Fuoco!

Scritto da , il 2017-05-02, genere masturbazione

Sei andata a letto solo da qualche minuto ma conoscendoti sarai già caduta in un sonno profondo; ho sempre invidiato questa tua capacità, io che per poter trovare il conforto dell'abbraccio di Morfeo debbo sempre attraversare la foresta abitata dalle fiere generate dai miei stessi pensieri e dai miei turbamenti.

Sono rimasto solo sul divano, non certo per guardare la tv che continua nel suo caleidoscopico incedere ignara del dramma che le si sta consumando di fronte; l'audio è ridotto al minimo ed in ogni caso non avrebbe catturato la mia attenzione, mentre meccanicamente mi prodigo in uno zapping senza senso e meta in attesa di essere messo alla gogna dai miei fantasmi.

Oggi sembrava potesse essere la giornata giusta nella quale ritagliarsi del tempo per noi, nonostante mi fossi ripromesso (ma quante altre volte l'avevo fatto invano in passato?) di non cader più nel tranello imbastito dal mio desiderio di possederti, di essere finalmente un tutt'uno con te, di cancellare ogni remora fondendomi col tuo corpo così etereo... bramando il tuo seno gonfio e prorompente sempre così celato al mondo esterno, liberandolo da ogni vincolo morale, stringendolo forte tra le mie mani per paura che possa sfuggire, allontanarsi da me di nuovo, affondandovi la faccia, la lingua, succhiando i tuoi capezzoli turgidi, mordendoli quasi di rabbia per il poterne godere così raramente.. risalendo lascivo lungo il collo fino a cercare la tua bocca ed i tuoi baci, unica tua espressione di desiderio, tu che non hai mai voluto toccarmi, sentirmi uomo, per pudore, vergogna, ripudio...
Eppure il mio cazzo è già pronto, duro, menefreghista, spasimante della tua femminilità così spesso negata, frettoloso di penetrarti inebriandosi del tuo nettare, anelando i tuoi spasimi e di riempirti ad ogni mia spinta..

Ed in un attimo veder tutto crollare per l'ennesima fottutissima volta, sentire il tuo corpo irrigidirsi, perdere gioia, sapore, prosciugare ogni lacrima di piacere sia tuo che mio, sentire impotente la sensazione di perderti, di lottare contro la tua volontà quasi ti stessi stuprando.. mollo, mi arrendo, non ho più la forza di combattere, non dopo così tanti anni, sento solo montare forte e tumultuosa la rabbia mentre mi allontano dal letto per andare in bagno, rabbia verso me stesso per non esser stato ancora una volta capace di trovare la chiave, rabbia verso di te perché non lasci che io la trovi, perché non avverti quanto sia bruciante e doloroso il mio bisogno, nonostante tutte le volte che mi sono aperto, rivelato a te per ciò che sono... rabbia bambinesca verso il mondo perché.. perché non è giusto cazzo...

Ed ora sono qua, sul divano... indosso solo i boxer ed una maglietta leggera.. non sono mai troppo vestito in casa, che faccia freddo o meno, voglio essere il più scevro possibile del superfluo, del quotidiano...
Sono pronto alla tempesta, senza corde alle quali aggrapparmi, sferzato dall'onda delle emozioni più violente, non riesco a reggerne il flusso, mi sollevano dal mondo reale e mi offuscano...

Nero...
Nero come la rabbia, nero come il nervoso che provo tanto forte da farmi tremare.. rosso, rosso come il sangue che ribolle nelle vene, ne avverto quasi lo scorrere in ogni parte del corpo, confluire all'inguine, laddove il mio cazzo si erge nuovamente duro, pulsante, testardo, insoddisfatto.. viola come la cappella che già esce dai boxer, mentre allungo la mano per stringere forte l'asta, quasi a farmi male, dolore fisico da contrapporre al dolore dei pensieri.. lampi, lampi continui di lei, come tagli nella carne, lei che sapeva capirmi e leggermi così bene, lei così diversa, così distante da tutto questo.
Non so più bene in quale realta io sia, sto male, mentre la mia mano comincia a muoversi su e giù, il ritmo è veloce, violento, stasera non è piacere, è impulso, è fuoco, fuoco vivo che arde sotto ceneri sempre più sottili, è ghiaccio, come i brividi che mi corrono per tutto il corpo... guardatemi, sono io, sono Nuanda, sono quello vero, sono questo, accorrete in massa, cogliete il momento, sbaragliate tutto ciò che non è vita, succhiatene il midollo... Anche tu, tu che non capiresti, che scuoteresti la testa giudicandomi e rimproverandomi, svegliati e guardami, vieni a vedere il mio cazzo pulsare dello schietto piacere animale di lei... lei che se fosse qua mi divorerebbe con gli occhi, come tante volte lo ha desiderato masturbandosi a sua volta, affondando le dita nel suo colante volermi dentro, nel suo volersi sentire troia e satura della mia carne vibrante..
Lei che ora vorrei si impalasse su di me, vorrei che il mio cazzo si permeasse dei suoi umori, ne sentisse il caldo e stretto abbraccio mentre i nostri occhi si cercano famelici, ferini, mai sazi..

Bianco..
Bianco come l'orgasmo che esplode violento in un ultimo e tremante spasmo, sperma caldo che mi cola tra le dita e sulla maglia, sindone profana di passione e dolore, mentre il respiro rallenta scemando come le emozioni provate.. quiete, per un attimo un solo attimo prima di tornare all'oggi, al mondo di qua dallo specchio...
Mi alzo, vado lentamente verso il bagno, tolgo la maglia sperando che l'acqua stasera porti via anche i pensieri, almeno per stanotte, per questa volta.

Non cadrò più in tentazione, me lo riprometto, ti lascerò in pace, mi faccio solo del male... parole vane dal sapore amaro; son qua Morfeo, accoglimi, stasera se puoi, risparmiami il tragitto...

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