Spy Cam 3 (sequel)

Scritto da , il 2017-11-28, genere dominazione

"Ora cosa farai?", domandò Gianni dal sedile anteriore.

Martina alzò le spalle. "Non saprei. Qualche soldo ce l'ho, vorrei trovare un lavoro onesto e smetterla con tutta questa vita".
Non è facile però fuggire da se stessi o da quello che chiamano destino. E’ passato un po’ di tempo da quei giorni di ricatti, dolore, paure, di giorni passati in un centro massaggi cinese, ai confini del traffico di droga, a masturbare clienti e a darsi per settanta euro come una prostituta senza futuro. Martina però non ha cambiato davvero la sua vita. Vi ricordate la sua storia? Una ragazza che sembra sicura, senza troppe deviazioni, non appariscente ma soda, compatta, con il suo metro e sessantotto di altezza, il seno non troppo piccolo ma neppure enorme, che alla soglia dei trent’anni comincia a declinare un po’, come se la fatica e le difficoltà facessero pesare di più il peso della gravità, i capelli biondo tinti di cui si intravede la ricrescita scura, i polpacci e le caviglie di chi è abituata a camminare in salita e i soliti problemi di soldi. Due anni fa non aveva un lavoro e sapete più o meno come è andata a finire. Le pressioni del padrone di casa, Martina che si inginocchia e accetta di pagare in natura una dilazione sull’affitto, la scelta di guadagnare mettendo on line la sua vita privata, spiata tutto il giorno da telecamere distribuite in tutta la casa, la rassegnazione di cominciare a vendere il suo corpo come una prostituta per caso. Poi i guai con la legge. Un poliziotto, che per “amicizia”, la tiene fuori dai guai, ma che in cambio chiede a Martina di mettersi al suo servizio.
E’ la lunga storia raccontata da Claudiaeffe.
“Quando ero ragazzo, avevo letto un romanzo giallo – prese a raccontare l'agente, alzandosi e ponendosi di fronte a Martina – Il protagonista doveva essere Poirot o qualcuno del genere, e al termine dell'indagine il suo committente, un proprietario di albergo, gli aveva lasciato la chiave di una camera, con la promessa che in qualunque momento avrebbe potuto presentarsi all'hotel e quella stanza sarebbe stata per lui”.
Le fece una carezza su un seno.
“Tu non possiedi hotel, ma potremmo comunque fare un accordo del genere. Io faccio finta di non sapere delle tue attività e ti rimando a casa come ho fatto con le altre due, ma tu, d'ora in poi, sarai a mia disposizione ogni volta che vorrò. È chiaro?”.
Martina sentì la gola serrarsi.
“Gianni, siamo amici...”, disse.
“Siamo amici e per questo motivo vengo meno al mio dovere, e questa cosa potrebbe costarmi molto cara. Se scelgo di correre un rischio, non lo faccio gratis”.
Martina guardò la parete di fronte a lei, mentre Gianni le stringeva un capezzolo.
“Quindi, d'ora in poi, io potrò chiamarti o presentarmi da te e potrò farti quello che vorrò, siamo intesi?”.
Martina sospirò, poi annuì.
“Se ti voglio scopare, tu cosa farai?”, la incalzò.
“Scoperò con te”.
“Brava. E se volessi un pompino?”.
“Te lo farò”.
“Ovvio. E il culo? Me lo darai il tuo culo?”.
“Mi farò inculare da te”, rispose Martina, sperando che quell'umiliazione finisse in fretta.
“Ottimo. Perché tu sei? Cosa sei Martina?”.
Martina deglutì.
“Una puttana”.
Gianni sorrise e le diede una pacca sul culo.
“Allora vedi che siamo d'accordo? Prendi la coperta e vai giù, c'è tuo fratello che ti aspetta. Ci vediamo presto, credo”.
Martina uscì senza salutare.

Martina ha finito per lavorare sotto copertura per la polizia, o meglio per Gianni. Si è infiltrata come puttana in quel centro massaggi cinese. Ha rischiato di essere venduta in qualche paese arabo. E’ riuscita alla fine a far arrestare quel bastardo del Felino, trafficante di cocaina e con loschi affari difficili da portare alla luce. E adesso? Il Felino è in carcere. Martina è sempre senza soldi e continua a lavorare come cameriera in un pub senza troppe pretese. Gianni è stato promesso in polizia e continua a essere il solito stronzo. Da qualche tempo frequenta una collega con cui condivide la passione per il lato oscuro e malato della professioni, poliziotti in divisa fuori, ricattatori dentro.
(continua)

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