L'Ingegnere

di
genere
gay

Conosciuti in chat, avevamo scoperto che i nostri precorsi casa-lavoro si incrociavano in un punto vicino a casa mia e decidemmo di vederci lì per conoscerci di persona.
Salii sulla sua macchina, aspirandone il profumo: niente odore di sigaretta o di deodoranti da macchina, ma solo il profumo combinato col suo odore di uomo: mi sembrava un eccellente biglietto da visita.
Di statura media, dal viso non particolarmente attraente, emanava un fascino maschile irresistibile. Capelli radi e ciuffi di pelo che occhieggiava dal collo della camicia, aperto solo al primo bottone; pelo che affiorava da alle maniche della camicia e ornava il dorso della mano e delle falangi, pelo che testimoniava una gran quantità di testosterone.
Stretta di mano decisa e sorriso a fior di labbra: un uomo di poche parole.
Concordammo di vederci da me il giorno successivo, potendo entrambi uscire prima dal lavoro senza difficoltà.
Ci trovammo di nuovo dove i nostri percorsi si incrociavano e lui mi seguì a casa.
Era autunno inoltrato e le giornate più corte non attenuavano il calore.
Entrammo e già stavo pensando di fargli visitare la casa, ma lui chiuse la porta e vi si appoggiò contro: "sono eccitato e ho voglia di scoparti. Sono due ore che mi gocciola il cazzo e ho dovuto fasciarlo con dei fazzolettini per non bagnare mutande e pantaloni..."
Mi baciò con trasporto, direi quasi violenza, strofinandosi a me e facendomi sentire un pene duro e apparentemente lungo.
Ci avviammo verso la camera da letto e, mentre si toglieva la camicia, io gli slacciavo i pantaloni e liberavo il suo pene dallo slip.
Una volta rimossi anche i fazzolettini, mi si presentò uno spettacolo che infiammò il mio desiderio: l'asta del pene aveva una circonferenza che appariva quasi piccola, rispetto a un glande enorme, dal quale fluiva un liquido cristallino e filamentoso, che mi affrettai ad assaggiare, apprezzandone la quantità e il sapore.
Lui già grugniva di piacere e comincio a muoversi con forza dentro la mia bocca.
Mi ordinò di spogliarmi, cosa che feci, anche se non mi piacciono molto i giochi autoritari.
Ci buttammo sul letto avvinghiandoci e strofinandoci. Aveva un corpo massiccio e molto peloso su petto, pancia, gambe e braccia, cosa che aumentava ancora la mia eccitazione. Nei nostri movimenti ci portammo verso un 69. Io succhiavo dolcemente, mentre lui si muoveva quasi furioso nella mia bocca; io restavo abbastanza fermo (anche perché ero sotto) e lui succhiava con foga.
Ci fermammo per prendere fiato, ma subito ci buttammo in un bacio intenso e forte.
"Adesso te lo voglio mettere in culo", mi disse "e senza preservativo, perché non ce l'ho e poi a me piace pelle con pelle!".
"Eh no, caro mio!", furono le mie parole che incontrarono il suo disappunto dipinto sul viso.
"Cazzo, ma non ho preservativi!" disse ancora lui.
"Lascia fare a me e vedrai che non ti deluderò!" dissi ammiccando e attirando la sua curiosità.
Aprii il cassetto del comodino ed estrassi un profilattico femminile.
Lui guardava incuriosito, mentre io aprii la confezione e con mosse sapienti me lo posizionai nell'ano.
Credo che la cosa lo eccitasse molto, perché a operazione compiuta mi girò a pecora e si posizionò dietro di me.
"Vediamo se non mi deludi...", mi disse.
Appoggiò la sua cappella voluminosa al mio ano protetto dal profilattico e spinse con forza, facendomi male e strappandomi un gridolino di dolore.
Lui rise: "Abbiamo appena cominciato, bello mio!"
Sentivo la sua grande cappella dentro di me, ma ora non sentivo più dolore: l'asta non era grande e non forzava troppo i muscoli anali e l'ampolla del retto era sufficientemente elastica per contenere quella boccia del suo glande.
Ma ora spingeva per andare oltre.
Lo pregai di fare con più grazia e per un attimo ebbe pietà di me.
Ma entrava, inesorabilmente entrava, con decisione andava in fondo.
Ora, però non sentivo più male.
Ormai era tutto dentro di me e provai a concentrarmi su quello che avveniva dentro di me.
Sentivo e quasi vedevo quella fantastica cappella che si muoveva avanti e indietro, a volte con movimenti forti e veloci, altre volte rallentando e quasi carezzando.
La fantasia, insieme all'odore di maschio e alla stimolazione anale, cominciarono a farmi montare un grandissimo orgasmo.
Sentivo il mio pene completamente sgonfiato, ma il mio ano, il mio retto, i miei visceri stimolati, che mi regalavano un piacere che dal mio buchetto segreto si irradiava nella schiena e nelle gambe. Iniziai a godere.
Si susseguirono onde di piacere anale che non potevo controllare: a volte erano onde lunghe che partivano da un minimo piacere e crescevano fino a un vertice per poi calare piano piano; altre volte erano come delle fitte di piacere denso e intenso.
Non so quanto durò, ma fu per lungo tempo.
Le sue spinte forti mi facevano ondeggiare e il mio pene sbatteva sulle gambe e sulla pancia, facendomi sentire che qualcosa di liquido e vischioso ne stava uscendo.
Lui, dietro di me, mugghiava e quasi grugniva, colpendomi di tanto in tanto le chiappe.
Mi faceva godere tanto da darmi il capogiro, ma non veniva mai.
Quando fu stanco, si abbandonò sopra di me e io mi stesi a pancia sotto.
Sentivo il suo pene ancora tutto dentro di me e lui abbandonato sopra di me: anche questo mi dava piacere.
"Sei venuto?" gli chiesi.
"No - mi disse lui - So trattenermi e voglio venirti in bocca"
Detto fatto.
Uscì dal mio didietro e si stese a pancia in su.
"Dai, fammi godere!".
Mi buttai su quella splendida cappella e cominciai a succhiare e leccare, mentre carezzavo il suo pelo.
Provai a stuzzicargli e strizzargli i capezzoli: la cosa gli piaceva.
Mi accorsi che le palle si indurivano, chiaro preludio all'eiaculazione.
"Cazzoooo... sto per venire! Voglio venirti in boccaaaa..."
Era un grandissimo stronzo e sentivo una violenza e una imposizione che non mi piaceva. Avrei voluto non accontentarlo, ma desideravo troppo il suo sperma.
Lo lavorai ancora per pochi secondi e infine venne.
Ebbe diverse contrazioni, ma la quantità di sperma non era tanta.
Però, che sapore!
Me la leccai tutta e ripulii la sua cappella meravigliosa.
Mentre ci stavamo godendo gli ultimi momenti della scopata, squillò il suo telefono mentre lui ancora ansimava per l'orgasmo.
Lo prese e: "Cazzo! Mia moglie!"
Fu bravissimo a rispondere e a mentire.
scritto il
2016-09-02
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