Ho fatto la squillo

Scritto da , il 2019-01-05, genere etero

Mi sono prostituita. E' stato bellissimo. Un'esperienza unica sia per me che per mio marito. Il tutto a prescindere dal fatto che ho guadagnato un bel po di soldi. Mi resi conto, allora, della vita più che agiata di Carlo e Giorgia. Alla base di tutto, comunque, ci sta il fatto che io, Simona, bella mora di 38 anni e mio marito Sandro, aitante 42enne, siamo due porci. Lo siamo sempre stati fin da quando ci siamo conosciuti. Quando ci siamo guardati per la prima volta negli occhi, abbiamo capito: io di aver trovato lo stallone che desideravo e lui la troia che cercava. Due giorni dopo eravamo già a letto a scopare come porci sebbene io fossi fidanzata con un altro e lui con un'altra. Siamo sposati da 13 anni e non ci sono mai stati periodi di crisi o di stanca sessuale. Non abbiamo figli e non ci siamo mai chiesti il perchè, nè siamo andati alla ricerca delle cause. Sempre più porci e disinibiti, specialmente in questi ultimi tre anni, da quando frequentiamo questi siti. Di cazzi ne ho visti a migliaia, ma solo sui siti. In realtà solo due: quello del mio primo fidanzato e poi quello di mio marito. Quante fantasie da parte di entrambi però. Figuratevi che sul nostr letto, insieme a noi, c'è quasi sempre un lui, una lei o entrambi. Porci che siamo, ultimamente pure mia sorella e suo marito. La notizia che Giorgia si prostituisse fu un colpo di fulmine. Lei è casalinga, lui, carlo, è collega mio e, insieme a Maria, è nella mia stessa stanza. Qualche volta andiamo tutte e tre le coppie a cena insieme. La notizia me la diede proprio Maria. Fu l'argomento del giorno, per diversi giorni, anche tra me e mio marito, finchè lui non fu preso dalla curiosità di vedere la faccia e il comportamento di Giorgia nel caso in cui si fosse presentato a lei un conoscente. Disse che ci voleva provare. "Ti ammazzo! Stai attento!" Gli dissi. Invece la curiosità prese anche me. Alla fin fine, pensai, un corno fatto con una prostituta cos'è. Durante una delle solite cene, Sandro fece tutto il possibile per restare solo con lei. Io naturalmente ero al corrente di tutto e poi lui mi raccontò che le chiese se fosse stato il caso di prendere appuntamento. Immaginate la faccia di lei, lo notai pure io da lontano: più pallida di un cadavere e poi rossa come un peperoncino. Era sabato sera, gli diede appuntamento per il martedì mattina alla 9,30- Abitiamo tutti in un grosso centro a pochi minuti da Catania ed è prprio a Catania, presso un lussuoso hotel, che fa la squillo, dove ha una camera tutta per se. Salirono subito in camera e già in ascensore lei, mortificata, gli chiese come ne fosse venuto a conoscenza e soprattutto di non parlarne con nessuno. Il racconto di mio marito fu dettagliato: una grande prestazione alla modica cifra di 450 euro. Non nascondo che mi ingelosii e, nei giorni che seguirono, chiesi più volte se fosse tanto più bella di me. Giorgia è una bionda di 35 anni: una bella falsa magra. Lui mi rispondeva che siamo due tipe diverse. Mi teneva sulla corda e diventavo sempre più gelosa. Un giorno rientrati a casa dall'ufficio, in cucina, mentre preparavo il pranzo e lui sul divanetto a seguire la tv, non resistetti più. "Ma lei che ci sa fare meglio di me? Alla fin fine che ti ha fatto in più rispetto a quello che ti faccio io?" Mi guardava sorridendo. "Che doveva fare di più, più porca di te?" Poi passandogli davanti gli mostrai la coscia e l'anca dandomi una pacca sulla natica. Lo stuzzicai: "Che mi vuoi dire che ce lìha più bono del mio?" Mi prese e mi distese supina sulle sue cosce scoprendomi fin oltre la pancia. "Che fai scemo! Sta bollendo l'scqua, devo calare la pasta" dissi sorridendo divertita. Mi leccò la pancia e mi sfilò le mutandine. Non appena mi strappò i primi gemiti disse: "Secondo te c'è una troia più porca di te?" "Nooo!" Sussurrai quando mi ficcò tre dita dentro. "Lo sai quanti soldi potresti fare tu? Altro che Giorgia" continuò fino a farmi godere. Gli diedi dello scemo ma dallo scherzo, presi dalla curiosità di soddisfare un uomo che avrebbe pagato profumatamente per scoparmi, cedemmo alla tentazione. Un lungo fine settimana in un noto e fra i più lussuosi hotel di Palermo. Partimmo in auto il giovedì mattina e saremmo rientrati domenica pomeriggio. Dovevamo essere due estranei e ognuno aveva già prenota la propria camera. Mi lasciò alla stazione centrale di Palermo e lui proseguì. Ci saremmo rivisti in hotel facendo finta di non coscerci. Mi diede due scatole di preservativi.Io presi un taxi e arrivai prima di lui. Lui sarebbe uscito, io avrei mangiato qualcosa al bar. mi sarei riposata e poi mi sarei preparata per trascorrere il pomeriggio, la serata e il dopo cena nella hall per farmi notare e magari abbordare dal mio primo cliente. Dilemma: cosa indossare? Avevo portato anche qualcosa di provocante. Intanto combinato intimo di pizzo nero e, guardandomi allo specchio. mi resi conto che presto, probabilmente, mi sarei mostrata così ad un estraneo. Mi venivano i brividi. Optai per la gonna blu, abbastanza attillata e con lo spacchetto posteriore; camicetta avana abbottonata in modo da mostrare le poppe. Chiamai Sandro e gli dissi che stavo per scendere. Figuratevi come mi sentivo, dovevo essere una squillo. Nella hall un via vai di persone efrancamente non mi sentivo a mio agio. Riandai al bar per il caffè e percepivo sguardi addosso. Mi avvicinai all'edicola, presi una rivista femminile e scelsi con cura il salottino. Dovevo essere notata e stava a me mostrarmi disponibile. Mi sistemai comoda e accavallai le gambe. Ero prorpio di fronte al bar, più im la, sulla destra, la reception. Leggevo e di tanto in tanto davo uno sgurdo panoramico. mi resi conto che, col passare del tempo, destavo curiosità anche al personale dell'hotel: che ci faceva in hotel una donna che veniva da fuori esclusivamente per stare li tutto il pomeriggio e la sera? Poi vidi uscire dall'ascensore colui che sarebbe stato il mio primo cliente quella stessa sera. Senza saperlo, stranamente l'ammirai per il suo fascino e la gran classe: sulla cinquantina, brizzolato, snello e ben vestito. Mi notò. Ebbi l'impressione che si fosse pure informato di me con l'addetto alla reception e quest'ultimo se ne uscì con la smorfia del booh. Sembrava un cliente abituale. poi lo vidi uscire. Salii in camera, una sistematina e riscesi dirigendomi al ristorante, percependo, prima fuori e poi dentro, sguardi e apprezzamenti. Mio marito era rientrato ed era seduto in fondo. Stavo ordinando quando entrò quel tizio. Mi guardò, si guardò attorno e prese posto due tavoli più in la. Non nascondo che i suoi sguardi mi mettevano in agitazione. Tutta la cena così. Alla fine il cameriere mi chiese se gradivo il caffè e risposi che l'avrei preso al bar. Mi alzai per uscire, mi raggiuunse e mi disse che sarebbe stato un piacere, per lui, offrirmi il caffè. "Grazie" risposi emozionata. Andando al bar ci presentammo e poi ci accomodammo. Si chiamava Alessio. Parlammo. Era di Bari, si trovava a Palermo per lavoro e sarebbe ripartito l'indomani pomeriggio. Poi ad un tratto chiese: "Quanto mi costi?" Che imbarazzo! Con mio marito non avevamo parlato di tariffe ma ricordavo bene quanto aveva dato a Giorgia. "Dipende"- Dipende da che, pensai stipidamente. Arrossii e tutto di un fiato dissi: "Quattrocentocinquanta"- "Caspita! Sei caruccia. però sei bona, mi piaci e magari te li meriti". Mi sentivo imbarazzata, mi vergognavo ma ero lusingata. "Facciamo una cosa, te ne do mille se stai con me tutta la notte". Cosa dovevo dire? "Fra un'ora ti va bene?" dissi, "Da me" "ho la mia camera" "Preferisco da me"- Mi diede il numero di camera e: "Fra un'ora? "Va bane"- Dopo di che mi alzai per salire in camera. mio marito aveva assistito da lontano. Lo chiamai al cellulare e glielo dissi. "Ahaa! Minchia! Buona scopata e buon divertimento" mi augurò. Quanti pensieri in quell'ora, anche a quella che doveva essere la mia prestazione. Dovevo essere io a chiede se voleva scopare col preservativo? Come dovevo dire: col guanto? Come dovevo andare? Portai ciò che poteva servirmi fino all'indomani mattina. Mi accolse in accappatoio ed era ben profumato. Notai la bottiglia di champagne. Posai la borsa sulla poltroncina e lui verso lo champagne. Il primo sordo e appoggiò le sue labbra alle mie. "Non mi andava di passare tutta la notte da solo, fortunatamente.......Non ti ho mai vista prima qui, io vengo spesso" "Si, è la prima volta che frequento questo hotel"-Nel frattempo prese dalla giacca i soldi e me li diede: due bigliettoni da 500 euro. Li misi nella borsetta. Quindi si liberò dell'accappatoio mostrandosi nudo col cazzo penzolante fra le cosce. Si sdraiò sul letto e disse che voleva vedermi spogliare. Adesso veniva il bello. Immaginate me? Non mi ero mai spogliata davanti ad un estraneo. Solo in spiaggia. Mi sbottonai la camicetta e me la sfilai. Portai le mani dietro, abbassai la cerniera della gonna e poi la feci scivolare ai piedi. Rimasi in reggiseno e minislip. Fece una smorfia di meraviglia ammirandomi con sguardo voglioso e accarezzandosi le palle. Mi fece piacere e cercai di essere spigliata. "Col preservativo?" Chiesi avvicinandomi. "Per quanto mi riguarda penso che non sia il caso. E tu?" Per tutta risposta mi sedetti sul bordo del letto e, mentre lui continuava a palparsi le palle, io presi a tastargli il cazzo tenendolo schiacciato sulla pancia. Nel mio io imbarazzata ma, francamente, non mi era indifferente avere in mano un cazzo che non fosse quello di mio marito. Ricordai che avovo già incassato 1000 euro e dovevo dare il meglio di me stessa. Di contro lui, che aveva sborsato quella cifra, si aspettava che lo soddisfassi del tutto, convinto, magari, di poter fare di me tutto quello che voleva. Lo impugnai e lo scappellai con la mano sinistra, lo segai lentamente avvertendo, mentre me lo sentivo ingrossare e indurire in mano, strane sensazioni. Insomma, non ero mica fatta di legno: la carne è carne e a solo maneggiare un cazzo nuovo fui presa dalla voglia. Salii sul tetto. Anzi, su di lui e presia leccargli il petto. Poi la mia lingua andò giù sulla pancia strappandogli dei gemiti. Quando arrivai li disse: "Lecca, lecca e poi me lo succhi"- Presi a spompinarlo. Mi piace fare pompini e mio marito mi dice che sono brava e porca. A quanto pare lui la pensava come mio marito: "Siii! Che bella porcellina!" Esclamò. Piaceva pure a me spompinare un cazzo nuovo. Ero in ginocchio fra le sue gambe; portai le mani indietro a sganciarmi il reggiseno. Quando me lo sfilai le mie tette andarono giù e i capezzoli a strisciare sulle sue ginocchia. Tenni il cazzo forte dentro la bacca e lentamente, in quella scomoda posizione, mi sfilai i minislip. ndai su, presi il cazzo fra le tette e, contemporaneamente, gli leccavo la pancia. Disse che ero la tria di cui aveva bisogno quella sera. E allora, pensai, ti faccio vedere io. Andai su cavalcandolo e con questo movimento gli mostrai il mio pube ricoperto dal triangolo di peluria nera ben curato, come sempre voleva mio marito. Presi a muovere il bacino senza ficcarmi il cazzo dentro. Era piacevole per entrambi. Mi chinai e gli sussurrai: "Lo vuoi gustare il sapore del tuo cazzo?" Al che gli misi la lingua sulle labbra. Prima me la leccò e poi me la risucchiò dentro la sua bocca e tutto andò a finire in un bacio con le lingue che si intrecciarono freneticamente. "Hai visto che ce l'hai gustoso? A me è piaciuto". Mi ficcò la lingua in bocca, portò le mani fra i nostri due corpi facendomi intendere che me lo voleva mettere dentro. Sollevai il bacino, glielo presi, lo indirizzai e mi riabbassai. Ero bagnatissima e me lo sentii entrare fino in fondo in un colpo solo. Sospirai di piacere mentre ci slinguavamo. Più che una squillo e il suo cliente, sembravamo due amanti focosi e appassionati. Anche lui prese a muoversi. Era bello. Dovevo godere? Una squillo deve godere pure lei? Subito fui fuori di me e stavo già per venire. Potevo? Chi se ne frega, pensai. Ebbi un orgasmo intensissimo e, mentre godevo, lui mi disse che era bello vedere impazzire di piacere una puttana. "Vieni su" disse, "dove?" "Ti voglio leccare". Andai con la fica sulla sua bocca e fu una continuazione dell'orgasmo di prima. Quindi mi girai e, mentre lui continuava a leccarmi la fica, andai a riprendere il suo cazzo in bocca. Così per un bel po fino a quando, improvvisamente, mi posizionò supina di traverso sul letto; venne su fra le mie cosce e me lo ficcò dentro pompandomi a più non posso per non so quanto tempo mentre ci slinguavamo. Poi, alzandosi, disse che mi voleva venire in bocca. Io seduta e lui a scoparmi in bocca. Presto mi ritrovai con la bocca piena di sborra e mi chiese: "Che fa non la bevi?" Si che la bevo, pensai. Me lo fece leccare tutto e poi mi chiese se volevo usare il bagno. Si, era il caso e rimasi sorpresa di me stessa per come giranzolavo nuda per la stanza senza vergognarmi. Ancora champagne e poi sdraiati supini a parlare. Mi chiese pure perchè mi prostituissi. Che gli dovevo dire che era tutto un gioco? Risposi dicendo che i soldi facevano comodo e lui ridendo disse che ero brava a guadagnarmeli. Ripresi a spompinarlo e, mentre mi sentivo crescere il cazzo in bocca, mi chiese se doveva darmi un extra per incularmi. Mi confidò che con la moglie non lo facava. Ridendo risposi di no. "Lo fai con tutti?" "No". Che gli dovevo dire che era la prima volta che stavo con un altro? Insomma, mi feci inculare nella posizione che voleva lui ma poi, chiedendomi se poteva, volle sborrarmi nella fica facendomi godere ancora. Ci addormentammo e mi svegliai che erano le 4,00 del mattino quando mi sentii qualcosa di caldo e duro fra le chiappe. Ci leccammo e mi inondò ancora fino a quando mi disse che si doveva preparare per un impegno di lavoro. Mi rivestii ed andai in camera mia. Erano le 7,30, chiamai mio marito e lo informai. Mi chiese tante cose; pure se fosse stato traumatico. Risposi di no. Poi mi preparai per la colazione. Passai tutta la mattinata nella hall facendo pure amicizia con i baristi e gli addetti alla reception. Mi sentivo strana. Era come se fossi consapevole che tutti sapessero perchè fossi la. Stavo seduta.Verso mezzogiorno mi raggiunse un bell'uomo che si presentò dicendo che era il direttore. Prima mi chiese se ero soddisfatta dei servizi dell'hotel e poi, piano piano, venne al dunque. Mi disse che non davo fastidio e che dovevo fare tutto con molta discrezione. Insomma, avevano capito benissimo. Poi, prima di lasciarmi, con molta discrezione, disse: "Beh, conserva, ogni tanto, qualche servizietto per me. Ci conto" "Vedremo". Il mio secondo cliente fu un 40enne agrigentino. Dopo pranzo stavo per salire in camera e mi raggiunse mentre entravo in ascensore. Me lo chiese apertamente come si fa con qualsiasi prostituta: "Quanto vuoi?" Io, come una prostituta qualsiasi: "Quattrocentocinquanta" "Assai. Ma dobbiamo stare assai no dieci minuti" "Dipende anche da te". Siamo stati unora e mezza e lo feci sborrare 2 volte, nella fica e nel culo col preservativo. Io 3 orgasmi. Il dilemma questa volta fu come farmi trovare. Poi decisi: con la vestaglia e sotto niente. L'indomani mattina, sabato, era in programma un convegno. Che successo! Sembrava che il convegno fosse per me: due clienti al mattino e due nel pomeriggio. L'indomani mattina eravamo di uscita. Mentre facevo colazione mi raggiunse il direttore ricordandomi di quella mia mezza promessa e se avessi inbtenzione di tornare. Gli risposi forse. Mi raggiunse in camera. Una scopata gratis ma ne è valsa la pena. Mio marito mi prese alla stazione, dove mi aveva lasciata. Durante il viaggio per Catania ci eccitammo molto, io a raccontare e lui ad ascoltare. Parlammo di soldi e glieli feci vedere: praticamente al netto di tutte le spese, comprese le sue, mi restarono 500 euro in più di quello che era il mio stipendio mensile. "Lo sai che è veramente redditizio?Disse lui. "Magari ci riproviamo ancora" azzardai. "Lo vuoi fare per i soldi o per i cazzi?" "Magari per entrambe le cose" dissi ridendo. Infatti, quanti bei soldi e quanti bei cazzi. Nel giro di 3 mesi lo facemmo 5 volte, però mio marito andò ad alloggiare in un altro hotel. Adesso è un mese che non lo facciamo e proprio ieri sera mi chiamò il direttore con il quale eravamo diventati amici. Mi chiese come mai non mi ero fatta vedere e poi mi disse che aveva qualcosa da propormi. Vedremo.

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