Io e mio figlio in toscana

Scritto da , il 2011-10-02, genere incesti

Avevamo deciso all'ultimo minuto di recarci in Toscana, doveva essere una vacanza breve di tre giorni, con l'intento di vagare per le colline alla ricerca di cose semplici, come il buon mangiare girare per i mercatini e la ricerca di paesaggi dolci e bellissimi che solo questa meravigliosa regione sa regalare.

Raggiungemmo Siena dove ci fermammo per uno spuntino e una breve sosta, mio figlio Marco impaziente di provare la sua nuova macchina fotografica, insisteva che ci dirigessimo subito verso l'interno della provincia senese alla ricerca d'immagini da immortalare con la sua 35 mm.

Pertanto risalimmo in auto con direzione ignota senza un programma ben preciso, ma con le idee ben chiare di quello che si voleva fare.

Mi chiamo Lilia ho 37 anni, e sono divorziata da sei, ho due figli Marco ed Elisa il maschio di 18 anni e la femmina di due anni più giovane, la figlia dietro sua richiesta era rimasta con il padre per queste vacanze pasquali, mentre noi avevamo deciso questa vacanza per i motivi già descritti, ed anche per ricaricare come si suol dire le pile.

Ero molto stressata ed uscivo da una relazione con un mio collega di lavoro alquanto complicata, mentre Marco preparava per la maturità classica pertanto accettammo questa vacanza con grande soddisfazione.

Vagammo tutta la giornata e Marco si sbizzarrì a fotografare paesaggi, scene agresti, ed anch'io diventai un soggetto delle sue foto, eravamo entrati cosi in sintonia come da anni non ci capitava più, e riuscivamo a dialogare su argomenti che raramente avrei mai potuto pensare di parlarne con lui.

Si passava dal senso pittorico dei colori dove i maestri impressionisti avevano intinto i loro pennelli per riprodurre questi paesaggi, alle delicate armonie delle colline senesi, dal perché io e suo padre ci eravamo lasciati, alle sinuosità delle curve del mio corpo. La cosa m'imbarazzò ma mi fece molto piacere, ma l'apice dell'imbarazzo fu quando lui con la più assoluta faccia tosta, disse : “Mamma mi piacerebbe fotografarti seminuda, oppure solo con le mutandine, insomma vorrei fari delle foto sexi ”feci una risata e dissi:” Si ci mancherebbe solo questo” fu una risata innaturale e se accorse anche Marco.....….la cosa mi aveva tremendamente eccitata.

Arrivammo in un agriturismo, (consigliato dalla guida viaggiare) al ricevimento chiesi due stanze separate, ma la proprietaria disse che c'era solo una matrimoniale resasi conto che il ragazzo con me era mio figlio, suggerì di accettare quella soluzione perché l'agriturismo più vicino era a 20 km e non vi era la certezza che vi fossero delle camere libere dato il particolare periodo dell'anno.

La camera dieci, era quella più distaccata dal corpo centrale dell'immobile praticamente era la vecchia stalla ed aveva un ingresso a parte e non era collegata con le altre stanze.

Io e Marco notammo subito la cura dei particolari della camera, tutto era ordinato, il letto in ferro battuto faceva coppia con il treppiedi in ferro lavorato che reggeva il catino e l'anfora in porcellana che conteneva l'acqua, era tutto meticolosamente curato, dalle tendine all'uncinetto ai centrini sotto le lampade dei comodini in puro stile contadino tanto che Marco scatto alcune foto della camera.

Mi recai in bagno mi spogliai, tolsi il reggiseno e massaggiai leggermente le coppe del seno poi fu la volta delle mutandine leggermente impiastricciate dal momento che non avevo messo lo salvaslip, e la leggera eccitazione provata alcune ore prima aveva lasciato il segno, mi guardai allo specchio ero ancora una bella donna ed avevo un aria veramente giovanile il mio seno era sodo mi spostai di lato per ammirare il mio sedere era la mia arma migliore e sebbene avessero provato di profanarmelo diverse volte era ancora vergine.

Feci il bagno ed indossai come mia consuetudine una maglietta modello t-schirt ed un paio di mutandine bianche modello collegiale messe nella borsa per eventuali emergenze impreviste, e questo ne era il classico esempio, dal momento che avrei dormito con mio figlio, evitando cosi di indossare perizomi o slip trasparenti.

Mi accinsi a lavare le mie mutandine, ma una vocina dentro di me disse di non farlo ero dibattuta se lasciarle li in bella vista o metterle nel borsone optai per il primo caso stavo vivendo un conflitto strano, un complesso di Edipo all'incontrario con la paura che si potesse avverare.

Usci dal bagno e Marco quasi a volermi prendere in giro disse: “ Capperi che sventola di pupa” poi avvicinandosi disse: ”Mamma non ti voglio prendere in giro, però quei mutandoni potevi evitarli, ti preferisco con i tuoi perizomi e le mutandine di pizzo o trasparenti” poi accortosi di aver parlato troppo andò in bagno, ma lasciò il tempo ad una mia replica: ”E tu che ne sai che tipo di mutandine porto” ma la risposta non arrivò.......... però capì che aveva frugato nei miei cassetti.

Ero stanca e mi addormentai quasi subito, nel dormiveglia senti un tocco leggero sulle mie gambe una mano stava accarezzandomi le cosce e la pancia e l'inguine ebbi l'impressione che mi venissero spostate le mutandine, poi tutto finì, non mi resi conto se avessi sognato oppure se realmente fosse accaduto

Alla mattina ci svegliammo presto senti le sue mani accarezzarmi il volto e le sue labbra baciare le mie e dirmi;” Lilia dormigliona alzati”............ che strano effetto sentire il proprio figlio chiamarti per nome ma quello che mi aveva fatto più effetto era stato il bacio sulle labbra, mi bagnai, e dentro di me pensai:” Ah si si !!!cominciamo bene” qualcosa mi aveva scombussolato al punto che mi tremavano le gambe, lo guardai, lui guardò me, e gli chiesi:” Marco tu stanotte mi hai toccato? hai accarezzato le mie gambe e la mia pancia?” ci fu attimo di silenzio poi rispose: “ No mamma ti sbagli, ma notai che dicendo questo, un lieve rossore era comparso sulle sue gote”

Ero molto imbarazzata e non sapevo cosa dire, ero dibattuta fra l'eccitazione e l'incazzatura per non aver appurato la verità, mi sedetti nel letto, avrei voluto contestare la sua risposta, ma l'insicurezza di quello che realmente era accaduto non mi permetteva di muovere accuse, di sicuro mi rimaneva la sensazione che le cose fossero andate diversamente.

Lo guardai mentre andava verso l'auto con il borsone, mi vestì indossai un perizoma nero con il reggiseno in tinta un paio di collant scuri una gonna corta e un maglioncino a collo alto, mi feci come mia consuetudine la coda di cavallo e mi guardai allo specchio sembravo una ragazzina piuttosto che la madre di un ragazzo che con molte probabilità mi desiderava, sebbene non riuscissi bene a capire dove cominciassero le mie fantasie e dove invece iniziasse la realtà.

Andai al ricevimento, pagai la stanza e ricevetti i complimenti dalla proprietaria per l'aspetto giovanile: “Signora più che la madre di suo figlio, sembra la sua sorella maggiore la cosa mi lusingò moltissimo” mi diressi verso l'auto con un sorriso sulle labbra Marco mi guardò con aria interrogativa mentre avviavo l'auto, e con la coda dell'occhio, notai che guardava con cupidigia le gambe.

Vagammo quella mattina per ore fra le colline senesi, ammirando scenari fantastici fino a raggiungere un boschetto con un piccolo lago, dove decidemmo di fermarci per fare merenda, mio figlio fece alcuni scatti poi rivolto a me disse: “Mamma debbo confessarti la verità, stanotte ti ho toccato le gambe e anche la pancia.......hai capito dove !! ero molto eccitato e mi sono masturbato sentendo l'odore del tuo sesso nelle mutandine lasciate in bagno.

Rimasi senza parole, mio figlio si era masturbato sentendo l'odore della mia vagina ed era venuto pensando a me, gli urlai contro: “Porco, maiale, vergognati sono tua madre” ma mentre gli urlavo contro, sentivo che mi stavo bagnando una sensazione di calore prendeva il mio basso ventre, ed ero combattuta se scusarmi o continuare su questa falsa strada optai per la prima situazione, mi avvicinai a lui e facendo un poco di commedia come solo noi donne sappiamo fare, lo presi fra le mie braccia e lo abbracciai lui rispose al mio abbraccio e mi chiese scusa.

Ipocritamente gli dissi , Marco non si può, sono tua madre, cosa pensi....... per me sarebbe difficile guardarti negli occhi, e se rimanessi incinta? La gente cosa penserebbe, lui sembrava pentito di quello che aveva fatto e la cosa mi dispiacque un poco perché avrei voluto una reazione contraria poi capì che anche lui stava giocando con me, mi sorrise e crudamente disse;” ora mamma ti chiavo”.

Prese il mio volto fra le mani e senza tanti indugi si slacciò i jeans, avvicino le mie labbra al suo pene e me lo infilò in bocca in quel momento mi senti come una prostituta, lavoro che avevo fatto in gioventù per piccoli periodi, con l'unico scopo di cavarmi alcune voglie, cominciai a leccargli i testicoli succhiandoli con delicatezza poi con l'ausilio di una salvietta pulì il suo pene che sapeva leggermente di selvatico lo introdussi in bocca lo accarezzai con la lingua, e lo succhiai con delicatezza, con maestria lo massaggiai usando la punta della lingua fino a portarlo alle soglie dell'eiaculazione, lui interruppe l'operazione facendomi alzare dalla posizione inginocchiata in cui mi trovavo e disse: “mamma sei molto brava, si vede che hai esperienza in questo campo” non seppi se ritenermi offesa o gratificata da tale affermazione.

Senti la sua mano infilarsi sotto la corta gonna, cercai di divincolarmi ma senza tanta convinzione le sue dita stavano toccandomi fra le gambe e s'incunearono dall'alto dentro i collant sotto il perizoma incontrando i peli biondi che facevano da cornice alla mia figa, stavo eccitandomi le sue labbra si posarono sulle mie la sua lingua s'insinuo dentro la mia bocca le nostre lingue si allacciarono in un balletto perverso, con delicatezza mi sdraiò per terra ora ero in balia delle sue voglie, senti che mi stava togliendo il maglioncino la sua lingua mi leccava la pelle,mi mordeva la tenera carne della pancia lasciandomi dei succhiotti quasi a volere segnare che questa era il suo territorio.

Mi strappò il reggiseno e con lentezza comincio a succhiarmi il seno a mordermi i capezzoli sentivo le sue mani palpare le coppe di carne fu tutto un susseguirsi di emozioni, inarcavo la schiena affinchè potesse gustare meglio quello che il mio petto gli offriva, con una sorta di cattiveria mi mordicchio i bottoncini rosati dei capezzoli fino a farmi male lui se ne accorse e ne godette di questo.

Poi la sua faccia scese sul mio ombelico, la lingua lo riempì di saliva e giocò con la punta della lingua dentro il piccolo buchetto , lo senti mentre mi diceva ti piace “troietta” questa parola ebbe la facoltà di eccitarmi maggiormente, presi la sua testa con le mie mani e la sbattei violentemente sul mio inguine allargai le gambe per fare in modo che potesse gustare i sapori reconditi della mia passera, del mio sesso, il pungente odore della mia vagina non lavata da alcune ore, con un lieve aroma di pipi.

Mi girò di schiena senti le sue mani manipolare il mio sedere la mano s'infilò sotto i collant e raggiunse le increspature della mia entrata secondaria infilò un dito dentro il buchetto posteriore ma gli feci notare che questa opzione non era inclusa, pertanto gli chiesi di lasciar perdere, a malincuore mi rigirò a pancia su e si ributto con ingordigia nel mio inguine.

La sua faccia aspirava fra le mie gambe, io ero bagnata, il massimo dell'eccitazione venne quando mi strappò i collant, il rumore del nylon strappato mi riporto indietro negli anni quando fui violentata da un mio compagno di liceo, le mutandine di pizzo fecero la fine dei collant, la sua lingua s'infilò dentro la mia pancia i miei umori si mischiarono con la sua saliva, lo senti bisbigliare: “mamma sei una bionda naturale, non credevo, mmmm!!!come mi eccita la tua figa” mi sollevò le gambe e le divaricò con la chiara intenzione di posizionarsi per violare la mia femminilità il suo pene era duro e senza alcuna delicatezza l'infilò dentro la mia fessura, stavo godendo dalla mia bocca uscivano gemiti sempre più frequenti e con toni più intensi la sua bocca mi baciava, mentre la sua asta mi penetrava con una sequenza ritmica sempre più incalzante.

Mio figlio mi stava scopando il suo grosso pene era dentro il mio utero lo sentivo pulsare, le pareti della mia vagina erano lubrificate ma nonostante tutto sentivo male entrava dentro di me in profondità, la sua asta s'immergeva dentro la mia pancia fino alla quasi totalità della sua lunghezza questo sfregamento delle carni dava sensazioni fortissime,raramente avevo provato un senso di godimento cosi forte, avvinghiai le mie gambe attorno ai suoi lombi e lo strinsi in una morsa tenace, volevo fondere il mio corpo con il suo, volevo che continuasse all'infinito quel senso di benessere celestiale, sentì la sua mano stringermi le natiche le sollevò quel tanto che riusci ad infilare il dito medio dentro il mio pertugio anale lo lasciai fare ora il godimento era totale complice la sua voglia di violare ogni parte di me, a lui era riuscito l'impesa dove tanti altri avevano fallito suo padre compreso.

Ora la sua sua terminologia spaziava da “lurida troia a puttana” stranamente dette da altre persone mi avrebbero indotto ad interrompere il rapporto, ma dette da mio figlio mi eccitavano al punto che anche io rispondevo: “ Si sono la tua puttana la tua lurida troia ” lo sentivo dentro di me mio figlio mi stava possedendo il solo pensiero mi faceva impazzire di gioia, ora il suo pene era grosso e pronto ad esplodere, sentì che si stava avvicinando il momento dell'eiaculazione.

”Marco per favore mi raccomando non venirmi dentro” ma la sua risposta mi lasciò di stucco: “ No mamma ti voglio riempire la pancia di sperma voglio lasciarti incinta” mi resi conto che non stava scherzando e il grave pericolo che stavo correndo cercai di divincolarmi con la fuoriuscita del pene dalla mia vagina, appena in tempo perché un fiotto caldo si depositò sul mio ventre, e sebbene appagata ed ancora eccitata tirai un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.

Trascorremmo i due giorni rimasti di vacanza come marito e moglie, Marco voleva che indossassi sempre la gonna per agevolare le sue voglie in qualsiasi momento fui scopata nei luoghi più impensati sapendo che quando saremmo ritornati a casa le cose sarebbero cambiate, in tre giorni feci l'amore nove volte sempre con la paura di rimanere incinta, mi sentivo sempre più coinvolta da questa storia io sapevo che il tutto sarebbe durato il tempo di un battito di ciglia, e che appena lui avesse conosciuto l'amore vero e si fosse innamorato di un altra ragazza tutto sarebbe finito, però nonostante questa prospettiva, a me stava bene anche cosi perciò.................

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