Io Chiara e il suo culo

Scritto da , il 2020-09-22, genere dominazione

L'amore , l'intesa,l'attrazione,la passione,iniziano con un gioco di sguardi.
Con gli occhi osservi,talvolta studi, memorizzi e addirittura ti nutri della donna che ti piace, tant'è che suol dirsi " la mangi con gli occhi".
Conobbi Chiara poco più che quindicenne ,la.incontrai per strada in una anonima giornata estiva;
passeggiava insieme ad una comune amica sua coetanea nonché fidanzatina del mio migliore amico.
Chi avrebbe mai immaginato, che le traiettorie di due vite parallele, fino a quel momento, si sarebbero di colpo inerpicate in un percorso elicoidale che di lì a qualche anno avrebbe preso forme e sostanze sempre più strette e scintillanti .
Capelli lunghi neri legati in una coda morbida ,una frangetta che l'accompagnerà tutta la vita, le copriva la fronte.I Rayban a goccia ,un cult per l'epoca, coprivano il suo sguardo e quindi fui,mio malgrado, costretto a guardare le sue forme generose e prorompenti,anche se quello che non riuscirò mai a dimenticare,è il primo sorriso che volle dedicarmi presentandosi, perché la illuminò di una luce complicata da descrivere e mai più spenta nei miei pensieri .
Non le ho mai chiesto un report di quell'incontro, ma sono certo che avessi lo stesso sguardo di un labrador avanti ad un quintale di pancetta .
Ed il paragone non è casuale visto che di lì a poco,Chiara sarebbe stata oggetto dell'attenzione di tutti i membri di sesso maschile del gruppo ,al punto di essere soprannominata "osso" dalle altre ragazze per quanto le stessimo tutti intorno
L'effetto delle sue forme su di un adolescente goffo ed in piena tempesta ormonale come me, ebbe come effetto quello di farla diventare protagonista femminile indiscussa di tutti i miei momenti di autoerotismo anche ben oltre la pubertà.Il gioco di sguardi vuoi per gli occhiali da sole ,vuoi per gli altri uomini più grandi e audaci di me in realtà iniziò solo anni dopo ,quando un amicizia sincera e duratura si dimostrò essere solo la punta di un iceberg ribollente.
Gli occhi parlavano,ma i nostri corpi rimanevano in silenzio, dominati nel loro impeto primordiale da una quiescenza di facciata per il nostro status di fidanzati a due persone lontane anni luce dalla realtà che invece ci vedeva amanti ufficiali anche se molto platonicamente.
Il muro del pudore cadde tante volte tra baci rubati agli occhi di tutti e notti insonni al telefono.
Cadde quando in macchina ci ritrovammo abbracciati con le mia mano tra gambe solo per sentire quanto fosse bagnata mentre ci baciavamo rubandole gemiti di piacere.
Cadde quando mi chiese di strapparle le calze mentre avvinghiati uno all'altra cercavo di farla mia sul sedile scomodo di una Opel Corsa,per poi farci interrompere sul più bello dal passaggio di un camion della nettezza urbana,
Ebbe un tonfo assordante quando la trovai seminuda a provarsi una camicetta di pizzo senza reggiseno con la porta della sua camera aperta, mentre in salotto, ventidue persone festeggiavano il suo compleanno,
Quella rimane una delle scene più conturbanti alle quali ho mai assistito.
Stringeva tra le dita il bottone della camicetta all'altezza della decenza di un decolte' tanto esuberante quanto provocatorio,abbassò il mento per indicarmi con lo sguardo quella scollatura che diede il colpo di grazia ai miei freni inibitori per la morale della situazione.
Il pizzo bianco lasciava intravedere tutto quello che un uomo puo' desiderare, quello sguardo incrocio'il mio ,la vidi mordersi lievemente il labbro e sfiorarsi un seno con la'eleganza che apparteneva solo a lei ed a qualche dama nobile di fine '800,da quel momento non ebbi piu' dubbi su quello che sarebbero stato il nostro futuro.
Il giorno seguente rubando il tempo alla nostra quotidianità ,con la scusa di andare ad allenarci, riuscimmo a scappare insieme in un piccolo motel appena fuori citta', salimmo le scale con le borse della palestra a tracollo,con una mano stringevo la sua tirandola verso me per affrettare il passo,con l'altra stringevo nervosamente la chiave della camera
Arrivammo all'uscio ,controllai il numero della stanza, aprì la porta,entrai dietro di lei.La richiusi alle mie spalle.
Chiara mi si fermò davanti e lascio' scivolare il borsone a terra,cosa che feci anch'io cingendola da dietro e iniziando a baciarle il collo con delicatezza.
Le mani sotto la sua blusa cercarono subito il seno scavallando l'intimo,le punte delle dita sfiorarono i capezzoli mentre i baci sul collo si fecero sempre piu' insistenti.La lingua andava su e giu' fino ad arrivare al lobo dell'orecchio destro che mordevo delicatamente per regalarle qualche brivido in più.
Si voltò verso me , mi mise le braccia al collo e mi baciò con l'ardore che solo lei sapeva regalarmi.
Ricambiai quel bacio con tutto me stesso al solo scopo di darle ad intendere che mai come in quel momento sarebbe stata mia.Iniziai a spogliarla con violenza strappandole letteralmente i vestiti di dosso, la blusa poi una canotta bianca.
Strappai via l'intimo che sosteneva quel seno tondo e morbido che sfidava la gravita'.La guardai ,nuda per la prima volta avanti a me in una stanza, lontano dalle nostre vite e uniti solo dalla sterminata voglia che avevamo l'uno dell'altra.
Mi sbottono' la camicia ed io la tolsi con irruenza, le strinsi forte i fianchi e la portai a me così che i suoi capezzoli premessero sul mio petto.Si sciolse in un bacio lungo e appassionato che tolse il respiro ad entrambi.Sentivamo i cuori avvicinarsi e battere all'unisono.
La girai di nuovo,e le sfilai il pantalone della tuta e gli slip in un solo movimento.Mi inginocchiai e iniziai a leccarle ed a morderle la schiena, salì fin sulle spalle e le morsi con violenza il trapezio destro mentre lasciavo che sentisse il mio sesso indurirsi su quel mappamondo ormai nudo che si ritrovava al posto del culo.
La girai nuovamente e le strinsi le spalle facendola camminare all'indietro verso il letto.La guardavo fissa negli occhi e la tenevo in equilibrio mentre si sfilava gli slip facendoli scivolare dalle caviglie.
Le baciai di nuovo il collo e la bocca scivolò fino al seno destro.Iniziai a leccarle i capezzoli sentendoli diventare duri tra le mie labbra.Le sue mani mi strinsero la testa, sentivo i capezzoli inturgidirsi sempre più al passaggio della lingua.
Ero eccitatissimo, mi sentivo duro ed ero impaziente di affondarle dentro, lasciai che si sedesse sul letto abbassai boxer.
Ci guardammo negli occhi, Chiara capì subito che non aspettavo altro che profanarle la bocca, in un attimo sentì la mia cappella dura e pulsante scivolare sulla lingua e infilarsi in gola fino a toglierle il respiro, muoveva la testa languidamente e di tanto in tanto vedevo la sua lingua girare intorno alla punta del mio cazzo in tiro pronto ad esploderle sul viso.
Era sexy sensuale troia e spregiudicata allo stesso momento, se avessi lasciato che continuasse ancora per qualche attimo sono sicuro che avrei raggiunto il piacere sulle sue labbra. le tirai i capelli e la fermai spostando la testa e la sua bocca lontano da me, la guardai negli occhi e cercai di comunicarle con lo sguardo tutta la voglia che avevo di farla mia.Il suo sguardo era tra lo spento e il perplesso,ma sempre tremendamente sexy.
La spinsi con violenza sul letto le allargai le gambe, mi tuffai con la bocca nel suo interno coscia.
Sentivo il calore di quella passera in fiamme sulle guance, mentre la lingua scivolava da un inguine all'altro senza mai toccare le sue parti più intime. Mi strinse la testa tra le gambe,le mie mani iniziarono a sfiorarle il seno, la lingua cominciò a solcare le grandi labbra dal basso verso l'alto fino a giungere al clitoride.
Lo leccai lo sentii inturgidirsi così come prima i suoi capezzoli,quasi che tra loro ci fosse una gara a dimostrarmi chi fosse più eccitato per il passaggio della mia lingua. Scivolavo nella sua intimità e sentivo il lago dei suoi umori inebriarmi la bocca.
Gemeva di piacere e mi stringeva forte i capelli tirandoli a tratti forse allo scopo di guidarmi in un movimento ondeggiante.
La lingua insisteva nella sua intimità affondando talvolta in posti così intimi che probabilmente nemmeno sapeva di avere.
Chiara era diventata bollente, un fiume in piena di umori, gemeva e sussurrava che mi voleva.
Mi fermai, mi alzai .
La presi per le braccia girandola a cavalcioni davanti a me. Non oppose alcuna resistenza,lasciava che io guidassi quel gioco intimo e forse un po' perverso.
Le allargai le gambe e lasciai che il seno si appoggiasse alle lenzuola, così da averla aperta e disponibili avanti a me.
Mi godevo lo spettacolo di quella susina umida pronta a ricevermi colante di piacere .
Mi avvicinai e infilai solo la punta della cappella dentro di lei, appoggiai il petto alla sua schiena con la mano sinistra toccavo il suo seno e con la destra le tenevo stretti i capelli. Le sussurrai:
"Adesso dimmi di chi sei ?"
In un primo momento fu reticente e non riusciva a rispondermi sentivo solo che spingeva il suo corpo verso di me nel tentativo di farsi penetrare.
Le rifeci la domanda con tono perentorio una seconda volta:
"....Adesso dimmi di chi sei?..."
Non tardò a rispondere e mi disse
"...Sono tua...".
Nello stesso istante in cui accennava la risposta che aspettavo da anni diedi un colpo fortissimo di bacino facendole sentire tutta la mia eccitazione infilarsi nel ventre le tirai con violenza i capelli,portai la mano sinistra dal seno al fianco e cominciai a muovermi dietro di lei con tutta la violenza di cui ero capace.
Avevo voglia di Chiara volevo che mi sentisse quasi dominarla battevo forte il mio sesso duro dentro di lei e la sentivo finalmente gemere vocalizzando il suo piacere sempre più intensamente.Non ho mai capito se quello fosse sesso amore piacere passione o istinto,ma sono certo sia stato esattamente quello che l'uno voleva dall'altra.Andai avanti fino a sentire il suo ventre contorcersi dal piacere e quando mi accorsi che si irrigidiva probabilmente per l'approssimarsi dell'esplosione dell'orgasmo mi fermai.Volevo darle piacere, volevo farla mia ma quel momento doveva essere nostro e non sarebbe stato magico se non ci fossimo guardati negli occhi. Mi stesi sul letto e lasciai che si sedesse sopra di me,le toccavo il seno stringendolo con forza.Inizio' a muoversi lentamente fino a tenerla per le mani palmo a palmo. Si muoveva sempre più velocemente sopra di me ed io la osservavo avvolta nell'intensità di un piacere probabilmente mai provato. Lasciai che dettasse il ritmo del nostro amplesso fino a che un gemito le si strozzò in gola insieme al respiro, sentii un calore enorme invadermi il pube e capi'che l'orgasmo prendeva il sopravvento sui suoi sensi.
Mentre mi cavalcava con maestria capii che non sarebbe mai stata più mia come in quel momento, perche' nella vita certi attimi di piacere si presentano raramente, decisi dunque di provare il tutto per tutto.
La fermai, lasciai che si sdraiasse vicino a me,la girai prona e le carezzai la schiena,facendo scivolare una mano fino al suo poderoso culo che strinsi con forza.Lasciai che un dito si infilasse tra le chiappe e le carezzai delicatamente il buco del culo guardando il suo viso per capire quale espressione assumesse.
Il passare del dito sul piu' prezioso dei suoi orifizi la fece sussultare di piacere, a quel punto le montai addosso.infilai una mano nella tasca della borsa e tirai fuori un enorme dildo di gomma nera, senza che lei si accorgesse di nulla, lo appoggiai di fianco a noi, dalla parte opposta a dove teneva rivolto lo sguardo.
La misi di nuovo a cavalcioni, le strinsi il culo tra le mani e lo allargai.Cominciai a leccarle ovunque tra le gambe,la sentivo gemere e mi eccitava,il suo sapore si faceva sempre piu' intenso ed acidulo. Presi il dildo e provai a stupirla iniziando a giocare con quell'enorme capella,facendola scivolare sulla sua passera.
Non fu per nulla stupita quasi come se si aspettasse che prima o poi i nostri amplessi dovessero prendere strade piu intriganti, sentii che rideva,forse era curiosa di capire con quel gioco dove volessi arrivare.
Cominciai ad infilarle il dildo dentro,osservando la sua figa allargarsi ed accoglierlo come se fosse gia' abituata a quelle dimensioni spropositate,lo infilai fino in fondo e iniziai a scoparla con delicatezza sentendo i suoi gemiti sempre piu' intensi.
Con ultimo affondo piu' violento lasciai quell'arnese duro e dritto tutto dentro di lei , raccolsi i suoi umori con un dito e li passai sul quel buco gia' umido della mia saliva.
Avvicinai la cappella dura e iniziai a spingere leggermente per adattarlo e prepararlo ad essere sfondato.Le tirai i capelli e le chiesi :
" adesso dimmi cosa sei??"
Questa volta non ci fu bisogno di ripetere la domanda , perchè mi rispose repentinamente e ansimando:
"...Una troia, una troia, ...sono al tua Troia..inculami svelto!!!"
affondai con decisione il bacino e cominciai a stantuffarle il culo mentre la sentivo lamentrsi del dolore ma godere del piacere per la doppia penetrazione .

La tiravo a me stringndole i capelli e con violenza le affondavo dentro facendola sentire quasi un fodero per il mio cazzo ed in balia del mio volere.
Il culo le si aprì del tutto adattandosi con facilita' al via vai del mio cazzo duro,al punto che inzio' a urlarmi di incularla,di farla godere come se non esistesse un domani.
Fu quello il momento in cui vidi le sue mani stringere con forza le lenzuola e la sentì irrigidirsi.
In quel preciso istante sentivo le palle vibrare e volersi liberare di tutto il seme accumulato per lei.
Accesi il dildo e lo misi al massimo della vibrazione, la presi per i fianchi e le affondavo dentro fino alle palle,le scopavo il culo mentre il dildo vibrava inesorabile nel suo ventre portandola su livelli di eccitazione che dorse aveva sempre desiderato e che mai avrebbe avuto il coraggio di ammettere
Dopo qualche istante mi gridò il suo piacere ,e quel gemito quaisi disperato fu il "la" per la liberazione del mio di piacere, che si manifestò in una pioggia di sperma caldo che le inondò le viscere e che spruzzava fuori tenui residui ad ogni affondo .
In quel preciso sitante avevamo goduto entrambi ognuno a modo suo e tutti e due con la consapevolezza di aver perso il controllo per il piacere mentale e fisico , perche' i nostri pudori erano caduti mostrando relamente la nostra natura.
Ci lasciammo cadere sulle lenzuola umide dei nostri umori ed a gambe e braccia aperte giacemmo stracqui delle fatiche e rincoglioniti dal piacere

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