Vacanze estive - la prima sera di mia madre

Scritto da , il 2016-08-28, genere voyeur

Vacanze estive, è metà luglio e mi trovavo a casa con i miei genitori adottivi e naturalmente, dopo essermi lasciato alle spalle le fatiche degli esami scolastici, mi do al completo relax. Questa sera sto riguardando un film western frai i miei preferiti. La trama avvincente, le musiche esaltant e le ottime riprese mi hanno completamente assorbito trasformando il mondo attorno a me in un indistinto miscuglio di luci via via più soffuse e occasionali suoni per nulla recepiti.

Ai titoli di coda mi rendo conto che è l'una passata, e spento il televisore mi rendo conto che la casa è avvolta nel silenzio. Non c'è traccia dei miei genitori. Mi scollo dal divano rendendomi conto solo a questo punto della stanchezza accumulata. Spente tutte le luci e riordinate un paio di cose attraverso il salotto raggiungendo le scale che portano al piano superiore. In cima alle scale noto distrattamente di fronte a me sulla sinistra la porta della camera dei miei genitori chiusa. Non posso fare a meno di pensare a dove siano a quell ora, dato che durante la notte la lasciano sempre aperta per arieggiare meglio il locale, ma decido di non dare troppo peso alla cosa. Dopotutto verso quel periodo di luglio dovrebbe essere il loro anniversario, magari era proprio quella sera e sono usciti a cena, mi ritrovo a pensare.

Giro verso destra e cammino in direzione opposta alle scale, passando di fianco al bagno e raggiungendo la mia camera. Cinque minuti dopo sono in pigiama, apro la finestra per cercare quel poco di refrigerio concesso dall'estate e mi sdraio sul letto ascoltando il flebile suono del vento che in lontananza muove le foglie della boscaglia circostante e qualche grillo che di tanto in tanto risuona nell'oscurità. Rimango immobile assaporando un po’ di aria fresca che finalmente filtra dalla finestra attendendo di venir travolto dal sonno. Appena percettibili sento le rare auto che percorrono la strada secondaria a qualche centinaio di metri dalla casa e quasi di impulso mi ritrovo a fantasticare sulle mete e i motivi di questi ignoti viaggiatori.

Dei colpi, sordi e frequenti interrompono il mio fantasticare. Rimango in ascolto per qualche istante ma senza riuscire ad identificarli. Mi rendo presto conto che provengono dall'altro lato della casa. Mi alzo infilando la testa fuori dalla finestra solo per rendermi definitivamente conto che non vengono da quella parte. Il mio sguardo individua il cane sotto la finestra, un altra ipotesi da scartare. Mi tiro dentro, è silenzio per qualche istante poi di nuovo un colpo sordo. Raggiungo la porta della camera solo socchiusa, e la spalanco intenzionato ad uscire dalla casa per un ispezione.

Fuori sul corridoio che circonda le scale, nel buio, noto ora una flebile striscia di luce provenire dalla camera dei miei genitori. Mi avvicino di qualche passo nella direzione di quel locale percependo flebili mugognii e un muoversi di lenzuola che culmina in un altro sordo colpo. Non può essere, penso, nei vent anni trascorsi in casa assieme a loro non li ho mai sentiti farlo. Saranno sempre stati attenti a farlo in mia assenza, magari più silenziosamente o chi lo sa, fuori casa. Non riesco a darmi una chiara spiegazione, sta di fatto che non li ho mai sentiti prima e quella sera scopare.

Più mi rendo certo di cosa stiano facendo e più la mia eccitazione cresce prendendomi dalla gola scendendo giù attraverso lo stomaco fino al mio cazzo che, non costretto da altro che un largo pigiama, cominciava a crescere lungo le mie cosce.

Io sono li nel buio immobile, quasi pietrificato, cercando di non emettere il benchè minimo rumore, pronto a balzare nella mia camera al minimo rumore sospetto. Un altro colpo di quella che evidentemente doveva essere la testiera del letto che schianta contro la parete e l'ennesimo gridolino di desiderio accresce il mio desiderio di sentire meglio, magari vedere qualcosa. Sono quasi pietrificato, sempre in piedi immobile comincio a pensare ad un modo sicuro di avvicinarmi senza essere scoperto in caso qualcuno devesse uscire.

Mi rendo conto che per alcuni passi l'alibi che mi copre può essere la scusa di andare in bagno, fattomi perciò coraggio mi sposto avanti attento a non emettere rumori, fino alla porta del bagno. Altri gridolini e una flebile risatina, quasi trattenuta, provengono dalla camera.

Senza nemmeno rendermene conto ho ormai superato di gran lunga la porta del bagno e sono di fronte alle scale, a pochi passi dalla camera matrimoniale. Oltre quel punto non ho più attenuanti e le mie azioni sarebbero inequivocabili, ma devo avvicinarmi ancora. Osservo la serratura larga della porta dalla quale fuoriesce un debole fascio di luce. Devo avvicinarmi, penso, in fin dei conti se lo stanno ancora
facendo ci metterebbero alcuni istanti ad alzarsi e aprire la porta, a sufficienza per permettermi di balzare in dietro verso le scale e filarmela. Fra un flebile mugognio e qualche sospiro mi avvicino di più. Le pulsazioni a mille, posso letteralmente contarle percependole sul mio collo e sui miei polsi che ora tremano dall'eccitazione. Il mio cazzo completamente duro me lo premo contro l'addome su fino all'ombelico, coperto dal pigiama.

Mentre mi avvicino tento di annientare ogni segno della mia presenza, un lieve passo alla volta, respirando piano e a fondo dalla bocca. Sono ormai allineato con il buco della serratura, una serratura moderna ma con il meccanismo di chiusura all'antica, che si apre con delle chiavi piuttosto grosse. Noto con piacere che la chiave non è neppure inserita. La testiera del letto si trova sulla stessa parete della porta, verso destra, non ho perciò speranze di vedere un gran che, ma dovrei comunque riuscire a vedere l'angolo in basso del letto.
Sono ormai a centimetri, con il cuore in gola e con una sensazione di calore che avvolge la mia testa. Chiudo l'occhio sinistro e accosto l'altro alla serratura.

In basso lo scendilett e come immaginavo sulla destra una fetta dell'angolo del letto mi appare. Spostandomi sulla sinistra, sfruttando al massimo l'ampiezza visiva della serratura riesco a vedere la gamba sinistra di mia madre, partendo da metà coscia. Glie la osservo attentamente, bella rotonda dalla muscolatura robusta e appena un filo di grasso che la arrotonda nei punti giusti, sù fino al ginocchio dove la gamba forma quasi un angolo retto. Scendo lungo i polpacci perfettamente proporzionati osservando la sua pelle chiara, con un filo abbronzata che lascia comunque facilmente traspariro ogni accenno di rossore. Giù fino alle caviglie robuste ma non grosse, circondate da un elegante catenina. I piedi poggiano solo sui talloni, permettendomi di osservare le unghie sempre perfettamente pitturate e laccate, questa volta di una tonalità scura di blu che ornano la punta delle sue dita eleganti e diritte, con l'alluce lievemente inarcato verso l'alto. Al di la della sua gamba il piumone forma un rigonfiamento dove probabilmente stanno le gambe di papà. Osservo la coscia di mia madre che ritmicamente viene sospinta verso l'esterno tendendo l'orecchio per captare i rari sospiri e lievi gemiti ed un sospirato -dai, ah, non fermarti, non fermarti- pronunciato quasi sottovoce. Non vuole evidentemente farsi sentire da me, penso. Ad un certo punto il piede si solleva per riabbassarsi subito dopo e le piccole dita si contraggono come cercando di aggrapparsi al letto.


Mentre con una mano comincio ad accarezzarmi il cazzo comincio a pensare a come vedere di più. Con l'occhio mi sposto verso sinistra spaziando dalla porta del bagno interna alla camera da letto, superando il grande armadio dei vestiti fino sulla sinistra, alla specchiera. Se solo quella fosse stata al posto dell'armadio penso. La sua vista però mentalmente mi rimanda alla parete opposta dove si trova la finestra. -Ma certo- sospiro in modo inpercettibile. Subito fuori dalla finestra si trova la tettoia della veranda sul retro di casa. Tetto che si estende fino alla finestra nel locale ripostiglio a fianco della loro camera.

Indietreggio con passo leggero e apro con tutte le cautele la porta del ripostiglio, chiudendola dietro di me. La camera appena illuminata dal chiarore lunare esterno è piena di cianfrusaglie, ma dopo aver scostato qualche oggetto mi faccio largo fino alla finestra che sollevo completamente, strisciando fuori sulle grosse tegole della tettoia. Le tegole sono lievemente instabili ma essendo a piedi nudi e abbastanza leggero e agile riesco a mantenere perfettamente l'equilibrio abbassandomi al di sotto della finestra e cominciando a muovermi di lato verso la finestra a fianco. La boscaglia circostante impedisce a sguardi indiscreti di prendeermi per un ladro. Dopo qualche istante mi trovo appena sotto la finestra desiderata appena al di là di essa. Le inferiate sono ancora aperte e rifletto sul rischio di essere scorto. Trovo conforto nell'idea che essendo la fonte di luce interna i vetri creino un effetto a specchio per chi si trova dentro. Sollevo leggermente il capo tentando di mantenere la massima distanza dalla finestra per rimanendo avvolto nell'oscurità.

Non so decidermi se la visione sia soddisfacente o deludente: papà è scomparso, in quell' istante sento la doccia che si accende nel bagno, ma soprattutto mia madre sta seduta contro lo schienale del letto, ormai coperta sotto il piumone fino al petto. Non sembra notarmi, il che mi da il coraggio di sollevarmi di più per osservare meglio. Vedo il suo volto, gli zigomi pronunciati e le lievi fossette che dal naso scendono fino ai lati della bocca dandole un espressione amichevole. Il suo volto è ancora leggermente arrossato, e così il collo, e giù fino al decoltè delimitato dal piumone. Osservo i suoi capelli scuri, quasi neri, corti, tagliati leggermente sopra le spalle. Porta ancora del rossetto di un rosso scuro e intenso leggermente sfumato ai lati. Osservo
il suo labro inferiore più pronunciato del superiore che spessissimo tiene leggermente premuto contro la fila superiore di denti bianchi in uno dei suoi molti sorrisi, formando un’espressione tra il tenero e il malizioso.

Sorriso che però ora manca, il suo volto è piuttosto impassibile e lo sguardo vuoto. Non c'è la benchè minima traccia di soddisfazione. Alza lo sguardo verso il televisore a fianco della porta d'entrata del bagno. Quasi sbuffando si torce verso la sua destra allungandosi verso il comodino in cerca del telecomando. Questo movimente le porta il busto più in alto e il piumone salta al di sotto del suo seno sinistro mettendolo in mostra. Quando si rigira e punta l'oggetto verso il televisore il suo busto rimane scoperto. Un seno un po cadente al principio ma bello grosso e sodo nella parte bassa, come se un liquido molto viscoso stesse formando due enormi gocce sul suo petto. Un seno che quando osservata di spalle può essere scorto spuntare ai lati del suo busto, poco al di sopra dei gomiti. I capezzoli abbastanza grandi puntano verso l'alto in direzioni divergenti al centro di aoreole frastagliate, di un rosa tendente al beige e, decisamente grandi.

A questa vista comincio a toccarmi il cazzo masturbandomi alla vista dei suoi grossi seni. In men che non si dica, dall'eccitazione, sono già sul punto di venire. Incurante della situazione vengo, schizzando contro la parete della casa sotto la finestra trattenendo a stento un gemito di piacere.

Qualche istante dopo di scatto lei si piega avanti sul letto spegnendo il televisore, come se volesse stare in piedi. Io mi abbasso per paura di essere visto. Quando mi rialzo con cautela una ventina di secondi dopo, lei sta già in piedi con una lunga vestaglia addosso, intenta ad allacciarsela attorno alla vita. Appena stringe il cordone i suoi fianchi spuntano fuori mettendosi in evidenza, così come il suo grosso culo perfettamente arrotondato. A volte se non fosse per le sue spalle abbastanza ampie mi da l’impressione che il busto di una donna più piccola e minuta sia stato montato su delle bambe di una donna più massiccia in un contrasto delizioso.
Nel frattempo la doccia si ferma e sento mia madre dire ad alta voce -Vado un attimo di sotto-, qualche istante dopo la voce di mio padre indistintamente dà una risposta. La osservo muoversi verso la porta ed uscire accostandola alle sue spalle, mentre io rimango immobile. Qualche istante dopo compare papà, il quale in pigiama si infila sotto le coperte spegnendo la luce sul comodino.

Silenziosamente ritorno verso la finestra del ripostiglio, rientro e la chiudo. Con cautela riapro e chiudo dietro di me la porta del ripostiglio. Lì sul pianerottolo, al buio, piano piano mi dirigo verso la mia camera. Dal fondo delle scale provengono le luci intermittenti del televisore. Muovendomi verso la camera, nel frattempo, tendendo l'orecchio al salotto. Niente, nessun rumore, deve aver tolto il volume. Nonostante la sua banalità la situazione mi insospettisce e intriga molto: mia madre è molto raro vederla in piedi a tarda notte e di certo non per guardare la TV.

Rimango immobile, indeciso per qualche istante ma non resisto a lungo, risolvoendomi a scendere le scale. Tanto ormai non rischio di passare per un pervertito e posso sempre dire che sono li per bere qualcosa di fresco dalla cucina, mi dico. Scendo le scale silenziosamente, in fondo mi sporgo leggermente sulla destra superando con la vista l'entrata del salotto. Non riesco a vedere mia madre che deve essere seduta sul divano, verso la parete che separa dalle scalescale, ma riesco comunque a vedere lo schermo del televisore. Lei sta facendo zapping, passando rapidamente da un canale all'altro. Riceviamo ormai un sacco di canali e la ricerca prosegue per un po', cambiando canale a velocità regolare, fintanto che non appare un canale con una trasmissione che pubblicizza numersi telefonici hard. Dopo un attimo il canale cambia ancora, ma la pausa è stata decisamente più lunga satavolta. -Non ci posso credere, mia madre sta cercando roba porno- mi dico, allo stesso tempo meravigliandomi di quanto sia pudica per vergognarsi di condividere il momento con suo marito in camera da letto. -Ma forse non è neanche tanto la vergogna ad indurlo a questo- proseguo mentalmente -quanto il non voler fargli sapere di non essere stato in grado di soddisfarla. In fondo questa è probabilmente la cosa migliore da fare, sottacere la cosa.- continuo a pensare.
Un altro canale con telefoni erotici appare. Stavolta voglio vedere meglio e con cautela svolto a sinistra delle scale prendendo il corridoio che corre a fiando ad esse portando in cucina. Da lì avrò una visuale molto migliore, inoltre un lungo bancone separa la cucina dal salotto permettendomi all occorrenza di abbassarmi dietro ad esso.

Da quella posizione riesco a vedere la testa di mia madre e le spalle, giù quasi fino ai gomiti sporgere sopra lo schienale basso del sofa. Alla tele c'è ancora lo stesso canale dove ora due ragazze bionde dal seno scultoreo se lo stanno massaggiando con forza facendo saltare via il bikini. Dopo qualche istante vedo mia madre sollevare un braccio e portarselo al petto presumibilmente infilandolo sotto la vestaglia, quasi ad imitare le due giovani. La sento inspirare prima dal naso e poi espirare a fondo dalla bocca emettendo un
sospiro.

Da dietro il bancone il mio cazzo è ancora duro come non mai. Proprio quando mi accingo a segarmi di nuovo la TV si spegne, il locale si avvolge nel buio e la sento che si alza in piedi e si dirige dalla parte opposta, verso le scale. Rassegnato ormai all'idea che stia per tornare di sopra a dormire vedo una lucina verde lampeggiare nell'oscurità ed un attimo dopo un bagliore investire il petto di mia madre mentre cammina di nuovo verso il divano con il suo portatile in mano. Supera il divano costringendomi ad abbassarmi pietrificato, -cazzo se entra in cucina faccio una di quelle figure di merda- penso.

Supera anche l'entrata della cucina e fa scorrere la porta vetri per uscire in veranda. -Fiuu, l'ho scampata, meglio non prendermi altri rischi, torno di sopra e mi faccio un paio di seghe pensando a lei- continuo nella mia testa. Prima di avviarmi al rientro realizzo però che si è appena seduta sulla panca, fuori, di fronte alla porta vetri e mi rendo conto che non potrebbe esserci situazione migliore per vedere cosa sta combinando con il pc, cominciando a deviare sulle fantasie più disparate.

Infatti sgusciato dalla cucina al salotto, di fronte alla porta vetri mi trovo praticamente alle sue spalle, sopra di lei e soprattutto, attraverso le tende a lamelle verticali vedo perfettamente lo schermo del pc.

Mia madre non è mai stata tipa da tecnologia: i computer sono entrati nella sua vita relativamente tardi e non ha mai avuto grande interesse per questi se non per lo stretto necessario di un economia domestica moderna, preferendo delegare a me, il più delle volte, le attività informatiche.

Con il pc posato su un tavolino di fronte a se e le gambe un po'troppo allargate per la grazia di una signora si staglia inequivocabile il quadro della situazione. Io da dietro continuo ad osservarla quasi non respirando, la vedo armeggiare con il cursore e puntare al brawser. Qualche istante dopo si china leggermente e comincia a digitare nel motore di ricerca la parola "porno". Un'altra iniezione di eccitazione sessuale mi colpisce ma non posso fare gesti bruschi cercho perciò di controllarmi, nel frattempo mi diverto nel pensare a quanto sia naive quella ricerca. Deve essere probabilmente la prima volta che usa il pc per questo scopo, penso sorridendo arrapatissimo.

Apre la prima pagina, uno dei siti più famosi, e comincia a far scorrere le immagini chinandosi avanti quasi meravigliata ed emettendo uno lieve e prolungato -oh-, facendo scorrere la pagina principale. -Quanto darei per vederre le espressioni del suo volto.- urlo con il pensiero.

Ad un certo punto si sofferma sul video che mostra una coppia, una donna di mezza età e un uomo relativamente giovane. Lo apre e dopo aver regolato il volume al minimo senza tuttavia disabilitarlo completamente si rilassa contro lo schienale cominciando a gurdare. La coppia comincia ad abbracciarsi spogliandosi, e dopo qualche istante la ragazza comincia a fare una pompa all'uomo. Vedo la testa di mia madre sporgersi avanti come se stesse guardando con più attenzione, la vedo divaricare di più le gambe cominciando a massaggiarsi la fica scostando leggermente la veste di lato. Sono quasi deluso che non sia incappata in un vido più spinto, ma poco male.

La coppia comincia a chiavare con una certa tenerezza: la ragazza distesa sulla schiena su di un ampio fouton e l'uomo sopra. La osservo mentre continua a toccarsi, quasi stesse imitando la cadenza del rapporto sessuale nel video. Solleva il braccio sinistro portandoselo al petto, stringendosi i seni, massaggiandosi più forte, respirando più intensamente attraverso la bocca e allargando di più le gambe. Da dietro le sue spalle riesco a vedere il suo interno coscia parzialmente coperto dalla veste e mi ritrovo a pensare a come debba apparire
la sua fica stretta. Un pezzo di informazione questo che ho acquisito per caso alcuni anni addietro mentre ero in viaggio con i miei. Entrati nell’ ascensore di un hotel, tutti e tre, io mamma e papà, mia madre esclama -Come è stretto questo ascensore-. Eravamo di fatto tutti stipati all'interno e mio padre si fece sfuggire un -Mai quanto te- che nonostante la mia più giovane età riuscii già a mettere nel giusto contesto. Ricordo anche come lei sorrise divertita lasciando trasparire un lato malizioso di sè che non avevo mai notato prima.

Mi sposto di lato per cercare di vedere qualcosa del suo volto. Riesco a vedere come ad un certo punto getti la testa all'indietro chiudendo gli occhi con la bocca semi spalancata e poi richiudendola leccandosi le labbra. Ad un tratto chude di scatto le cosce lasciandosi sfuggire un gemito che soffoca a metà in un evidente orgasmo. Con le gambe ancora chuse continua per qualche istante a muovere la mano per sollevarla poco dopo permettendomi di vedere le dita lucide di umori. Il tutto non è durato a lungo, deve evidentemente aver trovato il video moto eccitante. Tutta questa empatia con lei non fa altro che accrescere la mia di eccitazione ma intuisco che è il momento di filarmela e piano piano indiettreggio scomparendo nella cucina dove paziente, attendo che lei si avvicini alla porta vetri per rientrare, prendendo quel momento come segnale per avviarmi verso la camera. Al piano di sopra entro nella mia stanza e con la porta quasi chiusa la osservo ancora sculettare fin dentro la camera da letto prima di finire la seconda sega pensando a lei e a tutta questa serata.

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