Legata Pranzo

di
genere
bondage

Con addosso un fresco accappatoio di cotone Alex si andò a sedere sulla poltrona io lo seguii indossando il mio, mi chiese di passargli i vestiti che erano appesi ad una gruccia all’anta dell’armadio.
Una T-shirt blu, una camicia azzurra e dei jeans leggeri, su di una sedia lì accanto c’erano dei boxer, dei calzini e un paio di scarpe blu, mi domandavo tra me e me chi li avesse portati senza che ce ne accorgessimo, ma evitai di fare l’inutile domanda e gli porsi i suoi abiti.
” Hai qualcosa di carino in quella specie di zainetto da bikers?.. qualcosa per un pranzo in un ristorante sul lago?..”
Restai stupita e un po stizzita risposi di sì dicendo:
” Ho un vestitino adatto all’occasione e siccome farò molto presto ad indossarlo caro il Mio Alex posso accendere la radio mentre tu ti vesti?..”
” Certo che puoi..poi mostrami il vestito e portami la mia valigetta grazie...e non fare tanto la spiritosa...mia cara Mia..o .mi torna prurito alle mani..!” e se le sfregò.
Andai verso lo stereo, lo accesi cercando subito una stazione che passasse un pezzo decente, nel frattempo lui iniziò a vestirsi, lo ammiravo leccandomi le labbra per il gusto che provavo nel guardarlo, le frequenze radio scorrevano finchè non sentii “Pride (in the name of love) degli U2, mi fermai alzando il volume, mi girai e mi fu impossibile trattenermi dall’urlare e ballare sul ritornello, rideva canticchiando con me poi mi esortò ad andare a prendere il mio vestito, eseguii l’ordine sfilandomi l’accappatoio che cadde ai miei piedi e saltellai a ritmo di musica fino al mio zainetto, passando davanti ad Alex intento ad allacciarsi i jeans che non perse l’occasione di darmi una sonora manata sul culo quando esitai qualche secondo sculettando davanti a lui provocatoria.
Presi il vestito cercando tra le mie poche cose, presi quello celeste a fiori variopinti con il corpetto intrecciato in canapa, era perfetto anche se era stato compresso nello zainetto, lo adoravo per quello, me lo appoggiai addosso solo per potergli mostrare la mia scelta, mi guardava mentre si abbottonava la camicia, feci l’espressione corrucciata nel vedere che si vestiva, mi sorrise, infine scelsi le mutandine e il reggiseno fra i due che avevo, poi prima di riavvicinarmi presi la valigetta marrone.
La radio passava ora un’altra canzone che mi piaceva, “ Baila Morena” di Zucchero, intonai a ritmo :
” Bailaaaaa morenaaaaaaa sotto QUESTA LUNA PIENA.. questa sera qualcosa ti tocca ...ander de munlaighttttt”...”
” Sei incontenibile Mia..un vulcano..non posso portarti fuori così..sei ingestibile..”
Rimasi di sasso per lo stupore non sapevo cosa dire ma non smisi di ballare, rallentai solo il ritmo, ma mi blocchai completamente quando vidi ciò che estrasse dalla valigetta dopo che l’ebbe aperta con due clik.
Tra fogli e vari incartamenti uscì una corda di canapa, dello spessore di circa un centimetro, annodata che ne comprimeva il volume, la sciolse.
” Abbassa la radio...posa il reggiseno e le mutandine, non ti servono..e..torna qui.. non voglio distrazioni mentre mi assicuro che sarai legata per il pranzo..!”
Obbedii.
Nuda con il mio vestitino in mano ero di nuovo fronte fronte con il Mio Signore che si passava la corda tra le mani, mi girava intorno come se prendesse le misure.
Cominciò a legarmi in silenzio, era molto concentrato, mi fece aprire le braccia, partì dal collo misurando con precisione un primo nodo dietro la nuca, scese sulle scapole per passarla sotto le ascelle in modo che la corda tornasse davanti e potesse avvolgere e stringere i miei seni, fece un altro attento nodo, scese ancora unendo sulla pancia entrambi i lati della corda che tenne bloccati con un terzo sapiente nodo, li riaprì per poter cingere ora i fianchi e ritrovare i due capi sulla mia schiena dove il quarto nodo dava più forza alla legatura, passò poi tra le natiche come se la corda fosse ora uno slip, risalì sul pube, sulla pancia finché non ritrovò un lembo della corda annodato prima, bloccò il tutto girando una seconda volta intorno ai miei fianchi in modo che potè terminare dietro la schiena con l’ultimo eccelso nodo che gli lasciava anche circa un metro di corda, da poter tirare o trattenere, in ogni caso, da poter gestire.
Prese il vestito dalle mie mani facendomelo indossare, tenendo la legatura come fosse un completino intimo.
Un lembo della corda fuoriusciva dalla parte superiore del mio abito, intonandosi al corpetto color canapa e scendendo lungo la schiena, lasciandogli anche la possibilità di giocarci comodamente, e dopo circa un’ora dal primo nodo, guardò l’orologio erano poco più delle 13.
Indossai due sandalini, una sistemata ai capelli da folle ed ero pronta, pronta davvero, mi sentivo bellissima.
”Adesso sei pronta..domabile..gestibile come è giusto che sia possiamo andare a pranzo.”
Prese la sua valigetta ed uscimmo dalla camera.
Scendemmo le scale passando dal salone dove la sera ci fu la festa, era tutto in ordine come se nulla fosse accaduto, l'oste al bar ci preparò due caffè ricordando intanto al suo Padrone l'appuntamento per pranzo delle 14.00.
Bevemmo veloci, per prima mi mossi io, alzandomi dallo sgabello, ma non feci in tempo ad allontanarmi di un passo che sentii la corda tirare, mi bloccai all'istante, sentendola sfregare sui seni e sulle labbra della fica, guardai Alex :
” Stai al mio fianco Mia ..stai buona o ti faccio bruciare..”.
Uscimmo nel cortile e con il telecomando aprii la sua auto, un'Audi R8 grigia metallizzata.
“ Si sposa bene con i tuoi capelli..sali su..”
Uno sguardo alla mia “Bimba” parcheggiata tranquilla sotto al pergolato e partimmo.
In quindici minuti, con quel bolide e conoscendo la via giusta arrivammo in un paese sulle rive del Lago in un lampo.
Guidava prudente, adesso, attento, c’era gente che passeggiava, espose un permesso sul cruscotto ed entrò nell’area pedonale entrando poco dopo nel cortile di un Hotel.
Un Edificio moderno, alto quattro piani, vista lago, con la piscina esterna circondata dalle vetrate di un ingresso, da palme e altri alberi.
Ciò che mi lasciò però senza parole appena scendemmo dall’auto fu che tutta questa apparente meraviglia era probabilmente in disuso da anni.
I balconi delle stanze infatti perdevano pezzi d’intonaco, la piscina era vuota di acqua e piena di fogliame e rami secchi delle piante circostanti, ingiallite e trascurate dal tempo e dall’incuria.
Ci venne incontro nel vialetto d’ingresso una vecchia signora, ancora molto curata, avvolta in uno scialle a fiori che copriva un semplice tailleur blu.
Porse la mano verso Alex dandogli in benvenuto poi si voltò verso di me squadrandomi da capo a piede e senza rivolgermi parola ci pregò di seguirla, ci avrebbe condotto dal proprietario.
La corda strusciava tra le mie gambe ad ogni passo, mi eccitava sentire che tirava se mi allontanavo troppo, ed io non perdevo occasione per provarci.
Salimmo al primo piano, la Signora per prima, poi io e dietro Alex che mi tratteneva leggermente consapevole dello sfregare sulla mia pelle.
Arrivammo nel salone principale, quello che probabilmente era adibito a sala ristorante e al tavolo con vista panoramica sul Garda vi era seduto il proprietario che ci aspettava.
Appena lo vidi capii che era lo stesso vecchio a cui la sera prima il Mio Signore aveva gettato la maschera con la ball gag e la mia saliva, e che lui aveva usato per masturbarsi.
Mi voltai cercando come una spiegazione da Alex, il quale senza troppi preamboli legò il capo della corda che teneva in pugno allo schienale della sedia, tutto questo sotto lo sguardo lascivo e voglioso del vecchio.
“ Signor Della Torre come da Lei richiesto sono venuto accompagnato, ed ora che ho sistemato la Mia sottomessa ancora un po disubbidiente, possiamo parlare di affari?..
cosa ne pensa..?”
Era evidente che Alex era a disagio in quella situazione, ma la sua determinazione e fermezza mascheravano il suo stato emotivo, aveva un obiettivo e per poco che lo conoscevo ero certa non si sarebbe fermato finché non lo avesse ottenuto.
“ Signor Luce..possiamo farlo davanti ad un buon pesce di lago..? cosa dite..? avete appetito Lei e la sua accompagnatrice?..”
“ Solo se lo innaffiamo con un buon “Custoza”..”
“ Ma certo amico mio.. ottima scelta.. come sempre..”
Un gesto ed arrivò l’unico cameriere, al quale venne ordinato anche dell’acqua e dell’insalata, si allontanò dopo il cenno di assenso.
Mi mossi un po sulla sedia, sentivo prurito stando seduta.
“ Qualcosa non va Mia?..” mi chiese Alex.
“ No Mio Signore va tutto bene, mi domandavo solo quando arrivano gli altri ospiti?..”
Si misero a ridere entrambi
“ Mia è un incontro per una trattativa di vendita ..privata..saremo solo noi tre..”
“ Ed io allora?..cosa c’entro scusa?..”
Fu il vecchio a rispondermi.
“ Tu.. Mia ..cara.. servi al piacere del tuo Padrone e al raggiungimento di due scopi..vuole spiegarlo Lei Sig, Luce..?”
“ certo..volentieri ..Mia ho questo affare in ballo da molti mesi, e il qui presente Sig. Della Torre non voleva cedere il suo Hotel per meno di cinque milioni di euro, nonostante le pessime condizioni in cui sia ed il disuso da anni, ma la posizione e le possibilità che offre dando una ristrutturata sono davvero molto allettanti, perciò non ho desistito.. cercando di corrompere l’anima lussuriosa e libidinosa del Sig. Della Torre, invitandolo come hai visto ieri sera ad una delle mie famose serate a tema...ma stamattina quando sono uscito lasciandoti in camera, credendo che a colazione avrei finalmente concluso l’affare, ..questo vecchio porco mi aggiunge una clausola inaspettata, quanto il tuo arrivo alla mia Locanda, ma definitiva..ossia se accetto..accettiamo..l’Hotel è mio al prezzo che abbiamo pattuito….ecco Mia questo è quanto..ora pensa ..e mentre pranziamo ti verranno detti i dettagli della clausola aggiunta..hai capito?..”
Ascoltai in silenzio ciò che mi venne detto, e capii solo che volevano usarmi per i loro piaceri ed ognuno guadagnarci qualcosa, “ed io cosa ci guadagno?” pensai tra me e me.
Alzai appena un po il busto, per mettermi più dritta e le corde sfregarono sui seni stringendo le mie forme, mi uscì un piccolo gemito credo.
Arrivò il nostro pranzo, il vino e tutto il resto cominciammo a mangiare e a bere ed io dissi:
“ Posso parlare Mio Signore?..posso chiedere?”
“ Certo.. Mia che puoi ..devi...prima di accettare devi essere sempre consapevole..dimmi pure..”
“ Mio Signore se ho capito bene otterrai un prezzo migliore se io sarò carina con il proprietario..quindi Lei è disposto a barattarmi come una sua proprietà?..come un oggetto senza valore?
“ No Mia non è esattamente così, ho pensato che avrai anche tu una parte nell’affare ..e ..ciò che brama il vecchio porco..”
e lo guardò con un sorriso provocatorio
“ E’ di essere frustato mentre io ti frusto legata..tutto qui.. non cedo nessuna delle mie proprietà ..MAI.. le metto in mostra, faccio si che il mio usarle dia piacere a questi pervertiti…
ma una cosa MIA è Mia..è chiaro?..”
“ Sì Signore e dove dovrei frustarlo? e come? e quanto?”
“Non devi pensare a queste cose..né fare domande, sarò io a darti le istruzioni sul momento..dovrai solo obbedire..lo sai fare no?..”
“ Sì Signore..e per la parte nell’affare?”
“ Ho pensato di offrirti un 5% sui guadagni dell'Hotel che aprirò dopo averlo ristrutturato.. ti piace l’idea..? un legame fra noi per il futuro e senza costrizioni…”
Rimasi a bocca aperta, davvero senza parole, la testa correva veloce sembrava così semplice, così una proposta imperdibile che mi domandavo dove fosse l’imbroglio, poi guardai Alex, la sua calma e compostezza, la sua serenità mista all’eccitamento del pensiero che avrei potuto accettare, mi hanno tolto ogni dubbio.
“ Devo firmare qualcosa?..”
“ No..non ora ..accetti dunque?..”
“ Si Mio Signore..accetto ..mi fido di te..”
I due si guardarono intendendosi.
“ Bene ..” disse il vecchio porco.
“ Possiamo accomodarci nella stanza accanto, l’ho fatta prepare per l’occasione, anche se non ero convinto che la Signorina avrebbe accettato, ne sono lieto.. prego seguitemi..”
La stanza adibita ad alcova per l’affare era piccola, buia, con un letto matrimoniale, un divano a tre posti, un tavolino con l'appoggio in vetro e la moquette su tutto il pavimento, la classica camera d’hotel anni 90, fredda, anonima, puzzava di muffa e di chiuso, non mi piaceva affatto.
Non volevo entrare mi dava quasi la nausea e mi trattenni sulla porta mentre il vecchio era praticamente già nudo e seduto sul divano.
Alex si voltò per accertarsi che non avessi cambiato idea, ci capivamo con uno sguardo e quella, era l’unica cosa mi piacesse di quei momenti.
Capì che era tutto apposto e mi tirò a sé con un tiro secco, veloce, che mi fece finire attaccata al suo petto, mi baciò sulla fronte.
“ Sei pronta?..” sussurò.
“ Si..”
Come se desse inizio ad uno show disse, a voce più alta perché il vecchio lo potesse udire:
“ Spogliati .. fai vedere che belle mutandine porti..e come te le ho legate..”
Eseguii l’ordine impartito sfilandomi il vestito, mostrando così la sapiente legatura che indossavo, lo gettai sul letto, dove mi accorsi che vi erano appoggiati tutta una serie di attrezzi adatti a non so bene quale scopo.
Entrò d’improvviso la Signora che ci aveva accolto all’ingresso, era avvolta in una tutina di latex nera, dalla testa ai piedi, riconoscevo solo il viso dalle rughe, che la rendevano un po triste in quella maschera, ma le fantasie e l’indole sessuale di ognuno di noi pensai, non sono mai da giudicare e spostai le mie attenzioni su Alex che nel frattempo si era impossessato di un frustino e lo brandiva voglioso davanti ai miei occhi.
Sul divano il proprietario intanto si stava maneggiando il suo piccolo membro molliccio, la Signora in latex si avvicinò al letto e ad Alex ed io ebbi un sussulto pensando che volesse toccare il Mio Signore, il quale percepì il mio movimento dal legame che avevamo attraverso la corda, che gli trasmetteva ogni mia minima vibrazione.
Mi tranquillizzai vedendo che la vecchia cercava solo di impadronirsi di due mollette appoggiate sul letto che poi andò a mettere sui capezzoli del porco sul divano.
Alex completamente disinteressato ai due spinse con i piedi il tavolino proprio di fronte al vecchio e mi ci fece sistemare appoggiandomi in ginocchio, con i gomiti sul vetro, aveva il mio culo, suo unico piacere, legato e a sua disposizone.
La Signora in latex continuava a mettere pinze e pinzette, catene e manette finché il vecchio non fu immobilizzato, si voltò e per ultimo prese uno scudiscio con la fascetta in pelle più larga sulla punta e con mia sorpresa me lo porse, non senza uno sguardo di rabbia.
La corda stretta da Alex tirò e lo sentii dire di prendere lo scudiscio.
Eseguii.
La Signora lasciò la stanza.
“ Su Mia passaglielo sulle palle ..non aver paura ci sono io”
Eseguii.
Passai il frustino sullo scroto del vecchio, era vuoto come pelle flaccida.
Mi arrivò d’improvviso, una frustata che mi strappò un grido e mi fece un po arrabbiare, venni esortata a colpire, non esitai oltre.
Colpii il proprietario sulle palle due volte.
“ Adesso accarezzale con il frustino..su da brava..”
Alex colpì me con un’altra frustata.
Eseguii.
“ Guarda che brava..lo fai eccitare..su colpisci ancora..fallo sborrare questo maiale..”
Eseguii.
I colpi alle sue palle si alternavano con quelli al mio culo.
“ Sputagli addosso ..sputa sulla palle e fallo urlare..continua..”
Eseguii.
Vedevo il vecchio tremare mentre si toccava un cazzo così piccolo che non credevo fosse in erezione, Alex mi frusto’ perché mi ero fermata, quindi ripresi colpendolo sulla cappella.
“ Non ti fermare..prima viene ..prima ce ne andiamo..”
Mi sostenni con il braccio libero al tavolino per darmi più forza e i colpi caddero violenti su quel viscido maiale disposto a comprarsi il piacere svendendo se stesso.
Venne sotto l’ultimo colpo che ho inferto alle palle ormai rosse, venne grugnendo come un porco, mi fece schifo e pensai che anche noi, però ci eravamo venduti per un affare, la testa mi crollò in avanti senza forze.
Alex mi sollevò, mi rimise il vestito interrompendo tutto appena vide il vecchio venire, mi prese in braccio, lo guardò e disse:
“ La porto fuori da qui.. torno subito.. prepara le carte ed il contratto firmato ..o le palle viola te le faccio io..!”
Uscì con me in braccio appoggiata alla sua spalla, avevo così tante domande, mi mise a sedere su una poltrona appena fuori la camera.
“ Aspettami ..non ti muovere..hai capito? ..torno subito..Hai capito Mia?..””
“ Si Alex ho capito..”.
E sparì dietro la porta.
Tornò poco dopo con la sua valigetta, visibilmente soddisfatto.
“ Andiamo Mia..vieni..”
Mi prese per mano ed uscimmo da lì.
Ci aspettava un contratto fra noi, un legame senza costrizioni così mi aveva detto
di
scritto il
2019-02-19
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