Per necessità mi misi a fare il ...

Scritto da , il 2019-11-27, genere etero

Da tempo avevo deciso di mettermi in proprio come trasportatore e, dopo sacrifici, rinunce e coraggio, acquistai un camion tutto per me: nuovo di fabbrica, rosso fiammante ed il colore già mi stimolava ad affrontere il faicoso e difficile inizio di una lunga maratona sulle strade della nostra bella Italia. Avevo pubblicizzato molto la mia nuova attività e, fortunatamente, il giorno che tornai a casa con il mio camion, mentre ero intento a prepararmi un gustoso pranzo, sntii il telefonino squillare. Il cuore mi batteva da sentirlo smuovermi il torace, così risposi e, miracolo, era la mia prima possibillità di iniziare con una ditta di trasporti italiana che mi proponeva addirittura viaggi all'estero con conseguenti grossi guadagni. Stabiliamo un incontro al pomeriggio e, dopo aver pranzato con tanta gioia, tanto gusto, mi presi pure un caffè per gasarmi ancora di più. Accesi pure un sigaro toscano e, dopo essermi reso più presentabile possibile, vado dritto col camion alla ditta che mi aveva contattato. Arrivo lì e mi riceve una ragazza mora che era proprio una gran figa, gentilissima mi fa accomodare in una saletta, poco dopo mi dice che mi accompagna dal titolare che mi riceve molto cordialmente e, senza farvela lunga, dopo mezz'ora di colloquio, scende sul piazzale con me ed osserva il mio mezzo di lavoro. Gli va benissimo e, dopo essere risaliti in ufficio, chiama la sua segretaria che mi fa firmare un contratto per un anno di durata. Mi offre poi un liquore ma, per fargli capire che sono molto scrupoloso sulla sicurezza a guidare per me e per la sua merce, lo rifiuto dicendole che dovrò guidare e lui si congratula con me. Riscendiamo al piazzale e mi presenta il responsabile suo braccio destro il quale mi fa vedere la merce che trasporterò questa volta in Austria a Villach, cittadina industriale. I facchinimi caricano il camion e, dopo firmati i documenti d'accompagnamento merce, mi augura buon viaggio ed io, emozionatissimo e felicissimo, salgo a salutare il datore di lavoro e la sua sventola di segretaria. Parto subito, lasciando Roma con tanta gioia ed altrettanta ansia, prendendo il raccordo anulare, diretto ad Orte dove sapevo esserci il ristorante Autostrada e lì si mangia benissimo a prezzo onestissimo. Arrivo dunque ad Orte e, dopo una lauta cena, sperimento il dormire sulla cuccetta del mio camion e, vuoi il vinello che scese bene in pancia, vuoi il materassino comodo, ronfai fino alle sei del mattino. Partii subito percorrendo la E45, diretto a Cesena per poi continuare fino ai pressi di Comacchio dove sostai per il pranzo. Dopo un'ora di sosta riparto e, dopo poche ore sono a destinazione in Austria. Col poco di Tedesco che avevo imparato alle scuole Medie, sbrigo le pratiche di consegna merce avvenuta e, chiesto dove potevo trovare un viaggio di ritorno, lo trovo ad una ditta di sedizioni vicino a lì. Vado, ricarico e parto. Tutto andava a gonfie vele! Per un mese circa tutto procede bene ed il titolare a Roma, essedno guinti a quasi Natale, mi dà in mano una busta che subito apro e trovo un assegno di cinquecento euro che intasco ringraziando poi passo a salutare per Natale la segretaria che mi dà un cofanetto di legno contenente bottiglie di vino di gran marca. Ringrazio e filo a casa. A Gennaio riprendo il lavoro e per tutto il mese macino chilometri raggiungendo Budapest, poi Olanda e Parigi. Non faccio in tempo di cantare vittoria in un mattino bellissimo, quando, d'improvviso mi sento svenire ed ero fortunatamente al magazzino per il carico di partenza. Conclusione, mi risveglio steso su un letto di Ospedale, senza capire perchè e non riconosco i colleghi che erano lì a sapere di cosa si trattava lo svenimento. Brevemente mi ritrovo a casa mia dopo due settimane di Ospedale, assistito da un mio collega che abitava sul mio stesso palazzo e dalla segretaria che era diventata il mio Angelo Custode, da tempo attratta verso me. Quando riorendo abbastanza conoscenza riconosco quasi tutti e, quando il titolare mi viene a trovare, mi dice che i medici non permettono che io riprenda il mio lavoro e mi lascia una busta contenente la mia liquidazione datami da amico. Così termina la mia "carriera di camionaro"! Passano i giorni, riesco fortunatamente con l'aiuto della segretaria, che chiamerò Laura, a vendere il camion senza più preoccuparmi delle rate d'acquisto. Ora devo solo preoccuparmi di trovare un lavoro non pesante! Un pomeriggio decido di riprendere l'auto e vedere se sono ancora in grado di guidare e tutto sembra andare bene; guido e penso ad un lavoro da poter fare di nuovo. Passo lungo via Tor di Quinto, notissima a Roma come incontro con prostitute e trans ed altra specie umana. Osservo incuriosito dai vari tipi presenti sul marciapiedi e continuo il mio giro guidando e pensando. Ad un certo punto mi viene un lampo di genio che illumina il cervello un pò offuscato ma ancora valido: e se provassi a "fare il gigolò"?!. Vado a casa e telefono ad un giornale di annunci varii di lavoro, prestazioni d'ogni tipo, conclusione: detto al telefono il mio annuncio:" Trentacinquenne, alto, moro, ben prestante, offresi per compagnia a donne giovani ed anche mature, disponibile a fare la parte di accompagnatore a cene ed incontro di lavoro ed altro ancora, da stabilire prima" segue il cellulare, nuovo numero non certo il mio personale. Vedo l'annuncio il giorno dopo e dopo una settimana di attesa, dove avevo perso ogni speranza, mi chiama una signora che mi offre un buon compenso se mi offro ad accompagnarla ad una cena di affari dove deo essere "tirato a cera" per farle fare una bella figura. Chiaro che vuole vedermi prima da soli, poi si andrà alla cena. Dopo un'ora sono da lei che mi riceve squadrandomi tutto intero, poi mi mette sul tavolo un mazzetto di banconote in euro:cinquecentomila: Fingo di rimanere indifferente e poi mi dice che se tutto andrà bene mi darà altrettanto a conclusione.

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