Praticantato

Scritto da , il 2016-10-02, genere tradimenti

(Racconto di fantasia) È una mattina come tante, il buongiorno al fidanzato poi mi vesto per il praticantato. Tailleur, magliettina e tacchi, non mi piaccio molto ma devo andare in tribunale e devo vestirmi più elegante del solito. Mando un selfie al ragazzo che mi risponde “stai attenta che così ti farai scopare” e io come al solito gli rispondo “scemo”. Mi piace farmi guardare ma non lo tradirei mai.
Prendo il treno per andare a Milano, sento gli sguardi addosso, alcuni mi piacciono altri meno.
Dopo quasi un’ora raggiungo il capo e la sua segretaria Elena al Tribunale. Ci sono tante belle donne, giovani e meno giovani, ma qualche sguardo lo attiro pure io. Quello che mi attira di più è un uomo sui 35-40 anni che mi sorride ripetutamente mentre aspettiamo il nostro turno, è un bell'uomo vestito elegante e non stacca gli occhi da me finché non sono costretta ad entrare in un ufficio dove il capo ha un appuntamento.
Dopo quasi due ore, il mio capo riceve una telefonata ed è costretto a scappare, è quasi mezzogiorno e dice sia a me che alla sua segretaria di tornare a casa, infondo era venerdì e saremmo comunque tornati a casa nel pomeriggio.
Saluto il capo ed Elena e mi avvio verso l’uscita quando ad un certo punto sento sfiorarmi la spalla e una voce profonda mi dice “ciao, già te ne vai?”.
Mi giro sorpresa, non conosco nessuno, e mi trovo davanti lui, l’uomo che mi sorrideva prima.
Lui capisce la mia sorpresa e incalza “scusa il disturbo, ma è difficile avere tanta bellezza qui e mi dispiaceva te ne andassi. Comunque piacere, Roberto”.
Lo dice con un sorriso che mi fa rilassare e rispondo “piacere Sara” senza riuscire a dire altro. A quel punto lui incalza e dice “un nome adatto ad una ragazza sensuale come te” e senza darmi il tempo di rispondere “allora vai già via?” Gli rispondo “si, il mio capo era impegnato e pomeriggio torno a casa” Lui “Se sei libera allora puoi farmi compagnia a pranzo, sono solo anch'io” Io “non so.. mi aspettano” Lui senza aspettare che finisca controbatte “è la prima volta che ti vedo qui, scommetto che non hai mai visitato il tribunale”
Io “no è la prima volta, sto ancora facendo praticantato e mi ha portata ad imparare”
Lui “Allora vieni con me, ti faccio visitare, tanto ho un paio di ore libere.. però poi mi permetti di pranzare con te” Resto un po’ impietrita, ma la sua sicurezza mi piace e accetto. Lo seguo per i corridoi dove mi spiega tutto e dove vedo che viene salutato con rispetto da tutti, non so perché ma questa sua importanza mi fa sentire orgogliosa di essere lì e anche un po’ eccitata. Dopo una mezz'oretta per i corridoi mi propone di vedere anche il suo studio, senza neanche avere il tempo di accettare mi trovo nell'ascensore pieno e vicina a lui. Sento il suo profumo di uomo elegante, sto perdendo la testa, ma devo trattenermi.
Arrivati al piano, mi fa strada mettendomi un braccio intorno al bacino che non gli tolgo. Non so perché ma mi piace. Arriviamo allo studio, apre la porta e mi lascia entrare, sento chiaramente il suo sguardo sul sedere e mi piace. Entra anche lui, chiude la porta a chiave e mi dice sorridendo “sai non vorrei lavoro ora”.
Mi inizia a far vedere i suoi titoli e le foto con gente importante sulla scrivania. Capisco le sue intenzioni ma una parte di me mi trattiene li. Lui lo capisce, si avvicina, mi accarezza il viso, i capelli e scende piano fino al fianco. Il cuore mi batte forte, vorrei scappare ma non riesco.
A quel punto lui si avvicina e mi sussurra all'orecchio “hai mai provato su una scrivania?” poi mi bacia appassionatamente e a quel punto non riesco più a trattenermi e mi stringo a lui baciandolo. Vorrei solo mi prendesse lì sulla scrivania. Si stacca da me, con decisione mi fa girare, mi slaccia i pantaloni e me li abbassa scoprendo il mio sedere e mettendo in mostra il perizoma in pizzo.
Sorride e mi da un bacio sul sedere dicendomi “sei troppo bella, un vero piacere averti conosciuta” poi mi rigira, mi fa sedere sulla scrivania e mi bacia strusciandosi su di me. Non capisco più niente, lo voglio, voglio che mi prenda subito. Lui lo sente, si abbassa lentamente, mi alza la maglietta, lo assecondo e la faccio alzare fin sopra il seno, mi sfiora tra le gambe con le labbra e mi toglie il perizoma con forza ma dolce poi estrae un preservativo dalla tasca, mi guarda e mi dice “sempre meglio essere pronti”. Mi osserva deciso e voglioso, mi fa impazzire. Mi ordina di slacciarmi il reggiseno e io, eccitata, eseguo liberando il seno e lasciandolo alla sua vista, il primo da quando sono fidanzata e la cosa mi eccita ancora di più. Si slaccia i pantaloni, e si abbassa i boxer. Lo osservo, già duro, per me e sento un fremito già al solo pensiero. Si mette il preservativo velocemente, poi si avvicina ed entra iniziando a scoparmi con movimenti lenti ma possenti. Io ansimo, mi stringo a lui e più lo stringo più lui aumenta i colpi. Sempre più veloce e deciso, io ansimo e mi trattengo ma poi lo sento pulsare dentro di me e non resisto più.
Vorrei durasse in eterno, ma un suono lo distrae, si ferma, legge il messaggio arrivato, mi guarda e dice “nulla che non possa attendere, prima pensiamo a te” e riprende con ancora più forza. Lo sento dentro, duro e voglioso per me, lo sento spingere e con un tono dolce ma porco mi sussurra “sei proprio brava”. Libero un urlo di piacere che lui velocemente smorza con una mano sulla bocca e veniamo quasi in contemporanea.
Mentre si riveste mi sorride e mi dice “il pranzo lo offro io, e la prossima volta mi darai di più”. Rimango impietrita ma eccitata e penso “la prossima volta? mi vuole ancora? e quando?” ma le domande si spengono quasi subito. Andiamo a pranzo e passa tutto come nulla fosse, tranne qualche battuta dei colleghi sul fatto che si porta sempre a pranzo belle donne. Dopo pranzo mi saluta con un bacio sulla guancia e una carezza sul sedere, io torno a casa ripensando a quello che è successo ma intanto penso e mi tranquillizzo, non andrò spesso in tribunale con il capo, quindi non avrò molte possibilità che ricapiti, o no…

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