Una corsetta al parco

Scritto da , il 2018-11-07, genere trio

Questo è un racconto ispirato a una fantasia di una lettrice.

Daniela è una ragazza di 22 anni, sposata da poco. È una bella ragazza, alta 1.70, capelli castani, una seconda di seno e un culetto sodo grazie allo sport.
Suo marito è all’estero a lavorare e lei si sente sola. Le manca, manca il contatto con il suo corpo, del suo tocco, delle chiacchierate e soprattutto di come la scopava.
Per distrarsi un po’ ha iniziato a fare footing, scoprendo di amare praticarlo, infatti ogni giorno percorre 8 km sul lungomare vicino a dei giardinetti.
Di solito nell’orario in cui va a fare footing c’è sempre un po’ di gente soprattutto uomini che come lei vanno a correre.
Daniela, in particolare, è attratta da uomini sulla cinquantina che ogni volta la fanno bagnare tanto che ogni volta che ritorna a casa si masturba furiosamente pensando a quei due uomini.
I due uomini sono uno alto 1.80, palestrato e pelato e l’altro alto 1.70, tarchiato con i capelli grigi con il naso ad aquilino.
Vorrebbe provocarli per vedere come si comportano, se la avvicinano ma è troppo timida e ha paura di una reazione contraria, di essere derisa.
Sentiva che non poteva confessarsi con le amiche perché non avrebbero capito e avrebbero cercato di farle cambiare idea dicendole che non li conosceva e che era sposata di pensare come avrebbe reagito. Ma non capivano che lei aveva bisogno di attenzioni, di sentirsi desiderata da un uomo e che non ne riceveva da mesi per via del lavoro di lui (suo marito) che lo portava sempre via mesi e mesi.
Voleva però sentirsi desiderata e gli sguardi dei due uomini la facevano sentire tale.
Dopo giorni di tentennamento, di masturbazioni sola in quel letto troppo grande per una persona sola decise di tentare di provocarli.
Quel mercoledì decise che avrebbe iniziato a stuzzicarli e sarebbe andata avanti fino a quando non si sarebbe stancata o loro non avrebbero fatto qualcosa. Si preparò per andare a correre indossando un paio di leggings aderenti che non lasciavano spazio a nessuna immaginazione con sotto un perizoma striminzito, una maglietta aderente e un reggiseno in modo tale da far risaltare il suo seno.
Come ogni volta alle 17.30 era sul lungomare a correre e dopo mezzoretta li vide davanti a lei. Così li superò sorridendogli dolcemente e sculettando. Sentiva i loro occhi addosso e questo le piaceva. Dopo poco, quando li aveva distanziati mantenendo sempre il contatto visivo per non perderli, si fermo davanti a un muretto sotto a un lampione. Iniziò così a fare stretching mettendo in mostra le sue armi (culo e seno) nella speranza di essere ammirata. Si sentiva bagnata infatti il suo tanga era umido e il suo clitoride iniziava a pulsare.
Continuò a stuzzicarli per tutto il tempo in cui era lì. Sentiva i due uomini parlare tra di loro facendo apprezzamenti su di lei ogni volta che le si avvicinavano.
La cosa le faceva piacere, anche perché stava provocando due uomini maturi in pubblico con altra gente intorno.
Si sentì apprezzata e quando fu a casa mentre faceva un bagno rilassante si infilò due dita nella figa zuppa di umori.
Quella sera si addormentò felice di aver scoperto che i due uomini apprezzavano il suo corpo.
Voleva di più però. Voleva sapere chi erano e come erano messi sotto i pantaloni. Immaginava che fossero ben messi dato che aveva visto mentre le passavano accanto dei bozzi.
Ogni giorno non vedeva l’ora di andare a fare footing. E ogni volta si vestiva sempre in modo da provocarli.
Tanto che lunedì per il solito giro di footing si mise il paio di leggings più carino e aderente che aveva, una magliettina aderente senza il reggiseno.
Appena li vide inizio il solito giochetto fino a quando mentre stava facendo stretching i due uomini si avvicinarono e l’uomo pelato le chiese “Cosa ci fa una bella ragazza qua?” mentre le palpava il sedere. “St- sto correndo.” “Tutta sola?” mentre l’altro uomo aggiunse anche lui la sua mano sul suo culo. “S.. si. Mi rilassa. Co..cosa state facendo?” “Tranquilla. Solo due chiacchere.” Disse il pelato. “Dai vieni con noi. C’è un posticino tranquillo.”
Andarono in una zona poco illuminata dietro a un muro con qualche albero intorno. Non potevano essere visti da chi correva ma loro potevano vedere chi correva.
Iniziarono a toccarla e a baciarla. “No vi prego.” Si lamentò lei con paura. Il pelato le aveva infilato le dita nei pantaloni “Guarda un po’. È eccitata sta troietta.” Mentre l’altro le aveva alzato la maglietta, palpandole il seno “Già guarda ha i capezzoli ritti. È una puttanella.” E si attaccò ad un seno succhiandolo e mordendo il capezzolo mentre con l’altra mano torturava l’altro capezzolo.
Daniela era proprio una puttanella, le piaceva quel trattamento e si stava bagnando di più.
Le spogliarono e si calarono i pantaloni. Daniela rimase sbigottita dai loro peni già eretti.
“Guardala sta grondando. Che vacca.” “Su muoviti succhiami il cazzo.”
Daniela eseguì l’ordine mentre le leccavano la figa e le infilavano dentro le dita.
Il pelavo fu il primo che volle scoparla. Le infilò in un colpo solo il suo cazzone dentro la vagina e la scopò violentemente appoggiato al muro. Poi si stesi sul prato continuando a scoparla.
Daniela ormai gemeva allora l’amico le ficcò il cazzo in bocca scopandola. “Troia non urlare! Ci scopriranno! Prendilo! Muoviti! Fammi una pompa! Lo so che ne sei capace. Sei una puttanella.”
Rivolto all’amico disse “Guarda come gode. Sta grondando come una vacca.” E rivolta a lei “Sei proprio bella e godi molto. Sei solo una troia. Ti stai facendo scopare da due sconosciuti. Ma è quello che volevi, non è vero? Ti abbiamo visto in questi giorni. Ci stavi provocando.”
Poi si cambiarono posizione e Daniela si lasciava fare tutto quello che volevano. Stava godendo come non mai. Aveva orgasmi a ripetizione. Ormai aveva perso il conto e loro continuavano a venirle dentro. In quel momento a Daniela non importava minimamente se le riversavano la loro sborra perché le piaceva la sensazione.
“Chissà cosa dice il tuo fidanzato. Lo sa di avere una ragazza così?”
Poi il pelato si posizionò dietro di lei e con la complicità dell’amico che le allargò il culo le entrò dentro iniziando a scoparla. “Si! Oh! Continuate!” Per farla stare zitta la baciarono.
La scoparono con velocità e violenza. La insultarono, le affibbiarono appellativi di tutti i generi: “troia”, “vacca”, “puttana”, “scrofa”.
Si cambiarono posizione.
E infine le vennero dentro e quando uscirono da lei dissero “Grazie della scopata, puttanella. Avevamo i coglioni pieni e tu ci hai aiutato a liberarci della sborra. Alla prossima troia.”
E se ne andarono lasciandola sul terreno con la sborra che le usciva dalla figa e dal culo e che le imbrattava la pelle.
Appena riprese le forze Daniela si alzò e si sistemò alla meglio e corse a casa senza accorgersene che durante quell’amplesso alcuni uomini avevano assistito al tutto.
Quella sera Daniela andò a letto si addormentò felice, rilassata e appagata sperando di ripetere la cosa.

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