I sogni di Bianca

di
genere
sentimentali

È notte fonda e io ascolto musica dal telefono sulla via di casa. Alzo distrattamente gli occhi e, dall'altro lato della strada, vedo te. Non faccio che pensarti, da mesi ormai, ed ho la tentazione di non credere ai miei occhi. Sto sognando, mi ripeto. Ma tu mi sorridi, mi saluti e mi vieni incontro. Spengo la musica naturalmente. Mi abbracci forte, mi baci fra i capelli. Il mio cuore sembra parecchio agitato. È stanco per via del lavoro, e come al solito mi perfora la testa con quegli occhi verdi che sembrano dire chissà cosa e che invece, forse non dicono niente di esclusivo. Forse dicono cose a tutti. Non lo so.
Si crea un momento d'impaccio, non so che dire. Lui allo stesso modo sembra esitare. Chiede dove vado e io rispondo che vado verso casa, a piedi. Propone di accompagnarmi ma prima facciamo un giro in macchina, senza parlare però,che non ne ha voglia. Posso farlo, rispondo, anche perché noi due, il grosso del discorso lo facciamo guardandoci o sfiorandoci ogni tanto.
"Stai benissimo vestita cosi" dice. Lo dice perché di solito sembro un uomo, sta sera invece ho una gonna nera e stretta, le scarpe alte anche se non sono troppo a mio agio, e poi sono truccata, ho ancora residui di colore sulla pelle dell'estate da poco passata. Lui è sempre un incanto, ad ogni ora del giorno, e quindi rispondo con nonchalance "detto da te fa quasi a ridere, ma grazie" e lui mi abbraccia e mi bacia ancora I capelli. I patti erano di non parlare invece l'abbiamo fatto. In macchina c'era una sorta di energia erotica che non ci lasciava in pace. Eravamo vicini, silenti ed elettrici. Ho çhiuso gli occhi sulle note di una canzone che davano alla radio ed ho poggiato la testa sul sedile. Sentivo i suoi occhi su di me. Mi ha stretto la mano con forza ma io restavo così, senza fiatare. Ho sentito il rumore delle frecce dell'auto e ho sentito subito dopo, le sue braccia sul collo e le dita fra i capelli.Con una mano si è infilato nella scollatura e con la bocca mi ha baciata facendomi tremare di emozione e desiderio. il tempo sembra fermarsi. Sento le dita accerchiarmi il capezzolo. Lo tormenta con sapienza mentre le labbra smettono di poggiarsi ovunque sul mio volto e si infilano fra le mie labbra, penetrandoni con la lingua e svegliandomi dalla strana apatia che quasi mi patalizza.
L'ho abbbracciato forte, ci siamo morsi la pelle e ci siamo baciati, come animali selvatici. Ci siamo leccati e toccati. Ho infine chiesto guardandolo fisso negli occhi, cosa volesse da me. Volevo lo dicesse a voce.
"Un pompino, ti prego".
Era quasi imbarazzato mentre lo diceva. A me sembrava del tutto naturale. Abbiamo sdraiato un po' il sedile, lui si è messo comodo e io ho espresso un solo desiderio, e cioè che non mi avvisasse quando stava per venire. Volevo anche che non smettesse mai di tenermi le mani fra i capelli, che assecondasse i miei movimenti, che mi facesse capire cosa gli faceva piacere. Aveva gli occhi lucidi. Ancora un bacio in bocca e poi, liberato dai vestiti, ho finalmente avuto il suo uccello in mano e presto, prestissimo, in bocca. Ho baciato la cappella come fosse un atto religiooso, una questione di fede, poi l'ho spinta verso la mia gola, ingoiando tutto ciò che potevo di quel cazzo adorato. Le sue mani s'intrecciavano ai miei capelli e mi spingevano a ingoiare di più. L'ho fatto. Ho succhiato, l'ho leccato, ho infilato la lingua nel buchino in cima alla cappella e l'ho sentito fremere e stringermi ì capelli fin quasi a strapparli. Respirava in modo corposo, diceva cose che nemmeno ascoltavo. La mia testa era tutta per quella carne dura e bellissima che avrei voluto fra le gambe, e che invece avevo in gola, che è dove sarebbe venuto, schizzando senza preavviso e stringendomi le mani attorno alla testa per impedirmi di tirarmi indietro. L'avrei assaggiato. Avrei ingoiato tutti quei possibili bambini, ne avrei goduto e l'avrei fatto tremare di piacere, proprio come stava accadendo mentre mi schizzava in gola il suo sperma e io,con le mie mani, premevo sulle sue affinché mi aiutassero a ingoiare la carne fin dove si potesse. Ero al limite, ero piena di lui e grondavo desiderio fra le gambe.Mi è venuto in bocca. Era la mia prima volta.
di
scritto il
2017-11-26
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