era vero e Maria lo aveva sempre saputo. Si ricorda come aveva tentato di negare, ma goffamente o appositamente, il giorno che Helen le aveva detto questo, aveva lasciato cadere il secchio della spazzatura rovesciandolo.
Helen si arrabbio' (anche esagerando la sua arrabbiatura per verificare le reazioni della ragazza) e Maria sempre piu' in atteggiamento sottomesso si scusava.
Fu la prima volta che Helen la sculaccio' rendendosi conto che era quello che la ragazza desiderava, se l'era messa sulle ginocchia come adesso, ma all'epoca dovette sollevarle le gonne, e strapparle le mutandine prima di iniziara a sculacciarla, alla fine le infilo' la mano tra le cosce scoprendo che era bagnata, e che con una piccola masturbazione avrebbe goduto, e cosi' fece portandola all'orgasmo.
Esattamente come adesso,ogni sculacciata un orgasmo. Era quasi un rituale. Poi dopo averla rimessa in piedi la baciava teneramente e le diceva « piccola schiava ogni volta che non saro' soddisfatta delle pulizie ti sculaccero' cosi' » Maria rispose quella prima volta: « si padrona », avevano suggellato il loro patto che continuava ancora oggi.
Helen era una donna che anche in passato aveva avuto rapporti con altre donne, ed era sempre stata in posizione dominante con le sue amiche.
Volle sapere tutto di Maria e le disse: « come mia schiava, devo sapere tutto di te. Quando hai scoperto di essere masochista? »
Allora Maria le racconto' di quando viveva nel suo villaggio, era un luogo di miseria. Fin da piccoli non si poteva oziare si lavorava anche dopo la scuola, e non fecero molta scuola, poi a tredici anni le trovarono lavoro in una grande villa dove faceva la cameriera.
Era addetta alla figlia dei padroni come incarico principale, mettere in ordine il suo studio, la sua stanza, portarle la colazione, raccogliere la sua biancheria che lasciava sempre in giro e lavarla.
Questa ragazza aveva la sua stessa età, ma aveva una vena perversa, e sapeva molte cose anche sul sesso viste e lette su libri che nessuno al villaggio avrebbe mai potuto nemmeno immaginare esistessero. Quando una volta rimasero sole, Consuelo Carmen le disse: « Senti Maria, se vuoi andare d'accordo con me non mi contraddire,io sono la padrona tu la serva, sappi che se non fai quello che ti dico ti frusto » Maria che pensava fosse giusto perchè lei era solo una serva non oso' obiettare, in fondo quel lavoro era meglio di quello nei campi e portava a casa anche piu' soldi, se perdeva il lavoro suo padre e sua madre l'avrebbero probabilmente punita,inoltre nella sua ignoranza le riconosceva una indubbia superiorità alla sua padroncina.
Lei con quel lavoro, mangiava perlomeno tutti i giorni e dormiva nella sua stanzetta e aveva sempre abiti puliti. Poteva frasi il bagno tutti i giorni. Ogni cosa pero' ha un suo prezzo.
Padrona Carmen la puniva per un non nulla, all'inizio la sculacciava con le mani, poi pero' inizio’ ad usare sempre piu’ spesso il frustino da cavallerizza. La legava nella stalla e poi dopo le punizioni a volte, la lasciava li' anche per l'intera notte. Comunque a parte quelle punizioni estreme e rare, stava bene, la padroncina aveva a disposizione quasi un'itera ala della villa enorme.
Una volta le fecero avere una giovane laureata e molto intelligente che non aveva lavoro, per farle da insegnante privata, aveva ventiquattro anni, carina. Questo accadde dopo un anno che ero li', e questa insegnante aveva il preciso compito di seguirla in letteratura inglese e in lingua inglese, anch'io approfittavo delle lezioni ascoltando con attenzione cercando di imparare il piu' possibile.
Un giorno l'insegnante rimprovero' la padroncina Carmen perchè non aveva fatto il compito. Carmen si arrabbio' molto di essere stata sgridata e le rispose che non doveva mai piu' permettersi quel tono con lei.
La giovane insegnante resto' sorpresa ma ripresasi le rispose che lei era l'insegnante e non l'opposto e che doveva impegnarsi e rispettarla. Carmen si alzo' siccome era una ragazza che faceva anche arti marziali mise subito a terra l'insegnante, e le disse che se voleva poteva pure gridare nessuno l'avrebbe udita.
Carmen mi ordino' di aiutarla e di portarle i ferri, erano quelli che a volte usava con me, erano delle manette antiche collegate a catene sia per i polsi che per le caviglie. Quindi immobilizzata l'insegnante con i ferri le tolse la gonna e la scudiscio' sulle natiche nude.
Dopo che l'ebbe punita a sufficienza lasciandole delle strisce rossastre e bluastre che le zebravano le natiche la fece spogliare interamente la porto' nel bagno e messala dentro la vasca si mise sopra di lei svuotando la vescica sopra la povera insegnante. La umilio' e maltratto' tutta la notte, fino a quando la povera insegnante si arrese, adesso padrona Carmen aveva un'altra schiava.
Essendo lei adulta e maggiorenne la costrinse a fare delle ordinazioni per posta di oggetti sessuali come dildi e vibratori di varie dimensioni. E svergino' lei stessa la povera insegnante che si era mantenuta illibata per un eventuale fidanzato. E con quegli stessi strumenti svergino' anche me. La signorina Luisita (il nome dell’insegnante) ed io restammo con lei fino a quando non se ne ando' all'università. Sei anni di schiavitu' sessuale per una padroncina dispotica, a diciannove anni ero libera ed emigrai in america. Ma non ero certo libera dei miei desideri e delle perversioni che la padroncina Carmen aveva inculcato nella mia mente. E' per questo che sono diventata cosi' facilmente la tua schiava.
Sono sei anni da allora e la padrona Helen assolve egregiamente il ruolo di padrona e a Maria non è piu' mancata la sua padrona Carmen.
Quando Helen smise di sculacciarla e di masturbarla, rito oramai consolidato la fece alzare e la bacio' come sempre.
Allora Maria poté rivolgerle la parola “ adesso che si è un po' sfogata padrona si sente meglio vero?”
Helen la guardo' e le disse: “ sinceramente quando l'hai saputo?” “ Ieri” rispose Maria.
“Avevo sospettato che avevi mentito per provocarmi e farti punire.” “pensa un po' che stronza questa Carol, dire che Susan è una puttanella che si fa sbattere quà e là, che schifosa bugiarda”.
“Bisognerebbe darle una lezione” rincaro' la dose Maria, “Si' gli faccio causa” rispose Helen.
Maria la osservo' e poi disse: “Padrona, con gli avvocati sarà una cosa lunga, siamo tutti vicini di casa è meglio punirla noi, ed evitare una causa”.
Helen resto' a guardare Maria senza comprendere dove volesse arrivare poi si decise a chiedere “ che dici spiegati”.
“ Mia padrona, noti che quando lei punisce me poi sta meglio, lei ha bisogno di questo sfogo. Io ho bisogno di essere punita di avere una padrona e dopo una punizione sto meglio anch'io, quindi lei è tesa si sfoghi piunisca me tutte le volte che vuole, ma forse sarebbe meglio punire Carol, cosi' la smetterà di essere cosi' pettegola e di sparlare di tutti. Ha detto cose perfide su tutti in questo quartiere ed è qui' che vive da soli due anni, facciamo una riunione con tutte le sue vittime, quando avremo abbastanza elementi le diciamo che una bataglia legale con noi per lei non è una soluzione si rovinerebbe l'armonia del quartiere. Le si prospetta di sostituire una causa legale dispendiosa e stressante con una punizione fatta e decisa da noi. Forse suo marito non vorrà interferire e preferirebbe vedere la moglie con le natiche rosse che rischiare di perdere la casa perchè con una causa potrebbe non fare fronte al mutuo”.
“Sei diabolica, mia piccola e deliziosa schiava” disse Helen e prosegui' “ si hai ragione, se lei ha parlato male di Susan con Wendy, con te male di Wendy, cosa avrà detto a Jenny o a Olga, dovremmo solo fare due chiacchiere per scoprire gli altarini di Carol, dobbiamo scoprire tutto e cosi' tutte le tensioni che ha creato solo perché si annoia le si ritorceranno contro”.
“É cosi' padrona, vedrà che dopo una bella battuta le passerà la voglia di mettere zizzania”.
Helen incarico' Maria di invitare tutte le donne del quartiere da lei eccetto Carol per mettere a punto la faccenda, ma prima bisognava sentirle separatamente e dopo aver visto come reagivano a fare una riunione tutte insieme.
Siamo solo otto villette quindi non sarà difficile agire rapidamente per prima Wendy e Jenny con le quali siamo piu' legate.


Capitolo 2

Si incontrarono cosi' alla fine degli incontri un pomeriggio dove Helen prese la parola per informare tutte di quanto aveva raccolto come testimonianze da parte di ognuna di loro, di quanto Carol aveva detto in giro, questo suo spettegolare fatidioso aveva creato delle tensioni.
Con tante testimonianze avrebbero potuto farle causa ma per non rovinare il marito di Carol che era un bravo ragazzo potevano offrirgli una alternativa ma che siamo pronti a fare partire una citazione dal nostro avvocato che tutelerà gli interessi collettivi di tutte noi e possiamo con le testimonianze di ognuna avere un processo per diffamazione.
L'alternativa è di sottoporsi ad una punizione che noi stabiliremo. Se accetta la penitenza allora possiamo riconsiderare l'idea di rinunciare alla citazione in giudizio.
Stabilito questo si congedarono in attesa di passare all'azione, Maria e la sua padrona rimasero da sole ed Helen rivolgendosi alla sua schiava le disse: “complimenti, sei veramente stata bravissima mia adorata schiava”.
“Grazie padrona, per lei io mi butterei nel fuoco” rispose la schiava e si baciarono con passione.
L'indomani tutte si ritrovarono nuovamente da Helen, a bere il caffé nel pomeriggio servito dalla servizievole Maria.
Avevano ognuna scritto una dichiarazione nella quale elencavano quanto Carol aveva loro detto ad ognuno in questo modo raccolsero il tutto in un dossier. Con tutte queste informazioni erano in grado di affrontare Carol e di riportare l'armonia nelle famiglie e nel quartiere.
Il comitato aveva oramai preparato il tutto, non restava che passare all'azione.
George il marito di Helen, e anche Mark il marito di Carol, in fondo lavoravano nello stesso reparto di ricerche.
Quella sera Helen gli espose le sue intenzioni, dicendogli che era una soluzione, altrimenti si sarebbe arrivati a citare in giudizio anche Mark, visto che sua moglie non lavorava avrebbe dovuto pagare lui i danni morali.
George le rispose che quasi certamente Mark avrfebbe accettato l'offerta e forse avrebbe cercato di ammorbidire Carol e di farla accettare anche a lei per non finire sul lastrico. In fondo lui lo sà che la moglie è una pettegola piu' sciocca che cattiva, si era varie volte lamentato della linguaccia della moglie e aveva altrove già litigato con vicini per colpa sua e una volta aveva anche pagato dei danni, era stato contento di trasferirsi e sua moglie gli aveva promesso di non fare piu' la sciocca.
2 bis
George conosceva bene i vizietti di Helen, all'università lui all'ultimo anno e lei al primo, quando si conobbero e si misero insieme.
E si ricordava ancora bene della bella Laura, che cercava di attirare la sua attenzione, era bella e ci fece anche un pensierino, usci' con lei una sera, ma non accadde nulla perchè arrivo' Helen.
Le disse che voleva parlarle si allontanarono insieme le due ed Helen non era una deboluccia era una sportiva, porto' Laura in Palestra erano sole, George le aveva seguite.
Helen mise facilmente sotto Laura, e le impose di non cercare piu' di agganciare il suo ragazzo o la prossima volta sarebbero stati guai peggiori.
La sculaccio' a lungo fino a farla piangere e supplicare e la minaccio' che la prossima volta l'avrebbe messa nuda e portata fino alla sua stanza attraversando il campus con lei nuda ed al guinzaglio.
E poi avrebbe scritto sulle sue chiappe vi prego di incularmi e la avrebbe lasciata nuda in ginocchio nella sua stanza con la porta aperta e legata in una offerta per chiunque passava e ci avrebbe pensato lei a mandarle qualche arrapato.
Pero' se accetti una penitenza e non cercherai piu' di portarmi via il mio ragazzo chiudiamo la faccenda.
Laura accetto' la penitenza. Avrebbe dovuto essere la sua schiava per il resto del semestre, e per suggellare il patto la denudo' e la sculaccio' a lungo.
Laura era stata la sua schiava per il resto del semestre e non si ribello' mai e non cerco' nemmeno di cercare a vedere George. Poi Helen rimase incinta e per lei fini' l'università. George si era eccitato di vedere la sua Helen sottomettera un'altra ragazza.
Pero' aveva voluto essere sicuro che non avesse interessi di dominio su di lui prima di continuare a frequentarla, ma lei desiderava avere solo donne come schiave, e gli promise che mai si sarebbe azzardata a farlo con un uomo.
Voleva essere un marito e di quelli che stanno in casa propria con i pantaloni e poi se lei si divertiva a sottomettere qualche ragazza non gli dispiaceva, ma si aspettava che questo non influisse nei loro rapporti intimi. Non avrebbe tollerato di essere un marito di facciata.
Desiderava avere una donna che non gli rifiutasse nulla, come una vera amante. Helen gli rispose che sarebbe stata una moglie devota e pronta a soddisfarlo in tutto e per tutto, quando lui avesse voluto lei gli si sarebbe inginocchiata davanti a venerarlo con la sua bocca come un Dio, lui era il suo vero Signore.
Cosi' anche George era soddisfatto, aveva una moglie capace di dominare altre donne e di essere con lui totalmente sottomessa.
Per questo la sposo'. Seppe che tre anni dopo il suo matrimonio, Helen aveva incontrato Laura per caso ed avevano ripreso a frequentarsi. Laura era titolare di un negozio di abbigliamento specializzato in biancheria intima. Helen disse a George di quell'incontro, e gli porto' delle foto della sua sottomessa per fargli vedere come la puniva, si era fatta un bell'album, e Laura adorava essere dominata da Helen.
Laura si era confidata con Helen, sulle sue ultime relazioni con uomini e donne, ma come la faceva godere lei nessuno ci era riuscito ancora.
Aveva nel suo negozio una commessa bellissima che l'attraeva in modo particolare ma pareva inaccessibile, e lei a causa di quella inaccessibilità se ne era innamorata, aveva provato a farle qualche avances, ma pareva di ghiaccio. Eppure era giovane aveva appena finito il liceo, ed era al suo primo lavoro fu cosi' che Helen si fece presentare la commessa.
Quando Helen ando' al negozio di Laura, quest'ultima l'accolse baciandola e le propose di vedere i suoi ultimi arrivi, cosi' presento' ad Helen Marthe la sua giovane commessa.
Marthe era veramente incantevole. Helen chiese quindi di vedere tutti gli ultimi completini che erano giunti, ma desiderava vederli indossati. Laura chiese a Marthe di tirare fuori il campionario e di portarli nel suo ufficio, dove precedette Helen.
Arrivate in ufficio Helen ordino' a Laura di spogliarsi, in attesa della commessa, quando Marthe arrivo' con i pacchi, vide la sua datrice di lavoro nuda davanti alla scrivania, in attesa mentre Helen giocava con i suoi capezzoli che erano oramai tesi dall'eccitazione.
Helen apri' una delle scatole mentre una Marthe sorpresa restava immobile senza osare dire nulla e nemmeno allontanarsi.
Quando Laura obbedendo agli ordini di Helen indosso' il completino che l'altra le porgeva composto da una ghépière rossa calze rosse, era davvero eccitante.
Poi la fece camminare avanti ed indietro per l'ufficio, Laura era rossa, esibirsi davanti alla sua commessa le fece provare quella sensazione di vergogna che da tanto non provava.
Si era eccitata, ed Helen lo fece notare alla giovane la quale invitata venne a verificare di persona toccando Luara tra le cosce. Allora si sedette sul divano e invito' Marthe a fare altrettanto e ordino' a Laura di preparare loro due caffé, Laura subito si diresse all'angolo del suo ufficio ancheggiando per preparare i Caffé che venne a servire.
Helen spiegava a Marthe il loro rapporto e che Laura aveva bisogno di essere dominata, cosi' appena finito di bere il caffè prese Laura sulle sue ginocchia e la sculaccio' dimostrando alla giovane commessa come Laura arrivava a godere di quel trattamento.
Quando ultimata la scuoacciata Marthe volle toccare il sesso di Laura lo trovo' inondato di umori, con alcuni tocchi la fece godere, procurandole un orgasmo che oltre al piacere procuro' grande vergogna alla bella Laura.
Helen si era accorta che alla giovane Marthe quella situazione piaceva. E da brava psicologa forse era riuscita a sbloccarla, forse le avances di Laura avrebbero avuto effetto adesso, ma di certo la ragazza avrebbe trovato eccitante dominare la sua datrice di lavoro, tanto quanto a Laura venire dominata.
In quel giorno Helen decise di portare Laura al massimo dell'umiliazione dicendo a Marthe di scegliere un po' di completini da fare indossare a Laura e passarono il pomeriggio insieme, e Marthe approfitto' della situazione sottomettendo e divertendosi a farlo, Laura che si eccitava sotto gli ordini delle due donne oramai complici.
Infatti quando nel corso della seduta Helen ebbe spiegato che Laura era stata la sua schiava e che ogni tanto si rivedevano per ricordare i vecchi tempi, e che ora Laura aveva bisogno di una nuova padrona.
Le disse: “pensa che se io le ordinassi di sottomettersi a te lei mi obbedirebbe! Ma a te piacerebbe avere una schiava a tua disposizione?” Marthe le rispose che avrebbe potuto prendere in considerazione una simile eventualità se Laura gli dava la prova della sua sottomissione.
Allora Helen le rispose che se lei voleva prenderla in prova come schiava lei ordinava a Laura di sottomettersi da quel preciso momento. Marthe accetto' ed Helen ordino' a Laura di sottomettersi alla bella Marthe la quale sarebbe stata la sua padrona fino a quando lei non avrebbe revocato quell'ordine.
Marthe era perplessa e volle verificare, Helen disse a Laura che da quel momento in poi doveva considerare Marthe come la sua padrona e di obbedirle.
Marthe allora rivolta a Laura le ordino' di andare a mettersi sulla poltrona con le gambe sui braccioli in modo da essere perfettamente aperta, quanto Laura ebbe eseguito le ordino' di aprirsi le grandi labbra e di mettere a nudo la clitoride, “scapuccialo bene e masturbalo fino a che non ti ordino di fermarti sempre guardandomi negli occhi”. Laura eseguiva ogni ordine eccitata e rossa anche per la vergogna.
Quando vide che era prossima all'orgasmo la fermo'. Helen allora la fece avvicinare e inginocchiare, dicendole che da quel momento era Marthe la sua padrona sostituta fino a quando avrebbe voluto lei, pero' siccome aveva già prenotato l'estetista per la sua depilazione per quella sera quello era il suo ordine doveva andare a depilarsi accompagnata dalla sua padrona Marthe.
Helen ignorando a quel punto Laura in ginocchio si rivolse a Marthe le diede il suo numero di telefono ed il suo indirizzo, e anche quello dell'estetista per quella sera.
Poi le diede dei consigli su come trattare la schiava e che lei sarebbe venuta ogni tanto a controllare come andava, e di accompagnarla a casa quella sera cosi' la schiava si abituava da subito alla sua dominazione era importante partire con il piede giusto.
Poi prima di congedarsi diede un bacio alla bella Laura inginocchiata immobile in attesa di ordini da quella brava schiava che era.
Marthe accompagno' fuori Helen e quando ritorno' nell'ufficio la schiava era ancora nelle posizione in cui l'aveva lasciata, Laura aveva tremato che qualcuno degli altri dipendenti potesse capitare per sbaglio nell'ufficio ma senza ordini non si sarebbe mossa, lei era una brava schiava.
Quella sera dopo che furono andate dall'estetista e Laura si presento' alla padroncina perfettamente depilata questa le disse che era molto piu' bella cosi' e sembrava ancora piu' nuda e sottomessa.
Passarono la loro prima notte assieme e da allora con gli anni la loro relazione si era consolidata, sedici anni di convivenza.
Marthe era diventata la socia di Laura, oltre a essere la sua padrona, e vivevano in perfetta armonia, la dominatrice e la schiava.
Negli ultimi sei anni ogni tanto si erano incontrate anche con la schiava Maria, che Helen qualche volta aveva portato con se, e avevano formato un bel club di amici con gli stessi interessi.

CAPITOLO 3

Anche Robert il marito di Maria sapeva che lei era masochista, che le piaceva sottomettersi ad una donna autoritaria, lo scopri' perchè avendo installato un impianto di sicurezza in casa, ma non lo aveva detto alla moglie.
Fu attraverso un controllo delle registrazioni che scopri' che Maria era sottomessa ad Helen. Vedendo il filmato si era arrabbiato subito, ma non disse nulla alla moglie.
Prese l'abitudine di controllare se avvenivano altri incontri, purtroppo erano poche le volte in cui Helen veniva da loro per i loro incontri, i quali si svolgevano quasi sempre a casa della padrona di sua moglie. Alla fine non uso' quei filmati per chiedere il divorzio come aveva deciso all'inizio. Anzi il vedere quei filmati con il tempo si era quasi invaghito di piu' di sua moglie e ogni volta che andava a guardare quei filmati poi appena raggiunta la moglie poteva sfogarsi facendo l'amore con ardore, e sua moglie non gli aveva mai rifiutato nulla.
In fondo era meglio cosi' una relazione con una donna, sempre meglio che con un altro uomo, e poi Helen anche era sposata non correva il rischio che lo lasciasse. In fondo aveva sentito durante uno degli incontri Maria confessare ad Helen di quanto lo amava e che non lo avrebbe mai potuto lasciare, anzi avrebbe anche voluto dirgli di loro e del loro rapporto e renderlo complice!
¨
3 bis

Susan la figlia di Helen incontro' il suo ragazzo, e riparlarono delle voci che circolavano su di lei e del fatto che aveva una relazione con l'istruttore di tennis, e pare che dicessero che lui era frocio perché la lasciava scopare con quel playboy. Anche sui muri della scuola qualcuno aveva scritto frasi ingiuriose in merito a quella storia, e sui loro armadietti personali “Tony gay” e “Susan bitch”, lui le aveva fotografate per avere le prove della campagna di cui erano le vittime, ma ancora non sapevano chi le aveva fatte. Nel frattempo avevano scoperto che le voci provenivano da Carol una loro vicina di casa, era lei che aveva messo in giro quelle voci.
Susan che aveva un rapporto di grande confidenza con la madre sapeva cosa aveva in mente sua madre e disse al suo ragazzo che ci sarebbe stata una riunione in merito ai pettegolezzi di Carol.
Anche lui aveva delle novità, appena saputo che era Carol a mettere in giro le voci su di loro, l'aveva vista andare al Tennis club e l'aveva seguita ed era riuscito a fotografarla con l'istruttore di Tennis che faceva la civetta. Fu per quel suo atteggiamento che si fermo' e li sorprese a scopare.
E dal momento che quello faceva gli occhi dolci a Susan, lei aveva voluto danneggiare la ragazza perché era gelosa, invece era lei la troia che aveva una relazione con il playboy, mettendo le corna al marito.
Cosi' avevano ancora qualcosa in piu' contro Carol e la prova della sua invidia per le donne alle quali l'istruttore di tennisa faceva la corte e siccome la faceva a tutte quelle che andavano al club, ecco che si spiega come mai quella vipera sparlava di tutte, ecco il movente.
Susan disse a Toni che le foto dovevano darle alla mamma, ne avrebbe avuto bisogno. Poi gattina gli disse che appena finita la scuola e se superavano gli esami loro avrebbero fatto veramente l'amore e la prima volta doveva essere fatto bene e senza nascondersi ma in un vero letto con calma e con romanticismo.
Bisognava pazientare ancora quattro settimane. La mamma di Susan le disse che se era maggiorenne poteva benissimo fare le sue esperienze, ma era meglio che prima finisse al scuola, ma nella sua stanza in sicurezza e Susan seguiva volentieri i consigli della madre.
“Mia madre non è una bacchettona, è solo saggia e vuole che facciamo le cose giuste”.
George sapeva bene cosa avevano in mente le donne, anche lui faceva sempre finta di nulla ma alla fine scopriva tutto, era un ingegnere e la sua casa era piena di microfoni, si divertiva a spiare sua moglie e ad ascoltare i suoi giochi.
Inoltre sua moglie gli raccontava anche quello che faceva, si conoscevano e tanto bene che non c'erano segreti tra di loro.
Fu lui che ando' a parlare con Mark il marito di Carol, gli presento' le dichiarazioni firmate dalle donne e gli diede il tempo di leggerle, quando ebbe finito lo vide contrito, c'era anche la richiesta di risarcimento tramite una punizione tra di loro anzichè ricorrere a causa legale. Conosceva la mania di sua moglie di spettegolare in giro, a quel punto George gli diede anche l'ulteriore brutta notizia, che sua moglie lo tradiva con l'istruttore di tennis.
Mark alla notizia rimase interdetto, non sapeva piu' cosa dire la bocca gli si era seccata del tutto. George gli disse che non lo sapeva nessuno degli altri, lo sapeva solo lui sua moglie e sua figlia, non avevano detto nulla agli altri vicini.
Certo anche la persona che ha fatto le foto, ma oltre a noi non abbiamo fatto circolare la voce, e se qualcuno lo sà non è tramite noi.
Mark lo guardo' quasi grato di mantenere il segreto, ma era comunque molto abbattuto. Volle sapere chi aveva fatto le foto, ma George gli disse di non chiederlo non voleva dirlo e comunque era ininfluente.
Mark esclamo' “ che troia, e stronza pure, che va in giro a parlare male degil altri”, adesso era il momento opportuno e George spiego' quale era il tipo di punizione che volevano infliggere a Carol, ma gli chiese se lui era d'accordo. Si' Mark era d'accordo anche lui voleva che fosse punita.
Gli disse che la loro taverna non era pronta, cioé doveva portare i mobili ma che avrebbe comperato degli altri, e che sarebbero stati molto utili. Si mise d'accordo per il sabato successivo dicendo che tutto sarebbe stato pronto.
“Sabato in mattinata sarà tutto pronto, alla sera venite pure tutti da me, facciamo alle cinque p.m. , quanti posti dovro' preparare?” chiese a George.
“ Saranno diciotto le persone interessate, quindi tutte le coppie che formano i nostri vicini piu' mia figlia ed il suo ragazzo che sono quelli piu' offesi” rispose, e prosegui' “ tua moglie deve accettare le condizioni pero'”. “Le accetterà” rispose Mark.
Il Sabato mattina mentre Carol era già pronta per uscire, Mark la fermo', dicendole di attendere che doveva parlarle.
Le spiego' che tutti i vicini avevano raccolto delle testimonianze e delle registrazioni su di lei, e con quei documenti erano pronti a far loro una citazione per danni.
Carol si senti' invadere da un senso di malessere e arrossi' violentemente, stava per mettersi a inveire contro suo marito , ma lui le fece cenno di tacere era molto arrabbiato e se ne era accorta, percio' non provo' a discutere.
Lui prosegui' spiegando che gli avevano offerto un'alternativa alla causa legale, una forma di risarcimento diversa in modo da non dover rimetterci la casa avviando una causa per diffamazione che avrebbero perso e non potevano permettersi.
Carol volle difendersi inizio a dire che lei non aveva detto nulla di male che prove potevano avere mai su di lei e di cosa la accusavano? Voleva insistere ad aver ragione.
Mark la conosceva e le presento' le fotocopie di alcune dichiarazioni e all'ultimo c'erano le fotocopie di alcune foto in cui lei amoreggiava con l'istruttore di tennis.
Vedendo quella sbianco'. Mark le disse: “ come vedi c'è di che chiedere il divorzio e di lasciarti nei guai, ma voglio ricordarti che ti amo, e posso perdonare i tuoi errori se accetti la proposta di pagare il pegno che ti verrà imposto dai nostri vicini”.
“Co...cosa do...vrei fare?” chiese Carol preoccupata. “Dovrai sottoporti ad una punizione e fare la serva a turno presso le famiglie dei vicini per un anno ad ogni loro richiesta” rispose Mark con tono deciso e tranquillo.
Carol resto' senza fiato. Poi sbotto' “ ma, ma, ma tu lascieresti che mi umiliassero in questo modo?” “Credo sia una giusta punizione Carol”.
“Faranno un calendario, saprai in anticipo dove andare e cosi' potrai organizzarti, presso ognuno di loro ed in base agli accordi che ho preso sappi che per le tue mancanze e ritardi saranno previste delle pene corporali alle quali dovrai sottometterti, oltre a quella mensile che ti verrà inflitta alla presenza di tutte le persone offese per tutto l'anno”.
Carol si mise a piangere, cercando di commuovere il marito, ma non ottenne niente, lui insistè che quello era anche un modo per redimersi del suo tradimento infame.
Carol sconfitta si accascio sul divano in lacrime, era scossa dai singhiozzi, e faceva pena a vedersi ma questa volta Mark era deciso ad andare fino in fondo.
Vedendola a terra le disse: “ Carol sei stata tu a metterci nei casini e ti sei comportata come una vera troia”, le lascio tutte le foto dove la si vedeva che si concedeva in tutte le posizioni al play boy del tennis club, e usci' per andare a fare la spesa da solo, doveva preparare tutto per quella sera.
Carol rimasta sola guardo' quelle foto e si rese conto che se andava ad una causa di divorzio la perdeva in piu' c'erano tutte le testimonianze dei vicini, ma aveva solo voluto divertirsi un po', non voleva certo divorziare per un play boy che non le offriva che del sesso, piacevole ma non era tutto, non poteva lasciare Mark, non si era sposata per interesse lo amava, e adesso doveva sottomettersi per non perderlo, sarebbe stata troppo dura.
Si alzo' e ando' a lavarsi il viso, il trucco le era colato sulle guance, e si preparo' per il suo ritorno avrebbe accettato le condizioni che le sarebbero state imposte.
Sperava di farcela a sopportare tutto con dignità. Era stata una sciocca che aveva ceduto al desiderio dei sensi in un periodo in cui si sentiva trascurata, quell'istruttore la faceva sentire desiderata e donna, si meritava di essere punita.
Quando Mark ritorno' stava scaricando l'auto lei usci' e gli chiese con tono umile se poteva aiutarlo, lui le diede alcuni pacchi da portare dentro.
Poi appena ebbero scaricato l'auto, e furono in casa lui le chiese cosa aveva deciso: “ accetti le condizioni che ti ho detto?”.
“Si' accetto” disse in un soffio Carol.
“Bene” rispose Mark “telefona al tennis club per disdire l'abbonamento”aggiunse.
Carol si affretto' ad annuire con la testa e ando' al telefono e sotto lo sguardo di suo marito parlo' con la segreteria per disdire l'abbonamento di quell'anno.

CAPITOLO 4

Il sabato sera come previsto, dopo le cinque arrivarono le prime coppie, ed entro le sei erano tutti riuniti, si accomodarono tutti in taverna, erano state predisposte delle sedie per tutti su due lati della stanza, formando una L. c'era un palco appoggiato ad una parete era alto cinquanta centimetri e aveva un lato di due metri per uno e mezzo era appoggiato ad una parete, al muro ed al soffitto vi erano degli anelli e sul palco era stata predisposta una gogna ed un cavalletto.
Quando tutti si furono accomodati, Mark ando' a prendere Carol che era in attesa nel bagno lavanderia a fianco della taverna.
La prese per mano senti' che sudava e aveva le mani madide, e tremava, allora le passo' un braccio intorno alla vita per farle un po' di coraggio, adesso le faceva pena, ma si doveva andare fino in fondo, le slaccio i bottoni della blusa che indossava e gliela fece scivolare dalle spalle, Carol rimase nuda.
Solo allora la fece entrare nella sala dove erano attesi. Carol nuda avanzava con la testa bassa rossa di vergogna con le gambe che le tremavano e le lacrime agli occhi, avanzo' verso il centro della stanza.
Carol era una donna con dei bellissimi capelli castano chiari, aveva il pelo pubico dello stesso colore, un seno pieno e alto che puntava diritto davanti a lei con dei capezzoli rosso scuro già turgidi forse dalla paura, o non solo, aveva gambe lunghe e un culo alto da ballerina sodo e perfettamente tondo, due semi-sfere strette con un solco profondo. Era proprio bella. Tutti ammirarono quella donna giovane e bella che era al centro della stanza davanti al palchetto che l'attendeva per il suo supplizio.
Fu Helen a leggere come se fosse un atto ufficiale d'accusa quanto avevano deciso per lei, la sua condanna ad un anno di servizio come serva presso ognuno di loro ogni qualvolta l'avrebbero richiesta, nonchè il fatto che ogni mese sarebbe stata convocata una riunione di tutti e lei avrebbe subito una punizione pubblica.
L'enunciarle tutto cio' pareva già una tortura per la bella Carol, che pareva sempre piu' affranta lacrime copiose le rigavano il viso.era senza trucco, sapeva che non sarebbe stato il caso, il truccarsi per una serata come quella era nuda e bella nella sua semplicità sembrava molto diversa dalla donna sofisticata che tutti conoscevano, pareva una ragazza acqua e sapone, e faceva certo tenerezza a piu' di qualcuno almeno tra gli uomini.
Per questa prima serata le otto donne presenti e la coppia di fidanzatini avrebbero avuto diritto a punirla, le avrebbero somministrato dieci colpi a testa, a scelta, sia sculacciata a mano nuda o con la cinghia oppure con una paletta o con altro strumento il che significava cento colpi in totale.Helen aveva aperto una valigia di cuoio dalla quale estrasse tutti gli attrezzi necessari, e mentre li aveva deposti, pensava a quali usare e al gusto che avrebbe provato nel punire quella pettegola altera.
Accanto al palchetto su un tavolino ove vennero depositati vari strumenti di punizione una vera panoplia la cui messa in mostra aveva lo scopo di intimorire la corrigenda.
Helen termino' di dire che le sarebbe stato fornito un abito da cameriera per scolgere il suo servizio e avrebbe avuto un calendario per i servizi.
Appena ultimato di leggere la sentenza di condanna della povera e abbattuta Carol, la costrinse a firmare quel documento.
A quel punto Helen che doveva essere la prima a iniziare la punizione le ordino' di inginocchiarsi davanti al palco con la testa poggiata sullo stesso e le natiche protese verso gli astanti.
Carol era carponi, ed era una posizione umiliante ma ad Helen non bastava, la costrinse ad allargare le cosce, in questo modo la giovane donna avrebbe avuto le parti intime totalmente esposte alla visione degli spettatori, e sarebbe stata maggiormente umiliata.
Helen si mise a cavalcioni della giovane donna, in modo da essere rivolta verso l'assemblea, e avere il culo proteso di Carol davanti a se. Aveva preso un paddle, e quella paletta benchè di pelle morbida, se si sapeva usare era uno strumento sufficiente per le morbide natiche di Carol, certo non era come quelle palette rigide, che si usavano nel secolo precedente, era comunque un buon strumento di punzione.
Helen gustava il piacere di avere sotto di sè quella splendida donna che in quella posizione era in suo totale potere, e sferro' il suo primo colpo.
Uno schocco' secco sulla pelle delle natiche bianco subito ma poi immediatamente divenne rosso, ed il grido che sfuggi' dalle labbra di Carol fece fremere i presenti. Eccome se l'aveva sentito, le sue natiche si strinsero e poi si agitarono come impazzite, e lei quasi disarciono' Helen cercando di alzarsi, ma Helen era un'esperta, si poso' bene bene sulla schiena della povera Carol. Attese che la corrigenda si calmasse, e poi le disse di stare ferma non doveva agitarsi troppo, altrimenti avrebbe raddoppiato la forza.
Carol tremava, le sue natiche si stringevano e si allargavano con scatti nervosi, la paura le faceva contrarre con un moto continuo che faceva pena.
Ma Helen imperturbabile le appioppo' gli altri nove colpi a sua disposizione sulle natiche che erano divenute rosse dalle percosse.
Poi terminata la punizione costrinse Carol a baciare lo strumento con il quale era stata punita. Carol obbedi' troppo spaventata e dolorante per ribellarsi a quell'umiliazione. Suo marito l'aiuto' ad alzarsi e la porto' in bagno dove le permise di rinfrescarsi, un po', si lavo' la faccia e si mise a bagno con le natiche nel lavandino facendo scorrere l'acqua fredda.
Poi rivolta a suo marito chiese: “ amore, non ce la faro', perdonami, puoi aiutarmi a farle smettere, faro' la serva per due anni, ma ancora botte non so se ce la faro' ti prego”.
Mark le rispose che dovevano tornare di là per il seguito, inutile rinviare ulteriormente prima si finiva meglio era.
Rientrati, venne questa volta legata sul cavalletto, con le natiche rivolte verso l'assemblea e a turno tutte le altre donne la sculacciarono, nessuna ebbe il coraggio di usare gli strumenti che erano stati portati.
Quando fu il turno di Tony, la volle in piedi appoggiata al muro dove le fisso' i polsi a degli anelli e la costrinse a porgere le natiche in fuori e con le gambe allargate. Anche questa posizione era umiliante perchè metteva in mostra le sue intimità a tutti, come quando era stata punita da Helen.
Poi si tolse la cintura, una bella cintura di cuoio spessa e larga, e con quella le somministro' i suoi dieci colpi, che Carola prostrata senti' bene sulle sue natiche martoriate.
Era arrivata ai cento colpi, in fondo era stata fortunata perchè le donne presenti tutte avevano scelto di sculacciarla e questo le aveva permesso di uscire da quella situazione non troppo rovinata, ma comunque indolenzita tanto da non poter stare seduta.
Dovette poi per il resto della serata passare da tutti con un vassoio ad offrire da bere, la serata fu lunga per la bella Carol, e comunque il pensiero che simili serate si sarebbero svolte una volta al mese per il prossimo anno, la fece tremare.
Alle nove tutto era finito e tutti se ne andarono, lasciando Carol con suo marito, Helen prima di uscire gli diede un tubetto di pomata lenitiva, dicendogli che doveva usarla al piu' presto sarebbe guarita prima, “è miracolosa” gli disse.
Quella sera si coricarono presto come non accadeva da anni, e Carol si distese a pancia in giu', suo marito le disse di stare ferma e le spalmo' con estrema delicatezza la pomate sulle natiche. Un senso di sollievo prese Carol subito con quella crema che pareva rinfescarla. E fu grata a suo marito che malgrado tutto era cosi buono con lei dopo che l'aveva tradito. Allora appena lui si fu coricato accanto, lei si avvicino inseri' la mano nel fischio dei pantaloni del pigiama e armeggio' con il pene del marito estrattolo lo prese in bocca e lo suono' facendogli un succoso pompino pieno di passione e di amore, fino a ricevere il suo seme in bocca che ingoio' con gratitudine.
Con quel gesto pieno di devozione voleva farsi perdonare del suo tradimento, sperava che lui le permettesse con il tempo di riconquistarsi la sua fiducia ed il suo amore, e si ripremetteva di essergli devota per il resto della vita.
Mark, non aveva mai trovato sua moglie cosi' calda e cosi' passionale come quella notte mai gli aveva fatto una fellatio cosi'. Ne fu soddisfatto, forse avrebbe dovuto punirla prima si disse e lei pareva veramente pentita, a questo punto sperava che la loro coppia sarebbe uscita indenne da quell'anno che gli si prospettava davanti.
Era mattina, il campanello suonava, Carol, con fatica si alzo' dal letto, era molto provata dalla sera precedente, ma sapendo che non avrebbero smesso visto che suo marito era già uscito a correre come tutte le domeniche mattina, ando' a vedere chi era.
Alla porta c'era Helen Carol arrossi' e si scuso' per averla fatta attendere, poi si sposto' per farla entrare, Helen come una conquistatrice passo' l'uscio, Carol era preoccupata, quella donna era terribile e lei la temeva, e si chiese se volesse sottoporla ad altri tormenti già da quella mattina.
Helen appoggio' un pacco, sul tavolo del salotto, poi le disse: “sono per te, ti serviranno” e giro' per andarsene, Carol le chiese con tono umile se poteva offrirle qualcosa, ma Helen declino' l'offerta e se ne ando'.
Carol prese il pacco e poi una volta nella sua camera da letto lo apri'. Conteneva una busta e due uniformi da cameriera. Apri' la busta, e lesse il contenuto era il calendario, per tre mesi, e la prima giornata di servizio sarebbe stata il sabato successivo a casa di Wendi. Poi scorse rapidamente alcuni altre date ma non erano in giorni di festa. Mentre Helen l'aveva prenotata per tutto il mese di luglio.
Siccome era Helen quella che la preoccupava di piu' lesse che doveva stare a sua disposizione per tutto il mese di luglio, vi erano indicati gli orari di partenza e di arrivo compreso l'indirizzo di dove sarebbero andati, in pratica la portava come serva in villeggiatura, si senti' un nodo in gola all'idea di stare un mese intero con quella donna tremenda.
Penso' di chiedere a suo marito di intervenire, era arrabbiata per questa arroganza, non poteva tenersela per un mese intero come se fosse la sua domestica al seguito, Mark certamente si opporrà penso'.
Mise le uniformi sul letto e stesele si accorse che erano indecenti, scollate con dei trini bianchi intorno alla scollatura e la gonna corta e plissettata, c'erano anche calze e reggicalze neri, non trovo' mutandine intonate e si immagino' il perchè.
Con quelle gonne le quali avevano delle sottogonne fissare che le tenevano ampie se si fosse inchinata anche solo un po' avrebbe messo in mostra abbondantemente la sua parte posteriore. Non si poteva fare servizio con quel abitino indecoroso, arrossi' al solo pensiero di indossarlo.
Alla sera lo disse al marito, lui le rispose che non poteva farci niente. Poi lei gli fece notare il post scriptum che precisava che avrebbe dovuto uscire di casa già in uniforme e non portare con sè nulla nè abiti di ricambio nè altri indumenti oltre quelli forniti. E percorrere la strada a piedi fino all'indirizzo dove si doveva recare.
Gli fece notare anche gli orari in cui era stata convocata erano tutti corrispondenti agli orari in cui passavano fattorini delle consegne a domicilio o il postino ecc., cosi' tutti l'avrebbero vista conciata a quel modo. E allora scoppio' in singhiozzi.
Mark cerco' di consolarla e di dirle che ad ogni azione corrisponde una reazione, adesso che avevano accettato di sottoporsi a questa penitenza non si poteva tornare indietro.


CAPITOLO 5

Helen decise che avrebbe trascorso tutto il mese di luglio dalle sue amiche laura e Marthe, quindi parti' una mattina per andare in città con loro si vedevano tutti i mesi, spesso Helen portava Maria, ma questa volta decise di andare da sola.
Oramai da sedici anni che la loro relazione durava Marthe era sempre stata un'ottima padrona per la bella masochista Laura.
Erano ormai molto ben organizzate tutto il personale era stato scelto con estrema cura, Laura era ancora bellissima con i suoi 39 anni. Spesso il personale entrando nel loro ufficio la trovava nuda con le chiappe rivolte alla porta, belle rosse perché era stata appena punita dalla sua amante e padrona, il personale era perfettamente a conoscenza del rapporto delle titolari e avevano tutti firmato un documento che li obbligava alla massima riservatezza.
Laura veniva spesso usata come modella per fare vedere ai clienti piu' importanti i modelli di biancheria intima
e non solo quelli, in una sala appartata c'era la possibilità di fare delle sfilate con tanto di pedana.
Quando venivano delle clienti facoltose e facenti parte di un certo elenco, qualsiasi dipendente poteva chiamare Laura per farle fare la sfilata, cosi' aveva disposto Marthe.
Tutti i dipendenti chiamavano Laura per nome e le davano del tu. Lei doveva dare del voi o del lei ad ognuno, e rivogersi a loro con Signore o Signorina. Queste regole erano state fortemente volute dalla sua padrona. Infatti benchè fossero socie, il comando lo aveva Marthe, non solo del personale ma anche con i fornitori, e Laura in presenza di chiunque si dimostrava come una brava segretaria nei confronti di Marthe. Percio' la usava e la mandava via quando voleva restare da sola con qualcuno cliente o fornitore che fosse chiamandola per servire il caffé o altro. A volte l'aveva anche fatta andare a letto con qualche cliente per chiudere un contratto, uomo o donna che fosse.
Avevano comunque sviluppato un piccolo atelier per articoli sado-maso e tramite contatti e annunci si giornali specializzati avevano una clientela di un certo rilievo.
Questi particolari clienti avevano una tessera per fare acquisti speciali come dicevano loro e una volta esibita al personale venivano condotti in un ala dell'edificio dove c'era una sala accanto all'atelier nella quale era allestita una mostra permanente dei loro prodotti era visitabile per fare ordini o acquisti. E soprattutto per questi clienti Laura veniva convocata dai dipendenti per indossare abiti o per fare vedere la funzionalità di qualche attrezzatura.
Laura era la schiava modella per le dimostrazioni, erano cosi' pratici che erano tutti bravi nel fare apprezzare ai clienti quanto producevano, nella sala c'erano delle telecamere e dai suoi monitor, Marthe poteva vedere come si comportava la sua schiava durante le esibizioni.
Helen era conosciuta nel negozio, quando arrivava nessuno le chideva nulla e lei saliva direttamente dalle sue amiche in ufficio.
Si mise cosi' d'accordo per andare con loro nella loro villa di campagna con la sua nuova cameriera, ma siccome loro non potevano andarci che a partire dalla metà di luglio, disse che per la prima quindicina sarebbe venuta da loro all'atelier con la sua schiava Maria e con quella nuova Carol, per fargli fare da modelle per presentare le nuove produzioni, poi sarebbero partire tutte assieme.
Le amiche accettarono con entusiasmo, in realtà Laura non doveva decidere nulla solo Marthe decise, ma comunque sarebbe stato bello che ci fossero delle varianti con due nuove schiave oltre a lei.
Avrebbero tutte condiviso l'appartamento di città per le prime due settimane e poi alla villa per finire il mese questo era il programma.

Susan attendeva con impazienza Tony, aveva superato tutti gli esami era li' fuori dalla scuola quando usci' anche Tony gli corse incontro abbracciandolo, avevano controllato i punteggi in bacheca, ed erano stati promossi entrambi. Quella sera avrebbero finalmente fatto l'amore e cosi' festeggiato la fine della scuola.
Helen era d'accordo che la sua piccola Susan oramai finito la scuola superiore che potesse concedersi al suo ragazzo poi che avrebbero fatto se andavano all'università, ed era meglio che non cadessero in tentazione con gente sconosciuta, solo che era necessario lo facessero in condizioni di sicurazza.
Aveva comperato lei i preservativi e li diede a Susan, le diede i suoi consigli, le spiego' anche che a volte il coito non si completa, in fondo la prima volta l'emozione puo' fare brutti scherzi quindi anche con il suo Tony deve essere paziente. Spesso i ragazzi giovani e inesperti possono venire subito e quindi puo' essere deludente bisogna avere pazienza con il tempo le cose migliorano.

Carol aveva già fatto quatro servizi da quando era iniziata la sua penitenza, ripensava al sabato che era andata da Wendi, quanto si era vergognata ad uscire con quell'abitino da cameriera. E Wendi per aumentare il suo imbarazzo l'aveva fatta restare ad attendere sulla porta per almeno dieci minuti. Appena entrata le aveva sollevato la gonna e controllato che indossasse l'uniforme regolamentare fornita da Helen.
Ma aveva messo delle mutandine. Wendi la apostrofo' duramente dicendole che la regola stabiliva che l'uniforme regolamentare doveva essere portata senza mutandine. Carol rispose che era assurdo, ho messo le mie perchè di certo è stata una dimenticanza. Wendi le disse che non doveva portarle le mutande punto e basta e quindi se le doveva togliere immediatamente e tenendole in mano ritornare a casa per riporle. Poi sbrigarsi per ritornare, e che questo implicava un ritardo nell'inizio del suo servizio e quindi per le due infrazioni, le mutande e il ritardo conseguente e dovrà essere punita per questo.
Carol con le lacrime agli occhi si sfilo' le mutandine sotto lo sguardo severo di Wendi, poi secondo le istruzioni di Wendi tenendole per il cavallo alzo' il braccio a mezza altezza teso davanti a lei, e cosi' dovette incamminarsi verso casa sua per andare a riporre il suo indumento intimo. Chiunque per strada o anche guardando dalla finestra l'avrebbe vista e intuito cosa era accaduto. Rossa di vergogna si accinse a tornare indietro con un enorme desiderio di piangere dall'umiliazione e dalla rabbia. Mentre rientrava a casa Wendi rimase sulla porta di casa a sorvegliarla.
Questo movimento era stato notato da alcune vicine e molte uscirono per godersi lo spettacolo della pubblica umiliazione di Carol.
In fondo era un quartierino tranquillo e isolato solo loro potevano vederla e chissà se capitava qualche fattorino per le consegne.
Qualcuna commento' che le infrazioni vanno punite subito. Al suo ritorno Wendi prese il Paddle che aveva comperato fece piegare Carol sul tavolo le sollevo' completamente la gonna sulla schiena gliela fisso' con degli spilli da balia, per non farsi intralciare e inizio' a sculacciarla. Carol non sapeva quanti colpi avrebbe subito ma sperava fosse una cosa rapida.
Wendi non voleva esagerare e le diede solo quattro colpi, poi smise contemplando lo spettacolo, Carol era in lacrime, il culo le bruciava. Si rialzo' e Wendi le disse di andare in cucina a preparare gli aperitivi. Carol chiese se poteva togliere gli spilli, da sola non ce la faceva, ma cosi' dicendo le diede del tu. Wendi le rispose che non tollerava che la servitu' le rivolgesse la parola con tali confidenze e le impose di chiamarla Signora, e le ordino' di rimettersi in posizione per una ulteriore punizione Carol inizio' a piangere e supplicando tra le lacrime “perdono signora mi perdoni la supplico” disse. Wendi fu irremovibile le sue ospiti arrivarono a darle man forte e rimisero Carol in posizione immobilizzandola sul tavolo e Wendi le diede altri quattro colpi sulle natiche ben tese della servetta, appena finito le disse che sarebbe rimasta con le gonne alzate per tutta la giornata a dimostrazione della sua vergogna che tutti vedano che sei stata punita.
Carol non oso' piu' fiatare e si accinse ai suoi compiti di servetta non sbagliando nulla con grande attenzione terrorizzata all'idea di essere punita ancora.
Anche gli altri servizi presso le sue vicine dopo quella serata non furono molto diversi, ma non diede loro motivi per punirla, non aveva piu' indossato le mutandine da quel primo servizio nemmeno quando non andava a fare la servetta.
In questo modo era sempre pronta, e cominciava ad abituarsi a farne a meno. Non aveva altre richieste doveva solo attendere l'appuntamento con Helen, ed era in preda ad una strana ansia, quasi si chiedeva se non era impaziente di andare da Helen, certamente la piu' perversa e terribile delle sue vicine, e si poneva questa domanda che cercava di scacciare dalla sua mente, in quanto il solo pensarci la faceva vergognare. Ma quella sensazione di vergongna si mescolava con un senso strano di eccitazione e non voleva accettarlo.

Helen decise che quando i ragazzi si sarebbero ritirati nella loro stanza avrebbe fatto una sorpresa al marito prima di partire per le vacanze, sarebbero stati separati per un mese, se lo meritava.
Si disse che sarebbero stati tranquilli perchè certamente i ragazzi per la loro prima volta sarebbero stati impegnati in modo molto coinvolgente, e non l'avrebbero disturbata.
George era davanti alla Televisione, quando lei gli si presento' davanti nuda con solo delle calze con giarrettiera, ed uno scudiscio in mano.

Gli si inginocchio' davanti, alzo' il volto verso il suo uomo con uno sguardo umile ed eccitato, “Mio signore, quando sono andata a trovare Marthe e Laura, mi hanno fatto dono di un fallo artificiale, con il quale mi sono penetrata a lungo” gli disse con un tono sottomesso.
George sorrise sua moglie non gli avrebbe mai nascosto nulla per questo la loro unione funzionava egregiamente, e disse: “ lo sai che ti ho vietato di penetrarti con nulla e da nessuno senza la mia precisa autorizzazione”.
Susan stava scendendo a prendere qualcosa da bere quando si blocco' vedendo sua madre nuda che andava verso il salotto, si fermo' e spinta dalla curiosità volle seguirla, anche i suoi avevano intenzione di amoreggiare quella sera, ma vedendola con lo scudiscio in mano e con delle calze nere tenute da giarrettiere rosse, penso' che doveva avere in mente qualche gioco perverso e sali' piano a chiamare il suo ragazzo.
I ragazzi si misero dietro ad una porta che era mezza chiusa, e da li' avrebbero potuto sentire cosa si dicevano e sbirciare senza farsi scorgere.
Non avevano idea di cosa si erano detti George ed Helen, ma videro che lei era in ginocchio davanti al marito ed udirono George che le diceva che per la sua disobbedienza avrebbe ricevuto dodici colpi di scudiscio sulle natiche.
Lei lo ringrazio' chiamandolo mio signore. Poi si posiziono' sulla poltrona in ginocchio appoggiata con il busto allo schienale in questo modo entrambi avevano le spalle girate alla porta, e i ragazzi poterono mettersi a guardare con piu' tranquillità senza troppo di rischio di essere scoperti.
Le natiche piene e rotonde di Helen, erano ben divaricate e si poteva notare la sua fessura lucida di umori e il cerchietto dell'ano un po' piu' scuro, aveva un gran bel fisico ancora la signora penso' Tony.
George le ordino' di non gridare oppure avrebbe provveduto ad imbavagliarla ed a portarla in cantina dove l'avrebbe legata e raddoppiato la punizione. Helen strinse le labbra in attesa del primo colpo.
Appena George vide che rilassava le natiche che aveva tenuto tese, piene di tensione nell'attesa, fece partire il primo colpo che arrivo' sul bersaglio.
Helen lascio' sfuggire dalle labbra un sospiro, ma non grido', disse solo: “Grazie mio signore me lo sono meritato”. Il secondo colpo si stampo' sulle natiche lasciando un segno parallelo al primo. E ripetè la frase convenzionale che era stata stabilita dai riti che suo marito le aveva imposto dopo il loro matrimonio. La sua libidine poteva sfogarsi e agire come dominatrice con qualsiasi donna avesse avuto l'occasione di incontrare che lo desiderasse, ma nessuna penetrazione ne con falli aritificiali ne relazioni con uomini le erano concesse, se contravveniva doveva confessarsi e ricevere la punizione che suo marito stabiliva.
Ripeteè per dodici volte la frase ad ogni colpo, e si eccito' perchè che suo marito la dominasse la eccitava tantissimo, a volte avrebbe voluto provare a chiedere di sottomettersi a Marthe, ma poi temeva che la cosa potesse arrivare ad un livello eccessivo e non poter tornare indietro, cosi' temeva di perdere il marito, che amava per quello non aveva mai ceduto alla tentazione di provare a sottomettersi ad una donna.
Al termine della punizione George la fece alzare e lui si sedette in poltrona. Helen lo raggiunse e gli tiro' fuori il membro dai pantaloni che era completamente in erezione, e gli si mise cavalcioni, impalandosi su di esso con un sospiro di piacere.
Tony che era il solito appassionato di foto e film aveva con sè la sua camera portatile e aveva filmato tutta la scena altamente erotica alla quale aveva assistito. I due ragazzi tornarono nella loro stanza dimenticandosi di bere, ed alquanto eccitati. Dal video che Susan aveva in stanza collegarono la camera e si riguardarono il filmato. Poi appena finito Susan si spoglio' interamente e come aveva fatto la madre, s'inginocchio' ai piedi di Tony “ Mio signore sono stata cattiva, dovrebbe sculacciarmi” e Tony eccitato prese Susan sulle sue ginocchia e la sculaccio', il sedere compatto e veramente degno di una modella di Susan divenne rosso presto sotto le mani di Tony, il quale ad un certo punto dovette fermarsi era troppo eccitato, rovescio' Susan sul letto e messosi sopra di lei che allargo' immediatamente le cosce la penetro' nella vulva calda e bagnata pronta per l'amore.
Adesso poi che non era piu' vergine si godettero pienamente la scopata, ed era quella la loro prima vera scopata, dal momento che la prima era stata deludente per entrambi, troppo veloce e con l'ansia di deludersi a vicenda.
Intanto anche Helen e George avevano finito di fare l'amore e se ne stavano abbracciati a coccolarsi dopo l'amplesso. Helen spiegava i suoi programmi per l'estate e di quello che aveva intenzione di fare durante il mese di luglio. George le disse che purtroppo quest'anno lui le vacanze le avrebbe prese solo alla fine di agosto o ai primi di settembre.
George chiese se le ragazze avrebbero riaperto il negozio a settembre, ed Helen gli disse che chiudevano dalla metà di luglio al 10 di agosto, perchè molta gente che prende le ferie in agosto ha piu' tempo per andare a fare compere, soprattutto quelle speciali. Allora a settembre appena sono libero voglio visitare il loro atelier, di cui tanto mi hai parlato, questo me lo devi, mia cara, anche perchè voglio essere io a scegliere qualche dildo per te e nessun altro deve intromettersi in questo. Lei annuiva dicendogli che aveva perfettamente ragione. Poi decisero che era ora di andare a dormire.
Appena in camera George prese un anus picket, e disse alla moglie che avrebbe dormito con quello infilato nel retto. Helen per un attimo aveva pensato che la punizione sarebbe stata limitata alle scudisicate si sottomise e messasi a leccare l'oggetto fallico, per renderlo agevole poi se lo infilo' nell'ano davanti al marito il quale le allaccio' le cinghie che lo avrebbero tenuto fermo. Helen sapeva che quella notte non sarebbe riuscita a dormire con quell'attrezzo che le invadeva il retto.

CAPITOLO 6

Era puntuale Carol, con la sua uniforme da servetta era molto eccitante, ma Helen la fece spogliare e le diede un abito blusa allacciato davanti con una cintura e le disse che avrebbe avuto un'altra uniforme dove andavano.
Quando arrivo' anche Maria, Helen era in cucina con Carol se l'era messa sulle ginocchia e la stava sculacciando, e appena vide Maria le disse: “ cosi' quando starà seduta si sentirà le natiche bruciare dal momento che non è giusto che possa stare comoda”. Maria zitta rimase in attesa che la padrona finisse.
Poi si rivolse a Carol e le disse “spero che si ricorderà che deve sempre stare a culo nudo sotto le gonne vero?”
Helen sorrise e disse: “ Maria alza la gonna” cosa che Maria fece esibendo il ventre nudo. Rivolta a Carol porsegui' “ vedi come è obbediente Maria, sempre nuda sotto la gonna quando viene a trovarmi”. Maria arrossi di piacere rimanendo immobile con le gonne sollevate e le riabbasso' solo quando glielo ordino' la sua padrona.
Dopo dieci minuti partirono e siccome era un orario di punta trovarono parecchio traffico e gli ci volle almeno un'ora in piu' del previsto per arrivare in città. E poi un altra per arrivare in centro.
Arrivate al negozio di Marthe e Laura entrarono Helen davanti a tutte e Maria chiudeva la fila, una giovane commessa rivolta ad Helen le disse che le titolari erano in laboratorio ( come chiamavano tutta l'area del sex shop). Infilato il corridoio che portava al laboratorio in fila indiana c'erano diverse porte, Helen ne apri' una che dava in uno spogliatoio, entrate ordino' alle sue ancelle di spogliarsi. Maria fu rapida senza indecisioni avezza come era all'obbedienza. Carol piu' incerta, aveva tentennato, allora Helen le disse che poteva anche convincerla con la frusta se preferiva. Non fu necessario aggiungere altro perchè la bella Carol si facesse scivolare l'abito sul corpo recuperandolo e appendendolo su una gruccia.
Helen segiuita dalle sue schiave apri' una porta in fondo al corridoio che dava su uno stanzone enorme che era il famoso laboratorio, in realtà aveva degli stand disposti lungo le pareti che esponevano varie attrezzature e oggettistica erotica.
Erano presenti una decina di persone che stavano conversando con Marthe, Helen seguita dalle sue schiave, Maria imbarazzata ma decisa oramai abituata agli ordini della sua padrona e Carol rossa in volto, con il viso rivolto a terra con una mano pudicamente tenuta sui seni e l'altra sul pube, camminava per forza d'inerzia tenuta per un braccio da Maria che la trascinava quasi.
Al centro dove questi visitatori erano riuniti su un palco legata ad un cavalletto c'era Laura e Marthe dimostrava l'efficienza del cavalletto e delle sue comodità per punire una schiava. Aveva in mano un gatto a nove code, le cui corregge erano di plastica. Molto meno pericoloso di quelli di cuoio ma comunque arrossava bene la parte della corrigenda, e il bruciore che ne derivava ed i segni che lasciava avrebbero comunque reso bene l'idea della punizione. Idoneo soprattutto per i Film di tipo sado-maso in questo modo la schiava poteva essere punita piu' a lungo e quindi dosare meglio il dolore ed il piacere che ne sarebbe derivato.
Siccome in quel luogo era consuetudine che gli schiavi entravano dopo essersi denudati, era normale che vedessero entrare le due schiave nude. Ma altri schiavi che facevano parte dei visitatori erano con i loro padroni ed erano nudi. Una signora molto elegante teneva al guinzaglio una coppia mista di schiavi nudi ed in ginocchio ai suoi piedi.
Un signore aveva vicino a se una donna nuda la sua schiava, e le teneva un braccio intorno alle spalle forse anch'essa inesperta (sicuramente la moglie penso' Helen vedendo la scena). C'era un signore che pareva solo, perchè un'altra schiava bella di una quarantina d'anni con dei capelli rossi stupendi era tenuta al guinzaglio da un nero dal fisico possente ( anch'essa era la moglie di quello che pareva solo, in realtà la faceva portare al guinzaglio dall'autista nero che aveva assunto apposta per umiliare la moglie che proveniva da una famiglia del sud dove il retaggio razziale era ancora presente come scopri' successivamente Helen).
Appena arrivate Marthe sorrise ad Helen facendola avvicinare e poi riprese a frustare le natiche di Laura.
Mentre frustava si fermava per dare spiegazioni agli spettatori.
Erano tutte intente a seguire le spiegazioni quando la donna con la coppia di schiavi si volto' verso dove si trovava Helen e Maria vedendola in volto lancio' un urletto di sorpresa riconoscendola.
La donna non degno' di uno sguardo la schiava di Helen piu' interessata alla rossa, poi si concentro' sullo spettacolo di Laura.
Maria si rivolse a Helen che aveva notato il suo turbamento e le sussurro all'orecchio: “ Padrona ecco quella donna è Carmen Consuelo la mia prima padroncina e quella a terra è l'insegnante di inglese incredibile”.
Una schiava in quel contesto non avrebbe potuto presentarsi ad una padrona se non autorizzata ma appena la prima dimostrazione fu terminata Venne Marthe che presento' Helen a Carmen. Marthe spiego' che si erano conosciute l'anno prima in messico durante una sua vacanza e avevano scoperto di avere molte cose in comune e dei gusti identici.
Allora Helen disse a Carmen che oltre al gusto lei aveva una cosa di molto particolare in comune con lei. Incuriosita Carmen guardo' interrogativamente Helen, che le fece vedere la sua schiava Maria, allora concentrandosi sul suo volto Carmen si avvicino' e sorrise sorpresa e compiaciuta e le disse: “la mia servetta Maria, come sei diventata piu' femmina e bella” poi invece rivolta a Helen le chiese “ma le sue schiave non le depila?”.
“Si certo” rispose Helen “ a volte non sempre, oggi siamo qui' anche per questo”. Carmen fece alzare i suoi schiavi, l'insegnante d'inglese a testa china che ora era solo la schiava Sara e lo schiavo Manuel erano entrambi depilati integralmente, lui aveva un anello che era fissato sulla cappella del pene, all'anello era fissata una catena che lo teneva collegato alla coscia passandogli intorno in questo modo se si eccitava la catena lo bloccava.
“E' un ottimo sistema di contenzione perchè deve eccitarsi solo quando glielo ordino io” disse Carmen. Mntre alla schiava aveva fatto fare dei pircing alle labbra vaginali con degli anelli delle catenelle per lei passavano intorno alle cosce ma cosi' le aprivano le labbra della fica come si deve ogni volta che apriva le gambe. Sara non era grande, aveva un fisico da adolescente con i suoi quarant'anni suonati.
Carmen quando aveva finito i suoi studi l'aveva reincontrata e l'aveva ripresa con sè, e questa volta l'aveva schiavizzata in modo totale, racconto' a Helen. Lui invece si era innamorato di lei e l'avava sposato, ed era diventato il suo schiavo, totalmente sottomesso, assisteva ai suoi amplessi con i suoi amanti che a volte si servivano di lui come di una femmina.
Helen provava ammirazione per questa donna e per la sua capacità di dominatrice era fenomenale. Da padrona a padrona sarebbe stata lieta di assistere alla depilazione delle sue schiave disse a Helen, quest'ultima si senti' lusingata della richiesta. Helen invito' tutti gli altri presenti tramite Marthe allo spettacolo della depilazione delle sue schiave.
Il nero, si avvicino' a Marthe e chiese: “ è possibile depilare anche questa cagna?”
Insomma anche l'altro ospite volle depilare la moglie cosi' quattro schiave sarebbero state depilate. Marthe diede ordine di preparare il necessario. Poi ando' da Laura ancora sul cavalletto di punizione, avvicinatasi le tocco' il sesso che era completamente inondato di umori, Helen la raggiunse e tocco' anche lei il sesso di Laura poi le si avvicino' al volto le diede un bacio e le disse: “sono fiera di te” in fondo era stata lei a iniziarla alla schiavitu'.
Pensando a questo a come lei era fiera di Laura sua prima schiava si chiese come si sentisse Carmen pensando a Maria avendola rivista.
Helen comunque riteneva che Laura fosse la migliore schiava che conoscesse e che vivesse totalmente questa sua identità in modo completo almeno fino a quando non aveva visto Carmen con i suoi schiavi.
Quando Laura fu fatta alzare, ando' a baciare le scarpe di Helen in segno di sottomissione alla sua vecchia padrona e ora ospite e quando Helen veniva da loro come ospite era la sua padrona come ai vecchi tempi con tutti i poteri su di lei. Helen chiese a Laura di procurarle una tessera di accesso all'atelier per suo marito, forse sarebbe venuto a fare una visitina e ad acquistare qualcosa, “ magari ti farà piacere rivederlo” disse alla schiava che a suo tempo si era innamorata di George.
Laura allora chiamo' uno dei commessi e gli comunico' cio' che desiderava Helen, il quale si allontano' dopo aver fatto un cenno di assenso. Poi Laura si riposiziono' in ginocchio davanti ad Helen per comunicarle che la tessera per George sarebbe stata preparata subito, come lei desiderava.
Laura era si' una schiava ma era comunque la socia della boutique e anche se in pubblico con Marthe e con i dipendenti per soddisfare i desideri di Marthe si dimostrava sottomessa, aveva comunque potere decisionale solo che in apparenza doveva sembrare la sua succube, questo era il loro gioco.
Poi seguendo Helen andarono a raggiungere gli altri, presso lo stand dove era stato predisposto l'occorrente per le depilazioni, un lettino ginecologico professionale, una delle dipendenti del centro era una estetista esperta, e stava preparando la ceretta per la depilazione.
Maria era già stesa sul lettino le gambe aperte sugli appositi sostegni, l'estetista le pettino' il peli, poi li accorcio' con una macchinetta elettrica, alla fine spalmo' bene la ceretta e poi con cinque strappi asporto' il vello nero di Maria lasciandola nuda. Il pelo copriva bene la passera della schiava, e adesso si vedevano perfettamente le labbra aperte con le piccole labbra che sporgevano leggermente. Era un bello spettacolo, Maria non era la prima volta che veniva depilata in quel modo, il suo volto aveva cambiatoespressione, il dolore si leggeva chiaramente ma non grido'.
Poi tocco' a Carol che dovette essere legata non voleva assolutamente sottomettersi a questo trattamento, ma non aveva speranze venne legata al lettino con le cosce aperte, e ad ogni strappo si senti' il suo urlo gutturale che echeggiava. Uggiolava di dolore e pianse, e singhiozzo' ancora dopo che ebbero finito e fu slegata, costretta a scendere dal lettino, messa in ginocchio le applicarono un collare da cane con guinzaglio, e le furono ammanettate le mani dietro la schiena.
Anche Maria ebbe un collare ed un guinzaglio per completare l'opera, ma non fu ammanettata, era una schiava già addestrata. Assistettero alla depilazione delle altre due donne, non fecero storie come Carol, certo erano già su una buona strada in fatto di addestramento.
Poi ognuno si occupo' dei fatti suoi, i clienti fecero gli acquisti di quello che avevano trovato piu' interessante e se ne andarono.
Solo Carmen era rimasta, e desiderava fare amicizia se fosse possibile, espresse il desiderio di passare la serata con loro, rivedere Maria le aveva ricordato a distanza di anni la sua infanzia ed i suoi esordi come dominatrice, e sperava di aver l'occasione di fare una rimpatriata. Aveva una villa fuori città, e invito' tutte da lei già quella sera stessa, Marthe disse che lei era d'accordo e anche Helen espresse il suo compiacimento per l'invito.

CAPITOLO 7
Alla sera giunsero puntuali alla villa, avevano il furgone di Marthe e le schiave erano coperte solo da un leggere vestitino estivo allacciato in vita con una cintura di tessuto, che era cucita sulla schiena del vestito. All'arrivo si levarono l'abito dentro il furgone in modo da scendere già nude.
Erano in un parco che era piuttosto grande e dalla strada nessuno poteva vedere nulla le siepi e alberi coprivano la visuale.
All'ingresso vennero ricevute da Sara che in ginocchio bacio' i piedi alle padrone, e poi fece strada fino al salone dove la sua padrona attendeva le sue ospiti.
Vicino a lei in ginocchio, lo schiavo Manuel era vestito con un colletto bianco rigido ed un cravattino rosso e dei polsini, petto nudo, pantaloni, anzi gambali quindi il sesso ed il sedere erano scoperti.
Carmen aveva invitato un paio di amici, e anche quel nero della mattina che avevano incontrato all'atelier.
I due altri amici di Carmen erano dei giovanotti che facevano gli imprenditori Carlos e Juan. Bei ragazzi, come ce ne sono molti in giro in quegli ambienti altoborghesi.
Il nero era Thomas, ecco il suo nome, faceva anche il protettore a tempo perso, per il suo capo, e prostituiva la moglie di costui, quella sera gli aveva trovato un locale per lei, e il marito aveva degli invitati a pagamento per usare la moglie come meglio credevano, siccome era un programma già stabilito aveva rinunciato all'invito di Carmen.
Carmen gli chiese se a lui era mai capitato di schiavizzare dei suoi amici o amiche. Lui confermo', ma non era proprio la sua specialità, gli amici sono amici, in generale, mai confondere l'amicizia con il lavoro.
Allora Carmen gli chiese se poteva interessarsi di prostituire il suo schiavo Manuel, era suo marito solo sulla carta oramai, nella realtà era solo cio' che vedeva.
Poi mentre venivano serviti antipasti e drink, Carmen parlo' a lungo con Marthe, la quale si tenne Laura vicino, e Carmen desiderava creare un vero Ranch, voleva farne una scuola per schiavi, un vero centro di addestramento.
Il mondo del S/M è molto piu' esteso di quanto si pensi, ma ancora visto con timore da molti, e i luoghi dove incontrarsi per scambiare opinioni, confidenze, esperienze e altro in perfetta sicurezza non c'è. L'idea piaceva a Marthe, e cosi' decisero che si sarebbero riviste per riparlarne, troppi sono i rischi per chi vuole conoscere questo mondo, ci sono dei pazzi e ci sono altri che si cimentano ma finiscono con il ferire irrimediabilmente il sottomesso o sottomessa, bisogna fare qualcosa per chi ha questi passioni e deve imparare a controllarle.
Alla fine ci dipingono come dei mostri, c'è sfiducia e ci guardano come dei criminali. Non è cosi', il sottomesso gode di quello che gli si fà, e coloro che scelgono un padrone lo fanno consapevolmente e ci deve essere anche un rapporto di fiducia.
Pensate che Maria non sia una schiava masochista? Lo è, all'iinizio è vero l'ho forzata un po', ma poi le piaceva e se non le piacesse non si sarebbe sottomessa a Helen cosi' come lo è tutt'ora.
In tutte le mie schiave c'erano delle forti tendenze alla sottomissione, erano elementi latenti che loro stesse ignoravano ma che il loro subconscio aveva registrato.
Farglielo scoprire è una missione per me. Quante donne vorrebbero provare, e non lo fanno per viltà, o uomini anche. Il fatto di provare, serve anche a stabilire le caratteristiche che una persona ha, se non gli va smette e se ne va. Se continua è perchè gli piace.
Carmen era una psicologa, aveva si' studiato, ma lo era anche di natura aveva l'istinto. Faceva ai suoi schiavi cio' che loro stessi desideravano senza volerlo confessare.
Come schiavi sottomessi avevano l'alibi di essere costretti ad obbedire ma nessuno è mai costretto totalmente, loro hanno scelto di essere cio' che sono.
“Guardate Laura” fece Carmen “lei è perfetta, è una stupenda schiava, ma è anche una vera donna, è stata sottomessa da Helen per la prima volta, lei ama il suo ruolo. Ma è anche ambivalente potrebbe fare la padrona, non l'ha mai fatto perchè ha sempre avuto delle amiche padrone, anzi solo due. Maria è una schiava perchè è stata addestrata, ma anche lei potrebbe dominare, invece Sara non sarà mai una dominatrice. Lei sarebbe incapace di dominare anche un bambino”.
“Carol invece è schiava, ma non è naturale in quel ruolo perchè non lo ha capito è ancora grezza, deve essere plasmata, è ancora una che si ribella a sè stessa e alla sua indole perchè non vuole accettarsi.”

“Helen, oh. Helen è una schiava! Ma nessuno forse è mai riuscito a sottometterla veramente perchè lei è convinta di essere padrona, forse solo con gli uomini si sente un po' dominata, ma si sforza probabilmente sempre di controllare la situazione, se si lasciasse andare che magnifica schiava sarebbe” Helen arrossi' sentendo quello che diceva Carmen. Come aveva indovinato. In fondo lei si era prestata al gioco della sottomessa solo con suo marito. E aveva spesso fantasticato di essere schiava di Marthe.
Pero' al momento rossa in volto non avrebbe ammesso questo fatto e ribattè che quello che diceva Carmen non aveva senso.
Carmen allora le disse che se voleva scommettere glielo poteva dimostrare, se lei avesse avuto il coraggio di mettersi alla prova.
Helen aveva in fondo al suo animo il dubbio, infatti godeva molto quando si sottometteva a George. Ma da quando che aveva sottomesso Laura all'università, si era sempre convinta di essere una dominatrice. E pensare che Laura potesse fare la dominatrice come diceva Carmen le pareva assurdo e impossibile, per questo non voleva ammettere l'analisi fatta da Carmen.
Carmen disse che a fine agosto sarebbe andata nel Ranch che aveva acquistato e che voleva creare quella scuola per schiavi, quindi penso' che dal momento che i discorsi con Marthe erano stati condivisi dalla stessa per quel progetto, invito' Helen ad andare a trovarla e di mettersi alla prova, le avrebbe mostrato la sua vera natura.
Poi sottovoce le chiese di prestarle Maria, voleva metterla alla prova, e vedere se la sua analisi era giusta. Era sicura che avrebbe potuto essere una ottima dominatrice e sperava che un giorno collaborasse con lei, una settimana sola.
Helen diede il suo assenso. Poi Carmen le disse “forse poi potresti provare a sottometterti a lei, vi conoscete, vi stimate e vi volete bene, forse potresti scoprire qualcosa prima di quanto immagini a meno che tu non abbia paura.”
Helen sorrise ironica e disse: “si, tieni pure Maria, io devo occuparmi di Carol.”
Poi iniziarono i divertimenti, Sara dovette concedersi al nero Thomas, Manuel a disposizione dei due imprenditori, Maria con Carmen, Marthe e Laura coppia fissa, ed Helen decise di usare Carol, cingendosi di un pene di discrete proporzioni.
Carmen prese sulle sue ginocchia Maria e comincio' ad accarezzarla, imitata dalle altre dominatrici, tutte volevano godersi lo spettacolo di Sara che in ginocchio davanti a Thomas gli aveva estratto un pene di proporzioni notevoli, e lo stava leccando lungo l'asta con una certa maestria. La stessa cosa faceva Manuel con i due giovani imprenditori, poi appena furono pronti lo misero a quattro zampe e uno lo penetro' con estrema facilità, era abitiuato a quelle intrusioni che la sua padrona gli faceva provare piuttosto spesso, mentre l'altro gli si mise steso con il bacino davanti al volto e in quella posizione dovette dedicarsi ad una fellatio molto impegnata.
Sara nel frattempo avendo portato ad erezione Thomas con la bocca venne invitata dallo stesso a impalarsi da sola, cosa che fece senza discutere, con il suo corpicino esile da adolescente pareva impossibile che quella verga potesse penetrarla, ma lentamente se la mise dentro impalandosi da sola. Thomas le accarezzava le natiche e gliele apriva mettendo in mostra il suo ano deliziosamente aperto. Gli promise di incularla dopo quella scopata.
Nel frattempo Maria in ginocchio stava ricevendo la frusta dalla sua vecchia padrona Carmen, godendosi lo spettacolo, e soprattutto Helen che dopo aver eccitato con le dita Carol la stava scopando alla pecorina con il fallo finto ben agganciato alla vita.
Marthe e laura si stavano amando con dolcezza leccandosi a vicenda e presto si udirono solo gemiti ed ansiti di piacere.
Fu una vera orgia giacchè dopo il primo approccio le coppie si mischiarono e fu un insieme di membra che si attorcigliavano, salive e umori che si scambiavano.
Helen stessa dovette subire sodomia da uno degli uomini, mentre ancora stava penetrando Carol. Vide Maria e Carmen vicino a lei che le succhiavano ognuna una tetta mordicchiandole i capezzoli.
Fino a quando tutto si confuse e non ricordo' chi faceva cosa con chi.
Alla fine si addormentarono gli uni nelle braccia degli altri, inoltre andando avanti nella serata avevano continuato a bere perdendo il controllo della situazione.

CAPITOLO 8
Helen, Marthe laura e Carol, erano tutte le mattine nel negozio. Laura continuava ad occuparsi delle sfilate con la biancheria intima, e le ricche signore che venivano comperavano molto, e si godevano lo spettacolo, e comperavano perchè Laura riusciva a fare eccitare anche le donne, era di una grande sensualità.
Nel frattempo Helen per addestrare Carol si era impegnata ad occuparsi del settore S/M dove usava la nuova schiava per le dimostrazioni, le faceva assaggiare la frusta praticamente ogni giorno. La masturbava, si faceva leccare, le fece provare dildi di ogni dimensione davanti e dietro, giorno per giorno, la stava preparando a essere penetrata dietro.
Carol sotto quelle stimolazioni costantemente eccitata, cedeva sempre di piu' alle perversioni alle quali Helen la sottoponeva. Ne era anche sempre piu' consapevole, il suo corpo si stava adattando a godere sotto il dolore.
Spesso veniva accoppiata a Laura che era una schiava perfetta e lei si era accorta che tentava di emularla, e tentava di superarla nella gara alla sottomissione.
Passo' la settimana e Maria ritorno' da Helen, Carmen l'aveva accompagnata e congedandosi salutata come una vecchia amica.
Ad Helen aveva detto: “ti ho riportato la tua schiava, è stata splendida, ho pensato di registrare le sue performances, le vuoi?” Helen accetto' ringraziando.
“Ci vediamo presto spero” disse Carmen prima di andarsene.
Helen voleva riprendere in mano la situazione forse spaventata dai dubbi, e impose alla sua schiava di renderle omaggio. Maria s'inginocchio' e ando' a baciarle le scarpe con umile sottomissione.
Helen decise di andare a guardarsi la cassetta era curiosa di vedere cosa aveva fatto Maria con Carmen, lascio' Carol nelle mani dei commessi per le dimostrazioni al negozio, oramai era addestrata e poteva controllare il tutto dai monitor dell'ufficio delle sue amiche dove si reco' per vedere la cassetta.
La cassetta era piuttosto interessante, si vide maria sottoposta alla frusta e poi portata a spasso al guinzuaglio nel parco dove Carmen la costrinse a fare i suoi bisogni come una cagna. Poi mentre con la bocca e la lingua soddisfaceva la sua padrona, con una passione da fare ingelosire Helen.
Successivamente, la si vedeva durante un pasto mentre abbigliata con solo un grembiulino e calze a rete serviva i commensali. Sculacciata con un futile pretesto e poi presa da piu' di un uomo, e alcune doppie penetrazioni che pareva gradire enormemente.
In un'altra scena addirittura quattro uomini erano su di lei contemporaneamente. Dopo un'altra scena in cui viene sottoposta ad una severa fustigazione sulle natiche, al termine della quale le viene consegnata una paletta di cuoio con la quale lei stessa deve sculacciare Sara, la maestrina sotto i primi colpi timidi di Maria non fa nessun movimento come nemmeno fosse stata toccata, nè un lamento.
Poi piano piano Maria si immedesima meglio nella parte ed inizia a dare dei colpi piu' decisi e qui' avviene anche il cambiamento nelle reazioni della corrigenda fino a farla gridare.
Successivamente si vede Maria che porta gli schiavi di Carmen nel parco per i loro bisogni, ed è veramente una dominatrice in quel frangente si fa obbedire ad un cenno e a quanto pare gli schiavi la temono, lei comunque con il completino di pelle nero prestatole da Carmen ha tutt'un altro aspetto.
L'abbigliamento aiuta molto ad entrare nel ruolo. In un'altra scena lava la schiava Sara con un getto d'acqua fredda con particolare riguardo per le sue parti intime e costringe la schiava ad offrirsi, poi l'asciuga con un semplice telo, si fa seguire dalla stessa fino ad un angolo dove fatta prostrare, la costringe ad aprirsi le natiche, e le infila con un gesto rapido e sicuro un fallo nell'ano, glielo lega perchè non le sfugga dal retto.
Dopo la lega in croce e le frusta le tette. Finita quella punizione la scioglie e si fa leccare gli stivali. Infine si fa ringraziare e soddisfare dalla lingua della schiava come una padrona esperta.
Poi le immagini proseguono con altre scene di dominazione di Maria sia nei confronti di Sara che di Manuel.
Il filmato ritorna con Maria nuovamente sottomessa a Carmen e poi finisce.
Helen guarda con la coda dell'occhio Maria, non l'aveva mai immaginata cosi'! Vede chiaramente che Maria è eccitata, e anche lei è eccitata da quello che ha visto. Comincia a chiedersi se non potrebbe provare come le aveva detto Carmen, in fondo meglio con Maria per la quale ha dell'affetto che con qualcun altro. Certo che dovrebbe essere punita visto quanto accaduto a casa di Carmen, ha infranto una delle regole dell'accordo con suo marito. Forse anche Maria desidera averla a sua disposizione. I suoi sentimenti sono contrapposti, in fondo sarebbe una grande dimostrazione di fiducia mettersi nelle mani di Maria. Si alza con le gambe che le tremano e va a togliere la cassetta dal videregistratore.
Poi si ritrovano entrambe una di fronte all'altra gli occhi sono lucidi di eccitazione, il fiato corto, si baciano con passione.
Ma è Maria a guidare il bacio ed Helen ad arrendersi sotto la lingua che la invade, è come se i ruoli si siano invertiti in modo spontaneo.
E' un bacio lungo da lasciare senza fiato, nel frattempo con un braccio intorno alla vita Maria attira contro di sè la sua amica. Le infila una mano sotto la gonna ad impossessarsi del suo sesso istantaneamente bagnato. Sono entrambe eccitate dalle immagini che hanno visto, e desiderose di darsi piacere.
Laura e Marthe decidono di uscire discretamente lasciandole sole. Quindi le due amiche e amanti si spogliano l'una l'altra, fino a restare nude e a strofinarsi i seni con i capezzoli tesi, poi Maria che mantiene l'iniziativa decide di mettersi sul divano e costringe Helen a mettersi in posizione di 69 e si danno piacere con le lingue fino a raggiungere l'orgasmo.
Non è stato un rapporto di schiava e padrona è stato un rapporto tra due amanti che avevano bisogno di concedersi, di piacersi e di darsi piacere.
Erano state alla pari anche se quasi sempre l'iniziativa era stata di Maria. Segno che la sua capacità verso la dominazione non era una cosa inventata, ma concreta.
In Maria dopo quella settimana c'era una diversa consapevolezza di sè e delle sue potenzialità. Aveva provato il Comando ed la sensazione che poteva dare disporre di una persona sottomessa. Helen percepisce tutto questo, anche se Maria si era presentata a lei come la sua sottomessa ma...
L'abitudine ecco cos'era, solo l'abitudine l'aveva fatta agire cosi', Helen si rivesti' e disse a Maria di vestirsi. Maria era rimasta in attesa certa che l'amica la volesse nuda, ne fu sorpresa ma si alzo' e si vesti' in silenzio.
Marthe entro' mentre le due si rivestivano, e disse: “ sapete abbiamo un sacco di risposte ai nostri annunci.”
“Ci sono mariti o amanti che desiderano fare provare la sottomissione alle mogli o amanti, essi non hanno esperienza, e credo che funzionerà l'idea di Carmen di un centro di addestramento.” prosegui' “Ci sono anche donne che chiamano. Molte per noia per insoddisfazione, per curiosità, altri che cercano padrone o padroni, senza correre rischi”.
Marthe era soddisfatta dell'annucio messo una settimana prima, le richieste c'erano e adesso aveva deciso che dovevano iniziare, anche se il ranch non era pronto avrebbero iniziato li' nel laboratorio. Avrebbero anticipato l'inizio dei corsi per la sottomissione.
Aveva chiamato Carmen in modo che potesse essere presente per iniziare l'attività, nel frattempo nel Ranch aveva lasciato ad un suo fidato amico l'incarico di occuparsi dei lavori.
Quando Carmen arrivo' disse alle sue amiche che bisognava vedere che tipo di persone erano quelli che volevano informazioni e si trattava di fare delle audizioni e se si dividevano gli incontri avrebbero fatto fronte alle richieste.
C'erano almeno quindici persone in attesa, Helen chiese se poteva anche Maria partecipare alle audizioni.
Marthe che aveva visto di cosa era capace accetto' con entusiasmo. Carmen preciso' che anche Laura poteva fare le interviste ai richiedenti.
Marthe storse il naso, le piaceva avere la sua amante solo nel ruolo di sottomessa ma non voleva urtare i sentimenti di Carmen e accetto'.
Ognuna in un ufficio, ricevettero i vari clienti per la scuola di sottomissione, riuscirono a parlare con tutti nel pomeriggio, ogni intervista durava dalla mezz'ora ad un'ora.
A qualcuno dovettero dire che non era all'altezza delle prove da superare, avevano esperienza e parlandoci capivano chi era solo curioso e chi aveva l'indole idonea.
Maria aveva trattenuto li' una giovane casalinga appena divorziata, le disse di restare dopo l'intervista e di attenderla.
Era una ragazza bella, bionda ventisei anni, con un fisico favoloso, aveva avuto molti amanti, lei all'inizio quando iniziavano a corteggiarla si sentiva eccitata poi quando arrivava al dunque basta, non sentiva piu' niente. Si era sposata con un tipo che le pareva un duro, che l'avrebbe fatta sentire donna, dominandola come piacerebbe a lei, che decidesse cosa fare, ma era stato solo violento e l'aveva mandata all'ospedale. A lei l'idea di essere dominata piaceva ma nessuno l'aveva mai dominata, aveva solo trovato un violento e dei deboli.
Maria le disse che se voleva già iniziare il corso quella sera e fermarsi li' l'avrebbe tenuta subito.
Percio' l'aveva mandata in corridoio ad aspettare. Appena ebbe finito, la presento' alle amiche, disse che pensava avesse necessità di un esempio. Potevano usare Carol e Laura e cosi' se Isabelle si ambientava sarebbe stata la prima ad inaugurare la scuola.
É vero che non poteva pagare ma se era portata avrebbe fatto da esempio per le altre o gli altri. Maria credeva che aveva delle grandi possibilità.
Helen disse che si perdeva tempo, “la ragazza è bella, ma non puoi capire le cose da un colloquio, inoltre accoglierla cosi' le pareva assai poco professionale”.
Maria ribadi' la sua convinzione: “Datemi due giorni di prova e vediamo come va, sono pronta a scommettere sul mio giudizio”.
Helen chiese: “ e cosa vorresti scommettessimo?” Maria le sorrise ironicamente e rispose: “se perdo, farai una cosa che non hai mai fatto, dopo avermi frustata per bene mi porti in quel locale di Thomas e mi prostituisci.” Helen rimase a bocca aperta, l'unica cosa che a Maria ripugnava era di essere prostituita. Helen sempre curiosa chiese: “ e se vinci?” “ebbene farai la prova di schiavitu' per me”. Helen sorridente accetto' cosi' anche le apparenze sarebbero state salve se perdeva si sarebbe sottomessa per onorare la scommessa.
L'indomani mattina Maria si recava nel laboratorio sado-maso, fece uscire dalla gabbia dove l'aveva rinchiusa la sera prima Isabelle, nuda, la ragazza aveva dormito malissimo in quella gabbia dove non poteva allungarsi. Aveva sete e necessità di andare al bagno.
Aveva scaricato la vescica incapace di trattenersi ma era stata capace di non lasciarsi andare trattenendo il desiderio di defecare, l'odore pungente di urina infastidiva Maria.
Maria le fece pulire la gabbia, con uno straccio ed un secchio d'acqua.
Poi la porto' nei bagni, e la lavo' con il getto d'acqua fredda e calda alternate, poi le permise di liberarsi gli intestini.
Alla fine le mise un collare da cane, un guinzaglio e se la porto' appresso facendole visitare il salone perchè si imprimesse nella mente le varie possibilità esistenti di esibizione e di punizione.
Nel salone arrivo' anche Helen con Carol, anch'essa al guinzaglio. Alcuni visitatori seguivano Helen che spiegava l'uso di vari strumenti.
Maria li' vicino con Isabelle, la faceva guardare ed ascoltare, si vedeva che era imbarazzata e piena di vergogna per la sua nudità, allora Maria la toccava costringendola ad allargare le gambe, e la faceva eccitare.
Dopo un po' propose ai signori di assistere ad una depilazione e cosi' s'inzio' con quel rito che l'aveva lei stessa vista protagonista pochi giorni prima, Isabelle supplico' sussurrando a Maria di risparmiarle quell'umiliazione. Ma la Dominatrice Maria sapeva bene che le schiave supplicano, ma in verità vogliono che chi comanda sia deciso e non diede nessuna retta alle suppliche della giovane Isabelle.
La costrinse con fermezza e dolcezza a salire sul lettino ginecologico, e poi inizio' le operazioni, presto la vulva piena della ragazza apparve era ancora piu' bella, con quelle carni rosee di bionda, sembrava una statua greca.
Maria la lecco' gustandosi il sapore della sua schiava facendola impazzire di piacere, portandola all'orgasmo. Maria le disse che il disagio e la vergogna di essere nuda in mezzo alla gente vestita, era una cosa che l'avrebbe stimolata, è una necessità dell'addestramento.

Capitolo 9
Il dolore della depilazione le aveva stimolato la circolazione del sangue e il piacere dopo il dolore che le aveva dato Maria, era stato sublime per alcuni attimi aveva dimenticato dov'era. Adesso sapeva che sarebbe andata oltre, l'ambiente era di quelli fatti apposta, anche le altre persone presenti avevano desideri come i suoi o contrapposti nel senso di dominio, ma sempre gli uni non potevano esistere senza gli altri.
Maria le sussurro' di arrendersi, di cedere, di non opporre resistenza e tutto sarebbe stato piu' facile, abbandonarsi all'obbedienza cieca e senza discussioni senza pensare.
Isabelle segui' Maria nuda tenuta al guinzaglio ma libera nella scelta compiuta, nei passi che aveva deciso da sola di seguire e di abbandonarsi alla volontà della padrona che gli eventi le avevano dato.
Nuda e tenuta al guinzaglio con mano ferma da Maria procedevano andando incontro ai clienti che avevano assistito allo spettacolo della sua depilazione.
Isabelle in risposta alla sua padrona Maria, sussurro', voglio veramente provarci. Intanto per mettere alla prova la sua allieva, Maria si incammino' verso il negozio ossia la parte dove entrano i clienti anche quelli che cercano biancheria normale, Isabelle tremo' al pensiero ma segui' docilmente la sua padrona.
Maria sapeva che nel negozio c'erano solo i commessi, e che il negozio era ancora chiuso cosa che la schiava ignorava.
Passarono nel negozio e i commessi rimasero sorpresi nel vedere le due donne e quella al guinzaglio che la seguiva nuda in quell'area, ma nessuno fiato'.
Maria condusse Isabelle di sopra dove c'erano gli uffici. Salendo le scale, una donna bella e vestita e un'altra nuda tenuta al guinzaglie era uno splendido spettacolo per gli amanti del genere.
Nessuno era mai uscito in quell'area in quelle condizioni, nemmeno la bella e sottomessa Laura, era sempre stata fatta coprire per percorrere quell'area.
Andarono nell'ufficio di Marthe dove stavano lavorando sia questa che Laura, che non furono sorprese visto che avevano seguito la scena da alcuni monitor. Maria chiese se non disturbasse, e se poteva stare li' con loro, dal momento che assentirono felici di quella intrusione.
Laura propose di prendere un caffè, e Maria accetto', si sedette e fece mettere Isabelle in ginocchio ai suoi piedi.
Poi rivolta a Laura le disse portami un caffè anche per la schiava ma mettilo in un piattino, lei lo prenderà lappandolo da terra, non nella tazza.
Isabelle, stette zitta, ma incasso' il colpo con un sussulto, era la prima volta che si parlava di lei come se non ci fosse, definendola in una conversazione banale schiava.
Maria si alzo' per andare a fare i caffè alla macchinetta all'angolo dell'uffiicio, Isabelle allora vide che non aveva la parte inferiore del vestito, aveva solo la giacca di un tailleur, ma sotto era nuda. Se qualcuno fosse entrato per lavoro come avrebbe fatto con i clienti, non avrebbe potuto alzarsi si disse.
La padrona di Laura aveva una mente diabolica farla lavorare in quella tenuta, doveva essere sempre preoccupata di quello che poteva accadere, ma si muoveva con sensualità e naturalezza. Isabelle le guardava le natiche sode, che avevano qualche segno di fustigazione. Marthe lo aveva fatto certamente apposta, perchè oggi venivano delle signore per vedere alcuni modelli arrivati ultimamente e Laura doveva presentarli, e sfilando per quelle signore, avrebbero notato i segni e Marthe voleva metterla in imbrazzo davanti a delle clienti che non erano venute per l'abbigliamento sado maso.
Le persone che sarebbero venute oggi erano conosciute anche da Laura, e sapevano che Laura presentava i modelli, non era una novità ma riguardo ai suoi rapporti con Marthe non immaginavano tutte le implicazioni della loro relazione, che fossero amanti questo si, ma che una dominava l'altra questo sarebbe stata una vera sorpresa.
Oggi avrebbero capito e questo metteva in ansia la povera Laura che avrebbe dovuto ancora incontrare queste persone con le quali aveva anche dei rapporti di amicizia da lunga data.
Marthe aveva detto che doveva essere una ennesima prova d'amore, di mostrare che era la sua schiava e che veniva punita, quando la sua padrona era scontenta di lei.
Siccome Laura voleva bene a Marthe, si sottomise anche a questa richiesta.
Porto' i caffè, Isabelle come ordinato lo lappo' dalla tazzina, ma non era molto pratica essendo la prima volta e sporco' il pavimento. Maria la costrinse a leccarlo, poi la prese sulle sua ginocchia e la sculaccio' a lungo, i colpi cadevano sulle natiche bianche come l'avorio di Isabelle, e ben presto divennero di un rosso acceso. Isabelle coraggiosamente per un po' si morse la lingua ma alla fine dovette supplicare di risparmiarla, imploro' Maria di perdonarla che sarebbe stata piu' attenta ma la sua suppliziatrice implacabile continuo'.
Smise solo quando Isabelle vinta smise di supplicare. Era chiaro che voleva inculcargli che era lei che decideva quando cessava una punizione, e nessuna supplica l'avrebbe fatta desistere se non lo voleva.
Appena smise, le infilo' una mano tra le cosce e prese a masturbarla, le carezzo' le ninfe che si bagnarono istantaneamente, era molto calda la ragazza, poi lentamente seguendo le sue labbra, carezzevole le cerco' il clitoride e lo stuzzico' fino a portarla all'orgasmo.
Maria chiese se ci saranno molti modelli da fare vedere, e Laura confermo' che non avrebbero fatto in tempo a farli vedere tutti e le clienti avrebbero dovuto ritornare.
Poi Maria le chiese dove era andata Marthe. “È salita” disse Laura, Maria si alzo' e ando' al telefono e chiamo' l'appartamento, quando Marthe rispose gli chiese se poteva fare sfilare Isabelle. Marthe gli disse di si' anche se gli dispiaceva rubare un po' la scena a Laura ma se era per farle un favore nell'addestramento della sua schiava avrebbe acconsentito.
Marthe le disse che lei sarebbe andata direttamente in sala, e avrebbe preparato il necessario per registrare e filmare la sfilata con tutte le emozioni che avrebbe suscitato il vedere la sua schiava in quella posizione cosi' umiliante davanti alle sue piu' vecchie conoscenze.
“Questa volta morirà di vergogna!” affermo'.
Rimasero sole in ufficio, per una mezz'ora poi arrivo' una commessa senza bussare, era una di quelle piu' esperte e anziane del negozio ed era anche autorizzata da Marthe a punire Laura se era il caso.
La commessa si rivolse a Laura: “sono arrivate le clienti, ti devo portare a prepararti” Laura come da ordini rispose “ si signorina”, si alzo' per seguire la commessa, appena in piedi la commessa con tono di comando le ordino' di girarsi. Laura esegui' prontamente l'ordine, “piegati” ordino' ancora, “ fai sporgere bene le natiche e apriti” Laura esegui' senza obiettare. La commessa la ispeziono' infilandole le dita nella fica e nel culo, poi disse “ bene sei pulita”. “ Comunque la padrona vuole che oltre a che si vedano i segni di ieri desidera che ti brucino le chiappe di fresco”.
La fece appoggiare al tavolo con il busto, e la commessa le diede una decina di sculaccioni che ravvivarono il colore delle natiche di Laura.
Al termine sempre con tono imperioso le ordino' di tirarsi su, Laura sempre sollecita obbediva come si doveva ad una schiava perfettamente addestrata e ringrazio' con un tono basso e umile.
Poi uscirono dall'ufficio e si recarono allo spogliatoio dove Laura si tolse la giacca del tailleur. Le vennero consegnati un reggicalze, calze e mutandine trasparenti indosso' quella biancheria molto elengante nera di classe, di poteva intuire che era depilata essendo le mutandine cosi' impalpabili.
Maria fece indossare un completino anche a Isabelle, e le disse segui Laura e fai quello che fa lei, imitala. Isabelle la guardo' come se fosse caduta nel panico, una cerbiatta spaventata, ma Maria le diede un bacio e le disse “ rendimi fiera di te”.
Laura fece il suo ingresso, testa alta, portamento da regina, era una donna di trentanove anni che ne dimostrava dieci di meno, era bella, e lo sapeva, molte delle sue amiche non avevano il fisico di portare quella biancheria, e lei anche se era la sottomessa di Marthe ne valeva dieci di loro, sarebbero state invidiose di certo nel vederla incedere cosi' elegante. Era solo dal rossore del suo volto che si capiva che un certo imbarazzo esisteva ma non nel portamento. Isabelle la seguiva cercando di imitarla.
Si udirono dei brusii di voci in platea, le astanti sorprese dei segni visibili sulle sue natiche forse facevano commenti. Ma loro che ne sapevano di emozioni come quelle che viveva lei.
Isabelle facendo il suo ingresso con ancora il suo collare al collo suscito' altri commenti, certo quelle donne non avevano mai fatto nulla di trasgressivo, sognato forse, ma mai sperimentato.
Laura si ritiro' e ando' a cambiare modello, poi arrivo' anche Isabelle, erano abbastanza veloci a cambiarsi e cosi' presto uscivano mostrando modelli di biancheria sempre piu' audaci.
Dopo un ora che le due modelle mostravano le loro grazie con quegli indumenti molto provocanti, si passo' a qualcosa che non potevano essere chiamati accessori ma non indumenti intimi. Infatti si trattava di reggiseni che incorniciavano il seno ma non avevano stoffa a coprirlo, mutandine che non solo erano impalpabili, ma erano con gli spacchi in modo da rendere accessibili le parti intime senza toglierle.
La commessa al secondo giro diede una strizzatina ai capezzoli delle modelle e glielli dipinse di rosso perchè cosi' risaltavano meglio sul completino che avrebbero dovuto indossare che era bianco. Fatto questo Laura ringrazio' la commessa come sempre doveva fare per ordine della sua padrona.
Entrambe le schiave erano sudate, il loro incedere avanti ed indietro sotto i riflettori il doversi cambiare rapidamente, l'eccitazione che malgrado tutto provavano per la loro nudità esibita a persone invisibili ai loro occhi ma di cui si percepiva la presenza, tutto questo era comunque emozionante e lo si capiva dal sudore che faceva brillare la loro pelle e dalla respirazione affannosa.
Erano alla fine del programma previsto per quella sfilata, e la commessa che faceva da cerimoniere annuncio' che avrebbero presentato gli ultimi modelli.
Invitava le signore alla sfilata dell'indomani con altri modelli, e per l'ultima passerella che presentava i modelli molto elaborati di reggicalze e per farli risaltare ed apprezzare agli ospiti le modelle sarebbero passate in mezzo a loro in modo da poterli apprezzare e toccare da vicino.
Entrambe le modelle dovettere indossare dei reggicalze e calze in seta, ricchi di ricami molto fini ed eleganti ma senza mutandine e reggiseno.
Per questa uscita anche a Laura venne fatto indossare il collare da schiava, la commessa spiego' che erano gli ordini della padrona, le aggancio' anche un guinzaglio. Poi si rivolse a Maria chiedendole se ne desiderava uno anche per la sua schiava.
Maria accetto' cosi' entrambe le schiave sarebbero passate in mezzo agli invitati tenute al guinzaglio nella loro condizione di schiave.
Uscirono entrambe precedute dalla commessa e da Maria che le tenevano al guinzaglio.
Mormorii e risatine eccitate si udirono provenire dalla sala. Anche Laura abituata a situazioni imbarazzanti ma sempre con gente che la pensava come loro in merito a gusti sessuali, adesso era molto piu' imbarazzante, questa gente spesso non aveva idea di cosa fosse il sado-maso, e poteva avere solo disprezzo per loro e questa era una punizione che Laura non si meritava per tutto l'amore e sottomissione dimostrata alla sua amante padrona.
Le due schiave ora con le parti intime perfettamente visibili piu' di prima, portate al guinzaglio, obbedienti, avanzavano lentamente seguendo le loro padrone.
Il reggicalze metteva in perfetto risalto la loro nudità e soprattutto la depilazione intima, che era particolarmente eccitante ma anche indecente agli occhi di benpensanti o bigotti curiosi ma poi anche malvagi nei loro giudizi.
Dopo un giro sulla pedana vennero fatte scendere per passare in mezzo al pubblico, il quale pareva colpito notevolmente e anche particolarmente allegro, infatti era da un ora che venivano serviti aperitivi alcoolici.
Molte signore fecero le scandalizzate ma erano eccitate e turbate, molte toccavano i pizzi dei reggicalze, e contemporaneamente come per inavvertenza toccavano le natiche delle schiave o qualcuna piu' audace le loro vulve, toccamenti ai quali le schiave non avevano diritto di sottrarsi. Qualcuno disse: “ sono puttane, nessuna donna onesta si esibirebbe cosi'”.
Una signora chiese quando furono vicino a lei se potteva toccare la modella, e questa le disse che se lo desiderava le lasciava la schiava a sua disposizione. La donna si alzo', osservo' Laura con la stessa attenzione di cui un mercante ha per l'acquisto di una merce. Passo' la mano tra le natiche di Laura nel solco le tasto' con insistenza il buchetto, lo penetro', era accessibile, era morbido, caldo e accogliente, lubrificato anche dal sudore. Le accarezzo' con molta attenzione le natiche passo' con il dito su ogni singola striscia lasciata dallo scudiscio, e in tutto questo l'eccitazione di essere cosi' esibita in una situazione inusuale, esibita e toccata senza osare ribellarsi, vide una sua amica che la guardava con un ghigno di disprezzo ma non osava muoversi.
La cliente disse “mi piacerebbe sculacciarla, è possibile?”.
La commessa rispose che se lo desiderava lo poteva fare, ma solo se tornava l'ultimo giorno della sfilata, al momento non era possibile e solo dopo avere il permesso della padrona.
La modella era anche schiava ma la sua padrona la poteva concedere a determinate condizioni.
Maria si accorse che la commesa aveva un auricolare quindi dedusse che Marthe le suggeriva cosa dire.
La sfilata fini', Laura rimise il suo giacchino e sempre senza coprire la parte inferiore si piazzo' nel corridoio che dava all'uscita dalla sala per ringraziare le signore intervenute.
A nessuna nemmeno a quelle che abitualmente dava del tu, si permise di prendersi confidenza, fedele al suo ruolo di schiava. Poi venne riaccompagnata in ufficio dove Marthe l'attendeva.
Maria si rese conto che tutte quelle Signore sarebbero tornate, la loro morbosa curiosità non era ancora appagata.
capitolo10
Maria rimase sola con Isabelle, la tocco' e la trovo' inondata, sorrise dicendole: “ mia piccola puttanella la tua fica è un lago di piacere” avanti dimmi le tue sensazioni.
Isabelle con voce flebile dovuta all'eccittazione disse che non si era mai sentita cosi' piena di vergogna era come se fosse su una piazza pubblica nuda ed esposta al pubblico ludibrio, è stato terribile la paura le gravava sullo stomaco e contemporaneamente non riusciva ad impedirsi di eccitarsi. Si sentiva sporca ma quella specie di vergogna le faceva bagnare la passera, quando poi senti' che dicevano “sono puttane” se qualcuna le avesse toccato il sesso penso' che avrebbe goduto.
Si sentiva puttana cosi' esibita, una cosa un oggetto di cui si puo' disporre solo da usare come un buco e aveva desiderato essere toccata da decine di mani, pizzicata o anche solo sculacciata. Ma portata all'orgasmo.
Maria le disse che adesso l'avrebbe frustata. La porto' nel laboratorio, dove oramai non c'era quasi piu' nessuno, decise di piazzare Isabel sul palco, non c'era che un paio di clienti che si fermarono per assistere, allo spettacolo ed anche Helen con Carol.
Maria scelse un gatto a nove code fatto di pelle morbida, non le avrebbe provocato ferite, o dolori insopportabili, ma il pizzicore che avrebbe provato per tutta la notte sarebbe stato costante.
Non la lego' e glielo disse, e le ordino' di mantenere la posizione per tutta la durata della punizione.
Isabelle promise di fare come desiderava la sua padrona. Inizio' con un colpo che arrivo' sulle natiche in pieno di traverso da destra verso sinistra.
Poi lentamente facendo in modo che ogni colpo venisse assorbito dalla schiava, che tremava mentre attendeva per il secondo e poi per il successivo. Le natiche erano oramai rosse di striature irregolari, un culo favoloso cosi' segnato per il piacere dei suoi padroni e degli spettatori. Maria con il suo modo di dosare il colpo porto' la schiava quasi all'orgasmo e solo con l'uso della frusta. Poi le si avvicino' le tocco' le natiche con la mano, erano bollenti, la schiava ando' incontro alla carezza offrendosi e allargando le cosce, la carezza scese nel solco e con pochi toccamenti delicati Maria porto' all'orgasmo la schiava eccitata. Isabelle crollo' sul cavalletto agitando il bacino incontro alle dita che si erano infilate delicatamente nella vagina allagata, sconvolta da un orgasmo che non si era mai sognata di avere in vita sua.
Fu uno spettacolo, vedere una ragazza cosi' bella che godeva, era eccitante per tutti i presenti.
Maria le bacio' le natiche martoriate dai colpi, la lascio' che si calmasse carezzandola dolcemente,poi la prese in braccio e se la coccolava dicendole che sarebbe stata una meravigliosa schiava, doveva solo lasciarsi andare cosi' come aveva fatto.
E Isabella lo voleva, si lo voleva e glielo disse, sussurrandole parole di devozione all'orecchio, sarebbe stata sua, la sua devota schiava.
Le sue parole ultime prima di assopirsi nelle braccia di Maria furono “ padrona adesso che l'ho trovata preferirei morire che non essere la vostra schiava”.
Helen era li' accanto ed udi' quelle parole, era gelosa, mai avrebbe immaginato di vedere una cosa del genere, in meno di ventiquattro ore e senza nessuna particolare violenza Maria aveva conquistato quella ragazza facendone una schiava devota.
Sapeva di aver perso la scommessa.
Erano in casa sedute intorno al tavolo da pranzo, ed Helen al termine della cena disse: “ho perso la scommessa, quando vuoi cominciare Maria?”
Fu Marthe a parlare: “ sei una che sa perdere e mantiene la parola, mi piace questo tuo coraggio, molte se la sarebbero rimangiata”.
Maria disse: “ io credo che è inutile rinviare ulteriormente, cominceremo subito, se la signora è d'accordo” quel la Signora era un po' ironico, ma Helen non fece una piega.
“Si' sono d'accordo” rispose con tono deciso Helen.
Maria le disse che se adesso i ruoli erano inverititi, non sarebbe stato facile per lei e quindi non essendo particolarmente calata nel personaggio della sottomessa era bene ribadire le regole, anche se Helen le conosceva.
“Allora, ecco da oggi sino alla fine delle nostre vacanze, mi chiamerai padrona, e dovrai obbedire ai miei ordini, e di quelli di chiunque a cui ti daro', sono stata chiara?” “ Si... padrona” con fatica ma pronuncio' quelle parole. Le regole dovevano essere rispettate.
Maria le ordino' di spogliarsi e di lasciare gli abiti li', poi la condusse al laboratorio, senza permetterle di andare al bagno come aveva chiesto.
La rinchiuse nella gabbia come aveva fatto con Isabelle il giorno prima.

Helen non riusci' a dormire chiudeva gli occhi ma la posizione era scomoda, carponi dentro la gabbia senza potersi stirare con degli stimoli che con il passare delle ore sarebbero aumentati.
Ogni tanto si appisolava ma si risvegliava appena cercava di muoversi, una tortura vera e propria, si rese conto che questo sistema l'avrebbe portata a cedere a qualsiasi richiesta pur di evitare di essere rimessa in gabbia.
Al mattino presto, Maria venne a vederla e le apri' la porticina della gabbia per darle dei biscotti da mangiare.
Solo dopo aver mangiato i primi due si accorse che erano piccanti, sputo' il terzo, Maria la guardo' divertita, richiuse la gabbia e se ne ando'.
Gli stimoli a dover scaricarsi, la sete e la gola che le bruciava a causa dei biscotti, Helen inizio' a piangere per la situazione in cui si trovava.
Maria sapeva che poteva lasciarla li' per almeno due ore e mezza prima che arrivassero i primi visitatori.
Maria chiese a Marthe di impegnare Carol ed Isabelle, per la giornata, in modo da lasciarla libera di occuparsi di Helen, cosi' le due schiave vennero affidate a dei commessi per il laboratorio.
Mentre facevano colazione Marthe disse: “sarebbe bello poter usare Helen nella sfilata di domani, magari potremmo invitare suo marito ad assistere, e anche il tuo se lo desideri” Maria rispose che era d'accordo. Si sarebbero divertiti di certo.
Laura portava un nuovo Tailleur, ma sempre e solo la giacca, come il giorno precedente, Bussarono alla porta, del loro alloggio, ed entro' la commessa che aveva presentato la sfilata, Marthe allora le disse che alle dieci sarebbero arrivati dei clienti importanti, lei doveva assicurarsi che Laura li ricevesse nel modo adeguato, secondo le sue istruzioni. La commessa rispose che se ne sarebbe occupata volentieri, Laura chiese alla nuova venuta se desiderava del caffè. Quest'ultima accetto' volentieri. Servizievole ando' a prenderglielo in cucina, allora la commessa fece notare a Marthe che la sua schiava aveva una capacità di recupero incredibile, i segni del giorno prima ben visibili ieri, oggi oramai erano cosi' pallidi da non notarsi quasi piu'.
Era questo il bello, con queste capacità di recupero si poteva punire tutti i giorni.
Marthe disse a Maria che era una fortuna avere incontrato Carmen, presto si sarebbero trasferite al Ranch.
Poi rivolta alla commessa le disse: “Lola, se dovessimo andare fuori città ti sentiresti di dirigere la baracca?” La commessa rispose affermativamente. Laura verso' il caffè alla commessa, appena ebbe finito Marthe se la attiro' appresso facendola sedere sulle sue ginocchia, la bacio' sulla bocca, e le raccomando' “quei clienti sono molto importanti mi raccomando di soddisfarli pienamente”. “ Saro' arrendevole come non mai” rispose Laura.
Lola finito di bere il caffè le mise il guinzaglio e se la porto' in ufficio. Marthe se ne andava alle sue incombenze. Ossia seguire il tutto dai monitors.

Maria ando' nel laboratorio, a trovare Helen che oramai se l'era fatta sotto, non aveva resistito oltre, era entrato Thomas il nero, con la schiava rossa, ma senza il marito di lei, e guardava Helen nella sua vergogna. La bella padrona Helen che si agitava nella gabbietta.
Ora si sentiva come un animale in gabbia, sporca dei suoi escrementi, con una sete terribile, mal di pancia, insomma era a pezzi.
Erano i primi clienti che stavano arrivando, oltre a Thomas, solo altre due coppie, che si erano avvicinate.
Helen chiuse gli occhi, era colma di vergogna, non voleva vedere i loro sguardi di derisione, poi non ce la fece rilascio' anche la vescica e comincio' a pisciare un getto lungo e continuo che usciva dalla gabbia dietro di lei come fosse una cavalla sotto le risate dei presenti, lacrime di avvilimento le rigavano il volto, era sconfitta totalmente, supplicava mentalmente Maria di arrivare a liberarla.
Maria si era goduta la scena stando in disparte, e adesso ne era certa, la bella e altera padrona Helen non si sarebbe piu' ripresa da quella vergogna.
Cadrà nelle sue braccia e non le rifiuterà nulla. La sete e l'umiliazione di questa mattina saranno un monito per ogni sua eventuale disubbidienza.
La sottomissione di Helen sarebbe diventata assoluta e da subito. Maria aveva preparato tutto, prese un piccolo innaffiatoio di quelli a mano, cosi' si avvicino' ,e attraverso la griglia inizio' a lavare la schiava, annaffiandola.
Helen sentendo l'acqua apri gli occhi, vide maria in piedi accanto a lei, la sua bella e piccola schiava Maria, la diabolica padrona Maria che avrebbe ottenuto la sua resa.
Maria le chiese se aveva sete ed Helen le rivolse uno sguardo di supplica, annuendo con la testa.
Allora Maria sollevo' una gamba ed Helen vide che aveva in mano una caraffa, stava pisciando dentro la caraffa, ecco con cosa l'avrebbe dissetata, lacrime di umiliazione le bruciavano le guance.
Poi offri la bevanda alla schiava Helen che bevve senza lasciarsene sfuggire un sorso, come voleva la sua padrona, non avrebbe resistito abbandonata nella gabbia senza bere.

A casa nel frattempo i mariti oltre a lavorare si ritrovavano per parlare e passare il tempo, senza le mogli non avevano voglia ognuno di cucinare cosi' si davano una mano ora da uno ora dall'altro.
Avevano tutti dei loro sogni o dei progetti, George aveva scoperto che Tony aveva fatto un filmato di lui ed Helen, prima delle vacanze, e l'aveva mandato a Marthe, con la quale era entrato in contatto senza dirlo alla moglie.
Le disse che avrebbe voluto dare una svolta alle loro abitudini e di avere sua moglie meno indipendente, anzi totalmente sottomessa ma non solo qualche volta, perchè tanto lei si diverte lo stesso e questo suo egoismo gli dava fastidio. Aveva troppe distrazioni e cosi' desiderava averla sottomessa, e se doveva fare qualcosa con qualcun altro era perchè era lui che glielo ordinava.
Marthe gli aveva promesso che lo avrebbe aiutato, gli chiese di investire nel suo progetto, di cui aveva già fatto i piani con Carmen, la quale l'avrebbe aiutata nella messa in scena per rimettere Helen in careggiata. George dopo aver preso visione del progetto immobiliare perchè non voleva correre rischi accetto' e divennero soci.
Anche Robert sperava di riavere sua moglie per se, e non sempre piu' spesso impegnata a fare da schiava ad Helen. Quindi anche lui entro' nel complotto e convinse la sua dolce metà a fare altrettanto.
Mark da quando Carol lo aveva tradito con il maestro di tennis, voleva averla ridotta in totale schiavitu' e la voleva cosi' sottomessa da poterle imporre anche un'amante alla quale si sarbbe dovuta sottomettere.
Tony era in grande confidenza con George per questo gli aveva dato il filmato di quella sera, sarebbe stato utile per intrappolare Helen ed avendo conosciuto le idee di George glielo diede.
Tony era rimasto fortemente turbato, non riusciva a fare altro che pensare ad Helen la madre della sua ragazza, che veniva frustata sul suo grosso culo sodo e rotondo che pareva fatto apposta per quello.
Infatti disse che con Susan da quando facevano l'amore, dopo quella sera, ma in modo sempre piu' assatanato. Era sempre quel film che guardavano. George si dimostro comprensivo.
Con il ragazzo aveva un rapporto quasi fraterno, in fondo lui avrebbe voluto un maschio ma la vita gli aveva dato una figlia e dopo Helen non potè piu' concepire l'avevano sterilizzata a causa di complicazioni e l'itervento era stato necessario.
Cosi' diede una tessera anche a lui per entrare nel club delle sue socie, gli spiego' come funzionava il negozio con il laboratorio dietro per clienti interessati al sado-maso.
Tony decise di andarci con Susan appena possibile, ossia alcuni giorni dopo che aveva la tessera. Con Susan avevano fantasticato parecchio su queste cose, e Susan si faceva legare e anche sculacciare ma non voleva essere sodomizzata.
Tony accompagnato da Susan, entro' nel negozio, e alla commessa esibi' la tessera che gli aveva dato George.
La commessa lo invito' a seguirla, arrivarono agli spogliatoi, e gli chiese se la ragazza era la sua sottomessa, e se cosi, avrebbe potuto spogliarsi qui'. In genere gli schiavi entrano nudi.
Susan guardo' stupita la commessa che si permetteva un simile atteggiamento e voleva andarsene.
Tony deciso ad andare fino in fondo, le disse “vieni entriamo”, le fece un po' di coccole, e la convinse a spogliarsi in fondo faceva parte dei giochi sui quali avevano fantasticato.
Le disse: “se mi ami giocherai con me, mi obbedirai e tutto andrà bene”. Susan piena di vergogna si denudo', la commessa consegno' a Tony un collare munito di guinzaglio e lo cinse intorno al collo di Susan, le tocco' la passerina che era bagnata. Segno che benchè ritrosa si stava eccitando.
Entrarono nel labortorio, lui davanti e lei tenuta al guinzaglio che lo seguiva, cominciarono a guardare gli stand. Non c'era molta gente, un paio di coppie, tutte le donne erano nude e con il guinzaglio, eccetto le commesse.
Entrato nel primo stand c'era una gogna nella quale improgiono' Susan e le chiese che impressione le faceva.
Susan disse che si sentiva indifesa, vulnerabile ed eccitata di sapere che chiunque avrebbe potute farle quello che voleva.
Piu' in la in un altro stand dove stavano radunate le altre coppie, Helen dentro alla sua gabbia aveva supplicato la padrona di darle da bere, ancora da bere, qualsiasi cosa, anche direttamente dal suo pube.

Maria aveva conservato un po' di urina nel boccale e la diede ad Helen, la quale oramai supplicava proprio come una schiava, ogni segno di orgoglio in lei era scomparso, la chiamava padrona e senza titubanze nè sforzi, con devozione pronta ad ogni ordine.
Una nottata come quella l'aveva resa pronta alla sottomissione. Maria era fiera di sè, la sua esperienza di schiava era tale da sapere meglio di chiunque come sottomettere qualcuno.
Inoltre anche i consigli di Carmen le erano stati utilissimi, era stata la sua migliore allieva, cosi' le aveva confidato Carmen.
Fece uscire Helen e la fece accompagnare da un commesso a procurarsi il necessario per ripulire la gabbia.
Appena ritorno' con secchi e stracci, Helen si mise a pulire a fondo la gabbia, dopo in un angolo, appositamente predisposto con uno scarico, venne lavata con un getto.
Dopo di chè le mise il collare da schiava che aveva portato e con un guinzaglio come simbolo di potere se la porto nello stand dove sarebbe stata depilata.
Legata al lettino, venne depilata con la ceretta, e urlo', non era abituata a quel trattamento, Maria che le era a fianco le impose il silenzio.
Una volta depilata, le fece vedere la sua fichetta che pareva quella di una bambina cosi' bella e liscia.
Non venne slegata un uomo con altri strumenti le si avvicino' e si accinse a forarle le grandi labbra, e applicare degli anelli di un centimetro di diametro.
Lo stesso avvenne ai capezzoli, li' urlo' ancora di piu' perchè quelli non erano segni che si fanno per scommessa erano segni di schiavitu'permanenti.
Helen pianse e supplico', ma senza commuovere nessuno, l'uomo era comunque un chirurgo, non uno che lo fa per passare il tempo, poi le fece una piccola anestesia locale perchè le avrebbe forato anche la clitoride non avrebbe resistito senza una parziale anestesia, sentiva dolore ugualmente perchè non volevano che non sentisse dolore era necessario che capisse cosa le veniva fatto, e cosi' anche la clitoride ebbe il suo bell'anellino.
Tony e Susan avevano sentito alcune grida e andarono a curiosare, infatti all'inizio Susan non voleva perchè si vergognava di avvicinarsi agli altri ma la curiosità aveva vinto sulle sue paure. Quando giunsero assistettero all'ultima parte dell'operazione, quella della foratura della clitoride di una schiava stesa su un lettino da massaggi o chirurgico, legata e con anelli sui capezzoli e sulle labbra del sesso.
Non la riconobbero, non vedevano il volto, che era coperto da un paio di persone, ma vedevano le sue parti intime soltanto.
Solo quando il dottore si sollevo' dopo aver applicato l'anello Helen trovo' la forza di sollevare la testa.
Susan colta di sorpresa esclamo' “Mamma?”. Ma nessuno gli fece caso, l'urlo di Helen nel vedere come le avevano ridotto la passerina copri tutto.
Tony le disse di tacere, e si misero un po' al coperto sul lato quasi dentro allo stand adiacente, e quindi non visti da Helen. Nel frattempo uno dei commessi spiegava perchè era utile ferrare gli schiavi nei punti strategici, era molto utile per legarli e sottometterli maggiormente.
Oltre tutto esteticamente dei capezzoli ingioiellati erano veramente attraenti e diventano piu' sensibili. Il clitoride, ferrato con l'anello permette di mantenere la schiava eccitata e con un non nulla la si porta a quel livello di eccitazione che la rende piu' malleabile per soddisfare i suoi padroni.
Helen ricevette dal medico una pastiglia di antibiotico, le venne passata una pomata anestetizzante e disinfettante che doveva aiutare la cicatrizzazione.
Solo quando le operazioni furono finite venne fatta alzare, era veramente affascinante, Maria le tocco' gli anellini, “una bella signora diviene una bella schiava” commento'.
Helen oramai vinta anche nello spirito, e la depilazione aveva contribuito, ed il piercing lo aveva invece completato, oramai entrata nel suo ruolo e volendo dimostrarlo alla sua padrona anche per non incorrere in punizioni ulteriori inginocchiatasi disse: “ grazie padrona mi avete fatto capire cosa mi serva, saro' la vostra devota schiava”.
Da un giorno schiava, e Maria aveva compiuto un lavoro eccezionale, era soddisfatta di sè, si incammino' tirando il guinzaglio e Helen obbediente segui' docile la sua padrona.
Uscita Helen, Tony chiese a Susan se si farebbe depilare, per amore suo, e Susan turbata ma eccitata accetto'. Poi una volta che la fanciulla fu depilata, acquistarono una frusta e delle manette.
Tony voleva rientrare e riferire quello che aveva visto a George, quella sera al rientro dal lavoro.
Maria uscita dal labortorio con Helen dietro di lei che la seguiva ormai domata completamente. Sotto lo sguardo attonito di alcuni clienti del negozio che era aperto al pubblico normale i quali videro due donne una vestita di tutto punto che tirava dietro di se una donna nuda tenuta al guinzaglio.
Maria porto' Helen nella sala dove si facevano le presentazioni dei capi di biancheria dove avevano già sfilato Laura ed Isabelle.

CAPITOLO 11.
La fece sfilare sulla passerella, non c'era nessuno, le disse che doveva camminare ancheggiando, era una prova, e si aspettava il massimo impegno. Helen si impegno' per soddisfare l'ordine, ma Maria la richiamava in continuazione. “Alza la testa, adesso incedi con grazia, sembri una contadina che sta andando nei campi, stupida inetta” questi erano gli epiteti meno crudi per sottolineare le movenze di Helen.
Alla fine le rimise il guinzaglio e raggiunsero l'ufficio di Marthe, dove Maria chiese se l'indomani avrebbe potuto far partecipare alla sfilata Helen, riteneva potesse essere interessante per il suo “dressage”.
Marthe le disse che potevano discuterne, intanto metti di là la schiava, in bagno c'è un gancio per il guinzaglio fatto apposta. Cosi' fece Maria, condotta Helen nel bagno fisso' il guinzaglio al gancio e le disse di restare con la faccia al muro, e le mani dietro alla schiena “poi verro' a prenderti e se ti sei mossa guai a te”. Le disse la bella e autoritaria Maria, e ricopriva il suo nuovo ruolo con una maestria da credere lo avesse sempre fatto.
Ritornata nell'ufficio di Marthe venne invitata ad osservare la trattativa che avveniva nell'ufficio accanto, tramite i monitors.
Si vedevano la commessa Lola, e Laura che parlavano di un investimento con due maturi signori eleganti. Laura impeccabile seduta dietro la sua scrivania pareva normale con la giacca del suo elegante tailleur, Lola invece era in piedi accanto alla scrivania, e ogni tanto si voltava verso una tabella appesa commentando un grafico.
Oltre all'investimento c'erano dei disegni tecnici che illustravano come avrebbero dovuto essere costruiti dei padiglioni molto particolari. Il complesso era composto da sale grandi dove fare delle vere e proprie palestre, nochè da aree che parevano corridoi di uffici ma le stanze erano vere e proprie celle.
Inoltre il mobilio, molte strutture erano necessarie per appendere le persone, gabbie di contenzione ecc.
Anche una piccola clinica era prevista sia per l'assistenza sanitaria che per alcuni interventi di chirurgia estetica sui clienti, in particolare piercing, tatuaggi ed eventualmente marchiature al ferro, incisioni sulla pelle, tutte cose legate alle esigenze dei clienti masochisti o sadici.
Questi imprenditori avevano non solo la disponibilità economica ma essendo nel settore immobiliare anche la competenza tecnica per portare a compimento il progetto.
Pero' si chiedevano come era possibile ammortizzare in tempi brevi un simile complesso, c'era una richiesta in tal senso? Era una incognita, a loro parere.
Lola allora fece loro vedere una lista di contatti preliminari e di prenotazioni già in corso per una eventuale struttura simile, ma che non avrebbero mai potuto evadere interamente con la organizzazione attuale, le strutture del Ranch erano incomplete, è solo per iniziare l'attività ed è già in grado di operare, ma con una struttura completa le prenotaztioni sarebbero state evase tutte, adesso non possiamo ospitare piu' di venti persone, ma poi possiamo arrivare a cinquanta o sessanta posti, di cui solo la metà schiavi da addestrare, oggi se ci portano una schiava o uno schiavo ci troviamo a doverci limitare in quanto non ci sono sufficienti spazi e dobbiamo rifiutare molte prenotazioni.
Inoltre con la struttura come la prevediamo noi, daremmo vita ad una vera scuola dove potremmo prendere e ospitare per tre o sei mesi gli allievi schiavi. Un buon dressage puo' richiedere molto o poco tempo, ma in meno di tre mesi i risultati non sono garantiti.
Lola fece una pausa e chiese agli ospiti se desideravano qualcosa da bere, un caffè o una bibita.
Loro accettarono, a quel punto si rivolse a Laura ordinandole di servire i signori. Laura si alzo' e questi si accorsero che il suo abbigliamento era solo parziale ebbero un sorriso imbarazzato e di sorpresa.
Lola spiego' che Laura era una schiava perfettamente addestrata e potevano constatare subito i risultati di un addestramento di livello superiore.
Quando si voltarono videro le natiche di Laura marcate da striature rosse, segno che era stata punita, iniziarono a sudare ed era evidente la loro eccitazione.
Appena Laura torno' con il vassoio servi' i due signori come una provetta cameriera, accanto a loro, entrambi potevano ammirare le sue grazie offerte ai loro sguardi pieni di desiderio.
Suono' il telefono e Lola rispose, poi disse: “perdonatemi signori, devo assentarmi per una mezz'ora, comunque vi lascio la schiava a disposizione” e rivolta a Laura disse: “soddisfa ogni desiderio dei signori come fossero i tuoi padroni o guai a te”. Usci' lasciandoli soli.
Laura in piedi accanto a loro, come in attesa di ordini, i due uomini si guardarono imbarazzati, e nessuno faceva nulla.
Alla fine uno dei due si rivolse a Laura e chiese: “ cosa intendeva la sua amica per resta a loro disposizione” Laura con voce bassa e sottomessa dal tono dolcissimo e suadente rispose “ vi devo considerare come miei padroni e faro' qualsiasi cosa mi ordinerete”.
I due si scambiarono uno sguardo d'intesa, allora quello piu' vicino le disse: “togliti la giacca”, Laura levo' l'indumento mettendo in mostra le sue splendide tette sode come obici di cannone” l'uomo le chiese di girarsi e Laura inizio' a girarsi, appena gli fu di spalle le diede una manata sul culo, e Laura protese immediatamente il suo posteriore offrendosi meglio, se desiderava ancora colpirla, ma l'uomo adesso inizio' ad accarezzarle le natiche penetrando nel solco andando a solleticare l'ano, e le labbra del sesso, Laura apri' maggiormente le gambe per offrirsi si piego' leggermente cosi' era piu' accessibile alle impudiche carezze dell'uomo, anche l'altro si avvicino' e inizio a toccarla, una donna bella con un fisico da modella a loro disposizione e potevano ordinarle qualsiasi cosa, lei li avrebbe soddisfatti.
Si' era una schiava addestrata alla perfezione per la gioia di chiunque, il sogno di ogni maschio del mondo o quasi.
Le ordinarono di mettersi in ginocchio, cosa che prontamente fece, la obbligarono a camminare carponi per la stanza, con le natiche che si muovevano ondulando ed i seni pendenti sotto di lei agitati lievemente dal suo incedere, eppure era cosi' bella e piena di grazia nel muoversi. La desideravano come forse non avevano mai desiderato una donna, ma non avevano mai avuto una donna cosi', arrendevole e disponibile.
La richiamarono e uno dei soci le disse che voleva essere succhiato, Laura si avvicino' a lui in ginocchio e appena gli fu davanti apri' i suoi pantaloni, per tirare fuori il suo pene che era già eretto, lo bacio' sulla punta con delicatezza e intanto dal sotto alzava lo sguardo verso l'uomo il quale gli pareva di vedere uno sguardo pieno di amore, illusione o forse ogni padrone che soddisfava era l'amore di quel momento. Ad ogni modo lo bacio' sulla punta asportando una perla di sperma che occhieggiava, poi lo lecco' lungo tutta la superficie esterna. Quando lo imbocco' conficcandoselo tutto in bocca continuando a guardare l'uomo, egli emise un sospiro di piacere, ache l'altro intanto aveva estratto la sua verga.
Si era andato a piazzare accanto al suo socio, e Laura prese in mano il suo pene masturbandolo con lentezza esasperante, poi abbandono' il primo e si rivolse al secondo,passava dall'uno all'altro con maestria, erano cosi' eccitati che non gli ci volle piu' di cinque minuti per farli godere nella sua bocca, ingoiando il loro sperma come fosse un elisir.
Avevano appena finito che rientro' Lola la quale aveva controllato tutta la scena dai monitors con Marthe e Maria.
I due si ricomposero, imbarazzati poi con un sorriso timido dissero, “ci siamo permessi di usufruire della sua amica”.
Lola rispose: “ la schiava era a vostra disposizione, avete fatto benissimo, noi trattiamo con i guanti i nostri soci, tanto quanto i nostri clienti”.
Laura rimase nuda in ginocchio fino a quando Lola non le diede l'ordine di rialzarsi, e di rimettersi in ordine. Appena ebbe indossato la giacca si accomodo' in poltrona e attese che i due decidessero, firmarono subito un preliminare, e decisero di prendere appuntamento con Carmen per stabilire i sopraluoghi delle zone dove fare le costruzioni.
L'uomo piu' anziano chiese se ogni schiava addestrata da voi sarà del livello di questa spero, e Lola rispose che poteva contarci, e che per i soci ci sono delle offerte speciali.

L'indomani Laura, Helen, Carol e Isabelle parteciparono alla sfilata, presentarono diversi modelli molto audaci, la sfilata si svolse praticamente come le precedenti, le novità erano la presenza di Helen e Carol, in piu', non era stata programmata, una sorpresa in pratica per tutti. C'erano le amiche di Laura, le quali conoscevano alcune anche Helen. In mezzo alle clienti vi era Carmen che con il suo occhio clinico spiava le ospiti al fine di individuare eventuali prede o complici.
Con alcune fece delle battute sarcastiche sulle modelle, sul loro incedere sulla loro sensualità e sul fatto che erano tutte con le natiche segnate segno che erano delle masochiste, cosi' osservava l'effetto delle sue parole sulle persone. Fece anche palesare che dal momento che presentavano molti modelli in stile sado-maso, forse era solo un trucco, che pareva fossero state punite ma con le tecniche di oggi si puo' imitare qualsiasi cosa.
Molte quando lei disse dovremmo pretendere una seduta punitiva per le modelle in modo da verificare se sono vere o fingono.
Alcune delle presenti annuirono qualcuna arrossi' insomma atteggiamente vari. Comunque Carmen riusciva ad influenzare le persone.
C'erano tra gli invitati anche George, Robert e Tony, che si gustavano lo spettacolo, Mark per un impegno sul lavoro dell'ultimo momento non aveva potuto essere presente.
Erano tutti in ansiosa attesa, di vedere gli sviluppi, Maria aveva detto che ci sarebbe stato uno spettacolo veramente eccezionale e quando Helen si sarebbe accorta della presenza del marito e poi del ragazzo di sua figlia, sarà uno spettacolo da non perdere.
Le schiave avevano già presentato diversi modelli quando vennero fatte fermare nel retro prima di continuare, usci' Lola per annunciare che in base alle richieste di alcune clienti, già fatte nei giorni precedenti e per aumentare l'autenticità della sfilata e della presentazione dei modelli sado-maso le clienti presenti potevano richiedere di sculacciare personalmente le schiave prima di proseguire la sfilata. Questo avrebbe dimostrato che erano autentiche schiave sottomesse, che potevano venire usate da chiunque avesse avuto abbastanza polso e autorità. Le prenotazioni vengono accettate solo tra le clienti che hanno intenzione di acquistare quattro modelli facendo l'ordine adesso, avranno diritto a rifilare una sculacciata di dieci colpi alla schiava di loro scelta.
Carmen volendo dare l'esempio e disse che ordinava subito quattro modelli e voleva la schiava Helen.
Carmen sapeva che c'era il marito e non aspettava altro che dimostrare come fosse stata trasformata la moglie come era suo desiderio, inoltre non voleva privare la maggior parte delle amiche di Laura della scelta della stessa.
Cosi' scattarono le richieste che furono diverse, almeno sei scelsero Laura, due oltre a Carmen scelsero Helen, quattro Carol, e otto Isabelle, che era la piu' giovane delle schiave.
Helen si trovava sulle ginocchia di Carmen, pronta a ricevere una sculacciata come una bambina, i colpi iniziarono a piovere sulle sue natiche indifese, si sentivano risate eccitate dalla sala.
Alla fine dei dieci colpi la bella Helen, aveva trovato una che sapeva bene come si sculacciava, aveva il sedere in fiamme, umilmente bacio' la mano che l'aveva punita e che le veniva offerta da omaggiare.
Le donne si susseguirono, le schiave attendevano il loro turno alternandosi sulla pedana dove era stata messa la sedia per le clienti.
Mentre ogni schiava veniva punita quella che aveva finito di subire la punizione restava in ginocchio sulla pedana con le natiche rivolte verso gli spettatori.
Anche le altre signore cercarono di imitare Carmen avendo visto come era sobbalzata Helen sotto i suoi colpi, e lo spirito di emulazione aveva portato alla somministrazione di punizioni di buon livello, che le schiave sentirono bene e le spettatrici apprezzarono.
La parte piu' dura per Laura era che alcune delle punitrici erano state amiche sue, con le quali si sentiva regolarmente e ora l'avrebbero presa sulle ginocchia e sculacciata, la vergogna che provava era evidente ma si sottomise da brava schiava.
Isabelle fu l'ultima e subi' la punizione piu' severa, otto clienti se l'erano prenotata, ottanta sculacciate non erano uno scherzo.
Nel frattempo le altre schiave in fila le natiche rivolte all'assemblea attendevano la fine della sculacciata a cui era sottoposta Isabelle, la quale oramai era tutto un dolore, perchè le signore erano scatenate. Le sue grida si facevano sentire e suscitavano vari sentimenti nelle astanti.
C'era chi li trovava eccitanti, chi rideva, chi era impressionata e forse qualcuna curiosa di provare.
Al termine delle punizioni le schiave vennero fatte alzare e dovettero riprendere la sfilata con completini in cuoio o plastica lucida, rossi o neri, ma sempre molto sexi, vennero fatti vedere dei falli finti, in plastica o in cuoio, idonei per essere messi su schiave da allargare, erano sia anali che vaginali, potevano essere mantenuti in sede con delle apposite cinghie, questi orpelli vennero fatti indossare direttamente sulla pedana, alle schiave in modo che le spettatrici godessero dall'inzio alla fine dello spettacolo di vagine e ani che venivano forzati, e accoglievano questi oggetti che da misure piu' piccole arrivavano a misure sempre piu' grosse.
Comunque i piu' grossi vennero fatti vedere soltanto, alle schiave vennero fatti indossare solo quelli fino alle medie misure.
Al termine della sfilata, le schiave dovettero indossare un completino composto di calze con reggicalze e grembiulino bianco ma trasparente, e passare ad offrire bevande e stuzzichini alle ospiti.
Helen durante il suo servizio, incontro' suo marito con Tony e Robert, erano stati raggiunti da Maria la quale, relazionava delle qualità di schiava che erano emerse in Helen, in solo due giorni aveva bruciato le tappe, era una vera schiava e non era possibile che potesse tornare a ruoli dominanti. Helen che era stata trattenuta da Maria in modo che potesse ascoltare i complimenti su di lei, era rossa in volto, solo ora si rendeva conto della sua esibizione davanti al marito e soprattutto si vergognava per la presenza di Tony.
Alla fine della serata quando le ospiti se ne furono andate, Maria condusse Helen fino al marito che era rimasto con i suoi amici, e Maria tese il guinzaglio a George dicendogli, “ecco a lei, credo che la sua schiava sia pronta per prendere servizio e rientrare a casa”.
George prese il guinzaglio, Helen adesso si disse che doveva fargli atto di sottomissione, perchè in fondo era stata penetrata senza il suo permesso anche in casa di Carmen gli bacio' le scarpe, piangendo.
In verità aveva trovato se stessa ed il vero ruolo che le competeva per indole, sulla quale aveva fatto violenza per anni ingannandosi.
Nel frattempo era arrivato anche il marito di Carol a sfilata ultimata per vedere Carol, la quale sperava la riportasse a casa.
Carol ai piedi del marito gli chiedeva perdono e che sarebbe stata fedele, ma lei non sarebbe rientrata a casa, Mark per lei aveva già deciso che aveva bisogno di un maggiore addestramento, vicino a lui c'era Carmen e lui benchè avesse già preso accordi chiese alla bella e severa Carmen se era disponibile a perfezionare l'addestramento di Carol.
Carmen gli disse che era piu' che disponibile e lo bacio' sulla bocca davanti alla piu' che umiliata Carol.
Intanto Maria con Robert parlottavano e si tenevano stretti, e Maria gli diceva che adesso lui poteva fare di lei cio' che voleva, nessuno l'avrebbe distolta dai suoi doveri coniugali. Maria chiese a suo marito se poteva tenere almeno Isabelle, le sarebbe piaciuto tenere una schiava a sua disposizione “e la schiava della tua schiava è anche tua mio signore.” aggiunse in un tono carico di promesse.
Robert acconsenti' al capriccio della moglie.
Laura invece era li' in attesa che Marthe la gratificasse un po' per la sua prestazione, anzichè dimostrarsi distratta.
Laura era frustrata, ma attese con pazienza che tutti si congedassero e poi Marthe venne ad occuparsi di lei, riportandola di sopra dove avevano l'alloggio nel quale diedero libero sfogo ai loro desideri amandosi per la notte.
Helen era a casa, ma i ritmi della sua vita erano cambiati appena arrivati la sera prima George le aveva imposto la nudità, non piu' vestiti in casa e se doveva uscire poteva indossare solo quello che lui le preparava.
Dal momento che Susan aveva deciso di andare a visitare una sua amica d'infanzia che si era trasferita, aveva la casa libera, e Tony sarebbe stato autorizzato a visitarla per controllarla ora che Maria non aveva molto tempo da dedicarle, visto che aveva preso Isabelle con sè, e suo marito voleva trovarla a disposizione.
Le cose andarono avanti cosi' per una settimana, pero' dal momento che George non riusciva a liberarsi, decise che essendo Tony inesperto nel controllare una donna come Helen, di mandare anche lei nel Ranch di Carmen. Tony chiese se poteva andare anche lui era curioso di vedere e imparare a dominare le donne.

12

Arrivarono al mattino al ranch, erano partiti prestissimo, li accolse Carmen in persona che teneva ai suoi piedi bardata con dei corsetti di cuoio Carol, la quale portava una coda da cane, tenuta grazie ad un fallo conficcato nell'ano.
Aveva anche una museruola, non poteva che fare lamenti, nessun suono che paresse umano usciva dalla sua bocca. Aveva i seni segnati da evidenti colpi di scudiscio, e si strofinava sulle gambe di Carmen come desiderosa di avere coccole ne piu' ne meno di come farebbe un cane.
Appena arrivati davanti a quello spettacolo,Helen ebbe un brivido lungo la spina dorsale, sapeva che sarebbe stata dura.
Subito Carmen le ordino' di denudarsi, perchè le schiave li' stavano sempre nude.
George le disse che doveva essere severa con lei, doveva essere cosi' sottomessa che non era necessario darle ordini, doveva solo obbedire ai cenni.
Carmen sorrise, con un ghigno quasi, sapeva bene come ridurre in suo potere una schiava, e avrebbe fatto diventare un dominatore anche il ragazzo.
George riparti', lasciandola li' alla mercè di quella terribile dominatrice, sarebbe rimasto solo, per il resto del mese, nel quartiere eccetto Robert e Maria con la loro schiava non c'era piu' nessuno gli altri erano in vacanza.
Helen venne condotta nella scuderia, adiacente alla casa, nelle altre aree c'erano solo gli operai, che iniziavano i lavori ordinati.
La scuderia era fatta solo per gli schiavi li' c'erano dei box, ogni box aveva il nome dello schiavo o schiava. Vide il primo quello con il nome di Manuel, poi Sara, e Carol, ce n'era uno con il suo nome, quindi aveva già predisposto il suo alloggio.
Venne legata a una trave con le mani legate dietro la schiena. Li dovette attendere, che si decidessero a tornare a prenderla.
Non successe nulla fino al pomeriggio, era stata abbandonata, senza cibo, ma c'era dell'acqua in una ciotola.
Se doveva liberare la vescica, avrebbe dovuto farla dove si trovava nessuna possibilità di spostarsi.
Carmen era in casa con gli altri schiavi non aveva bisogno di lei al momento. Solo nel pomeriggio, arrivo', la fece uscire, le mise una bardatura, che le passava sotto i seni, con una cinghia al collare che passava tra i seni, due cinghie pendevano davanti e dietro, le lubrifico' rapidamente l'ano, e le infilo' un fallo nel retto. Helen si sentiva riempita per bene.
Sentiva qualcosa che le solleticava le gambe, aveva una coda attaccata al fallo, per renderla simile ad un animale.
Un morso di gomma in bocca, una capezza che le teneva il morso fermo, i capelli raccolti in una coda di cavallo,la cinghia che passava tra le gambe aveva lo scopo di non farle perdere il dildo.
Delle redini vennerro fatte passare agli anelli dei capezzoli, scendendo dal morso, e poi sotto le ascelle su dei passanti nei lati del corsetto, percio' per fermarla avrebbe sentito una trazione sui capezzoli.
Una cavalla, una bella cavalla per portare a spasso la sua padrona. Venne assicurata davanti ad un leggero carrettino. Carmen sali' e con una lunga frusta da dressage la fece schioccare per darle l'ordine di avanzare.
Al passo lentamente con l'evidente fastidio che le procurava la coda Helen ora non si sentiva nulla di piu' di un animale.
Eppure questa condizione le procurava un perverso senso di pesantezza al basso ventre come se aspettasse che il piacere arrivasse anche cosi'. A quale stadio di perversione era dunque arrivata.
Carmen sadicamente le fece fare un lungo giro nei prati intorno al Ranch. Per due ore aveva trainato il carretto e quel primo giorno non aveva preteso che corresse ma al ritorno era madida di sudore.
Lavata con il getto d'acqua fredda, da Tony, Carmen disse al ragazzo di dare un premio ad Helen, ossia la poteva scopare perchè era stata obbediente.
Tony non avrebbe osato, ma lei insistè, “devi! sarà per lei terribile ed eccitante sottostare alle voglie di un ragazzino. Non lè mai capitato!”
Tony incitato alla fine si lascio' andare, Helen aveva un bel fisico ed un viso interessante, ed era cosi' eccitante cosi' docile e sottomessa.
Entro' nel suo box, con le lacrime agli occhi Helen lo supplico' di non farlo, in fondo avrebbe potuto essere sua madre.
Lui era oramai troppo eccitato e Carmen aveva detto che aveva il via libera anche da George.
La prese con la forza spalancandole le gambe, e affondando dentro di lei, malgrado tutto Helen era bagnatissima e il ragazzo entro' come nel burro.
Lei era troppo calda, essere usata cosi' da quel ragazzino senza riguardo la fece godere quasi subito, con sua somma vergogna, e il ragazzo glielo fece notare in modo crudo.
“troia! no dici? Ma ti sciogli come una puttana, sei una gran porca e una schiava che godrebbe con chiunque ti tratti da puttana” cosi' le disse ed Helen si disse che aveva ragione.
Si sentiva porca e quando lui la giro' per incularla nel suo buco aperto e pronto per aver portato il dildo per due ore, agito' le anche come un invito alla monta.
La inculo' a lungo perchè aveva goduto una prima volta e cosi' ando' avanti per parecchio tempo facendole avere diversi brucianti orgasmi. Essere inculata dal ragazzo di sua figlia, un ragazzetto diciottenne la faceva eccitare troppo.
Per due settimane venne tenuta sotto controllo totale non aveva nulla per se nemmeno i momenti di intimità per liberarsi ed andare al bagno sempre sotto il controllo di qualcuno.
Oramai se glielo avessero ordinato sarebbe andata in città nuda, senza coprirsi, avrebbe eseguito qualsiasi ordine.
Una troia sempre desiderosa di godere. Oramai quando arrivava Tony lei si bagnava e aspettava che la montasse senza gentilezza trattandola da grande troia.
Era stata frustata solo un paio di volte, quindi non cedeva per la paura delle punizioni corporali si disse che si dava perchè le piaceva.
Quando George torno' rimase con lei una settimana al Ranch poi rientrarono a casa loro, dove la sua vita sarebbe stata quella per sempre.
Carol anche era rientrata, perchè doveva andare a finire il suo anno di servizio di schiavitu' a turno presso le vicine che erano rientrate dalle vacanze.
Carmen veniva spesso a trovare mark le piaceva molto stare con lui, e cosi' seguiva i progressi di Carol, che sempre vestita da cameriera oramai senza piu vergogna si recava presso la vicina che la richiedeva.
In casa, lei quando era presente Carmen dormiva nella stanza degli ospiti, e Carmen con suo marito, prendeva il suo posto.
Lei li serviva come una schiava provetta. Senza lamentarsi quasi felice ed eccitata da quella situazione.
Non era strano vedere invece Helen che andava da Maria in abiti succinti, dove aiutava Isabelle nei lavori domestici, soprattutto quando George non c'era.
A volte maria portava entrambe nude in giardino e si stendeva a prendere il sole mentre le sue schiave erano pronte a portarle da bere, a lei e alle altre vicine che a volte invitava.
Che Helen fosse sottomessa oramai tutte le vicine lo sapevano e desideravano tutte poter avere la fortuna di avere una schiava come Helen bella obbediente e soprattutto che le faceva divertire.
La cerchia si allargava, infatti alcune di loro si eccitavano a vedere Helen come alla fine godeva trattata da schiava ed un paio di loro vennero introdotte alla schiavitu' da Maria e da Carmen per il piacere dei loro mariti.
Oramai pareva non ci fossero piu' sorprese, erano passati due mesi, il Ranch era finito tutti i lavori pronti e la scuola di schiavitu' avviata.
L'unica novità avvenne quando tra i soci venne fuori che Marthe e Laura si stavano separando.
Una separazione come coppia. Marthe si era invaghita di una ragazza diciottenne che era stata da poco assunta.
Questo mutava le cose perchè Laura aveva la maggioranza delle azioni e Marthe voleva andarsene ma la liquidità era impegnata nel Ranch.
Per fortuna intervenne George che cerco' di mettere pace. Convinse Laura a non separare la società, e a Marthe di non pretendere i soldi fino a quando non si fosse avviato il lavoro per almeno un anno, stabilendo come suddividere le quote. E la separazione delle attività del negozio.
Laura venne ad abitare da George che la prese come amante, in fondo era ancora bellissima e siccome era vero che aveva delle capacità come dominatrice le conferi' poteri sulla sua schiava.
Helen da moglie ufficiale e prima padrona di Laura, divenne la seconda schiava di George e Laura l'amante e prima schiava imparo' presto a farsi ubbidire e temere da Helen.
Nel quartiere non era strano vedere Helen legata nel soggiorno in posizioni oscene e umilianti in attesa di venire punita proprio quando c'era qualche amica che andava in visita.
Laura era veramente una donna capace di dominare come le aveva detto Carmen, anche di piu' perchè ci prendeva gusto.
Nel giro di un mese aveva plasmato Helen ad adeguarsi alle sue abitudini.
Tutte le mattine doveva portare la colazione a letto ai padroni, vestita con il grembiulino bianco e la crestina, con calze nere e reggicalze perfettamente stirati e in ordine, scarpe lucide.
Laura controllava la sua tenuta in modo maniacale, poi la puniva solo per punirla, facendola uggiolare di dolore ma poi anche di piacere.
Dopo sei colpi di frusta, la masturbava fino a portarla all'orgasmo, dopodichè si faceva ringraziare facendosi leccare la fica.
Helen era diventata molto abile, sapeva quando Laura aveva bisogno di lei delle sue coccole o di punirla, allora andava come una cagnetta a quattro zampe e con la frusta in bocca ad offrirla alla padrona che la puniva, e la faceva godere.
Non c'era nulla che poteva rifiutarle, perchè sapeva che dopo il dolore veniva il piacere ed a volte era proprio il dolore a portarla al piacere.
Oramai era talmente abituata da non pensare di certo ad altre condizioni di vita.
A natale Susan rientro' per le vacanze e anche Tony, cosi' si trovarono tutti assieme a festeggiare.
Per quei pochi giorni Helen potè vestirsi, ma mantenne sempre un ruolo subordinato di domestica e dormiva nella stanza degli ospiti in quanto quella matrimoniale era oramai dominio di Laura.
Susan sapeva che sua madre era masochista, anche lei aveva delle tendenze in tal senso ma con Tony dovendo studiare non avevano molto tempo di occuparsi di giochini di sesso spinto.
Tony che aveva desiderio di farsi Helen ancora malgrado tutto chiese a Laura se poteva disporre della schiava.
Laura gli disse di si' cosi' la sera di capodanno la porto' con se e Susan ad una festa in maschera, l'aveva fatta vestire con un corpetto di pelle e delle calze a rete, molto truccata, con una mascherina sugli occhi.
Andarono alla festa di capodanno, e Susan teneva la madre al guinzaglio, per fare piacere a Tony. Anche se era molto agitata e si vergognava.
Comunque Tony alla festa volle dimostrare che aveva a disposizione una vera schiava e levatole il mantello i suoi amici rimasero stupiti nel vedere quella donna praticamente nuda depilata con anelli alle labbra del sesso alla clitoride e sui capezzoli.
Lui la faceva tenere al guinzaglio da Susan, che era molto imbarazzata e se qualcuno avesse scoperto che era sua madre sarebbe stato terribile per lei.
Comunque l'accordo era di non levarle la mascherina. E Tony tenne parola malgrado alcune richieste di volerla vedere in volto. Pensarono ad una puttana pagata per recitare la parte della schiava.
Tony dopo aver bevuto qualche bicchiere era sempre piu' allegro e decise di dimostrare il potere che poteva esercitare sulla schiava e cosi' invito' i suoi amici piu' intimi a salire in una delle stanze, in sei salirono e volle che Susan portasse sua madre di sopra, per la festicciola.
Susan immaginava cosa sarebbe successo e cerco' di dissuaderlo, anche Helen gli si accosto' pregandolo di non imporle quell'umiliazione, o almeno di lasciare Susan fuori.
Ma lui le disse che sua figlia doveva sapere quanto era troia.
Helen tacque non aveva nulla da dire, era la verità, imbarazzante verità alla quale avrebbe dovuto abituarsi.
Condotta in una stanza al primo piano, Tony pretese che camminasse avanti ed indietro ancheggiando come la troia che era. Poi la fece piegare dando le natiche ai ragazzi seduti come in una platea sul letto. Le ordino' di aprirsi le natiche e di masturbarsi in quella posizione sia nella fica che nel culo.
Helen umiliata obbediva, ma malgrado tutto quell' infame senso di piacere acre che le veniva quando la umiliavano, non poteva nasconderlo il suo sesso era visibilmente luccicante di umori.
Poi la costrinse a venire in ginocchio davanti a lui, le ordino' di tirargli fuori il sesso e di succhiarlo. Appena lo ebbe insalivato, la fece salire carponi sul letto, le lubrifico' il buco del culo con gli umori presi dalla sua vagina inondata, e la inculo' davanti ai suoi amici e soprattutto davanti a Susan. La pompo' con vigore strappando ad Helen gemiti di piacere e quando stava per scaricarsi le ordino' di tirarlo fuori e bere il suo succo. Helen come un serpente si estrasse il cazzo dal culo e si volto' prenderlo in bocca, il primo schizzo la colpi' sul viso poi lo prese in bocca e ingoio' il resto dello sperma. Tony le disse pulisci bene il cazzo che ti ha inculata troia. Helen con devozione lo lecco', e con una mano si masturbava e godette cosi'.
Poi Tony disse: “ allora amici voleta scopare la troia?” tutti dissero di si, e si gettarono su di Helen la presero la palparono, le strizzarono le tette, le morsero i capezzoli, le infilarono le dita nel sesso nell'ano aperto dalla recente inculata.
Fu un'orgia, alla fine della quale Helen aveva preso cazzi in tutti i buchi dai sei ragazzi e si sentiva sfinita dalla prestazione, ma non era finita.
Tony disse a Susan “adesso che hai visto quanto è troia e quanto ama esserlo, voglio che tu la punisca per la sua troiaggine”.
Susan prese in mano la frusta e ordino' a sua madre di mettersi stesa sul letto con un cuscino sotto il ventre, e inizio' a frustarla. I colpi si susseguivano cadenzati sulle natiche di Helen che ad ogni colpo sobbalzava con un gemito, ma non era legata e non si sottraeva alla frusta anzi piu' veniva colpita e piu' andava incontro alla frusta.
La sua bambina la stava frustando, la stava punendo perchè era troia ed era giusto.
Godette nuovamente sotto i colpi di frusta di Susan e le sue natiche oramai erano rosse con alcune tracce viola in alcuni punti.
Nessuno l'aveva portata all'orgasmo con la sola frusta e adesso c'era arrivata quella sera di capodanno, il suo era un inizio di anno senza ritorno. Per la sua somma vergogna e abietto piacere, che avrebbe fatto la gioia di suo marito e Laura che lei doveva venerare. Ora sua figlia costretta a sottomettersi alla volontà di Tony sarebbe stata usata per sottomettere lei. Una vita da masochista, ma in fondo quello era cio' che le procurava il massimo godimento.

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