Zia Giusy

Scritto da , il 2016-12-09, genere feticismo

Mia zia Giusy è una donna di circa 40 anni, 1.60, capelli castani, una terza e due piedi n.37 che farebbero impazzire chiunque. Sono sempre stato attratto dai piedi femminili, li reputo una parte fondamentale della sensualità di una donna e di conseguenza, anche i piedi di zia sono sempre stati oggetto della mia attenzione. Fortunatamente lei è abbastanza solita ad indossare scarpe aperte, sandali con tacchi di varie misure con i piedi velati o nudi. Ogni volta che si presentava l'occasione, ero il primo a guardare quello spettacolo e non era raro che lei se ne accorgesse, chiedendomi sempre un commento sulle sue scarpe o abbinamenti vari tra calzature e vestiti. Detto questo un giorno mi è capitato di trovarmi a casa sua per cena, mi aveva invitato perché voleva farmi assaggiare il suo risotto, sapendo che ne sono abbastanza ghiotto. il marito era al lavoro e lei era da sola a casa, tutto abbastanza normale fino ad ora. Quando arrivai, la trovai con un vestitino blu che arrivava fino al ginocchio e lasciava una abbondante vista al seno che mi lasciò per un momento quasi senza fiato. A togliermi completamente il respiro ci pensarono i suoi piedini che in questo momento erano completamente scalzi e sfoggiavano uno smalto viola applicato sapientemente da lei stessa. Mi salutò con due baci sulle guance mentre io avevo lo sguardo fisso in basso, se ne accorse ma non disse nulla, mi misi sul divano. lei rientrò in cucina per uscirne dopo pochi minuti, passamo una mezz'ora a chiacchierare del più e del meno e verso le 7 e 30 cenammo. Mi sedetti di fronte a lei. Finimmo presto di mangiare e tornai sul divano. Lei si sedette di fianco a me, raccontandomi della lunga settimana di lavoro che aveva passato e di come tra le altre cose, i tacchi dopo ore e ore cominciavano a farsi sentire e per questo camminava scalza in casa. Pensai che il momento era arrivato. Mantenendo una calma apparente le dissi che se non le sembrava strano avrei potuto cercare di alleviare il dolore con un massaggio e che avrei fatto del mio meglio per farla sentire a suo agio. Senza esitazione acconsentì. Fu il momento che più aspettavo da ormai non so quanti anni. Avevo tra le mie mani quel paio di piedini che a mio avviso erano perfetti. Dita affusolate, pianta morbidissima con un arco plantare particolarmente sviluppato per via dei tacchi. Cominciai a massaggiare il destro, con i pollici facevo piccoli movimenti circolari per tutta la pianta, dal tallone fino alle piccole dita. La sensazione era indescrivibile. Passai dopo qualche minuto all'altro piede. La zia si complimentò per il lavoro che stavo svolgendo e non tralasciava qualche segno di piacere. La situazione che si era creata mi spingeva a osare di più. Presi forse la più grande dose di coraggio della mia vita e portai la pianta sinistra alla bocca. Appoggiai la lingua su quella superficie morbida come una nuvola e leccai. In un primo momento lei spalancò gli occhi che aveva chiuso per il relax che le stavo dando e di istinto strinse le dita ma data la mia determinazione, ora che il "danno" era stato fatto, io continuai con la lingua a seguire le curve del piedino che tenevo fra le mani. Forse l'imbarazzo o forse un po' anche la sua voglia, lei si fece leccare accennando solo qualche sillaba che era un misto di incredulità ed eccitazione. Da quel momento esplorai ogni millimetro quadrato di piede con la lingua, passai tutta la pianta seguendo le grinze che creava e la forma dell'arco, arrivai alle dita e le leccai una ad una senza dimenticare alcun particolare. Feci lo stesso però l'altro piede e notai che una mano di zia era ormai scesa fra le mutandine. Eravamo entrati in sintonia e non c'erano più tabù tra di noi, lei cominciò a toccarsi e io continuando a leccare quella dolce estremità, mi slacciai i pantaloni. Tirai fuori il mio cazzo già in una evidente erezione e con sorpresa, il piede di zia che non era occupato dalla mia bocca cominciò a toccarmi. Confesso che non durai a lungo, l'eccitazione era palpabile e il sogno di una vita si era avverato. Le venni sul piede e lei rimase qualche secondo guardare le sue dita ricoperte del mio seme caldo. Smisi di baciare l'altro piede e mi allungai verso le sue labbra. Ci baciammo in modo molto profondo con le lingue che si intrecciarono più volte. Lei mi disse che non avrebbe mai pensato di finire la serata in quel modo ma che ne era comunque molto soddisfatta ma che tutto ciò doveva rimanere il nostro "piccolo" segreto. Dopodiché andò in bagno a sistemarsi, feci lo stesso anche io. Prima di salutarla le diedi un altro lungo e appassionato bacio palpandole questa volta quel bel seno che aveva ancora due capezzoli belli duri. Uscì da casa sua ripensando a tutto ciò che mi era successo e cosa sarebbe potuto succedere ora che io ero molto di più del classico nipotino e lei molto di più della classica zia 40enne.

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