Il ritorno di una gran puttana. (parte 1)

Scritto da , il 2019-02-16, genere tradimenti


Quando la cercai su facebook non sapevo nemmeno se la avessi trovata.
Non mi avrebbe stupito se non si fosse nemmeno iscritta. Non avevo notizie di lei da oltre venticinque anni.
Ora fermatevi. Ciascuno di voi faccia mente locale. Dov’era venticinque anni fa? Qualcuno di voi non era nemmeno sposato, immagino. Qualcun altro era ragazzo, o ragazza ovviamente.
Sono tanti, due decenni e mezzo. Accadono molte cose.
Invece, grazie anche al suo cognome insolito, la trovai.
Notai immediatamente che lei (come me) si era iscritta da pochi giorni ed aveva pochissimi amici.
Le chiesi l’amicizia accompagnando la richiesta con alcune parole di presentazione.
Le dissi che ci eravamo intravisti secoli addietro in quanto abitavamo nella stessa cittadina.
Io nel frattempo mi ero spostato in un'altra regione, mentre lei era rimasta nelle zone del luogo di origine.
Fui garbato e gentile. Non dovevo assolutamente dare impressione di un assatanato in cerca di avventure. Ero infatti libero sentimentalmente, fresco di divorzio e reduce da qualche storia di sesso porca.
Dentro di me avevo deciso: volevo relazionarmi solo con donne porche. Donne dove il sesso fosse la componente principale. Il mio desiderio era avere una storia di sesso con una troia. Ma niente di esclusivo. Sognavo una puttana disponibile a farsi scopare in tutti i modi. Da me, logicamente, ma anche da altri maschi. E il tutto con la mia complicità.
Ma perché cercai la cara Marta e non altre? Cosa sapevo di lei?
Poche cose, ma certe.
Immaginate ora una cittadina della Brianza negli anni 80. Niente cellulari e niente internet. Per molti ragazzi è l’equivalente del paleolitico. In realtà alcune cose erano presenti anche in quei anni.
Ad esempio le troie. E che troie!
Marta era una di queste.
Constatai con i miei occhi che al suo passaggio (davanti al bar che frequentavo) i maschietti presenti interrompevano ogni discussione per dedicare a lei parole come “ecco che passa la puttana” oppure” ragazzi quella è una zoccola da paura” e anche” scopa con tutti e fa pompini con ingoio da paura”.
Quello che mi colpì furono vari aspetti. L’unanimità dei giudizi di maschi che frequentavano compagnie diverse quindi le fonti erano troppe perché non ci fosse un fondamento di verità. Fui colpito anche dall’età di questi maschietti. Tutti oltre la ventina.
Rimasi, invece, incredulo quando seppi l’età della troia del paese. Tredici anni! Già a tredici anni aveva questa nomina.
Divenne donna precocemente, era già alta oltre il metro settanta che con i tacchi la slanciavano ulteriormente. Viso ovale eternamente imbronciato e camminata fiera. Vestiva sportiva, con jeans e maglie o camicette. Niente di provocante.
Andava alle scuole medie ed aveva già quella nomina.
Mi colpì il fatto che un ragazzo della mia compagnia, uno di quelli affidabili, non un sbruffone millantatore ma bensì uno che quando apriva bocca diceva cose certe; bene, quel tipo sostenne che per lui fu un gioco da ragazzi farsi fare, dalla troia, un pompino con ingoio totale.
Fu sufficiente raggiungerla in un auto parcheggiata in uno dei tanti punti di ritrovo che si usava in quel periodo. Infatti era consuetudine trovarsi in varie compagnie in luoghi tipo grandi piazze, lasciare le proprie auto in disparte, spesso aperte e con autoradio accesa. Quindi ci si mischiava tra noi in attesa di decidere dove andare.
Non era inconsueto quindi che qualcuno o qualcuna si appartasse in un auto ad ascoltare musica.
Lo stesso fece Marta quel giorno. Si sedette ad uno dei posti dietro.
A quel mio amico venne in mente di sedersi al suo fianco.
Non si conoscevano. Non si erano nemmeno presentati.
Questo ragazzo non era uno sbruffone ma la cosa non escludeva che fosse anche porco. E soprattutto intraprendente.
Dopo qualche istante che erano silenziosamente fianco a fianco e apparentemente nell’auto solo per ascoltare della musica, il porco decise di toccarsi il cazzo. All’esterno dei pantaloni.
Marta continuò a guardare davanti a se mentre lo osservava con la coda degli occhi.
Quello che contò per il porco fu che lei non si fosse alzata per andarsene via.
Si slacciò la patta e tiro fuori l’uccello! Marta non fece una piega.
Il porco decise quindi di iniziare a menarselo.
Sentì che Marta ansimava dall’eccitazione.
Gli bastò sfiorarle la spalla per vedersela fiondare sul cazzo. Spalancare la bocca e divorarlo.
-Ragazzi! Nessuna mi ha mai fatto un pompino simile! Neanche le puttane da strada! E’ stato sufficiente toccarla e si è gettata. E non lo ha mollato finché non ha bevuto tutto. Mi ha svuotato le palle quella zoccola!-
Questo disse il mio amico.
Marta aveva infatti un nomignolo significativo : la regina dell’ingoio!
Si diceva anche che non si limitasse a spompinare ma che scopasse come una zoccola, accompagnando il tutto dal turpiloquio spinto. Si narrava che amasse fare sesso con maschi molto più grandi di lei anche di sette, otto e anche dieci anni.
Passò un anno da quell’episodio e ogni suo passaggio corrispondevano insulti da gran puttana.
Anche le ragazze, sia le sue coetanee sia quelle in età maggiore la apostrofavano come zoccola. Si diceva che non si facesse scrupolo nel farsi scopare da maschi impegnati rendendo quindi cornute le varie fidanzate. Anzi si vociferava che trovasse ancora maggior gusto a farsi scopare da uomini già adulti e impegnati.
Fino a quella domenica.
Come tutte le domeniche mattina io e i miei amici ci ritrovavamo, nel frattempo organizzavamo il pomeriggio. Io e il mio migliore amico, Paolo, stavamo piacevolmente chiacchierando in piedi e disposti in circolo con altre femminucce tra le quali una tipa che era parecchio gradita a Paolo.
Arrivò Marta e fu come un uragano.
Ci conoscevamo a mala pena di vista. Anche per Paolo era una novità. Si intromise in circolo con un obiettivo chiaro anche a un cieco: farselo!
Lo aveva puntato. Ogni pretesto era buono per allungare le mani sulla spalla di lui, per strusciarsi come una gatta in calore.
Paolo è mio coetaneo. All’epoca avevamo ventuno anni, la troia quattordici.
Le altre ragazze la guardavano con fastidio, quasi con odio.
L’argomento cadde inevitabilmente sul sesso. Certo, non era una novità. Lo si faceva ma con allusioni leggere. Il consueto gioco in cui i maschietti alludono, le femminucce fingono di non capire per poi esplodere nel “ma che scemi che siete” accompagnati da risatine e sguardi obliqui.
Con Marta non serviva andare espressamente sull’argomento sesso. Ci pensava lei.
Ricordo che una ragazza accennò che a pranzo avrebbe mangiato una torta a base di crema.
La troia intervenne interrompendo e dicendo:
-A me la crema piace tutta. Quella grigia, ma mi piace molto anche quella bianca!-
Una ragazza di girò di lato per proferire a bassa voce “che razza di troia!”
Quel pomeriggio Paolo contava di uscire con la ragazza che gli prendeva molto bene. Era anche evidente che fosse ricambiato.
Marta chiese di aggregarsi e nessuno pose obiezioni, anche se qualche ragazza arricciò il naso.
Nel primo pomeriggio vagammo qua e la con la mia auto. Io guidavo e Paolo al mio fianco.
La ragazza e la troia nei sedili dietro che si ignoravano beatamente. Di tanto in tanto seppur fossi preso dalla guida intravedevo la mano della troia che si allungava per accarezzare Paolo, il quale capì che doveva fare qualcosa per evitare che la ragazza si incazzasse oltre misura.
Decise quindi di scendere dall’auto. Aveva colto l’occasione della mancanza dei suoi genitori a casa sua per appartarsi con la tipa, che accettò di buon grado.
Rimasi quindi io e Marta.
Fino a quel momento mi aveva beatamente dimenticato. A stento mi rivolgeva la parola. Per lei non esistevo. Ero trasparente.
La invitai a salire davanti. Lo fece. Aveva l’aria imbronciata. Le era andata male. Il cazzo di Paolo lo avrebbe provato dopo qualche tempo. Non quel giorno.
Per un istante fui tentato di chiederle dove le sarebbe piaciuto andare. Cambiai idea e decisi di indirizzarmi nel consueto luogo dove si appartavano le coppiette.
La direzione era chiara. Univoca. Anche Marta non poteva avere dubbi.
Arrivai. Parcheggiai.
La osservai e capii che per lei era una situazione consueta. Tranquilla come se fossimo in un bar.
Iniziai ad abbassarle il sedile per posizionarlo in orizzontale. Mi sentii di dire:
-Così stiamo più comodi.-
Nessun cenno da parte della troia.
Al che tentenno. Sono quasi indeciso.
Fino alle sue parole:
-Beh, non scopiamo?- mi disse a bruciapelo- lo sanno tutti che mi piace scopare!-
Avevo ventuno anni. Un poco di esperienza la avevo maturata. Ma mai mi era capitato una cosa simile.
Ora mi sfidava, la troia! Io decisi di provocarla e replicai con un :
-Io con le vergini non scopo. Mi piacciono le ragazze esperte!-
Lei non rispose. Almeno non a parole. Si abbassò i pantaloni (con molta abilità nonostante fossimo in auto) mi prese la mano e mi invitò a infilargliela in figa!
-Ti sembra una figa vergine?- mi disse ansimando.
Io non dimenticherò mai la sua figa completamente sfondata. Aveva quattordici anni e una figa larga che neanche le prostitute da strada potevano vantare.
Seppi in seguito che aveva iniziato a scopare a dodici anni.
Eravamo in auto, le andai sopra e la scopai. Ci diedi dentro, mentre mi sollecitava:
-Dai dimmi che sono una troia, lo sanno tutti che sono una puttana. Scopami porco, fammi godere come una troia!-
Non ci volle molto a capire che era ninfomane.
Quella domenica, finito di scopare tornammo a casa senza accennare a niente. Pochi giorni dopo la incrociai su un marciapiede e non mi rivolse nemmeno la parola.
Poco dopo ci perdemmo di vista.
In seguito cambiai paese e successivamente anche regione. Mi sposai. Per un lunghissimo periodo non ebbi neanche modo di tornare al mio paese di origine. Ebbi modo di passarci raramente in auto ma a distanza di tanti anni uno dall’altro. Constatai che inevitabilmente i visi erano cambiati, i negozi pure.
Per quello che sapevo di Marta, avrebbe potuto essere in capo al mondo o essere diventata suora. Onestamente piuttosto che quest’ ultima ipotesi la immaginavo a battere per strada. Se dovevo fare uno sforzo di immaginazione la pensavo sposata, con un cornuto che veniva regolarmente umiliato, mentre la troia si faceva scopare e inculare da gruppi di porci.
Mi sbagliavo su due aspetti: la troia non dominava alcun marito e la puttana era ancora vergine di culo.
Sta di fatto che la trovai su facebook. Dopo oltre venticinque anni in cui la vidi per l’ultima volta.
Notai con mia grande sorpresa che abitava ancora nel paese di origine. Mi dissi che la nomina da troia la avrebbe inevitabilmente accompagnata anche da adulta. Era troppo rinomata (ai tempi) perché qualcuno se ne dimenticasse.
Nel mettermi in contatto con lei fui cauto e non accennai al fatto che me la fossi scopata e tantomeno alla sua nomina da troia.
Marta fu incuriosita dal mio messaggio e fu lei a chiamarmi.
Dopo la prima telefonata mi diedi del coglione. Per anni la avevo immaginata ancora più porca, depravata, ninfomane. Ricordavo tutto di quell’incontro avvenuto decenni prima.
Ora invece parlo con una donna stanca e delusa. Mi illustra che si è sposata giovanissima ( ecco il motivo della sua scomparsa!) con un uomo gelosissimo che arrivava da un altro paese (mi pareva strano che uno del paese la sposasse!) e si trasferirono in un'altra città (tutto torna!).
Solo da pochi anni si erano spostati nel paese di origine della troia. Mi disse anche che nel frattempo la popolazione era cambiata da quando era ragazza. Ora mi tornava tutto.
Io la ascoltai. Mi chiamava di nascosto dal marito. Inoltre per fare ciò doveva fare dei sotterfugi, in quanto lavoravano insieme.
Dopo due giorni passati in questo modo (con telefonate della troia fatte di nascosto dal maritino) mi dico che non ho niente da perdere nel confidarle la realtà. Cosa mai avrebbe potuto fare?
Io immaginavo che si sarebbe risentita e non mi avrebbe più cercato. Inoltre la distanza tra me e lei era di centinaia di chilometri. E quando mai avrei avuto modo di vederla?
Ma si. Mi dissi. Inviale un sms. Tentaci.
Fui cauto. Le dissi che decenni prima avevamo avuto un incontro ravvicinato. Lei mi ripose prontamente (sempre con sms) chiedendomi quanto fosse stato ravvicinato. Io le riposi con un lapidario parecchio ravvicinato.
Poi il silenzio. Ricordo che era un mezzogiorno. Ero in pausa, a casa mia, e mentre pranzavo guardavo la tv. Mi ero già messo il cuore in pace quando, una quindicina di minuti dal mio ultimo messaggio, arrivò una sua domanda. La scrivo esattamente coma la lessi:
-Allora ho conosciuto la tua sborra? Ho bevuto anche la tua?-
Mettetevi nei miei panni. Lo lessi. Lo rilessi. E avevo letto bene.
La troia era tornata! Altro che mogliettina per bene. Cercai di limitare entusiasmo. In fin dei conti erano parole al vento. Almeno fino a quel momento.
La troia mi invitò a sentirci la telefono nei pochi momenti di libertà che corrispondevano alla sera. Mentre lei era in vasca. La musica di sottofondo sarebbe servita a mascherare le parole. A pochi passi il figlio e il marito. Di tanto in tanto sentivo le loro voci. Udivo anche lei che dava indicazioni di dove fosse una cosa che non trovavano.
Poi abbassava la voce e fu lei a chiedermi di fare sesso. Sesso telefonico. Sesso talmente porco da far arrossire anche una centralinista delle linee erotiche.
Io le chiesi subito del suo passato, stando bene attento a non imbeccarla. Non desideravo che mi confermasse cose che dicevo io ma desideravo che mi confidase ciò che ricordava.
Non ci fu necessità di alcun stimolo.. Era un fiume in piena. Lei stessa mi confermò che era consapevole del suo nomignolo: la regina dell’ingoio. E la cosa la aveva sempre eccitata. Io non potevo sapere una serie di cose. Fu lei a dirmele. Spontaneamente.
Mentre ci masturbavamo.
Mi disse di aver fatto il primo pompino con ingoio a un ragazzo che potrà aver avuto diciotto anni. Lei ne doveva compiere ancora dodici anni. Lo fece in una cabina di una piscina. Mi disse che pochi mesi dopo perse la verginità di figa in ferie. Al mare e in campeggio. Con uno di cui non ricorda nemmeno il nome. Aggiunse che quell’anno ci diede dentro da subito, passando da una tenda all’altra. E lo fece per tutti gli anni che andò in campeggio tanto che veniva aspettata con ansia da molte compagnie di ragazzi.
Mi disse che non poteva ricordarsi di me. Ne aveva presi troppi da ricordarseli tutti. Inevitabilmente le chiesi se avesse un’idea di quanti se la scoparono.
Non esitava a rispondere. Mi confidò che i pompini ( aggiungeva sempre la parola ingoio. Ci teneva a chiarire. La troia!) non ne aveva idea. Ne aveva fatti troppi. Però con molta probabilità aveva scopato con una cinquantina di maschi diversi. Ammise che era una stima al ribasso in quanto di tanto in tanto gliene tornava in mente qualcuno. Era sufficiente che passasse davanti ad un cortile che non vedeva da tempo e si rammentava che in quella casa aveva scopato, anche se non ricordava bene con chi.
Mi disse che da ragazza prendeva in considerazione solo maschi già adulti. Alcuni anche più vecchi di lei di dieci anni. Riusciva a fare la puttana nonostante la famiglia la controllasse. All’epoca non si aveva molta libertà e la sua nomina era arrivata anche ai familiari più stretti.
Fu anche sincera nel dirmi che si masturbava tutte le sere. Lo sottolineò varie volte: tutte le sere. Talvolta guardando i primi film porno che le tv private trasmettevano a quei tempi.
Fu sempre sincera quando mi disse che per lei essere fedele era impossibile da quanto amasse il sesso e i maschi. Adorava il turpiloquio spinto. Anche in quel momento era sufficiente che la apostrofassi come zoccola ( il suo insulto preferito) per eccitarla fino a bagnarsi.
Mi disse anche che era consapevole da quanto fosse odiata dalle altre ragazze. Ma che non gliene avesse mai importato. Anzi, se una le stava antipatica, ci godeva ancora di più nel renderla cornuta.
Approfittando del fatto che conoscevo la zona mi descrisse alcuni palazzi. Quando ebbe la conferma che avevo capito mi disse che in un appartamento di questi fece una scopata memorabile.
Lei aveva sedici anni e lui venticinque. Di memorabile fu il sesso, ma soprattutto che lui da li a due giorni si sarebbe sposato. Con una tipa della sua compagnia.
La zoccola mi disse che se lo ricordava ancora sopra di lei. Sudato e ansimante mentre la pompava con furia. Scoparono tutto pomeriggio. La sera si trovarono, come se niente fosse, nella stessa compagnia. Marta guardava la ragazza apostrofandola (nel pensiero) come gran cornuta.
Mi disse che anche oggi, di tanto in tanto, la intravede nel paese. Ora la tipa è divorziata e il marito è andato altrove. Marta la apostrofa come la cornutona. Proprio così: la cornutona.
Mi chiedo come può aver fatto una troia simile a sposare un tipo come suo marito.
Sollevo l’argomento e lei si scatena in una serie ma che cogliona che sono stata, ma che cogliona che sono stata.
Con lui non aveva alcuna affinità. Di nessun genere, tantomeno sessuale.
La puttana mi confidò che aveva sempre rimpianto una scelta a suo avviso sbagliata. All’epoca che era fidanzata con il suo futuro marito si faceva scopare anche un certo Maurizio il quale ignorava la presenza del primo. Maurizio avrebbe voluto (come il futuro marito) avere una storia seria con Marta. La troia in questo modo rendeva cornuti contemporaneamente due maschi.
Maurizio abitava dalle parti di Bologna (si erano conosciuti al mare) e le propose di sposarla ed andare a stare dalle sue parti. Lei scelse di stare con il primo e mi disse che si pentì amaramente.
Mi disse anche il buon Maurizio non lo vedeva ne sentiva da decenni. Lo aveva rintracciato su facebook qualche giorno prima. Esattamente come feci io con lei. Maurizio le aveva lasciato il numero telefonico aggiungendo che ora era sposato con figli ma che magari alla prima occasione gli avrebbe fatto piacere rivederla per bersi un caffè insieme.
Chiedo a Marta se il marito le avesse mai chiesto del suo passato. Mi risponde di no. Penso che per lui averla trovata con la figa così larga sia stato già sufficiente e che probabilmente qualche voce gli sarà giunta. Le confido il mio pensiero e lei ammette, sempre con la massima sincerità, che prima di andare insieme a lui si era fatta un paio di maschi che frequentavano lo stesso bar.
La troia mi dice che non scopano da mesi. Il maritino la cerca, ma lei preferisce masturbarsi piuttosto che scopare con lui.
Mi racconta che, anni prima, per rendere il loro rapporto più vivo si era comprata un completino sexy. Lui appena lo vide si incazzò sostenendo che lo indossavano solo le troie.
Magari facessi la troia, mi confidò Marta. Mi piacerebbe anche andare a battere. Provare cosa significa avere tante mani addosso contemporaneamente. Succhiare tanti uccelli uno dietro l’altro. Da dei sconosciuti. Messa in ginocchio e circondata di cazzi. Mi confidò che sognava di prenderlo anche in culo, visto che il marito non si era degnato di romperglielo. Il rapporto anale la spaventava, ma nello steso tempo la eccitava. E poi sborra a litri. Diceva proprio così: sborra a litri. Ma bevuta dall’uccello mentre le si gonfiava in bocca ed esplodeva. E poi gang con tanti porci. Era intrigata anche dall’idea di provare la bocca di una donna. Di leccarle la figa anche se non si immaginava solo con lei, ma con tanti maschi pronti a riempirla in ogni buchi.
Le interessava il sesso porco. Fatto come i maiali. Sue parole: come maiali, come maiali!
Senza amore. Solo per godere.
Mi confida che pur avendo scopato, spompinato e bevuto sborra a quantità, lo fece sempre con un maschio alla volta. Le sarebbe piaciuto finalmente provare cosa significa scopare con almeno due uomini.
Passammo due giorni masturbandoci e scambiandoci porcate telefoniche. Lei non mollava il colpo finché non godeva almeno due volte.
Silenziosamente, per evitare di essere sentita. In vasca. Nonostante fosse silenziosa non poteva sfuggirmi quanto godesse. Che intensità aveva e quanto durasse la sua goduta.
Ma non si accontentava. Dopo voleva sentire anche me. Io ero più libero quindi davo sfogo al mio urlo. Mi chiese anche dove sborravo. Le dissi che ero sul divano e venivo in un asciugamano da bidet. Le dissi che ero normodotato ma, da sempre, sborravo in grande quantità.
questo aspetto no era autoreferenziale ma me lo confermarono varie troie, senza che io le sollecitassi. Lo fecero anche escort affermate. Poco tempo prima mi ero preso il lusso di andare insieme ad una ex pornostar degli anni 80. Una di quelle famose all’epoca. Ora faceva la escort e seppur non più giovane sfruttava la sua popolarità. Anche lei fu una di quelle sorprese dalla mia quantità di sperma. E parlava una che ne aveva viste di sborrate.
Quando le spiegai questo, Marta mi disse che avrebbe voluto essere da me per bere tutta la mia sborra.
Il quarto giorno dal mio primo contatto mi chiama e mi dice:
-Ho lasciato mio marito!-
-Lui che dice?-
-Non è convinto. E’ già successo, pensa sia una crisi passeggera. E’ tornato di colpo galante!-
Io penso che sia normale. Dopo decenni di matrimonio ci sta che lui creda ad una crisi momentanea. La zoccola però in questo modo ottenne un gran obiettivo: lui le diede maggiori libertà.
Ci inviammo delle foto ma il fatto che non fossero in formato digitale non si capiva molto del nostro aspetto. Erano ancora lontani i tempi dei selfie.
Il giorno successivo mi disse:
-Sabato vado a Bologna e torno domenica!-
Io ricordai immediatamente che il suo famoso ex grande amore abitava giusto da quelle parti. Non dissi niente, ma avendo contatti in quella città le proposi:
-Se vuoi ho la possibilità di avere una casa. Dimmi solo se ti fa piacere. Potremmo finalmente vederci. Se hai problemi, no problem-
-No, no . Figurati. Mi fa piacere. Se la trovi tu è meglio.-
Io arrivo prima di lei e la aspetto in stazione .
Ci vediamo dopo oltre venticinque anni!
La trovo giunonica ed emozionata.
Un bacio casto e :
-Andiamo a bere un caffè?-le propongo.
-Preferisco andare subito a casa.-mi risponde con mia sorpresa la puttana. Chiedere di andare subito a casa significa dire che vuole scopare subito. Senza indugi.
Durante il breve tragitto la tiro a me e le caccio a lingua in bocca! Lei ci sta alla grande.
Entriamo in casa. La puttana sbatte la valigia per terra e mi salta addosso. In un attimo è completamente nuda ed è lei a spogliarmi.
Saliamo al piano superiore dove ci sono le camere.
Ci tuffiamo sul letto. Lei mi prende la mano e :
-Infilala tutta dentro e poi muovi le dita!!- esattamente come faceva da ragazza.
E aggiunge: -Poi tirala fuori e mettimela in bocca! Voglio sentire il sapore della mia figa!-
Scopiamo come maiali, io la insulto alla grande. Quando non lo faccio, me lo ricorda lei:
-E dimmelo che sono una troia!!-
Nel frattempo squilla il suo cell segnalando arrivo dei sms: è il marito che chiede coma stia andando la gita.
Mi rendo conto che è molto attiva, se io rallento lei prende iniziativa e mi viene a cavallo e cavalca con furia.
Le sborro in bocca. Lei non molla il cazzo finché non lo ha pulito tutto. Abbiamo scopato senza profilattico.
Usciamo di casa solo nel tardo pomeriggio.
-Ma da queste parti non abita Maurizio?- le chiedo.
-Già. Che dici lo chiamo?-
-Certo- dico io- quando ti capita più?-
Lei si apparta qualche minuto e torna raggiante:
-L’ho sentito. Ha detto che stasera avrebbe piacere a bere un caffè. Conosci qualche posto carino in zona?-
La casa la avevo messa io a disposizione, quindi la puttana non osava chiedere tanto. Lo feci io:
-Perché non venite a casa? Io mi apparto nell’altra cameretta!-
-Ma sei scemo. Mica scopiamo noi. E’ stato grande amore e non ci vediamo da secoli. Comunque accetto volentieri l’invito, ma tu puoi restare tranquillamente in cucina con noi-
-Va bene, ma io vado comunque nella cameretta, così con l’occasione inizio a leggere un libro.-
-Come vuoi, ma ti ripeto, finirà solo in una rimpatriata.-
Maurizio arriva il dopo cena. Io sono piano superiore nella cameretta adiacente la camera principale.
Al piano inferiore sento uno squillo al campanello e subito dopo un vociare festoso tipico di persone che si incontrano dopo decenni.
Inizio il mio libro. Quanto si può impiegare nel leggere sei barra sette pagine?
Un rumore mi fa dire:
-Cazzo che razza di puttana! Che puttana che è!!-
Sono i passi sulle scale. Sono passati solo pochi minuti e stanno andando in camera! Sette minuti. Solo sette minuti e stavano salendo le scale per indirizzarsi nella camera principale. Altro che rimpatriata.
Lei gli aveva preso la mano e accompagnato a destinazione.
Intuisco che lo ha già in bocca ma poco dopo un frastuono chiaro mi dice che è alla pecorina: PUM-PUM-PUM.
Risuonava per tutta la casa. Lui la stava scopando come un animale!
Seppi che Maurizio ignorava la mia presenza in quanto la zoccola gli disse che la casa era di un amica in quel momento assente. La troia era alla pecorina sul bordo del letto e lui, in piedi, affondava i colpi come un maiale.
Nonostante ci fosse la porta della mia camera chiusa si udivano distintamente i colpi di ariete del porco.
Maurizio mentre aveva orgasmo cacciava un urlo animalesco, una specie di “arrrrghhh” a volume altissimo.
Lo fece tre volte: due volte in bocca e una volta in figa!
Se ne andò nel cuore della notte.
Nel frattempo il cellulare della puttana era saturo di messaggi del maritino.
-Sono andata a letto presto- le scriverà la zoccola- ero stanca.-
Appena Maurizio uscì di casa la troia, venne da me. Nella cameretta. Voleva ancora cazzo la puttana!
-Te lo do, ma mi spieghi cosa hai fatto, grandissima zoccola che non sei altro !!!-dissi io.
-Non hai sentito come mi sbatteva?-
-Certo, ma non ho visto!-
-Glielo ho preso in bocca! Mamma mia che cazzo enorme. Facevo fatica e tenerlo in bocca. Non lo ricordavo così grosso. Duro come l’acciaio!-
-Ti è venuto in bocca vero troia?-
-Ohh siiiii. Due volte e quanta sborra aveva dentro le palle. L’ho sentito gonfiarsi e poi esplodermi in bocca schizzando sborra a tutto spiano. L’ho mandato a casa dalla moglie con le palle vuote. Ma me lo sono gustato anche a cavallo!-
-Ti è venuto in figa mentre lo cavalcavi?-
-No. Mi è venuto in figa anche mentre mi scopava da sopra. L’ho visto in faccia mentre godeva!-
Poi scopammo come porci fino al mattino e mi illustrava quanto avesse fatto la troia con il suo ex.
Subito dopo il rientro a casa, la puttana ebbe inizialmente un atteggiamento da furbina.
Mi riempì la testa di “non sapevo quello che facevo… sai dopo anni di clausura… sicuramente ho fatto troppo la puttana… chissà cosa pensi di me” . E altre cazzate simili.
-A me invece è piaciuto che tu facessi la troia!- le dissi-ora ti faccio una domanda, però promettimi la massima sincerità.-
-Promesso. Spara!-
-Sei pentita?-
-Neanche un poco!-
-Faresti ancora la puttana?-
-Anche peggio se fosse per me! Ma solo se ci sei anche tu. Solo insieme a te. Vorrei essere la tua troia!! –
Tutto questo accadde in una settimana. Otto giorni precisamente. Dal momento in cui la cercai.
Ed era solo l’inizio.
Per gli increduli: su clips4sale lei è italian nymphomaniac wife.
E solo per chi ha gradito ora una mail: speakbehind@libero.it.
Mi intrigherebbe avere anche qualche punto di vista femminile.
Un saluto.

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