Una sera al ristorante (parte 2)

di
genere
gay

Appena usciti dal ristorante ci incamminammo verso l’appartamento di Carlo che distava solo alcune centinaia di metri dal locale. Non so dire come mi sentissi, ero ancora pieno di adrenalina per quanto successo nel bagno poco prima, ma nello stesso tempo avevo qualche timore su come fosse proseguita la serata. Carlo camminava accanto a me e ogni tanto si fermava guardandomi come se leggesse nei miei occhi una certa titubanza ad andare oltre...
“Cosa c’è?” mi chiese “già passata la voglia di esser la mia puttana questa notte?”
“No, anzi”, risposi deciso.
Sentirmi chiamare “puttana” mi eccitava e umiliava nel medesimo tempo ma ero determinato a voler andare fino in fondo nella concretizzazione delle mie fantasie sessuali. Giunti all’entrata del palazzo, Carlo aprí il portone e mi baciò sulla bocca, rimasi di stucco! Fino a quel momento si era trattato solo di sesso, ma quel bacio mi sorprese e per un attimo non seppi come reagire, lui si mise a ridere e sussurrandomi all’orecchio disse: “Mi piaci!”
“Anche tu Carlo”, risposi imbarazzato.
Carlo doveva essere sulla sessantina ed era in splendida forma, il suo modo di vestire elegante ma molto naturale lo rendeva un uomo affascinante e, credo, molto ambito anche dalle donne. Arrivati al pianerottolo mi fece entrare con il suo modo cortese, il suo appartamento era arredato con accostamenti di colore che creavano un ambiente gradevole e rilassante, la grande sala aveva un’ampia vetrata con una vista mozzafiato sulla città (non mi ero accorto che l’ascensore era salito così in alto) e la cucina era aperta e spaziosa divisa dal soggiorno con porte scorrevoli in vetro satinato. Carlo mi indicò il bagno e, baciandomi sul collo, sussurrò: “Mettiti a tuo agio caro...”
Non sapevo come presentarmi, era pur sempre la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, mi spogliai completamente, mi guardai nello specchio chiedendomi cosa cavolo ci facessi in casa di un uomo appena conosciuto poche ore prima. Misi una vestaglia di seta leggera che trovai appesa, uscii e raggiunsi Carlo nel soggiorno dove mi stava aspettando.
“Sei tranquillo?” mi chiese con gentilezza.
“Sto bene, davvero!” gli risposi compiaciuto.
Accese il grande schermo piatto appeso alla parete e subito cominciarono a scorrere immagini di un film porno gay, mi versò un drink e ci sedemmo sul divano in pelle bianca posto al centro della sala. Parlammo un po’ e Carlo mi disse che era divorziato da poco meno di un anno e che ciò l’aveva fatto andare in completa crisi, la moglie, più giovane di una quindicina d’anni, aveva voluto la separazione per andarsene a vivere con un maestro di golf di cui si era invaghita totalmente. Mentre mi raccontava questa sua spiacevole situazione mi accorsi che aveva la vestaglia slacciata e potei così vedere il suo corpo nudo per intero, il fisico era asciutto e depilato, la pelle di un bel colore bronzeo, mi sentii in imbarazzo in quanto io ero leggermente in sovrappeso e per niente abbronzato. Lo guardai ed ebbi un principio di erezione, la voglia di aver nuovamente il suo cazzo in bocca ricominciò ad affiorare, Carlo mi toccò il pene, masturbandomelo leggermente, la mia cappella si gonfiò e l’eccitazione mi invase completamente, in un istante eravamo nudi, il mio sguardo non lasciava dubbi su ciò che sarebbe poi successo poco dopo...
Mi misi in ginocchio e cominciai a leccargli il cazzo con dolcezza toccandogli le palle con una mano, mentre con l’altra lo segavo lentamente intanto che la mia lingua faceva il resto, ormai ci avevo preso gusto e mi sembrava di pompare già molto bene malgrado fossi ancora un novello succhia cazzi. Il suo odore era più acre rispetto a prima nel bagno del ristorante, la sua sborra aveva lasciato un sapore forte che, alla base della cappella, era ancora più intenso. Leccai con cura pulendolo per bene e nel contempo pensavo a quanto fossi troia nel farlo così appassionatamente... Carlo era rilassato sul divano “continua così ti prego, mi fai impazzire” disse con lo sguardo lussurioso “sei meglio di qualsiasi uomo o donna che finora mi abbia preso l’uccello in bocca” disse ancora, stringendo con le mani la pelle bianca del divano.
Sullo schermo intravidi la scena di due uomini che stavano chiavando a turno il terzo, il tipo lo stava prendendo in culo e in bocca contemporaneamente, la visione di quello che lo pigliava in ogni dove mi fece andare a mille! Dissi a Carlo di scoparmi e di fare di me ciò che avrebbe voluto, lui mi guardò e mi fece cenno di seguirlo in camera.
Ci stendemmo sul letto, Carlo mi domandò cosa volessi fare e se ero veramente convinto di esser preso per la prima volta, “sì, e voglio che sia tu a farlo” risposi deciso. Lui, dopo la separazione dalla moglie, aveva avuto alcuni rapporti con altre donne e un paio di relazioni omosessuali ma niente di particolarmente impegnativo “con te è diverso” mi disse “non so perché ma provo sensazioni nuove e coinvolgenti”. Lo guardai, mi girai sulla schiena mettendomi alla pecorina, “scopami” fu la sola parole che riuscì a dire in quel momento, l’eccitazione era alle stelle! Intravidi che si stava infilando il preservativo e la cosa mi rassicurò un po’ in quel turbinio di sensazioni folli che stavo provando, mi lubrificò per bene il buco e cominciò a infilarmelo dentro delicatamente “dimmi se spingo troppo” disse, sentii il suo cazzo che stava entrando dentro di me, il dolore era forte ma la voglia di averlo dentro era incredibilmente alta, “sì, così... adagio...”. Con delicatezza lo fece entrare sempre di più, sentivo i muscoli che si contraevano e il suo membro che pulsava dentro di me, “così dai... spingi... siii...” dissi incoraggiandolo fino a quando non lo ebbi dentro tutto. Restò così per un attimo, poi cominciò a penetrarmi ritmicamente, dentro e fuori lentamente, continuò per diversi minuti sino a quando il dolore si fece meno intenso e il piacere, come l’eccitazione, aumentò. A quel punto mi girai verso di lui e gli dissi: “sbattimi ora, fai quello che vuoi, fai godere questa lurida puttana, martellami dai”, ero infoiato come una cagna in calore e non avevo ormai più nessun ritegno, volevo solo godere come avevo sempre solo sognato. Carlo si era rassicurato e iniziò a lasciarsi andare anche lui, mi teneva le mani sul culo e intanto ci dava dentro a più non posso “godi baldracca che non sei altro” disse ansimando “piglialo sto cazzo puttana che ti sborro dentro adesso... ahhhhh siiii cazzo godo così siii...”.
Ero completamente sopraffatto, Carlo uscì dal mio corpo che fremeva ancora dal piacere e si sdraiò appagato, io mi finii con una sega veloce e finalmente il godimento fu totale. Mi coricai sulla schiena, i miei muscoli erano tesi e il sudore abbondante, “come stai?” chiese Carlo, “divinamente” gli risposi, ci addormentammo poco dopo.
di
scritto il
2019-06-17
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