Simone: Le prime due settimane a servizio di Sissy Aurora.

Scritto da , il 2019-12-03, genere dominazione


Sabato mattina come concordato mi recai all’appuntamento alle 11:00 di mattina. Appena entrato Simone si mostro’ cordiale e gentile come la prima volta. Mi disse subito che avrebbe preparato un te’ caldo da bere mentre avremmo discusso un po’. Conversammo per quasi due ore sulla mia passione per il mondo delle sissy e del travestimento piu’ in generale; le raccontai tutto di me, della mia difficolta’ ad integrarmi, del mio non avere amici, di come passavo i miei weekend, della mia passione per il trucco e del mio sogno segreto di essere uno schiavo sissy.
Simone mise subito in chiaro cosa lei intendesse quando parlava di trattarmi da cameriera. Per lei questa nostra relazione non era semplicemente un gioco o un modo per avere pulita la casa gratis: lei aveva in mente di creare la cameriera perfetta. La stuzzicava l’idea di vedere un uomo comportarsi, muoversi, vestirsi e truccarsi proprio come una donna. Non un buffo tentativo di imitazione, ma una vera e propria donna in ogni suo aspetto senza che ci fosse la minima differenza se non i limiti imposti dalla biologia.
Mi disse che questa idea, a poco a poco diventata quasi un’ ossessione, ero cio’ che l’aveva spinta a creare il sito e offrire il servizio di trasformazione, ma ben presto si era resa conto come fosse necessario un percorso per permettere una trasformazione come lei immaginava. Naturalmente sarebbero stati necessari sforzi, sacrifici e un impegno costante per raggiungere il risultato. Per questo Simone mi informo’ che la mia presenza sarebbe stata necessaria 4 volte settimanali, 2 giorni infrasettimanali e il weekend. Durante la settimana sarei andato il Martedi e il Giovedi dopo il lavoro, dalle 18:00 alle 24:00, il weekend invece sarei stato a disposizione dal sabato mattina alle 8:00 alla domenica sera a mezzanotte.
Ascoltavo Simone come in trance; le sue parole accarezzavano le mie fantasie piu’ profonde. Un misto di eccitazione e paura, la stessa esatta sensazione che provai la prima volta che rubai il rossetto a mia madre, si era impadronita di me e mi pervadeva. Esclamo’ di colpo Simone in tono canzonatorio, riportandomi alla realta’. Con un gesto della mano mi invito’ a sedermi su una poltrona. Lavorando in modo certosino con forbicine e pinzetta, in circa 30 minuti riusci’ a trasformare completamente il mio volto. Quando mi permise di specchiarmi rimasi di sasso. Da un lato le mie sopracciglia erano splendide, qualunque donna mi avrebbe invidiato. Perfettamente arcuate, ad ala di gabbiano come si definiscono. Di contro pero’, mi resi conto che chiunque vedendomi anche da lontano avrebbe pensato che ero gay, senza ombra di dubbio. Il panico inizio’ a crescere prepotentemente dentro di me. Preso da questi pensierii, mi specchiai per alcuni interminabili minuti. Stavo per avere dei ripensamenti sulla decisione presa di imbarcarmi in questa avventura, quando Simone esclamo’ . Sembrava aver letto la mia mente, come se fosse in grado di sapere a cosa stessi pensando in quel preciso momento. continuo’ Simone .
Tornando a casa, ricordo che mi sentivo come un ricercato in fuga dalla polizia. Come se tutto il mondo stesse guardando me, parlando di me , indicandomi per deridermi. La notte dormii a malapena e il giorno dopo al lavoro non fu migliore, con i colleghi uomini a deridermi e le colleghe donne tutte a chidermi chi fosse stata l’estetista a realizzare quel meraviglioso lavoro, anche se tutte concordavano avesse esagerato considerando che sono un uomo. Con un costante senso di vergogna ed imbarazzo addosso, riuscii comunque a superare la giornata. A poco a poco quasi mi abituai al mio nuovo aspetto ed agli sguardi ironici di chiunque incontrassi, arrivando al tanto agognato primo giorno di servizio.
Una volta entrato a casa di SImone, lei mi disse Il tono di Simone per la prima volta non era poi cosi’ gentile e era molto perentorio. Entrato nella stanza, vidi una srivania piena di trucchi di ogni tipo, un grande specchio e tante luci intorno. Sulla destra un armadio pieno di vestiti, scarpe e parrucche. Dall’altro lato della stanza una lavagna. Paradossalmente fu’ la lavagna la cosa a colpirmi perche’ in quel momento non ne sapevo ancora la funzione.
Iniziai immediatamente a cercare nell’ armadio quando mi accorsi che era pieno di uniformi tutte uguali ma di colori differenti. Non avendo ancora tante esperienza con tutte queste cose, tra corsetto, reggicalze e seno finto incontrai molta difficolta’ finendo per perdere un sacco di tempo. Passato al trucco, notai che sulla scrivania c’era una foto di una modella con un trucco molto pesante. Capii che Simone voleva mi truccassi e acconciassi come la modella. Cercai di realizzare il trucco al meglio delle mie capacita’ impegnandomi come non mai. Dovo dire che, considerando l’esperienza acquisita nelle mie domeniche solitareie e grazie alle mie nuova sopraccilgia che incorniciavano perfettamente il mio volto rendendolo molto piu’ femminile, per la prima volta il risultato mi lascio’ stupefatto: finalmente ero credibile come donna. Tornato nel salone Simone disse guardando l’orologio >.
Con quelle parole iniziarono le due settimane piu’ incredibili della mia vita. I giorni infrasettimanali, mi recavo da Simone entro le 18:00. Appena arrivato avevo la solita ora per vestirmi e truccarmi da cameriera, anche se ogni volta Simone segnava il tempo impiegato che non era mai inferiore a un’ora e mezza, per quanto mi impegnassi. Per l’abbgliamento avrei utilizzato la classica divisa da sisysmaid di un colore in accordo con il il trucco e l’acconticiatura che Simone mi avrebbe via via indicato. Dalle 19:00 alle 24:00 dopo aver rassettato la casa, preparavo la cena (essendo italiano mi riteneva un ottimo cuoco), la servivo, facevo la cucina e stavo a disposizione di Simone per il resto della serata. A mezzanotte o prima se Simone avesse voluto andare a dormire, potevo andare. Simone era diventata molto piu’ rigida nei miei confronti. Non mi parlava mai se non per chiedermi di fare qualcosa o darmi disposizioni. Duranti quei primi giorni comunque le richieste che mi facevano erano quelle che una qualsiasi signora avrebbe potuto fare alla sua governante. Io di contro cercavo di avere sempre la postura e il comportamento che ci si aspetterebbero da una cameriera.
Il Weekend invece il programma sarebbe stato molto piu impegnativo. Sia il Sabato che la Domenica, di mattina, dover avuto la solita ora a disposizione per truccarmi e prepararmi, avrei dovuto pulire tutta la casa, lavare , stirare e preparare il pranzo. Al termine del pranzo, Simone aveva l’abitudine di riposare; Per tutta l’ora e mezza di riposo di Simone, io avrei duvuto posare in modo femminile di fronte lo specchio. Diceva che mi avrebbe aiutato a prendere consapevolezza del mio corpo e della mia femminilita’. Ammetto che non era semplice scegliere e mantenere pose femminili per circa un’ ora e mezza, sia per i tacchi alti che indossavo sempre,sia per l’ imbarazzo e l’umiliazione che provavo osservandomi in pose lascive e ammiccanti davanti ad uno specchio completamente travestito.
Nel pomeriggio invece Simone voleva mi esercitassi nel trucco. Le era piaciuta da matti la mia abitudine di truccarmi tutte le domeniche mattina; diceva che l’esercizio e’ fondamentale e solo con la pratica avrei raggiunto la perfezione. Cosi’ anche le,i avrebbe selezionato cinque tutorial su youtube e io avrei douto riprodurre il trucco proposto. Al termine, dopo essermi presentato da Simone per mostrarle il risultato, potevo struccarmi e iniziare da capo con un trucco differente. Simone scrutava il mio trucco meticlosamente, sin nei piu’ minimi particolari come se stesse ammirando un quadro, prima permettermi di struccarmi e ricominciare. La sera solita routine tra cena e dopocena. Dopo la cena, Simone amava guardare la tv o leggere un libro e il mio compito era solo quello di strale accanto, ovviamente in piedi, in attesa che avesse un qualsiasi tipo di richiesta. Come accennavo prima, la richieste durante questi primi giorni di training si limitavano ad avere un te’ caldo, prendere un libro o posarne un altro, al massimo un massaggio ai piedi mentre lei sorseggiava qualcosa davanti la tv.

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