Il mio primo fidanzatino (terza parte)

Scritto da , il 2018-05-01, genere zoofilia


Dovevo essere veramente pazza, probabilmente qualcosa non funzionava a dovere in me, almeno per quel che riguarda la mia sfera sessuale.
Esasperata dal fatto di non aver ancora avuto un rapporto sessuale con un ragazzo della mia età, pur essendo sicuramente una ragazza decisamente attraente, una notte di inizio estate in cui ero particolarmente eccitata, presa da una voglia tanto insana quanto incontrollabile, ero uscita in giardino mentre i miei genitori dormivano e, attraverso la recinzione, avevo cominciato a masturbare il pastore tedesco dei nostri vicini di proprietà.
Era stata una cosa strana, eccitante da morire, forse proprio perché così proibita.
In pochi minuti, mi era bastato toccare il pene del cane, cominciare a masturbarlo, e sentire i suoi schizzi di liquido lubrificante che mi colpivano la mano ed ero venuta.
Purtroppo non avevo potuto fare di più perché i padroni del cane si erano affacciati in giardino insospettiti dai guaiti di Bleck, ed io terrorizzata all’ipotesi di venire scoperta ero scappata in casa.
Era passata una intera settimana, dopo i primi due o tre giorni in cui il senso di colpa la faceva da padrone, avevo digerito la cosa e non la trovavo più così schifosa, anzi, mi ero persino documentata on-line, sia leggendo qualche testo un po’ più scientifico.
Avevo così scoperto che quell’ingrossamento che avevo sentito alla base del suo pene si chiama nodo, che si gonfia con l’eccitazione e serve anche a tappare la vulva delle cagne per vitare che il prezioso sperma se ne coli giù per le loro gambe rischiando di non fecondarle.
Avevo letto con sollievo che non si prendono malattie scopando con un cane e che, cosa più importante non si rischia di rimanere incinta.
Ero anche andata a guardare dei video di zoofilia, con donne si accoppiavano con i cani, e qualcuno lo avevo trovato estremamente eccitante.
Ma ora finalmente era di nuovo notte, i miei erano fuori a cena e quel che era ancora meglio, anche i vicini non erano in casa, li avevo infatti appena spiati mentre, vestiti elegantemente, se ne andavano in auto.
Di sicuro non sarebbero ritornati di lì a breve.
Mi feci coraggio e uscii in giardino.
Come l’altra volta ero in pigiama, anzi a dire il vero indossavo una leggerissima camicia da notte con delle semplici spalline di filo e ovviamente le mie mutandine di cotone bianco da innocente liceale.
Non feci nemmeno in tempo ad arrivare alla recinzione che Bleck era già lì ad aspettarmi, scodinzolante ed eccitato di vedermi di nuovo.
Evidentemente si ricordava molto bene dell’ultima notte che ci eravamo visti…
A dire il vero in settimana avevamo avuto dei brevi incontri mentre al mattino uscivo per andare al liceo, o rientravo verso sera, ma ovviamente mi ero ben guardata di fargli altro che non fosse una breve carezza sul muso, non volevo certo insospettire qualcuno.
Le notti passate invece, nel mio letto, non c’era stata sera in cui non avevo ripensato a quell’unico incontro, e non c’era stata sera in cui non mi ero masturbata ricordando la consistenza dei suoi grossi testicoli e il sapore del suo liquido seminale lubrificante.
Ora era diverso, saremmo stati soli per qualche ora, e al solo pensiero lo stomaco mi gorgogliava per le mille farfalle che ci svolazzavano dentro, probabilmente mi ero presa una bella cotta.
Mi accostai alla recinzione e Bleck si alzò sulle gambe posteriori mettendo il muso all’altezza della mia faccia, mi avvicinai alle sbarre e prima che me ne rendessi sentii la lingua del mio fidanzato canino che mi dava una gran leccata dal mento fino alla fronte.
Al momento ritirai la faccia un po’ schifata, il suo alito era caldo e non particolarmente profumato, ma qualcosa nel mio basso ventre aveva mandato un segnale inequivocabile, facendomi capire che non era il caso di fare tanto la difficile.
Avvicinai di nuovo il viso alle sbarre e Bleck tutto contento ricominciò a leccarmi, dopo i primi istanti diventò divertente e poi perfino eccitante, dischiusi un poco le labbra permettendo alla sua calda e umida lingua di venire a contatto con la mia.
Quando le due lingue si toccarono fu come una specie di shock, dal basso ventre una scossa mi risalì lungo la spina dorsale i miei capezzoli si fecero duri come il marmo e le mie braccia si coprirono di pelle d’oca.
Troppo bello, troppo dolce, troppo eccitante.
Inclinai la testa di lato, aprii la bocca completamente e tirai fuori la lingua, in men che non si dica mi ritrovai a limonare con lui.
Era bellissimo, il suo fiato bollente, la sua enorme lingua, calda e un po’ ruvida creavano un fantastico contrasto con la mia tenera e rosea lingua di ragazza, le salive si mischiavano colando sul mio petto e bagnando la mia canottierina da notte.
Mentre ci baciavamo gli carezzavo la grossa testa e il collo e la mia fichetta si scioglieva in mille umidità vischiose. Il loro odore arrivava alle narici di Bleck e la punta rosea del suo pene faceva capolino dall’astuccio di pelliccia che conteneva il suo bellissimo cazzo.
Sembrava potesse andare avanti all’infinito e mentre limonavo con lui pensai che avrei dovuto trovare il sistema di farmi leccare la passera nello stesso modo, sarebbe sicuramente stata una cosa da sballo.
Se solo non ci fossero state quelle sbarre a dividerci… Mi accosciai e mentre lui stava ancora in posizione eretta, sempre appoggiato alla recinzione, feci passare una mano dalla sua parte e raggiunsi il suo meraviglioso sesso.
Cominciai a strofinarlo avanti e indietro, prima delicatamente poi in maniera sempre più energica.
Il suo bellissimo cazzo uscì completamente e come la settimana prima cominciò a schizzare il suo liquido lubrificante sulla mia mano.
Lo avrei preso volentieri in bocca ma quelle merde di sbarre me lo impedivano, così mi limitai a masturbarlo.
Il mio strofinare funzionò a dovere e presto il grosso nodo di carne fuoriuscì completamente e questa volta potei accarezzarlo con calma.
Nel frattempo non l’altra mano mi pastrugnavo la figa, prima dolcemente, poi man mano che l’eccitazione aumentava, sempre più brutalmente finché non resistetti oltre e venni in modo selvaggio e incontrollabile.
Crollai a terra esausta e appagata, le gambe tremanti e il petto che si alzava e abbassava freneticamente.
Era stato un orgasmo intensissimo, e quando riuscii ad alzare la testa vidi che Bleck si stava leccando l’uccello come per consolarsi del fatto che anche questo secondo incontro non si fosse concluso con una bella scopata.
Per me invece non era stato affatto male e mi ritirai in causa esausta pensando che la prossima volta avrei dovuto assolutamente superare quella maledetta recinzione che mi divideva dal mio amato. … (continua)

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