Terremoto

Scritto da , il 2011-01-16, genere gay

Voglio raccontare un episodio inedito della mia vita. Non l`ho mai raccontato solo perche` non ne ho avuto mai l`occasione. Nell`80 ero istitutore in un collegio di una citta` colpita dal terremoto. Ci fu un`invasione disordinata di ragazzi dai dodici ai diciassette anni che frequentavano le medie e le superiori. Eravamo in due ad occuparci degl`interni e coll`arrivo massiccio di una quarantina di ragazzi ne furono assunti altri tre, se ricordo bene. All`epoca nessuno dei miei conoscenti sapeva che io frequentavo i cessi della citta` alla ricerca di cazzi da succhiare. Ero separato da mia moglie e per non pesare su mia madre avevo accettato vitto ed alloggio in cambio della cura degli studenti oltre ad un misero stipendio. Il mio compito era quello di controllare che studiassero e che la notte dormissero tranquilli. Coll`arrivo degli altri ragazzi formarono due camerate ed a turno uno di noi istitutori, che di solito dormivamo in una stanza separata, dormiva con loro. Una settimana al mese dormivo all`inizio della camerata, vicino ai cessi ed all`unica porta di uscita. Mi accorsi subito che appena si spegneva la luce centrale e ne restava una di poche candele ad illuminare la camerata c`era uno scambio di letti di passeggiate di amucchiate. Uno visitava un altro ragazzo e che non lo facesse per scambiare delle chiacchiere lo si evinceva dal mucchio che tremava prova evidente di un accoppiamento sessuale. Si udivano persino i gemiti del godimento ed i sospiri di piacere. Ne` mai nessuno si preoccupo` che io fossi addormentato ed alcuni di essi si recavano ai cessi nudi e coi cazzi al vento stretti nelle mani del partner. Minghia, saranno mica stati tutti ricchioni. Non lo erano. Erano solo ragazzi in piena tempesta ormonale che in mancanza di femmine e non volendo riccorrere alla solita mano amica si prestavano ai giochi omosessuali. Col senno di poi devo riconoscere che io stesso non mi ritengo gay pur godendo nel succhiare un bel cazzo o a sentirmi penetrato da esso. Di tutti i cazzi che mi hanno dato piacere ricordo forme disegni potenza e durata ma di nessuno di essi ricordo le fattezze fisiche ne` tanto meno il viso. M`interessa il cazzo come mezzo per godere, del cazzo non m`innamoro e ne cerco sempre di nuovi. Che il suo possessore sia bello alto biondo o comumque sia non m`interessa perche` il mio fine e ` succhiare un cazzo in pieno turgore ed ingoiarne il seme. Nella camerata erano ospiti, mi pare, 28 ragazzi ed almeno una ventina di essi si accoppiavano. Restavano fuori dai giochi i piu` timidi che si limitavano a spiare ed a trovare godimento segandosi. La lampadina benche` di bassa potenza evidenziava cazzi svettanti bocche fameliche chiappe aperte mentre s`impalavano e schizzi filanti come stelle cadenti. All`inizio non feci notare che spiavo quanto avveniva ma quanto mi accorsi che loro non facevano nulla per restare discreti sollevai il lenzuolo e mostrai il cazzo a quelli che mi passavano vicino. Ce ne erano diversi che mi avevano incuriosito. Andrea, di terza media, piccolino esile due gambette stecchite un torace da tisico un viso lentigginoso da bambino ma sotto esibiva un cazzo brutto da vedere. Era esagerato per il suo fisico e pareva facesse fatica a sostenerne il peso. Era soprannominato il randello, proprio in riferimento a quella strana dotazione. Quando saltava sui letti il cazzo sbatacchiava tra le cosce e mi veniva da ridere pensando alla campana del paese col suo batacchio. Andrea era conteso da tutti. Tutti volevano succhiarlo baciarlo leccarlo ma nessuno lo voleva prendere nel culo come lui pretendeva. Era capace di farsi sbocchinare per tutta la notte ed almeno tre quattro volte annaffiava le bocche fameliche. C`era Toni, il classico pecoraio cafone dinoccolato le gambe storte e le braccia lunghe una testa enorme e piena di capelli arruffati ed il cazzo sempre duro. Era ritardato mentale tanto che a sedici anni frequentava ancora la prima media. La sua fortuna era essere figlio di padre ricco ed era l`unico a pagare un obolo per ogni bocca che fotteva. Pagava senza discutere delle cifre per sodomizzare il ragazzo del momento ed amava raccontare mentre fotteva le sue avventure con capre e pecore. C`era Sergio, l`unico effeminato, l`unico che preferiva solo ricevere. Era educato signorile si vedeva che aveva ricevuto una buona educazione. Stava sempre nel suo letto e lasciava entrarvi chiunque gli si avvicinasse col cazzo ritto. Un pompino o un`inculata non l`ha mai rifiutata a nessuno. Aveva oltre ai modi femminili le cosce dalla pelle liscia un po` di seno un culetto sodo e rotondo molto femminile ed una boccuccia colle labbra rosse e carnose create apposta per dare piacere. Godendo non gemeva non sospirava ma si apriva tutto ed era l`unico a sostenere senza sforzo gli assalti di Andrea. Ma il cazzo di Andrea faceva gola anche a me solo che non potevo certo mettermi in competizione con dei tragazzi giovani e resistenti per cui dovetti escogitare il modo di giocare anche io con quell`attrezzo che mi faceva girare la testa e bagnare il buco del culo. Noi istitutori avevamo il compito di aiutare a fare i compiti i ragazzi che ne avessero bisogno. Andrea ne aveva bisogno. Arrancava in matematica e precisamente con monomi binomi equazioni, che a suo tempo erano stati il mio forte. Gli proposi di stargli vicino e dopo qualche giorno mi ritrovai a succhiare il grosso cazzo mentre lui cercava di recuperare una equazione. Era alquanto rischioso mettermi piegato sul banco mentre Andrea mi trafiggeva col pericolo che il rettore facesse un giro per le aule mentre gli altri erano in palestra o in cortile e ci scoprisse. Ma il gioco valeva la candela. Quando mai avrei preso nel culo un cazzo di tal fatta e soprattutto di quella eta`? Andrea mi saliva in groppa ma era talmente leggero che sopportavo senza fatica il suo peso mentre mi allargava lo sfintere con un membro fuori serie, disegnato male ma duro da far male. Le prime volte mi fece male davvero al punto che non potevo sedermi ma una volta aperta la strada quanto bastava ebbene il piacere e` impossibile descriverlo. Lo sentivo in gola, lo schizzo era violento ed il succo bollente e cremoso. Essere inculasto da un bel cazzo rientra nella normalita` di un rapporto omosessuale ma un cazzo di tal fatta, storto bitorzoluto piegato verso destra capocchia a punta e grosso alla base era talmente fuori dell`ordinario che a distanza di anni ne sento ancora il piacere ed il calore. E che dire di quando fece parte del nostro sodalizio Toni? Succhiavo il cazzo di Toni seduto sulla scrivania mentre da dietro Andrea mi faceva suo. Ero una femmina felice, soddisfatto di sopra e di sotto, davanti e dietro, in una doppia penetrazione ero il re dell`Universo il principe sul Pisello. Passarono presto i pochi mesi che mancavano alla fine dell`anno scolastico e benche` ne facessi richiesta per tempo non fui riconfermato per l`anno successivo per cui mi fu impossibile riallacciare un legame fatto di cazzi in culo e sborrate in bocca. Passavo ore intere a spiare se dai finestroni si affaccciasse qualche mio amante ma mai nessuno si fece vedere. Chissa` se si dimenticarono mai del loro istitutore lascivo libidinoso e porco.

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