Il risveglio (Invertito)

Scritto da , il 2018-06-25, genere incesti

mhhh ma che ora è ?

E' già suonata la sua sveglia.

Come al solito non si vuole alzare.

Eccolo lì, addormentato,

ma non è più ora di dormire.

Mi siedo accanto, una mano sulla schiena nuda,

Solo cinque minuti.

So che l'adori, sento le scosse sui tuoi muscoli.

Ti volti, ma dormi o fingi ?

Forme scolpite, adoro seguirle.

Disegnare il contorno dei tuoi giovani muscoli,

e poi Oh. Accidenti. Sei solo in slip.

Lo so, è lì da sempre... ma adesso, non lo so.

E' tutto gonfio, che stavi sognando ?

E cos'è quel bruciore che sento dentro,

perchè non voglio, ma devo guardarlo

perchè sento caldo, e tremo per brividi gelidi.

Basta poco, è lì la mia mano,

solo un momento, un tocco fugace.

Che vuoi che sia ?

Un errore, uno scherzo, può capitare.

Un breve contatto, non è bastato.

L'ho sentito, è duro, teso, pronto.

Fammi sentire ancora.

Di nuovo, e poi ancora, che sto facendo.



Che mi prende, ma che ho.

Seni rigidi e turgidi in cima,

sotto, la sento, è calda ed umida.

E tu non ti svegli, immobile.

La mano si muove, non la comando.

Si poggia lì sopra, in pieno contatto.

Non è più un caso, non è un errore,

è un massaggio fatto con amore.

Sento la forma. Dio com'è forte.

Duro qua sopra, soffice in basso.

Deve soffrire, racchiuso e costretto

in quell'angusta trappola di cotone.

Non sia mai che poi abbia problemi in futuro

Lo so che è una scusa. Io voglio vederlo.

Infilo una mano, lo sento, è caldo.

Ecco, via questi slip, esci, sei libero.

Eretto. Gonfio. Vivo. Sembra che respiri.

Lo so che non devo, ma non posso fermarmi

carezzo la base, tocco le palle, lo stringo nel palmo

lo guardo affamata e la voglia mi assale

comincio a muoverlo, come sai fare benissimo anche tu.

Ma lascia che lo faccia io, stamattina.

Tu rilassati

Non pensare a niente.

Sì. Così.

Sento la sua guaina scorrere sopra la carne

dura e irregolare.

Un tocco gentile, sopra il mio addome.

Sei tu, sei sveglio. Da quanto è così ?

Cerchi qualcosa, dentro la vestaglia aperta

So cosa vuoi, ti ho più volte notato curioso,

puoi toccarle se vuoi, te lo concedo.

Scosse e fremiti, potenti e selvaggi

sai dove mettere le dita, tesoro mio.

Oddio, sì che lo sai. Ohhh..

La mia mano lavora, il braccio è stanco

ma il piacere è troppo per riposarsi.

No.. Perchè hai smesso di toccarli ?

Cosa c'è che non va ? Ho capito, vuoi di più.

Ti sento scendere, ti sento cercare,

lo sai cosa vuoi, dove vuoi andare.

Entri nelle mutandine, ti sento arrivare.

Non sai quanto vorrei lasciarti entrare

farti sentire quanto mi hai fatta bagnare

ma non ora, non oggi, forse mai.

Capisci, lo so, e torni a giocare

con i miei seni caldi da palpare.

Continuo il lavoro, sei uno che non molla

quindici minuti ed ancora è forte e teso,

ed anche lui umido come la mia fica.

Non ho più freni, non so più stare al mio posto

ho voglia di dargli ancor più piacere

Lo voglio assaggiare, baciare, leccare.

Fargli sentire che cosa so fare.

Mentre ho deciso che lo voglio in bocca

qualcosa cambia, ti sento sussultare

diventa più duro, più teso, pulsante

e poi d'un tratto la pressione si rilascia

e caldi zampilli ritmici e bianchi

si posano sul tuo addome abbronzato.

Santo cielo, quanta ne esce!

Il tuo orgasmo è lungo e copioso

i muscoli si rilassano ed io lavoro

perchè ogni goccia non resti dentro

ma scenda lenta sulla mia mano.

Che sensazione piacevole adesso,

tu sei più calmo, io soddisfatta

di averti dato piacere.

Scommetto che non pensavi potessi farlo

ma so che lo volevi anche tu.

“Dai mirko, è ora di alzarsi.”

tu adesso sei sveglio, contento, appagato.

“Ok, mamma.”

Quella parola, non mi crea scompiglio,

anzi mi piace, non c'è niente di brutto.

Magari la prossima volta ti faccio provare

qualcosa di nuovo.

A domani.

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