Il prof

Scritto da , il 2019-05-26, genere tradimenti

Sapevo di piacerti.
Sapevo che anche se avevi una moglie che ti aspettava a casa tu guardavi le gonnelle delle tue studentesse.
Mi stuzzicavi, mi eccitava il tuo sguardo che si posava sulle mie gambe mentre le accavallavo, e subito ti sistemavi il pacco.
Quel giorno avevamo l’incontro per la mia tesi così non resistetti: misi una gonna corta di jeans ed una camicetta. Sotto portavo un perizoma rosso di pizzo, la mia fichetta con solo un sottile triangolino di peluria; niente reggiseno, la mia quarta di seno lasciata libera con i capezzoli duri che si vedevano.
Si: non volevo solo eccitarti, volevo essere scopata.
Entrai nella tua stanza e cercammo di concentrarci. Il tuo sguardo si chinava sempre sui miei capezzoli.
Mi alzai e girai attorno alla scrivania, mi avvicinai a te, mettendomi tra la scrivania e la tua sedia. Ci guardammo per un lungo istante: divaricai le gambe, ti presi la mano e te la ficcai tra le mie cosce. “So che lo vuoi professore”. Duró poco la tua esitazione; ci baciammo. Un bacio selvaggio, la tua lingua entrava nella mia bocca mentre con la mano nelle mie gambe esploravi la mia figa: prima da sopra il perizoma strofinando le tue dita contro, già questo contatto mi fece bagnare. “Sei fradicia” mi dissi. Poi mi scosti il lembo di pizzo e mi tocchi le grandi labbra. Gemo: finalmente sento la tua pelle che tocca la mia, sei abile, sai come toccare una donna. Mi tilli il clitoride gonfio e poi mi ficchi le dita ricoperte del mio umore in bocca “lecca la tua eccitazione”. Ti succhio le dita, voglio farti capire come ti succhierei il cazzo. Le tue pupille si dilatano e capisco che sei eccitato, anche dai tuoi pantaloni gonfi. Mi slaccio la camicetta e me la tolgo lasciando i miei seni liberi davanti a te. Ti ci butti e cominci a succhiare avido i miei capezzoli. Ti squilla il cellulare, è tua moglie, ma te ne freghi, ora sei con me, nel tuo ufficio, il che rende tutto più intrigante. Ti stacchi da me e mi sbottoni la gonna così da farmi rimanere solo un perizoma. Mi avvicino e ti sbottono i pantaloni, trovo i tuoi boxer, te li abbasso lasciando uscire il tuo cazzo duro. Lo prendo in mano e sento la cappella bagnata. Ti masturbo, sento che ti stai eccitando. Ti guardo mentre mi inginocchio davanti al tuo cazzo e lo prendo in bocca: è grosso e duro, lo succhio, passando la punta della lingua sulla cappella. Mi spingi la testa per prenderlo tutto in bocca “Dio come me lo succhi, sei la maga dei pompini”. Vado più veloce, mi piace succhiartelo sentendo la carne dura e la tua cappella gonfia che rilascia il tuo succo. Lo lecco come fosse un gelato e finisco sulla punta. Ad un tratto mi fai alzare e mi fai girare di schiena “voglio il tuo culo”. Mi abbasso sulla scrivania a 90 intanto che mi togli il perizoma, lo annusi e te lo ficchi in tasca. Mi massaggi l’ano con il pollice aprendoti un varco dentro di me. Sono eccitatissima, ti voglio, non ho mai avuto un cazzo nel culo ed il primo voglio sia tu. Tiri fuori dal cassetto un preservativo e te lo infili, poi mi prendi per i fianchi e mi inculi. Ti sento dentro, mi riempi e ti muovi “è da quando ti ho vista che aspetto di scoparti il culo” . Entri ed esci da me, sento dei brividi lungo la schiena. Con una mano mi tocchi il clitoride e cominci a sgrillettarmi. Mi riempi dappertutto, ti sento dentro di me e mi fai godere. Esci con le dita da me per prendermi meglio i fianchi per affondare il tuo cazzo dentro, le tue palle mi rimbalzano sulle chiappe. Comincio a masturbarmi da sola: ormai la mia figa è aperta e ha bisogno di essere toccata. “Brava piccola toccati, quanto sei sexy”. Sto gemendo, ti sento dentro di me. Non ce la faccio più, sto per venire. D’un tratto esci dal mio culo, ti togli il preservativo e entri dentro la mia figa. Sento la tua carne dentro di me, pelle contro pelle. Entri ed esci, sento la tua cappella che entra dentro riempiendomi. “Ti vengo dentro” hai tempo di dirmi prima che insieme veniamo in un orgasmo animalesco. Sento che il tuo cazzo mi spruzza dentro il tuo liquido caldo. Esci da me e finalmente mi giro guardandoti in faccia. Il tuo sperma esce dalla mia fichetta, tu ti abbassi e con mio grande stupore mi lecchi e prima di ingoiare mi baci. Sento i nostri umori mischiati. Mi rivesto e tu ti risistemi. Ci guardiamo negli occhi e ti dico “ci vediamo prof”. So che mi cercherai ancora e che scoperemo come conigli sulla tua scrivania.

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