Dal barbiere 2°

Scritto da , il 2011-04-30, genere gay

2° PARTE
Movimenti lenti, studiate soste, ma anche lui (il barbiere) stava venendo, sbrodandomi tutto, dentro, allagandomi l'intestino e i getti, gli schizzi potenti, li sentivo e continuavo a sbrodolarmi anche io nella schiuma, sul suo ventre... e lo sperma del barbiere che fuoriusciva colandomi fra le natiche spalancate e vibranti come una fica.
Poi, ancora tutto imbrattato di sperma e tremendamente profumato di schiuma e latte di maschio, il mio figaro cominciò a radermi viso e pube, pube e viso e, ogni tanto, raccogliendo abbondanti quantità di quel cocktail con le dita, me lo dava da succhiare. Le mie dita invece strizzavano il cazzo del barbiere e andavano a farsi succhiare dalla sua bocca.
Hai una fica spettacolare, mio caro ingegnere, e sei capitato dall'uomo giusto per farti sverginare. Quando ti è venuta la voglia di dar via il culo?
Mai, sei il mio primo cazzo e la mia prima ispirazione in merito, ma anche tu... era un po' che non ti fottevi un bel culo... è che adesso ho paura di aver fatto saltare il tappo di un vulcano, ho ancora una libidine che mi liquefa i coglioni e mi asseta di...di sborra.
Non ti preoccupare, ora finiamo di farti godere fino in fondo – e il gestaccio che fece con un dito mi dette il senso esatto del salto di qualità del mio...diciamo “peccato”- poi devo riaprire il negozio, ma se mi dici dove alloggi qui in paese...
Gli dissi a schizzo l' hotel dove alloggiavo.
Allora facciamo così: domani è domenica, vengo io all'albergo a “farti la barba”, scegli tu a che ora, ti dedico tutta la mattina, ti basta?
Bene...si, dovevo partire domani, ma penso proprio che resterò ancora un giorno e... e comunque vorrei ancora il tuo palo tutto dentro, adesso, subito, appena avrai finito di farmi femmina.
Abbiamo tempo fino alle quattro e sono solo le due, possiamo fare pranzo a culo, cazzo e sborra.
Mi stava dando gli ultimi tocchi di rasoio: la fredda lama che mi radeva guance, mento e l'incavo anale, i testicoli e l'inguine con delicata padronanza e fremente rapidità, dopo quello che avevo detto. Era bello sentire nei suoi gesti un desiderio ancora inesausto di godimento del mio corpo e la voglia di spendere ancora parecchio tempo e sperma con me.
Con l'ultima donna che mi ero fatto avevamo passato a letto quasi tre giorni di fila, lì avrei avuto voglia di investire lo stesso tempo o anche di più. Ormai il mio pube era liscio e morbido come seta, lo vedevo per la prima volta in quel modo ed avevo quasi l'impressione di aver un monte di venere, se stringevo le cosce e spingevo indietro il cazzo.
Sei un bel ragazzo, caro ingegnere, e adesso anche un po' ragazza, con un po' di ormoni e una depilazione completa potresti anche fare la mignotta trans.
Eh! Mica mi dispiacerebbe un periodo di raccolta cazzi a mazzetti e sborra a clisteri.
Ho scatenato una bella troietta! - e intanto la sua mano carezzava il mio pube e le sue dita mi frugavano il culo, salendo poi alla mia bocca ancora umide di sapone e sborra.
Dai, dammelo in bocca e infilami qualcosa in culo, fammi leccare il pelo fra le tue cosce, e sbrodami in gola.
Si...aspetta, ti vengo sopra a sessantanove, anch'io ho voglia di leccarti questa meraviglia di fica cazzuta che ti ho fatto.
Fu una vera orgia, eravamo tutti e due assatanati, sbrodanti e assetati di più sbroda. Aveva tirato fuori un vibratore e mentre io lo succhiavo a lui e lui lo leccava a me, mi trombava col grosso vibratore in lattice che doveva aver servito più di un cliente, stimolando la mia prostata ad un favoloso superlavoro. Leccare ed essere leccato, ingoiare ed essere ingoiato e insieme chiavato, essere tutti sborrati e succiare la sborra, io sul suo pelo e lui sulla mia oscena, implume nudità, produsse schizzi e colate di liqido lattescente e spremuta di coglioni per un'altra ora buona, senza requie né soste.
Mi rivestii felice e sfiancato al punto da desiderare di andare direttamente a letto a dormire nonostante il sole ancora alto, e a farmi ancora qualche sega, pensando alla mia nuova libidine e a quella che ancora mi prometteva il domani.
Sei sicuro di riuscire a fare ancora qualche barba senza che ti tremi la mano e finisca per tagliare qualche gola?
Tu pensa a tenere allenato il buchetto, che domani subirà la sua innaugurazione definitiva.
Tornando all'Hotel comprai un paio di banane per seguire il consiglio del mio bravo barbiere e salii subito in camera. Davanti allo specchio in bagno mi denudai nuovamente in ammirazione del mio nuovo look, sbucciai una banana e cominciai a carezzarmi il pube con la sua punta fresca, umida e un po' appiccicosa lentamente la feci scivolare fra i testicoli e poi, via nel canale anale e verso il buco ancora pulsante di voglia e poi dentro, freneticamente a farmi lambire ancora la prostata alla ricerca di un nuovo orgasmo. Avevo bisogno di sdraiarmi per godere a pieno quel coito vegetale e guardare come la banana penetrava nel mio sfintere. Dovetti inventarmi un marchingegno che mi permettese il completo sodisfacimento visivo dell'atto, riuscii fortunosamente a staccare lo specchio sopra il lavandino e lo posizionai sullo schienale di una sedia accanto al letto: fatto! Così riuscivo a vedermi
bene. Finalmente sdraiato sul letto un po' di traverso, con tre cuscini dietro la schiena, spalancai bene le cosce e cominciai a far penetrare la banana. Era stupendo, lo sfintere completamente rilassato, con la destra manovravo la banana avanti e indietro come il fallo che aveva inaugurato la mia bisessualità e con la sinistra mi masturbavo e accrezzavo la liscia, serica e sconvolgente morbidezza del pube.
L'eiaculazione sopravvenne lenta ma inesorabile con un godimento e uno sfinimento meravigliosi, lo sperma eruppe a piccoli getti distanziati in una serie di singhiozzi seminali ed emotivi burrosi e lattescenti. Il mio ano aveva ingoiato completamente la banana e gli spasmi dell'orgasmo la muovevano dentro l'intestino prolungando l'eiaculazione...non potevo fermarla, mi spalmavo di sperma tutta la nudità che lo specchio mi rifletteva, come ostentata ad una quantità di sguardi che immaginavo lubrichi e luridi, in attesa di prendersi anch'essi la loro porzione di godimento con il mio corpo in completa offerta, beante e disponibile a qualsiasi oltragio. Lo sperma, asciugandosi emanava un profumo leggero, ma acuto, di disfacimento e completa soddisfazione, mi annusavo le dita, le leccavo e tornavo ad annusarle. Avrei voluto restare così in eterno, in un perenne orgasmo, facendo uscire dal mio pene i draghi di tutte le possibili libidini dell'universo.
In compenso mi addormentai beato, ancora tutto imbrattato di sperma e discinto in quella lubrica posizione.
Mi svegliai la mattina seguente al suono insistito del telefono: era la reception che chiedeva se potevo ricevere il barbiere che chiedeva di me:
Naturalmente – risposi – lo faccia salire!
La messa in scena del giorno prima era rimasta in piedi e il mio barbiere mi trovò occupato a cercar di mettere un po' in ordine, ma lui mi fermò:
No, lascia, avremo bisogno di uno specchio accanto alla poltrona o al letto...
E' che ieri sera – cercai di spiegare – mi sono inculato con una banana... sai, per tenermi in esercizio...anzi tu mi scuserai ma devo andare in bagno...credo che la banana voglia uscire...
Fai con calma e... liberati per bene. Lavati dentro... col cannello della doccia, intendo, anche quello... tornerà utile.
Quando tornai in camera da letto il pennellone, l'asciugamano ed il sapone erano pronti, ma il mio amico andò anche lui in bagno per l'acqua e un po' di asciugamani supplementari.
Allora, per cominciare un elastichino alla base dello scroto, ti faccio male?
Assolutamente no, anzi... sai quanto mi piace essere palpeggiato da te. Ma che vuoi fare?
Farti un po di solletico e poi cominciare a farti godere, mentre tu dovrai far godere me!
Ben volentieri, vuoi che te lo prenda in bocca o ti faccia venire con una mano?
Si calò i calzoni ed abbandonò gli attegiamenti professionali. Me lo mise in mano ed io cominciai a titillarlo.
Si, così, voglio guardare mentre mi masturbi, mi piace soprattutto questo: che siano i clienti ad invocare il mio sperma, affinchè io possa far loro la barba con il mio profumo personale, non ti piace l'idea di farti fare una barba griffata dal maschio dominante?
Mio caro sono il suo umile cliente che non chiede di meglio che essere posseduto in tutti i modi che più le aggradino.
Bene mi fa piacere che tu abbia ristabilito la naturale distanza del “lei”.
Mi inginocchiai davanti a lui, presi in mano il suo pene turgido e cominciai a tendere la pelle setosa e bruna che ricopriva il glande roseo, assaporandone la superficie già succosa di umori in ebollizione. Lo masturbai e leccai con tale impegno ed arte che mi chiese subito di aprire le cosce e sollevare le gambe. Il fiore del suo sperma venne rapidamente fuori a fiotti che in parte gustai con la bocca avida dl mio ano e col palato ingordo del mio intestino.
Che stupenda sensazione avere il culo come un cannolo alla crema, vorrei riuscire a succhiarmelo tutto!
Alzati con calma che te la raccolgo col pennello!
Il pennello era gia stato insaponato e lui venne a titillarmi lo sfintere con quello e raccogliere il suo sperma che andava colandomi fra le cosce. Quindi con il pene meravigliosamente fiorito anch'esso di candida schiuma si mise seduto in poltrona e mi invitò con gesto imperioso a sedermi sul suo palo e farmi incannare senza remissione.
Me lo feci penetrare completamente, era come se non fosse ancora venuto ed io presi a ballonzolargli in grembo, mentre, con mano sicura, mi insaponava il viso, passandomi e ripassandomi il pennello sulla faccia e soprattutto sulla bocca, affinchè lecassi e ingoiassi. Con l'altra mano intanto venivo servito di una generosa masturbazione ed il pennello andava anche lì a far immaginare un'eiaculazione prima di quella che ricevetti nelle profondità intime, senza poter trattenere anche quella, meravigliosa e perturbante, con la quale io imbrattai il ventre villoso del mio seviziatore.
Sperma e sapone, sapone e sperma dapertutto e la saliva del barbiere che mi succhiava i capezzoli con la bocca e li strizzava con le mani. Lo guardavo estasiato e sconvolto dal piacere e di quel piacere ero come schiavo o ubriaco e cominciavo a chiedermi quanto fosse dovuto alla prostata e quanto al meraviglioso senso del peccato che la matrice cristana della mia educazione mi dava.
L'uomo che mi stava succhiando i capezzoli non era né brutto né insignificante e però aveva qualcosa di estraneo e di animale e a me piaceva un sacco essere per lui un piacevole oggetto sessuale.
- Adesso passiamo a una depilazione completa: ascelle, petto e gambe e non dubito che sarà una morbidezza che saprai far apprezzare anche a molte donne!

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