Scoperte tra amiche

di
genere
saffico

Ciao, sono ancora io, Vanessa, e oggi voglio raccontarvi di un pomeriggio di qualche anno fa, quando ero da poco maggiorenne e frequentavo ancora il liceo, un episodio che penso ricorderò per sempre. Ero appunto in quarta superiore, il mio anno di studi che trovai più difficile in assoluto per vari motivi, dal momento che stavo anche affrontando la separazione dei miei genitori. In quel periodo stavo spesso a casa sola, dal momento che mia madre si trovava in piena depressione ed era spesso fuori casa e all’assenza di mio padre ormai ci avevo fatto il callo. Non andavo particolarmente bene a scuola, probabilmente la colpa si poteva imputare a tanti fattori, ma come ogni adolescente mi piaceva pensare che fosse unicamente colpa degli altri. Avevo una sola amica fidata, Irene, che era sempre stata un po’ l’opposto di me, sia caratterialmente che fisicamente: mentre io ero sempre stata piuttosto timida ed introversa, lei era allegra di natura, ed amava fare nuove esperienze ed amicizie, non fermandosi praticamente mai. Inoltre, a ribadire la nostra differenza stava il fatto che io sono piuttosto alta per essere una ragazza, magrissima, con poco seno ed i capelli ricci e rossi mentre Irene era pienotta, con delle tette enormi e dei liscissimi e lunghi capelli corvini. Spesso ci trovavamo a casa mia, dove nessuno ci poteva disturbare, per dedicarci ai compiti o anche semplicemente a qualche sana chiacchierata tra amiche. Quel pomeriggio appunto, stavamo finendo una ricerca di fisica, materia nella quale lei andava benissimo mentre io ero negata, e mentre lei navigava tra wikipedia e siti per studenti per completare il compito, io ero in cucina per portarle un bicchiere di coca cola. Al mio ritorno in camera da letto la trovai, fissa immobile, con il suo solito sorriso di quando voleva prendermi in giro, a fissarmi.
< Che c’è? > domandai sospettosa, mentre le appoggiavo il bicchiere a fianco. Fu così che mi scappò l’occhio sulla pagina che aveva aperto: la mia cronologia internet.
< E così ti guardi tutti questi porno eh, maialina? > stava ancora sorridendo ma io nel frattempo ero diventata rossa come un peperone.
< Ehi! Ehi! Lascia stare le mie cose! >
Come se non mi avesse sentito cominciò a leggere ad alta voce quello che vedeva, a mo di professoressa in classe: < Bdsm, cunnilingus, bukkake.. certo che ne guardi di roba eh >
< Dai, smettila! >
< E cosa sarebbe questo squirting che ti salvi così tanto spesso poi? >
Se possibile diventai ancora piu rossa
< E’ una cosa mia dai >
< Apriamo un po >
Senza nemmeno chiedere il permesso aprì uno dei miei video messi nella cartella preferiti, alzando il volume.
Davanti a noi ora c’era una ragazza che se la faceva leccare da un’altra, mugolando sommessamente.
Nonostante l’imbarazzo mi sentivo già eccitata, sebbene cercavo di non darlo a vedere. Rassegnata mi sedetti quindi sul letto, aspettando una reazione della mia amica.
Ma Irene evidentemente non aveva nulla da dire, semplicemente ora stava con gli occhi fissi sul monitor, osservando nel dettaglio quello che il video mostrava.
< Ancora non ho… capito… cosa sia questo squirting… è un altro nome dei video lesbici? > mormorò concentratissima, senza girarsi nella mia direzione. Da dov’ero notai però che la sua mano, prima appoggiata sulla scrivania, era ora in mezzo alle sue gambe, adagiata sul jeans, accarezzando con fare distratto.
< Sarebbe quando… ehm.. >
Stavo cercando di spiegare quando all’improvviso il video lo fece in maniera più esplicita e specifica di quanto io avrei mai potuto fare: la ragazza che stava subendo il cunnilingus all’improvviso esplose nel suo orgasmo bagnato, lavando completamente l’amante.
< Oh mio dio, ma sarebbe questo? Ma è impossibile!! >
< No.. non lo è >
Risposi quasi a testa bassa. In quel momento Irene si girò verso di me con una faccia stupita come poche:
< Tu.. tu sei capace? >
< Uh.. beh io vengo così.. praticamente sempre >
Rimase in silenzio qualche secondo, come a valutare se avessi mentito o meno, poi decise di dire quello che le passava per la testa: < Mi faresti vedere? >
< Ma no, cosa dici? Dai, non so nemmeno perché te ne ho parlato! Sei tu che continui a guardare le mie cose! Dai basta e torniamo ai compiti! >
Ero quasi in preda ad una crisi di nervi, non sapevo più cosa mi stesse succedendo. Da un lato trovavo quella intromissione nella mia privacy intollerabile, dall’altro era come se l’eccitazione mi avesse preso a tal punto da volerla dimostrare, in ogni modo possibile.
< Ti prego Vany.. dai >
Mi stava guardando con due occhi da cerbiattona, come se per lei fosse questione di vita o di morte. E così cedetti.
< Uff va bene > dissi non particolarmente scontenta, mentre mi infilavo una mano nei pantaloni del pigiama, raggiungendo immediatamente la mia fica bagnata.
Iniziai subito a stimolarmi il clitoride, sfregandolo velocemente, sempre però senza farmi vedere nuda da Irene, sebbene potesse chiaramente immaginare quello che stavo facendo.
< Posso anche io.. per favore? > domandò ancora con quel tono. Mentre ero occupata a darmi piacere provai a parlare, a risponderle, ma mi uscì solamente un sospiro particolarmente lungo, così mi limitai ad annuire.
Lei si tolse immediatamente i jeans, rimanendo in mutandine di fronte a me, con le sue belle gambe tornite che si muovevano a tempo mentre iniziava a toccarsi sotto gli slip.
Solo quella visione mi procurò un brivido di piacere che si propagò fino alla mia fichetta facendola bagnare così tanto che ai nostri sospiri si aggiunse anche il suono umido delle mie dita che mi tormentavano il clitoride.
< Ire.. non credo mi manchi molto > avevo iniziato da poco ma in effetti ero già vicina a godere.. comprensibile dopo tutto.
< Voglio.. vedere.. il tuo.. squirting >
La assecondai, come non farlo, dopotutto? Forse la assecondai anche troppo.
Mi alzai di botto in piedi, abbassandomi pantaloni e mutandine, andandole a ridosso, senza smettere per un istante di toccarmi.
< Vuoi che ti venga addosso? >
< Oh, si, ti prego >
Giusto un paio di colpetti al clitoride e venni come una fontana, bagnandole la maglietta e inzuppandola sulle gambe, bagnandole tutto il braccio che teneva stretto a se per potersi toccare.
< Mmmhh siiiiii! Ireeeee! >
Non smettevo di schizzare, due, tre, quattro volte, lasciando andare tutti i miei umori sul parquet fino a che lei, con uno scatto, non aprì le gambe lasciandosi andare in un urlo animalesco.
< Siiiiii! >
Si sentì un rumore come di pipì mentre anche i suoi liquidi abbandonavano il corpo, non sotto forma di schizzo ma bensì come un getto continuo.
Non ero mai venuta a quel modo e fu una novità vederlo persino per me.
Ci guardammo, ansimanti e soddisfatte, sebbene entrambe stupite, per qualche secondo, prima di scoppiare in una risata liberatoria.
Fu davvero un bel pomeriggio
di
scritto il
2018-10-30
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