Lavoro da funzionario 2

Scritto da , il 2017-01-05, genere dominazione

Il tempo sembrò fermarsi per un momento. La ragazza in piedi, nuda, e l'uomo dietro di lei.
Lei fece per voltarsi. Voleva stampare le sue labbra addosso a quelle di lui e sciogliere la tensione in un bacio appassionato. Forse in quel modo sarebbe riuscita a smuovere quell'uomo tutto di un pezzo. Ma lui non glielo consentì.
-Non voltarti. Adesso, da brava, poggia le mani sulla scrivania. Se sarai ubidiente finirà tutto in un attimo.-
La giovane donna assecondò gli ordini, pensava di sapere già quale fosse l'intento dell'uomo. Una rapida scopata prendendola da dietro e poi tutto finito. Per facilitare il lavoro la ragazza si posizionò a gambe larghe in attesa del membro duro. Invece sentì soltanto le mani dell'uomo iniziare lentamente a percorrere l'interno delle cosce.
-Piccola, mi sa che proprio fame di cazzo. Guarda come sei già pronta ad accogliermi.- parlava e nel frattempo sogghignava.
La ragazza si sentiva umiliata.
L'uomo proseguì il lento massaggio, salendo sempre più su, con piccoli gesti circolari. Lei sentiva l'eccitazione salire, ma cercava di concentrarsi per non bagnarsi, non voleva dargli questa soddisfazione. Però non ci riuscì.
Quando il funzionario passò un dito tra le labbra del suo sesso quello che trovò fu un lago di umori.
Iniziò un lento massaggio con un susseguirsi di colpi diretto al clitoride della donna. Colpi leggeri e lenti, poi sempre più rapidi e ancora e ancora. La ragazza cercava di resistere ma il respiro la stava tradendo. L'affanno , gli ansimi, i gemiti sempre più intensi facevano presagire che l'orgasmo era sempre più vicino.
Le dita del funzionario battevano il clitoride sensa sosta, sempre più intensamente. Poi, mentre lei stava per sciogliersi , lasciando esplodere l'orgasmo, lui si fermò. Rimase immobile ad ascoltare il respiro affannato. Lei, confusa, cercò nuovamente di girarsi , di incrociare i suoi occhi. Ma l'uomo le afferrò i capelli e, tirando, la costrinse a piegare la testa indietro e volgere lo sguardo al soffitto.
-Ho appena iniziato, ragazzina, e vedrai che piano piano ti piacerà sempre di più . Adesso ricomincerò a toccarti, perché vedo che gradisci molto le miei attenzioni e non ho alcuna intenzione di farti mancare le mie carezze. Bada bene a tenere le mani sulla scrivania, non mi piacciono le interferenze. E poi , se mi fai perdere tempo, sarà tutto tempo che dovrò recuperare a tue spese.-

La ragazza iniziò a capire il pasticcio in cui si era cacciata , ma era troppo sicura di sé per accettare qualsiasi monito intimidatorio.
Il funzionario, con un gesto secco, poggiò di nuovo la mano sul clitoride della ragazza, in un gesto che sembrò quasi uno schiaffo, e poi ricominciò a toccare il sesso della giovane donna.
Per un tempo indefinito ed interminabile l'uomo si divertì a giocare, staccandosi da lei non appena sentiva l'orgasmo sul punto di esplodere.
-Ti prego, fammi godere- la voce strozzata in gola, a metà tra una preghiera ed un grido di rabbia. La ragazza sentiva il corpo andare a fuoco e la forza di volontà la stava abbandonando.
-Tempo al tempo, puttanella. Vediamo quanto davvero desideri l'orgasmo e se te lo sai meritare. Adesso voltati, tenendo sempre le mani dietro la schiena.-
Con passi malfermi la ragazza si girò , ora si trovavano faccia a faccia. Lei cercava di far breccia con i profondi occhi dolci, in quell'uomo rivelatosi cinico e spietato. Ma nulla. Lui rimase impassibile. Fece due passi indietro, scostando le sedie che aveva intono. Poi iniziò a slacciarsi la cinta, facendola scorrere tra i passanti per toglierla. Lei pensò che finalmente fosse fatta, le avrebbe dato il cazzo e con la sua esperienza lo avrebbe fatto sborrare in un attimo. Invece il movimento che fece il funzionario le fece gelare il sangue nelle vene.

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