La fattoria quinta parte

di
genere
zoofilia

PEPPINO E IL CULO DI MIA MOGLIE


Mia moglie Loredana rimase turbata, e mentre ci avviavamo
in casa, notavo che storceva il bacino, come se volesse scrol-
larsi di dosso qualcosa, le chiesi cos’era.., lei sorridendo mi
disse: sai.., mi.., brucia…, il culetto…, senza attendere che
io dicessi qualcosa.., continuò..: quella (riferendosi alla roma-
na) ha preso nel culo quel.., ben di Dio.., e se ne andata tran-
quilla e seria.., io…, invece co.., con quel cosino.., ho.., il cu-
lo che mi tormenta…., guarda.., un po’.., ridemmo di gusto.
A pranzo con Agostino, sapemmo che la donna sapeva il fat-
to suo, che si preparava a casa prima di venire, e che era con-
scia di quello che faceva.., conoscendo i suoi limiti, inoltre
oltre al marito e lo stesso Agostino, nessuno sapeva di questo
suo vizietto.., e che il marito per accontentarla pagava pure
bene…! La conversazione sull’argomento ad un certo punto
cadde su mia moglie, e il fattore le chiese se lei fosse stata
capace di tanto…., bee…, cosa.., dire…, obiettò lei, c’è
gusto e…, gusto.., a lei piace così…, altre donne invece…!
Invece cosa? chiesi a Loredana, lei; bee.., di farmi inculare
dallo stallone non me la sento…, mi manderebbe sicuramen-
te in ospedale…, ma…, ma ci sono altre cose.., che si possono
fare. Per esempio.., insistetti io, sai amore.., ieri ho lasciato il
lavoro…, incompiuto…, cioè…, tu lo sai che…, quando.., an-
diamo…, a fottere.., con altri.., sia tu che io ci.., facciamo fare
il servizio completo…! Vuoi dire che ti fai fare il culo…! disse
Agostino. Si certo.., a mia moglie piace prenderlo dietro a me
vederla mentre lo fa…, ma un conto è il cazzo pur grosso di un
uomo.., e altro è una “stanga” equina da mezzo metro…! Ma
se ho capito bene, ribattè Agostino, tua moglie si riferisce a
Peppino…, Peppino chi? Haaa.., ho capito l’asinello.., di ieri,
Non credo che Loredana sia disposta a farsi inculare da lui,
si farebbe comunque male…, sempre un cazzone super.., è..!
Mia moglie intervenne, gelandomi, disse: io non andrò via di
qui se almeno non ci ho provato…, non è detto che mi faccio
penetrare se provo dolore forte.., ma almeno voglio sentirme-
lo…, bello duro.., che preme sul mio buchetto…!
Osservai, diretto a Loredana, ieri e oggi ne abbiamo avuto ab-
bastanza.., abbiamo visto cose…, mai sospettate prima…, tu
stessa.., in due giorni.., anzi solo ieri…, ti sei fatto.., prima il
cane.., e poi la sera l’asino….., caspita.., non sei ancora sazia?
Appunto…, mi rispose…, ieri.., ieri.., oggi è un altro giorno,
e non ho ancora…, avuto niente….! Ma come.., te l’ho messo
nel culetto…, stamattina in stalla…, tant’è che t’ho lasciato il
segno…, alludendo al bruciore del suo ano…!! Amore era un
assaggino.., piccolo.., piccolo.., poi…, umiliandomi, ti si è am-
mosciato….., senza farmi neanche.., venire…!
Mia moglie ha la testa dura, ed è inutile insistere.., perciò fai
come vuoi….., sappi che ti vorrò sempre tanto bene…, e che
non sarà certo un asino a farmi ingelosire…!
Okey.., okey.., amore.., sei un tesoro…, ma…, se ti và di ri-
posare, fallo., non ti preoccupare per me..! Mi farò aiutare da Agostino.., sentenziò un po’ stizzita..! Facciamo così, proposi
tra una mezz’oretta, prima schiacciamo un pisolino, così dicen-
do,mi alzai e andai sul letto nella nostra stanza.
Non riuscivo a dormire, stavo agitato, pensavo di aver offeso
mia moglie.., dopo tutto ero io che l’avevo portata a scopare
con altri.., mò che me lo chiedeva lei.., facevo.., il difficile.
Dopo dieci minuti riscesi giù, mia moglie stava seduta sulle
gambe di Agostino e teneva in mano un bicchier di vino, pen-
sai che volesse stordirsi con l’alcol, sbagliavo…., brindavano
in allegria.., assoluta allegria.., ma un tarlo si insinuava dentro
la mia testa…! Lei mi ignorava, scherzando con il contadino,
confesso che provai un po’ di gelosia.., forse lo faceva apposta,
e rincarando la dose.., disse all’uomo: che dici mi accetterà…,
Peppino…, gradirà il mio piccolo.., dono…, che dici Agostìì..!
Si alzò tra le gambe dell’uomo e si chinò sul tavolo mostrando-
gli il culetto.., il gonnellino che indossava si alzò da solo, lo slip
tra le natiche, e tra una occhiata al sottoscritto e un’altra all’uomo,
sculettava senza pudore. Le grosse mani di Agostino si posarono
sulle sue chiappe, con l’indice spostò la mutandina, “liberando”
il buchetto arrossato.., ma sano.., lo sporcaccione glielo baciò
con lo schiocco…, smach…, smachhh…, com’era contenta lei...!
Allora.., Agostì…., che dici? Sei uno schianto.., come può di-
re di no…! La troia.., sai che faccio.., non mi preparerò.., senza
reggicalze.., o perizoma.., mi deve prendere cosììì…, selvaggia-
mente.., come un’asina…., siiii…., una bestia in calore.., magari
qui sul tavolo…! Agostino, possiamo provarci.., se ti senti pron-
ta.., siii…., proviamo.., sono tutta un fuoco…! Allora vieni con
me lo prendiamo dalla stalla e lo portiamo qua…, detto fatto, si
alzarono e uscirono allegramente. Io rimasi, mi sedetti sulla poltrona e decisi di non collaborare…, volevo solo vedere,
neanche di filmarla mi andava.., però volevo vederla in azione.
Li sentivo chiacchierare fuori, mia moglie rideva smoderatame-
nte, sembrava alticcia.., avesse bevuto più del normale.., lei
non sopportava il vino.., bahh….! Loredana entra nella cucina
con al guinzaglio l’asino, chiamato Peppino, e seguito da Agos-
tino, collabborativo e accondiscendente.., fecero il trenino intor-
no al tavolo passandomi davanti spavaldamente. Dopo alcuni gi-
ri si fermarono, il contadino prese la fune dalle mani di mia mo-
glie e fermò il somaro, lei si tolse la maglietta e la gonna, si tolse
pure la mutanda, rimanendo solo con il reggiseno nero.
Mi guardò in segno di sfida, non capivo che cosa l’avevo fatta,
ma amo mia moglie e non saprei contraddirla, lei intanto s’era
distesa con il petto sul tavolo ancora apparecchiato per il pran-
zo consumato, le cosce aperte e il culo al vento bene a disposi-
zione…! Sopra le braccia incrociate poggiò la testa con stampa-
to sul viso un beato sorriso, chiuse gli occhi e si affidò nelle ma-
ni, del contadino. L’uomo non perse tempo, avvicinò la testa
dell’asino al culo di mia moglie con l’intento di farglielo lecca-
re, ma la bestia si rifiutava girandola di lato.., la zoccola pronta
non mi vuole..!!! aspetta e sii paziente.., ci penso io.
Tirò fuori dalla tasca un barattolino, lo apri e col dito prese
quella specie di pomata e lo spalmò sul buco del culo e sulla
fica di Loredana.
La pomata non era altro che un estratto di cellule di mestruo,
della femmina di asino in calore, prelevate e opportunamente trattate ai fini della conservazione, e che fatte annusare dal mas-
chio sortivano lo stesso effetto che avveniva naturalmente in
condizione normale. La bestia percepì l’odore della femmina in
calore, e dando sfogo agli istinti naturali, si mise ad annusare le
parti intime di mia moglie, che con sfaggiataggine si offriva..!
L’asino leccava il buco del culo di Loredana, contemporanea-
mente il suo “arnese” sotto il ventre prendeva consistenza, s’era
eccitato, come il contadino aveva previsto, mia moglie era con-
tenta, di essere riuscita ad eccitare la bestia.
Agostino faticava a tenere fermo l’asino, poiché questi voleva
montare la donna che aveva davanti, voleva come in un normale rapporto tra umani dare spazio ai preliminari, ma l’animale segue il suo istinto, e questi gli “diceva” di prendere la femmina.
Io, guardavo un po’ preoccupato, non sicuro che il contadino
riuscisse a tenere sotto controllo la situazione, mi preoccupavo
per mia moglie, non volevo che gli fosse fatto del male, anche
se s’è l’era cercata.., ma da qui.., a essere scassata.., rotta.., o
lacerata di brutto dal cazzone dell’asino, c’è ne passava., va bene
il piacer.., la trasgressione, ma un limite…., sìì.., ecco le mie preoccupazioni. Ma gli eventi evolvevano indipendentemente
da ciò, perciò a sorpresa, del tutto fuori controllo, la bestia si
imbirrazzì, in preda all’eccitazione, si liberò dalla capezza, te-
nuta ferma dall’uomo, e alzandosi con le zampe anteriori, pog-
giandole sul tavolo, cercò di montare mia moglie.
Mi alzai preoccupato, guardando Agostino, imploravo di fare
qualcosa, ma non c’era verso di fermare l’animale eccitato, lei
la donna curvata sul tavolo, non si spaventò, anzi , sorrideva
divertita, incosciente, sotto l’effetto dell’alcol. Il cazzone del
somaro, sembrava più grosso del giorno prima, terribilmente
eretto come una spada.., menava fendenti.., alla rinfusa, tra le
cosce aperte di mia moglie.., cercando l’orifizio. Oddio…,
esclamai.., me la squarterà.., con quel coso…! Anche Agostino
cominciò a preoccuparsi…, la situazione gli era sfuggita…,
e noi.., haimè.., che gli avevamo dato piena fiducia…! La
bestia libera dai lacci si muoveva appropriatamente, cioè si
spostava quel po’.., per trovare l’approdo per il suo arrapa-
tissimo cazzo, finchè l’enorma capocchia, non saggiò il mor-
bido ingresso della vagina di Loredana, se anche eccitata e
disponibile, mia moglie emise un urlo straziante quando si
sentì penetrata da quella mostruosità…! Mio Dio, esclamai,
è fatta…, maledizione.., me l’ha rovinata…, immaginai chissà
quanto sangue le uscisse dalla passerina.., non osavo guardare.
Sentivo i nitriti dell’asino euforico.., ma non i lamenti di mia
moglie…, pensando al peggio.., mi voltai anche per prestare
aiuto…, invece…, inve…ce.., lei…, quasi non si vedeva com-
pletamente avvolta dal corpo dell’animale….!
Quella gran puttana di mia moglie, con la testa schiacciata sul tavolo, dal peso del corpo dell’asino, un leggera smorfia di pia-cere, sul viso, e soprattutto un enorme cazzo che la rovistava
la fica da cima a fondo…! Sìì.., godeva.., la troia…, le piaceva,
assorbiva e attudiva i formidabili colpi con l’elasticità della sua ingorda.., e maledetta vagina.., mi chiesi malizioso.., allora..,
cosa c’è che non può entrare nella fica di una donna?
A mezzo metro di distanza, mi curvai per vedere meglio, le
piccole labbra della fica di Loredana aderivano al “corpo” del
muscolo come un guanto di lattice alle mani.., ma lasciavano
“sfilare” dentro e fuori il randellone con facilità. Un secondo
prima più di tre quarti del magistrale cazzo scomparsi nelle
“profondità” della passera, un secondo dopo trenta centimetri
abbondanti “apparire” come a prendere fiato, era piacevole..,
sublinamente piacevole per mia moglie far sfuriare quel enor-
me “coso” nella sua passera.., ma bello e invidiabile.., per me,
assistervi. Beee.., non era più il caso che mi preoccupassi per
lei…, lo capì anche Agostino, che sembrava molto attento..,
per altri motivi.., scrutava l’asino cercando di capire quando
fosse vicino all’orgasmo..! Il brav’uomo si preoccupava se non
fosse giunto il momento di far cambiare posizione a Loredana,
infatti avvicinatosi a lei, le dissi in modo deciso.., girati da sotto,
non farti sborrare in fica…, lei mostrò di non avere voglia, poiché
stava godendo così bene.., guarda che dopo non ci sarà un’altra
erezione per l’asino.., devi aspettare domani…! Pur sotto il peso,
mia moglie, ubbidì al contadino, scivolò in giù dal tavolo, di circa mezzo metro, facendo uscire completamente il lungo cazzo dalla vagina, e poggiate le ginocchie per terra si sottrasse definitivamen-
te dalla presa “introduttiva”, mentre la povera bestia sbatteva il suo sulle spalle e sulla testa di quella che considerava la sua
femmina. Mentre Loredana semistordita, aggrappata al tavolo
subiva le “randellate” sul corpo da parte dell’animale, l’astuto
contadino prese dal tavolo la boccetta dell’olio di oliva, e affian-
candosi alla donna, si versò il liquido in una mano, che pose svelto
tra le natiche per lubrificare, suppongo, il buco del culo, ripetette
l’operazione più volte finche non gli sembrò abbastanza elastico
per l’introduzione. Forse mia moglie avrebbe preferito conclude-
re in fica…, evitando l’inculata, ma l’aveva chiesto lei.., ed ora
veniva semplicemente accontentata, a me, in confidenza, ero
arrapato al pensiero di vederla inculata animalescamente.., così
in assenza di una sua opposizione si…, procedeva. Il tempo di
prendere la telecamera, perché desideravo immortalare quella
azione, Agostino che finito di lubrificare il culo di mia moglie,
passò al cazzo dell’asino che spalmò di olio per tutta la super-
fice, in particolare l’enorme cappella.., la più ostica…, a dige-
rire. Poi sempre lui, sottrasse con fatica Loredana dal tavolo,
e la sistemò sulla poltrona, anzi sul bracciolo, curvata con la
testa poggiata sul cuscino della stessa, e le gambe aperte sul
pavimento, ottima posizione per chi deve essere inculato, infat-
ti il sedere assume una posizione prevalente, facile da conquis-
tare, privo di ostacoli materiali. Per tutto il tempo la bestia col
suo uccellone penzolante, non aveva dato pace alla donna ed
ad Agostino, ora che il “trofeo” ovvero il culo di mia moglie
era ben in vista e “facile” da prendere, si avventò sopra anima-
lescamente. Per istinto l’animale scavalcò con le zampe ante-
riori il culo di Loredana, mettendole sul divano, e portando
il cazzo sull’obbiettivo tenendo le zampe posteriori ben piaz-
zate a terra, Il grosso pezzo di carne dura…, molto dura.., haimè
trovò collocazione temporanea, tra le formose cosce della donna,
sebbene l’ottima posizione, il buco del culo non era ben visibile.
La bestia non aveva certo l’intelligenza di indirizzare in modo
preciso l’uccello sull’ano…, ma a questo pensò il bravo conta-
dino.., che con una mano prese la capocchia del cazzo e l’altra
aprì leggermente le natiche per visualizzare il buchetto, poi mise
in contatto le due parti aspettando che l’asino facesse il resto.
In effetti, come con il cavallo in mattinata nel culo della signora
di Roma, anche con mia moglie, benché la bestia spingesse e da-
va colpi.., il cazzo anziché entrare nell’orifizio, spingeva tutta la persona in avanti, però…, ehh.., ehh.., dai e ridai lo sfintere cede,
e sotto l’ennesimo colpo.., mia moglie si ritrovò letteralmente
sfondata dietro. I lamenti di lei si smorzavano sul braccio, che
aveva messo in bocca per lenire l’atroce dolore, toglietemi ques-
to coso dal culo.., gridava ferita…, ma io e Agostino non la pren-
demmo sul serio, ancora una volta la bestia libera dai vincoli
della fune, scopava mia moglie in culo con furia animalesca.., e
dovetti riprendere la scena più bestiale e raccapricciante.., pur-
troppo a spese della mia amata. Mia moglie immobilizzata e curvata, non poteva muoversi o sfilarsi di sotto, era completa-mente alla mercè della bestia, questo fù un errore di Agostino, che costò caro a Loredana, l’asino ebbe tutta la libertà, con la forza
che gli è propria di spegnere l’intero cazzo, badate, quaranta
centimetri e nella parte posteriore una circonferenza equivalente
a quella del polso di un uomo molto robusto, nel culo della mia
povera mogliettina. Dicevo dovetti filmare, il momento in cui
lo sfintere si spezzò…, e un fiotto di sangue segnò l’inizio di una
vera emorragia, fortuna volle che la bestia eiaculò in fretta e così
potemmo toglierla di dosso. Tutta l’inculata non era durata tre
minuti, ma il danno fatto era evidente, mia moglie piangeva
come una ragazzina.., Agostino che cercava di tamponare la fe-
rita con un panno.., io la consolavo tenendola stretta la testa tra
le braccia, momenti di paura in cui non sapevamo bene cosa fa-
re. Loredana soffriva molto e piangeva, la carne viva del culetto
aperta e sanguinante, la decisione giusta da prendere…, la presi
senza vergogna. Portai mia moglie all’ospedale, e tra risolini degli infermieri e dei medici la diedero otto punti di sutura all’ano.
Dichiarai che stavamo facendo dei giochini erotici, lei dovette
mettere per iscritto che era consenziente e quindi non scattò la
denuncia a mio carico, dopo circa un’ora lasciammo l’ospedale
carichi di vergogna, smettemmo di dedicarci alle fantasie, rea-
lizzate, sic.., purtroppo, e decidemmo di non vedere più nessuno,
dimenticammo Agostino e la sua maledetta fattoria. lenasmimmo@yahoo.it

FINE

di
scritto il
2011-02-23
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