Avventura sul treno

Scritto da , il 2020-01-02, genere etero

Questo racconto, pur essendo di fantasia, ha una base di veritâ.
É un caldo pomeriggio primaverile, sto viaggiando in treno per raggiungere una mia amica, dalla quale passeró il fine settimana.
I raggi caldi del sole scaldano il mio corpo, mi crogiolo in quel tepore come una gatta al sole e mi godo il silenzio della carrozza deserta.
Il treno si ferma e sale un ragazzo giovane, non saprei dire quanto ma abbastanza da farmi sentire vecchia, e con mia sorpresa dopo aver lanciato uno sguardo alla carrozza deserta si siede proprio di fronte a me.
Lo guardo un po' seccata, lui si accorge di questo e arrossisce: l'ha capito benissimo di avermi infastidita.
Il motivo di questa scelta non tarda a mostrarsi... mi mangia letteralmente con gli occhi!
Ovviamente cerca di farlo di nascosto, peró è cosí imbranato che inevitabilmente me ne sono accorta subito e devo ammettere che la cosa mi fa piacere, cosí come mi fa piacere vedere l'erezione che gli tende i pantaloni della tuta.
Sono vestita in maniera molto semplice, un vestitino azzurro lungo fino alle ginocchia e sandaletti ai piedi, ma si vede che per quel ragazzo in piena crisi ormonale questo basta e avanza.
Sento il suo sguardo voglioso percorrere ogni curva del mio corpo, indugiare sui seni, sui fianchi e sui piedi per poi risalire... non so piú se é il sole primaverile a scaldarmi o il suo sguardo carico di desiderio.
Non so cosa mi prende, ma decido di fare una pazzia: faccio cadere un sandalo e gli appoggio un piede sul pacco.
La sua reazione quasi mi fa scoppiare a ridere, spalanca la bocca al massimo dello stupore e diventa paonazzo, sicuramente si sta chiedendo se é un sogno o se é tutto vero.
Fa per dirmi qualcosa ma gli impongo il silenzio; attraverso la pianta del piede sento un calore bruciante arrivarmi dal suo pene in erezione, cosí duro da sembrare di marmo.
Me lo lavoro per bene, sfregandolo e massaggiandolo con le dita del piede, ma dopo un minuto scarso devo giá fermarmi per non farlo venire nelle mutande.
É arrivato il momento, mi inginocchio tra le sue gambe e gli abbasso la tuta, estraggo a fatica il suo pene durissimo e il momento esatto in cui lo prendo in bocca lui viene con forza, tremando tutto mentre spara tanti di quegli schizzi che sembrano non finire più.
Non so quanto tempo dopo finalmente finisce, mi scosto e lo masturbo per qualche secondo per fare uscire le ultime gocce di nettare.
É in paradiso, glielo si legge in faccia, e anche io sono contenta.
Per evitare silenzi imbarazzanti cambio carrozza con la scusa che devo scendere e ne trovo un'altra silenziosa e assolata.
Mentre mi rilasso accarezzata dai caldi raggi del sole penso con desiderio a quando sarò dalla mia amica... per prima cosa mi chiuderó in bagno a masturbarmi, é sicuro!

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