Proposta semi indecente

Scritto da , il 2017-10-09, genere etero

Per conservare la mia linea, avevo deciso di frequentare una palestra, una delle più quotate e famose della mia città, dotata anche di bagno turco e piscina coperta, con tanto di trampolini olimpionici. Clementino, il direttore della struttura ginnica, mi era stato presentato da mio fratello, al quale, aveva promesso di farmi un generoso sconto se avessi frequentato soltanto alla sera, dopo le nove, orario di minore affluenza, e per tanto, lui stesso avrebbe potuto dedicarmi molto più del suo tempo. Io, avevo accettato di buon grado, sia perché, il mattino, faccio difficoltà ad alzarmi, ed il pomeriggio, spesso ho impegni di altro tipo; pertanto, la sera, andava benissimo. Il giorno successivo, mi sono presentata all’ora prestabilita accolta proprio da Tino, … per gli amici, mi aveva suggerito, terribilmente ossequioso, il quale, dopo avermi fatta accomodare nel suo ufficio e offerto un drink analcolico, aveva iniziato a lodare le mie qualità estetiche, molto affascinanti, secondo lui, confermando che mio fratello gli aveva parlato bene di me, confidandogli che sono una ragazza pratica, aperta e disinibita. E proprio per queste mie evidenti qualità, si permetteva di farmi una proposta di contenuto particolare. “ Negli ultimi tempi, la palestra, ma anche l’intera struttura, non va molto bene, e se non prendo provvedimenti rischio il licenziamento. Così ho pensato ad uno stratagemma che può andare in porto soltanto con il tuo aiuto ”. -- “ E che cosa dovrei fare io, se è lecito saperlo …? ” gli chiesi, già piuttosto sospettosa, prevedendo quale quadro idilliaco gli avesse fatto mio fratello di me. E infatti. “ Nulla di quello che immagini …; solo recitare la parte della donna facile, lasciare credere agli avventori della palestra che tu sei una donna vogliosa di esperienze sessuali non comuni. Farò girare la voce che t’ho posseduta, e con me molti altri che frequentano qui da noi. Non dovrai fare nulla che tu non voglia, e se qualcuno insistesse oltre il dovuto, basterà che mi fai un cenno, e io lo caccerò istantaneamente ”. Messa in quei termini la proposta non mi sembrò disdicevole, anche perché, Clementino, mi aveva promesso , non lo sconto, ma addirittura il diritto di frequentare la palestra gratuitamente. “ Devo pensarci ” avevo risposto, senza lasciare intendere che avevo già deciso di accettare. “ Prenditi pure tutto il tempo che vuoi ” mi aveva detto, “ basta che sia al massimo entro due minuti …! ” ironizzò, alzando il calice per fare il cin cin. Il mio sorriso, gli confermò che io avevo accettato. “ Un’ultima cosa, Miriana. Questa è la chiave dell’armadietto numero sei nello spogliatoio delle donne, dove troverai un body adatto per fare la ginnastica; indossalo e vieni in sala dove inizierai con il tappeto rotante. La misura sarà sicuramente giusta, visto che me l’ha suggerita tuo fratello ieri ” terminò, confermando una volta di più che aveva preso altri accordi anche con quel bas……….o di mio fratello Marco, lo snaturato approfittatore della mia sessualità prima e della mia magnanimità di sorella, dopo. “ A lui poi ci penso … ” mi ripromisi, mentre mi recavo allo spogliatoio. Il Body color carne indossato, mi faceva apparire come se fossi stata nuda, e lasciava trasparire i peli neri del mio pube, curati a triangolino ma mai rasati del tutto poiché, il mio primo amante, mi aveva confessato di amare molto di più una vagina ammantata di una vulva pelata. Ed in effetti, quando mi lasciavo accarezzare fra le gambe, sentire le dita di un uomo cercare la mia micia fra i peli, era già l’inizio di forte eccitazione. Anche presentarmi con quella tenuta nella sala, dove una decina di uomini e tre donne facevano gli esercizi ginnici, mi aveva agitata sessualmente, e soprattutto quando gli uomini, fingendosi indifferenti, mi scrutavano di sottecchi ansimando più del necessario. Il body, con il sudore dovuto alla corsa sul tappeto rotante, era diventato ancora più trasparente, evidenziandomi i capezzoli come se fossero emersi dalla stoffa, ed i glutei, maggiormente evidenziati dal tessuto entrato fra di loro. “ Vai avanti così, bella, che vai forte ” mi aveva sussurrato Clementino, fermando il tappeto. “ Ora, vieni con me, che ti faccio fare un altro esercizio ” mi aveva suggerito Tino, indicando un altro attrezzo per rinforzare spalle, braccia e ventre. “ Hai visto come ti mangiano con gli occhi? Cercano tutti di accaparrarsi un tuo sorriso ” mi aveva informata, continuando a parlare pianissimo. In effetti, ogni volta che qualcuno di loro mi aveva guardato, io gli avevo sorriso, ma non assolutamente per un preciso scopo, solo perché sono fatta così, spontanea, per nulla scontrosa. Ma, ovviamente, almeno gli uomini, prendono questa mia sana e spontanea estrosità come se fosse un invito esplicito a corteggiarmi. E a dire il vero, talvolta la cosa non mi dispiace affatto, specialmente quando ci sono uomini affascinanti come quasi tutti quelli che erano presenti quella sera. A fare quel tipo di esercizio avevo sudato molto di più, rendendo il body ancora più trasparente di quanto non lo fosse già al naturale, pertanto, smisi e m’infilai subito nella doccia delle donne. Mentre mi insaponavo, sentii un leggero rumore alle mie spalle, come se avessero socchiuso un poco la porta. “ Sarà di sicuro una donna … ” pensai, chiudendo del tutto lo scorrevole che prima avevo lasciato appena accostato. Prima di tornare a casa, passai un attimo nell’ufficio di Clementino il quale, entusiasta di com’erano andate le cose, lodò fortemente la mia disponibilità a contribuire a fargli aumentare la clientela. “ Hanno gradito di buon grado il tuo spogliarello, ma soprattutto, quando ti insaponavi il seno, il ventre ed i glutei. Erano tutti dietro la porta della doccia, quasi accavallati uno sull’altro, per vedere al meglio possibile … ” mi aveva poi confessato, letteralmente in visibilio. “ Vuoi vedere che domani avrò molte richieste in più, d’iscrizione, al corso di ginnastica? ” affermò soddisfatto. “ Pensa che a spiarti c’era persino una donna e, a mio parere, la più arrapata di tutti. Se non l’avessi fermata, sarebbe entrata nella doccia con te. “ Beh, avresti dovuto farla entrare: sai, ogni tanto non mi dispiace arrotolarmi al corpo di una mia simile …! ” gli avevo risposto, senza celare una verità di cui tante donne si vergognano di ammettere, ma che molte hanno provato almeno una volta nella loro esistenza, e le restanti, l’hanno fantasticato senza però trovare il momento opportuno per farlo. “ Vorrà dire che, la prossima volta …, la spingerò io dentro la doccia ” promise, “ così che, gli uomini, saranno ancora più soddisfatti a spiarvi ”. Il giovedì successivo, alle vent’uno in punto ero nuovamente nella palestra, vestita con il body, o meglio, svestita con il solito body tinta pelle che, lavato da me stessa, aveva assunto una trasparenza ancora più estrema. Mentre facevo i soliti esercizi, si era avvicinato Tino per dirmi che aveva fatto istallare due micro telecamere, una nel vano doccia ed una nella sala del bagno turco, che poi erano state collegate al computer del suo ufficio in modo che i maschietti potessero spiarmi bene senza doversi assiepare dietro le porte. “ Okay! Almeno non corro il rischio d’essere violentata …! ” avevo risposto un tantino rammaricata, poiché, non lo nego, in quel particolare istante, desideravo provare emozioni forti. E lui, dalla mia espressione avvilita, probabilmente l’aveva intuito, anche se non aveva fatto commenti a tal proposito. Come aveva previsto il dirigente della palestra, le iscrizioni erano aumentate. Infatti, quella sera stessa, il numero dei presenti era almeno raddoppiato dalla volta precedente. “ Ed è tutto merito tuo, sai, Miriana? Tuo fratello me l’aveva detto che attrai più del miele ”. Anche se il complimento appariva più che interessato, mi aveva fatto piacere, anzi, mi aveva persino eccitata oltre quello che già ero nel sentire umori intensi calare dai lati del body e inumidirmi le cosce. “ Se ho ben capito, tu vuoi che io faccia degli spettacoli porno attraverso il monitor …? ” gli chiesi, fingendomi lievemente seccata di venire manipolata in tal modo, anche se mi ero offerta di aiutarlo ad attrarre clienti nuovi. “ Si, ma non lo faresti in modo gratuito, è ovvio! Ti darò una quota in denaro equivalente al dieci per cento su tutte le nuove iscrizioni che verranno fatte da oggi in avanti, includendo ovviamente quelle già avvenute ” mi propose, pensando che io avessi fatto quella faccia seccata per una ragione economica, di lucro. “ Beh, allora, se è così che …! ” esclamai, senza portare a termine la frase, in modo da non accettare o rifiutare il compenso che, a dire il vero, non avrebbe affatto nuociuto alle mie scarse entrate da cameriera. “ Ho già passato parola, e fra poco, il mio ufficio sarà zeppo di guardoni arrapati, tutti vogliosi di scrutare le tue mosse all’interno del bagno turco … ” disse Clementino pregustando la futura visione che avrei offerto a lui ed ai suoi iscritti. Anche se non ho mai adorato il caldo umido di un bagno turco, entrai in esso coperta da un accappatoi in spugna bianco, che pochi minuti dopo levai perché mi sentivo soffocare, restando così completamente nuda, concedendo ai guardoni, al di là del monitor, un’ampia visione integrale delle mie fattezze. La consapevolezza di ciò che avveniva nell’ufficio di Tino, contribuì ad eccitarmi ulteriormente tanto da indurmi a coricarmi su di una panca e masturbarmi con tanta di quella voglia che, in meno di un minuto, raggiunsi un orgasmo indescrivibile, così intenso da farmi urlare di piacere ed incautamente : “ Voglio un uomo …! ” Non ebbi il tempo di pentirmi per avere usato quell’espressione che subito il bagno si riempì di uomini, eccitatissimi, e quasi tutti con il membro di fuori, pronti a usarlo su di me; cosa che avvenne senza nemmeno che io potessi scegliere come e dove prenderli. L’ammucchiata indescrivibile si complicò quando uno di loro prospetto agli altri di penetrarmi due alla volta mentre alcuni si dovevano occupare della mia bocca inserendo in essa lo stesso quantitativo di membri. Per me non sarebbe stata né una novità ne faticoso, ma non avevo compreso bene qual era la doppietta che si pretendeva di farmi subire, e cioè, due membri, contemporaneamente, nella vagina, dopo di che, gli stessi mi avrebbero infilato nell’ano le loro durezze, dilatandomelo come mai avevano fatto prima di allora. Visto che ormai ero in ballo, tanto valeva godermi quelle intrusioni con la sola speranza di non soffrire troppo. Ciò che purtroppo accadde quando, l’unico nero presente, fornito in modo invidiabile dalla natura, pretese di unire il suo pitone all’anaconda di un altro culturista, i quali m’impalarono senza tante cautele facendomi vedere tutte le stelle del firmamento, annebbiate poi dalla valanga di sperma che uno per volta eruttarono sul mio viso, come se volessero tradurre in un gesto il classico l’insulto che questo sbrodolamento sul volto di una donna significa per molti maschi: “ E’ quello che meriti, troia …! ”. Villania che ormai non mi smuove un capello, anzi … Alcune volte, incito quelli che mi posseggono, a trattarmi da puttana, da baldracca, visto che mi eccita in modo stratosferico. Se qualcuno leggendo pensa che io mi sia arrabbiata verso Clementino per non avere rispettato i patti sott’intesi, sbaglia. Il divertimento ed il godimento di quella sera, sono stati per me stupendi e assolutamente ripetibili.

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