Skyline

Scritto da , il 2017-02-27, genere incesti

Scesi dal taxy di fronte al portone del grattacielo. Presi la mia borsetta con le paiette, e mi diressi all'interno. L'usciere, addobbato nel suo completo scuro, mi salutò con galanteria. Attraversai la hall elegantemente arredata e mi diressi verso l'ascensore di vetro. Salii e salii, osservando il terreno allontanarsi sotto i tacchi delle mie Louboutin, finché le porte non si aprirono dolcemente davanti a me, una volta giunta al diciottesimo piano.

L'attico non era immenso, ma l'arredamento minimal e la disposizione essenziale, quasi da loft, delle pareti, dava una sensazione immensa di spazio. Un finto caminetto ardeva in un muro. In casa non c'era nessuno. Mio padre, brocker rinomato, lavorava fino a tardi, mentre mia madre, dirigente di una nota causa farmaceutica, era per un viaggio di lavoro in Brasile. Osservai il tramonto dall'immensa vetrata che sostituiva la parete esterna dell'attico. I raggi di fuoco del sole morente si riflettevano sulle pareti a specchio dei grattacieli in un'esplosione di cromature incendiarie. Sublime.

Avevo passato il pomeriggio a fare shopping con Susanna, la mia amica del cuore, ma avevo lasciato inavvertitamente tutti gli acquisti a casa di lei. Avevamo troieggiato un po' con alcuni ragazzi conosciuti in centro, solo qualche moina, niente di che, ma mi aveva proprio fatto passare di mente i vestiti. Non che mi importi di qualche ragazzo piuttosto che di un altro, mi piace solo sentirmi bramata... ed irraggiungibile.

Non ho timore ad ammettere di essere estremamente sexy. I miei lunghi capelli biondo platino si sposano con i miei occhi color del mare, le mie gambe sono lunghe e affusolate, il mio culo, modellato dallo yoga, è alto e sodo e le mie tette quarta misura, forti dei miei diciotto anni, sfidano la gravità. Questo, unito al fatto che sono anche un po' una puttanella fa sì che possa avere chiunque io voglia.

Stanca, mi butto sul divano di pelle, ordino del sushi che mangerò da sola e accendo la tv, cercando Elettra Lamborghini in qualche puntata di Super Shore. Inavvertitamente, dopo qualche ora, sprofondo in un sonno leggero, destinato presto da interrompersi.

Due braccia forti mi sollevano e socchiudo gli occhi cercando il volto dell'uomo che mi sta trasportando.
-Papà, che ore sono?- miagolo con voce assonnata
-Mezzanotte passata piccola, scusa se ho fatto tardi-
Per tutta risposta mi sfrego contro il suo petto muscoloso in segno di affetto

Mio padre lo stereotipo del Dilf: sulla quarantina, fisico statuario forgiato dalla palestra, capelli ancora scuri ed ordinati, zigomi alti ed occhi azzurri come i miei. Per non parlare poi del suo equipaggiamento...

Mi porta in camera mia e mi depone sul mio soffice letto a due piazze
-Va a struccarti prima di dormire tesoro-
-Non fa niente, non mi da fastidio. Che dici, dormi con me?-
-Non si può- mi risponde con un mezzo sorriso e mi bacia lievemente sulle labbra per la buonanotte.

Recupero una maglietta larga dall'armadio, mi spoglio, la indosso, e mi raggomitolo sotto le coperte. Adoro dormire seminuda, sarei già pronta casomai qualcuno venisse a farmi compagnia.

Sento l'acqua della doccia scrosciare ed immagino mio padre la sotto. Quanto vorrei insaponare il suo splendido corpo, e quanto vorrei che lui insaponasse il mio... mi bagno un po'

Cerco di calmarmi, ma non ci riesco, sono troppo accaldata e dormire è impossibile. Dopo un quarto d'ora caccio via le coperte e sgattaiolo nella stanza del re.

Trovo la luce già spenta. Mio padre dev'essere molto stanco. Di soppiatto mi infilo nel letto e lo abbraccio da dietro, appoggiando le mie soffici tette, libere dal reggiseno, contro la sua schiena nuda, di marmo. Lo sento sorridere.
-Non ti avevo detto che non si poteva?-
-Sai papà ho paura del buio...-
Lui si gira e io lo imito. La posizione si è invertita ed ora siamo a cucchiaio, ed il mio culetto nudo spinge contro il suo bacino, coperto soltanto dalla tuta.
-Ma ehi... non sarai mica nuda?- fa lui malizioso, abbracciandomi
-Ops-
Le sue mani cominciano ad accarezzarmi, spostano i miei capelli dorati e mi baciano dolcemente sul collo. Mi eccito come non mai, mio padre è il miglior amante del mondo. Spingo il mio culo verso di lui, come se fosse un invito, mentre lui indugia sui miei seni, spremendoli e titillando i larghi capezzoli rosei. Cominciò ad avvertire una presenza prepotente.

-Mhmmm- miagolo -Papà sto facendo un lago-
Sento le sue dita scivolare sulla mia fighetta depilata da dietro, quasi a controllare. Una entra dentro e mi stimola la carne soffice. Sono fradicia. Poche esperte passate e sto già per venire. Con una mano dietro la schiena cerco alla cieca il lembo dei suoi pantaloni, lo oltrepasso e impugno l'oggetto del mio desiderio; una spada eretta e d'acciaio.
-Papà lo voglio dentro-
Detto fatto, lui mi sbatte il viso contro il soffice cuscino, mi monta sopra e comincia a cavalcarmi. Le sue forti mani tengono strette le mie tette, le sue palle colpiscono ripetutamente il mio culo, ed il suo grosso cazzo entra ed esce ripetutamente dalla mia fighetta.
-Siiii, Siiiii, così Papiiii-
-Stai godendo puttanella? quanto ti piace farti montare?-
-Tropooo, voglio solo... siiiii, godere-
Stretta fra le sue braccia il culmine del piacere mi sconvogle, mi dimeno in preda a spasmi incontrollabili ma mio padre mi tiene stretta.
-Sei venuta troietta eh? Non è come quando ti scopano i tuoi amichetti-
-No papi-rispondo non appena riacciuffo un briciolo di coscienza -Tu sei il migliore, loro due spinte e subito sborrano. A proposito... ora tocca a te-
Non ti preoccuoare piccola, tu pensa a prenderlo dentro. Mi martella con più forza di prima. Fa il duro ma io so che non può resistermi ancora a lungo e lo voglio tutto per me. Stringo il culetto per aumentare lo sfregamento e dargli ancora più piacere. Comincia a mugulare. Sta per godere.
-Baciami papi, biaciami-
Le sue labbra di premono sulle mie, le spinte si fanno ancora più vigorose, fin quando, stremato, lo sento aggrapparsi alle mie tette come se volesse mungermi. Mi fa quasi male, ma il piacere è immenso.
Quando sento i muscoli delle sue gambe contrarsi so cosa aspettarmi, ed infatti getti di caldissimo sperma cominciano a riempirmi il pancino. Arrivano uno dopo l'altro, le sue palle si svuotano nella mia fighetta, che ora è piena e calda, e con tutta questa sborra in me non posso che godere di nuovo.

Dormiamo accoccolati uno a fianco all'altro. Lui dietro di me, nudo, ed io con la mia maglietta strappata dal suo amore e con la figa dalla quale cola tutto il suo nettare. Siamo noi due, amanti proibiti su di un grattacielo, e sotto di noi dorme tutta la città.

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