Voglia di cambiare

Scritto da , il 2020-06-05, genere tradimenti

Provo un pò di vergogna nel pensare di raccontare le mie esperienze. Sono una donna riservata, con una posizione sociale in vista. Sono vicina alla cinquantina, ben tenuta, ammirata. Ho ancora un bel viso e un bel corpo e mio marito se ne compiace quando partecipiamo a feste e cene pubbliche. Siamo sposati da quasi trent'anni, fra alti e bassi. Sono stata una moglie fedele, la nostra vita intima è molto rallentata. La consuetudine, il lavoro di mio marito che lo impegna tante ore al giorno hanno contribuito, ma tutto sommato mi sentivo a posto, ritenevo il nostro un buon matrimonio.
Mio marito si è trovato all'estero per lavoro nel periodo in cui hanno chiuso le frontiere e ciò ci ha forzatamente allontanati. Dovrebbe rientrare a giorni, ed in queste settimane ci siamo regolarmente sentiti su skype. E' stato molto carino, abbiamo un bel rapporto ed ha aiutato a non sentirci solo per brontolare e lamentarci.
Non so lui come abbia impiegato il tempo, io mi sono trovata a vivere situazioni inaspettate. Impensabili fino a solo pochi giorni fa.
Ma mi sono ritrovata a provare pulsioni che pensavo sopite.
Da adulta riscoprire queste pulsioni porta a fare cose mai provate, con una disinvoltura di cui non mi credevo capace. Non mi riconosco più, ma sono così elettrizzata che ho bisogno di dirlo a qualcuno.
Tutto è iniziato nel parcheggio del supermercato. Stavo caricando in auto la spesa che mi si è avvicinato un uomo. Mascherina sul viso, mi ha chiesto se poteva prendere il mio carrello appena svuotato. Certo, non c'era problema. Mi ha chiesto se poteva aiutarmi ed ho rifiutato, stavo completando il mio lavoro.
Ha preso il carrello e mi ha lanciato un'occhiata di intesa, mentre mi diceva che mascherina o no avevo una carrozzeria da esibizione e non si riferiva all'auto.
Mi sono schermita, gli ho girato le spalle. Gli ho sentito commentare a mezza voce il mio culo.
Sono salita in auto, ho pensato che era il solito malato di figa.
A casa mi sono trovata a ripensarci. Un breve incontro, non ho nemmeno visto il suo volto. Se vogliamo è stato anche volgarotto, ma forse proprio quel tono mi ha intrigata. Non ho mai dato sponda a chi mi fa complimenti per strada.
La sera, a letto, mi sono accarezzata. Non lo facevo da tanto tempo e mi sono masturbata fino all'orgasmo.
Qualche giorno dopo sono tornata al supermercato. Lo so che è idiota, ma mi sono messa una gonna attillata sui fianchi ed una camicetta che ho lasciato generosamente aperta sul seno.
Lo so, lo so, è idiota e patetico. Mi guardavo attorno per vedere se ci fosse, ma non l'ho visto naturalmente.
Al rientro mi sono compatita, disprezzata, mi sono sentita ridicola. Ho iniziato a masturbarmi sempre più spesso durante il giorno ripensando a quello sguardo e a quella voce.
L''ho rivisto dopo una decina di giorni. Anche lui ha visto me e direi che ha capito benissimo lo stato d'animo.
Mi ha chiesto se poteva prendere il carrello. L'auto era parcheggiata in maniera non centrale. Quando gli ho risposto che poteva mi ha afferrato entrambi i seni, strizzandoli. Sono rimasta davvero senza fiato. Un conto è sognare una situazione, un conto viverla. L''ho lasciato fare e le sue mani sono scivolate subito sotto il reggiseno, a contatto con la pelle, a strizzare i capezzoli.
Ero in apnea, incapace di dire parola.
Lui parlava invece. Commentava le tettone gonfie pronte a esplodere che avrebbe voluto succhiare, mi diceva che un figone come me doveva avere un trattamento extra; io tacevo e lui usava le parole con commenti sempre più pesanti e volgari mentre continuava a spremere.
Mi ha detto di salire in auto e partire. L'ho fatto, senza il coraggio di guardarlo in faccia. Lui mi ha seguito fino a casa con la sua auto. Mi ha aiutato a scaricare la spesa ed è entrato in casa.
Si è tolto la mascherina. Il suo viso non era bello, un pò paonazzo col naso adunco e le labbra sottili. Fisicamente un pò grosso, non alto, con la pancetta da mezza età.
Non me ne fregava nulla. Poteva esser un mostro, ma dal mio basso ventre arrivavano vampate che sapevo non mi sarei fermata.
Mi ha spogliata, con poca grazia, spogliandosi a sua volta.
Mi sono trovata a terra nel corridoio di entrata, con lui addosso che mi leccava la figa.
Mentre la lingua stimolava il clitoride con un paio di dita si faceva largo dentro di me. Sentivo quanto ero bagnata, quanto mi stavo ancora bagnando. In pochi minuti sono venuta un paio di volte. Mi sono trovata il suo cazzo davanti alla faccia. Era gonfio, grosso. Le sue dimensioni erano importanti, mai visto un cazzo cosi.
Mentre con le mani continuava a stimolare la figa mi incitava a succchiargli il cazzo.
Mi chiamava troia, mi diceva che sapeva che morivo dalla voglia di farlo e voleva che succhiassi ogni goccia.
Avrei voluto mandarlo via, dirgli che non poteva permettersi di parlarmi cosi. Ma avevo il suo cazzone in bocca, quasi mi soffocava e non vedevo l'ora che sputasse il suo seme.
Non ho mai, mai portato alla fine un pompino. Mi sono sempre limitata a leccare e baciare.
Ora, con quello sconosciuto e quel cazzo impertinente non aspettavo altro che assaggiare la sbora che stava per arrivare.
Si lascio scappare un mugolio prolungato e ormai soffocavo fra la carne e lo sperma che colavano giù per la gola. Ingoiai. Ingoiai tutto.
Mi venne sopra e mi mise la lingua in bocca in un bacio prolungato dove ci scambiammo saliva e i nostri liquidi.
Io, la signora. Io, la sposa fedele.
Ho perso la cognizione del tempo.
So solo che più tardi mi stava cavalcando nel letto matrimoniale. La figa sembrava esplodere ad accogliere il suo grosso manico e lo desideravo da impazzire.
Era bravo. Capace di trattenersi. Prima di venire di nuovo mi ha scopato a missionario, a pecorina e poi ha fatto cavalcare me.
Quando finalmente è esploso io ero sfinita, schiava di almeno un'altra decina di orgasmi. Il lenzuolo era fradicio dei miei umori. Mai, mai, mai avevo avuto una reazione cosi.
Mi abbandonai al suo fianco, sfinita, ripiena di sborra che lentamente fluiva fuori da me. La figa in fiamme, dolorante e arrossata.
Lui si accese una sigaretta, si alzò a pisciare. Non chiuse la porta, pisciò davanti a me.
Mi disse che avrebbe scommesso sulla mia porcaggine ma non si aspettava fossi così calda. Voleva che fossi pienamente soddisfatta e non poteva finire così.
Io volevo sprofondare.
Un uomo a casa mia, nel mio letto e io che mi ero comportata come una qualsiasi puttana. La mia testa bigotta stava emergendo.
Lui si sedette sul letto vicino a me ed allungò la mano verso il mio sesso. Non arrivò alla figa, ma si posizionò fra le natiche. Infilò un dito nel culo, indifferente al fatto che mi divincolassi.
Sogghignò perchè per lui una troia vera deve avere anche il culo sfondato, per dare piacere all'uomo.
Non volevo sentire. Volevo che se ne andasse. No. Non è vero. Volevo che mi prendesse ancora.
Ci addormentammo. Era buio quando mi svegliai e mi sentii delle mani addosso. Era lui che mi cercava. Le sue labbra passarono sui miei capezzoli e si attaccò come un bimbo che prende il suo pasto. Sentii di nuovo quella sensazione di caldo in fondo alla pancia.
Allungai la mano e ritrovai il suo cazzo. Dopo qualche carezza me lo ritrovai turgido e pieno.
Mi fece mettere a pecora. Sapevo cosa volevo fare ma ero troppo eccitata e sfinita per dire qualcosa.
Mi inculò. Fece male, male da morire. Sentivo entrare quel bastone nel mio culo piano piano. Credvo di aprirmi a metà. Scivolava dentro e bruciava. Mi vennero i goccioloni.
Quando fu dentro tutto si fermò. Non so se sono passati secondi o minuti, ma improvvisamente ho sentito le pareti dello sfintere cedere e il piacere ha sostituito il male. Allora ha iniziato a pompare e mi ha scopato il culo.
Ho sentito chiaramente il getto del suo sperma e ho goduto. Penso di essere svenuta.
Quando ho riaperto gli occhi lui aveva fatto la doccia e si era rivestito. Erano le circa le tre del mattino.
Se ne andava, lo aspettavano a casa.
Mi disse che era soddisfatto del mio trasporto, e gli sarebbe piaciuto avermi come compagna di giochi. Gli dissi di tornare quando voleva.
Tornò.
Quasi tutti i giorni veniva da me e imparavo da lui come comportarmi in maniera ricettiva e lasciva. Voleva trasformarmi nella sua piccola troia e la cosa mi eccitava da morire.
Nelle prime due settimane non so dirvi quante volte ho succhiato il suo uccello. Volevo che mi dicesse che ero una brava pompinara. Ho ingoiato litri di sborra, me la sono spalmata addosso, compiaciuta di quell'odore acre che lascia.
Sono riuscita a prenderlo in culo senza problemi, anzi. Ho scoperto che mi piace tanto farmi fare dietro.
Non parliamo di come mi ha spanato la figa, fra la bocca, le mani e il cazzo d'oro che ha.
Mi ha eccitato avere questa garconierre in casa mia. di nascosto da marito e parenti.
E' stato bravo a non lasciarmi segni sul corpo. E' stato ritrovarmi viva, viva davvero, scoprendo la mia vera natura.
Mi ha proposto di farlo in tre, di soddisfare un suo amico. Mi sono rifiutata. Mi piace essere la sua troia, ma voglio che rimanga circoscritto a noi due. Ha insistito, dicendo che se sono la sua troia davvero, devo accontentarlo. Abbiamo litigato e non ci siamo nè visti nè sentiti per qualche giorno.
Mi è mancato da morire. Non lui, ma il sesso a cui mi ha abituata.
L'altra sera ha suonato alla porta.
Quando ho aperto ero già pronta a darmi. Non era solo.
Con lui un uomo sulla quarantina. Magro e bruttino, con un aspetto timido e dimesso.Sono entrati ed io ero imbarazzatissima.
Mi ha abbracciata e mi ha detto di non guardare l'aspetto fisico, perchè la sua scelta si è basata su altro.
L'altro tizio si è spogliato e seduto in poltrona. Ero allibita. E non era un bello spettacolo.
Il mio amante mi ha spogliata. Ero restia, ma l'ho lasciato fare.
Mi ha esibita, nuda davanti all'altro, invitandolo a toccare la mercanzia. Mi ha fatta inginocchiare ed ho preso in bocca quel cazzo floscio.
Da dietro il mio compagno di giochi mi ha penetrata a pecora, senza nessun preliminare e raccontava all'altro quando ero bagnata, da brava troia infoiata. Ho sentito il suo cazzo crescere nella mia bocca ed era forse più grosso di quanto ero abituata a godere.
Ci siamo spostati in camera, avevo le mani piene di carne da godere e per la prima volta ho provato il piacere della doppia penetrazione. Entrambi mi hanno scopata figa e culo e contemporaneamente è stata una libidine che non riesco nemmeno a fare capire.
Ci siamo ritrovati più volte.
Tornerà mio marito e dovremo trovare un equilibrio per non farci scoprire.
Amo mio marito, ma non posso pensare di fare a meno di tutto il ben di dio di cui ho goduto.
Lo so, non è una bella cosa, ma ormai ho rotto gli argini....

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