Il fratello della mia collega (parte 1)

Scritto da , il 2020-09-01, genere etero


Era stata una settimana insolitamente fredda e piovosa, tanto che il classico aperitivo del mercoledì tra colleghi era saltato e Massimo premeva per recuperarlo il venerdì, nonostante nel weekend tutti avessimo un giro diverso di amicizie. Era inoltre la settimana in cui Giuliana era stata costretta ad ospitare suo fratello Paolo, a Milano per dei colloqui di lavoro. Guardando nella chat del gruppo a me non andava proprio di fare aperitivo quel venerdì, il tempo era pessimo, ero riuscita a lasciare il lavoro ad un orario decente e non avevo voglia di riuscire di casa alle 20, orario in cui Paolo sarebbe riuscito a liberarsi dopo il suo colloquio. Mi invitai una scusa dicendo che avevo un po' di mal di testa e stanchezza arretrata, ma nessuno mi prese sul serio e tutti insistettero. lascia in sospeso la conversazione e dopo una mezz'ora mi scrisse Paolo su messenger, chiedendomi esplicitamente di essere presente quella sera, perché avrebbe avuto piacere a salutarci tutti. mi chiesi come faceva a sapere che stavo tentando di sfilarmi ma poi ricordai del rapporto incredibile che aveva con Giuliana, si sentivano e chiamavano continuamente, dandosi due baci ogni volta che si vedevano, o che si lasciavano.
Non avevo proprio voglia di discutere e non volevo tirarmela. accettai e rimanemmo d'accordo per le 20. Paolo era più piccolo di me di 3 anni, complessivamente un bel ragazzo, molto immaturo stando ai racconti di Giuliana, il classico ragazzo meridionale che si approcciava a chiunque con un tentativo di rimorchio, per non rischiare delle occasioni sprecate. ci eravamo incontrati altre 3 volte e tutte e tre le volte era stato deciso nel provarci ma senza insistenze, ed erano state abbastanza per inquadrarlo: salvo casi speciali, la sua tattica era provarci di modo da coinvolgere la ragazza di turno ed accrescere l'autostima. l'aperitivo andò bene, ma eravamo seduti agli opposti del tavolo e non avemmo occasioni di parlare molto, se non in fila per il buffet, in cui si avvinò dandomi la sua opinione circa il buffet di quel bar, per poi dirmi all'orecchio che quando avrebbe trovato casa a Milano mi avrebbe in dei posti che conosceva lui. sorrisi senza prestare troppa attenzione, era un ragazzino e lo sapevo, non provavo nessun interesse nei suoi confronti anche se devo ammettere che se non fosse stato il fratello di un'amica un pensiero in più lo avrei fatto, se non altro magari per un po' di flirt innocente.
attorno alle 22 decidemmo di tornare a casa, e lui disse che aveva appuntamento con dei ragazzi conosciuti quel giorno in azienda per una birra, ci dividemmo e lui venne nella direzione in cui andavo io.
"non é vero che mi vedo con gli altri, volevo restare a parlare un po’ con te visto che stasera non ci siamo detti nulla”
Mi lasciò stupita, ci vollero un paio di secondi per trovare qualcosa da rispondere.
“C’è qualcosa di specifico di cui vuoi parlarmi?”
“No, ma le altre volte abbiamo parlato molto e mi è piaciuto”
“ mi fa piacere, ma che dici, non c’è freddo per star fuori a parlare per ore?”
“Possiamo andare a bere qualcosa”
“Abbiamo appena finito di bere”
“Puoi invitarmi per un the a casa tua allora”
“Non mi sembra un’idea brillante, e poi perché ci stiamo nascondendo dagli altri?”
“Perché penso che non siamo affari loro, e nessuno di noi vuole coinvolgere mia sorella, giusto?”
“Probabile”
“Non preoccuparti, se non lo vogliamo non succederà nulla stasera, se succedesse vorrebbe dire che ci piacciamo e abbiamo deciso di farci una scopata”.
per quanto brutale potesse sembrare la sua risposta, quella fu la prima volta che disse qualcosa di maturo, smise di apparire immaturo ed inizi a sentirmi attratta.
"quindi andiamo da me a prendere un the?"
"andiamo".
camminammo velocemente per un quarto d'ora circa, mi parló del colloquio che aveva avuto, mi finsi interessata ma nella mia testa cercavo solo di capire se valesse la pena far succedere qualcosa, o se una scopata avrebbe solo creato dei problemi, soprattutto con Giuliana, l'idea di parlarne con lei o che in ufficio si creasse questo pettegolezzo non mi piaceva per niente, vero era però che non necessariamente dovevano venire a saperlo. io potevo e sapevo essere discreta, anche Paolo lo sarebbe stato?
arrivati al cancello esterno cercai le chiavi nella borsa e lui, come se dovesse proteggermi e ripararmi da chissà quale intemperia, mi si avvicinò, poggiandosi al mio fianco. sentii il suo respiro verso di me, ed il suo petto sovrastarmi. mi sentii confusa per un attimo, ma feci finta di nulla, pensai che non lo aveva notato. in ascensore non dicemmo una parola, probabilmente perché gli dissi di fare piano, era un condominio severo e silenzioso, e non volevo dare nell'occhio. lui obbedì e prese a guardarmi con quello sguardo pressante, avvolgente, sicuro di sè, ebbi una gran voglia di baciarlo, e se lui avesse preso l'iniziativa gli avrei permesso di farmi di tutto in quell'ascensore.
arrivati di fronte alla porta di casa mi voltai per aprire, e sentii lui estremamente vicino alle spalle. la sua testa si sporse per sfiorare la mie guance, sentii la barba raschiare sulle orecchie, aprii la porta, lui entrò con grande disinvoltura, poggio il suo zaino nella sedia in cucina, si tolse il cappotto, ed io feci altrettanto, pensando a come in quel momento sembrassi io l'ospite in casa sua, e non il contrario. ci ritrovammo l'uno davanti all'altro, lui abbozzò un sorriso a metà tra il sexy e il dolce, ed io raschiai le ultime forze che mi permisero di controllarmi, evitando così di sciogliermi del tutto ed implorarlo di scoparmi subito.
mi si avvicinò per l'ennesima volta prendendomi le dita delle mani, con un tocco molto delicato.
"ti piace quando ti vengo vicino?"
"secondo te?"
"secondo me ti piace, ogni volta che ti vengo vicino sussulti, fai finta di nulla ma si vede"
stetti in silenzio, non avevo più voglia di fingermi non interessata, e non avevo idea francamente per quale ragione avrei dovuto avere dei dubbi a riguardo, lo volevo, ma anche lui voleva me, così tentati di rimettermi alla pari, e non lasciargli tutto lo spazio in questo gioco che avevamo iniziato.
"ed a te piace quando ti sono vicino?"
"ho chiesto a giuliana di organizzare questo aperitivo solo per vederti, le altre volte non sono riuscito a trovare un modo per stare da soli ma stasera l'ho studiata bene"
"e perché ti sei seduto lontano da me?"
"volevo vedere se mi cercavi, e devo dire che sono rimasto un po' deluso, sei stata distante tutta la sera, come se non ti importasse che ci fossi anche io"
"potevi avvicinarti"
"mi sono avvicinato ora"
eravamo ormai attaccati, le sue mani mi lasciarono le dita scendendo nelle gambe, ai lati del sedere, pensai che me l'avrebbe preso e stretto contro il suo ventre ma non lo fece, riprese a parlare.
"qual é la cosa che ti fa eccitare subito?"
"molte cose mi fanno eccitare"
"dimmelo a voce alta cosa vuoi, dove vuoi che ti tocchi"
"ti piace parlare durante i preliminari?"
"questi ancora non sono niente"
stavo per rispondere qualcosa quando mi afferrò il sedere e lo strinse a sè, lo fece con decisione, uno scatto potente, non riuscii ad assicurarmi un equilibrio e mi dovetti aggrappare a lui, ero sollevata da terra, lo sentivo duro contro di me, mi sporsi per baciarlo ma si scostò, continuò a tenermi quasi sospesa, in balia del suo volere, sentii che mi baciava sul collo, in maniera molto delicata, facendomi il solletico, nel mentre che premeva ritmicamente il suo ventre contro il mio, tenendo stretto il mio sedere, toccandolo e palpandolo senza darmi tregua. chiusi gli occhi e lascia andare la testa indietro.
continuavo a sentire la sua lingua sul collo, sentivo che mi mordeva il lobo dell'orecchio, e con le mani iniziava a toccarmi in mezzo alle gambe da dietro.
dopo poco iniziai ad ansimare, tra le sue dita e il suo cazzo duro che andava su e giù, sentivo che non ci sarebbe voluto molto ad avere un primo orgasmo, e con le mani lasciai le sue spalle per sfilargli il maglioncino. a quel punto mi rimise a terra, si fece indicare la camera da letto e mi portò lì nel mentre che mi baciava. non so se fosse perchè ero allo stremo delle forze, e non sopportavo più di stare in piedi nel mentre che stavo per venire, ma sentivo la sua lingua sovrastarmi, una sensazione strana, poichè di solito non mi piaceva essere in balia dell'altro durante il sesso.
lui si spogliò velocemente lasciandosi indosso solo i boxer, la sua eccitazione era completa e stavo per tirarmelo addosso quando si divincolò, e rimase inginocchiato sul letto davanti a me distesa. mi sfilò i pantaloni nel mentre che io tolsi la maglietta, e si buttò su di me. le mie gambe erano spalancate e pronte ad accoglierlo, lo sentivo addosso ed era una sensazione che mi travolse, mi stava baciando dappertutto, toccando dappertutto, lo sentivo ovunque in maniera ampliata, e dopo poco non resistetti più.
"scopami" riuscii a affermare col poco respiro che mi era rimasto.
"non sei abbastanza bagnata"
non riuscii a capire cosa intendesse, la mia eccitazione era al massimo e lo volevo dentro di me, raccolsi allora le forze per alzare la testa e le spalle, cercando di spingerlo a stare sulla schiena per salirgli sopra.
non lo permise, mi ributtò indietro, e premendo il suo cazzo ancora nei boxer in mezzo alle mie gambe con una forza che mi fece quasi perdere i sensi mi disse "dimmi che vuoi venire"
"voglio venire ora"
si allontanò, riprese a baciarmi, mi tolse il reggiseno e mi strinse le tette prendendole dal lato, faceva tutto quello che mi piaceva senza che gli avessi detto nulla, e di questo ero incredula. continuò a leccarmi e scendendo verso il basso ventre fece per sfilarmi le mutandine che io non mi ero resa conto di avere ancora indosso. mi prese le mani nel mentre che continuava a baciarmi e leccarmi, a me sembrava di impazzire e la mia voglia di venire era talmente tanta che gli afferrai i capelli corti che aveva e gli premetti la faccia contro la mia figa. chiusi gli occhi abbandonando la testa sul cuscino, avrei voluto guardarlo nel mentre che me la leccava ma non ne ebbi la forza. sentii che inizialmente mi baciò con delicatezza a lato, la punta della sua lingua cercava di farsi spazio, mi solleticò in ogni millimetro per poi iniziare a fare pressione sulla clitoride. inizialmente sentii solo la punta della sua lingua come se mi volesse stuzzicare, come se non fossi giá disperatamente eccitata. respirai pesantemente e gemetti ogni volta che dalla punta cambiava e premeva tutta la sua lingua la dove aveva capito che ero più sensibile. la muoveva avanti e indietro nel mentre che mi teneva sui fianchi, ed io gli andavo incontro con la mia figa come se mi stesse scopando col cazzo. il mio corpo si contorceva anche se lui con le sue mani cercava di tenermi ferma, ma quando decise di lasciarmi per un fianco, e stuzzicarmi anche con un dito oltre che con la lingua iniziai a gemere come non mi era mai successo. continuavo a dirgli di si, di continuare, di non fermarsi, sentivo due dita dentro di me, e la sua lingua leccarmela con un ritmo che si era assestato secondo i miei dettami vocali ed i miei movimenti, aveva capito cosa toccare e quanto veloce per farmi godere al massimo e in due minuti ebbi un orgasmo dirompente. sentii qualcosa infrangersi contro di me, gli tenevo la testa premuta sulla mia figa, ed il mio corpo ebbe una scossa potentissima. feci fatica a riprendermi, lui era ancora fermo, teneva la sua lingua su di me, e le sue dita dentro di me, aspettò che riaprissi gli occhi e smettessi di urlare e respirare così affannosamente, si staccò per risalire verso di me. sapevo che lui non era venuto a differenza mia, ed in condizioni normali mi sarei sdebitata con un pompino, ma non volevo smettere, ne volevo ancora, di più, e nonostante un orgasmo da 10 e lode lo tirai verso di me, e sentire il suo cazzo ancora duro mi fece perdere ogni brandello di inibizione rimasto.
"mi piace quando mi toccano il culo, me lo accarezzano o mi danno delle pacche, o me lo stringono, mi bagno immediatamente. mi piace quando me la leccano come me l'hai leccata tu ora, e mi piace sentire la persona che mi sta scopando sopra di me, addosso, che mi scopa, mi piace che tutto il cazzo di questa persona mi entri dentro sino a demolirmi, voglio che vieni dentro di me e su di me, scopami subito".
probabilmente non se l'aspettava, e sinceramente non me lo sarei aspettato neanche io, ma a Paolo diventò ancora più duro, si tolse i boxer e senza i tocchi delicati dell'inizio me lo schiaffò dentro di forza, di potenza, quasi facendomi sobbalzare, il suo sguardo cambiò, non era più compiaciuto a sentirmi e vedermi in balia del suo cazzo e della sua lingua, mi stava scopando ma sentivo che stavolta era lui in balia della mia figa che aveva leccato così a lungo, che lo stava accogliendo e che era spalancata bramando un altro orgasmo. il ritmo diventò meccanico e forsennato, lui era fuori controllo e anche io, si spingeva dentro di me, io cercavo di afferrarlo nel sedere per spingerlo con più forza ma era inutile, perchè non si lasciava controllare, ed anzi era lui a tenermi col suo braccio destro e a spingermi contro di lui, come se fosse possibile essere più vicini ancora. io stavo per venire e glielo dissi, volevo rallentasse e si premesse contro e dentro di me nel mentre che venivo, ma lui rallentò, uscì, e prese di nuovo a baciarmi le tette. stavo per chiedergli perchè si era fermato ma sentii che mi aveva infilato di nuovo due dita nella figa, e la sua lingua era dappertutto di nuovo, pensai volesse di nuovo farmi venire con la lingua ma nel giro di tre secondi era di nuovo dentro di me, e lo sentii dire "non ce la faccio".
riprese a martellarmi e poco dopo io stavo avendo il mio secondo orgasmo nel mentre che lui stava esplodendo verso di me. venne ruggendo, con potenza, continuando a spingersi dentro di me. rimanemmo due minuti fermi, esausti, lui dentro di me e sopra di me, con la testa sulla mia spalla, ed io senza forze.
"cazzo" fu la prima cosa che mi disse "è stata la miglior scopata della mia vita, le cose che mi hai detto mi hanno mandato fuori di testa"
"di solito non le dico, ma ero eccitata in un modo che non avevo mai sperimentato"
"e di solito come sei?"
"come sei stato tu oggi, dittatoriale"
"non vedo l'ora di rifarlo allora"

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