Una strana estate

Scritto da , il 2016-08-24, genere gay

Quell'anno dovevo diplomarmi. Ormai dovevo cominciare a pensare al mio futuro, anche perche' la situazione familiare non era semplice. Io, consapevole di essere gay ma senza esperienze, cresciuto solo con mia madre. Mio padre inesistente. Mamma non aveva mai voluto parlarmi di lui. Poteva essere anche morto, ma io ero all'oscuro di tutto.
Una sera mia madre si sedette al mio fianco sul divano e, con voce emozionata mi disse:
- Stai per diplomarti, ormai sei un uomo e possiamo parlare. La settimana scorsa mi ha telefonato tuo padre. Vorrebbe essere presente al tuo diploma. La decisione tocca a te. Non l'hai mai conosciuto e devi decidere se e' il momento giusto. -
Rimasi stupefatto. La rabbia mi montava dentro, ma anche la gioia di vedere finalmente chi e' mio padre. Che reazione avrei avuto? L'avrei respinto o abbracciato? Domande senza risposta, ma decisi che se avessi negato questa opportunita' me ne sarei pentito.
- Va bene mamma. Digli che puo' venire al liceo il giorno del diploma. Il resto sara' deciso momento per momento. -
Venne il giorno dell'ultima prova per il diploma, quella orale. ero nervosissimo e non sapevo se dipendeva dall'esame o dall'arrivo di mio padre.
Entrai in aula per iniziare le interrogazioni. I compagni di scuola erano fuori perche' si entrava una alla volta. In fondo all'aula, seduti nei banchi, i genitori che assistevano. Vidi subito mia madre, ma non aveva un uomo seduto al suo fianco.
feci l'esame e il risultato fu ottimo. Corsi ad abbracciare mia madre ma non ebbi il coraggio di chiederle dove era mio padre. Avevo cominciato a temere che non si era presentato.
D'improvviso mia madre mi fa un cenno con gli occhi. mi giro e dall'angolo dell'aula vedo avvicinarsi un uomo. Lo guardo meravivigliato. Bellissimo. Elegante casual. Capelli grigi cortissimi, pizzetto e pelle olivastra.
Si avvicino' a noi, abbraccio affettuosamente mia madre e tese la mano a me:
- Ciao, io sono angelo. Sono felice di conoscerti. -
Ero senza parola, in quel momento avevo capito che desideravo un abbraccio e piangere, ma mi trattenni.
- Io sono Antonio...- Risposi con un filo di voce.
- Se per voi va bene, vorrei che andassimo a pranzo insieme. Immagino che abbiate molte cose da raccontarmi. So che magari non lo merito. ma mi fareste felice. -
Mia madre accenno un si con la testa e mi guardo' aspettando la mia risposta.
- Volentieri....- fu l'unica parola che riuscii a dire.
Andammo a pranzo in un ristorante con terrazza. Mi sembrava impossibile stare a tavola con entrambi i genitori. Ma notai con piacere che fra loro due c'era cordialita'.
ad un certo punto mio padre mi guarda e dice:
- Caro Antonio, so che sarebbe troppo pretendere che tu mi chiami papa', per cui saro' contento anche se mi chiami Angelo. se tua madre e' daccordo vorrei recuperare un po' del tempo perduto. Sarei felice di stare due settimane con te in tenda. Conosco un posto meraviglioso per pescare e per lunghe passeggiate. Naturalmente pensaci con calma. -
Non avevo da pensarci, ero felice dell'invito e dissi subito di si. Anche mia madre sembrava felice di questo riavvicinamento.
Venne la mattina in cui dovevamo partire. Ero Pronto e aspettavo che lui arrivasse con la macchina.
Il viaggio fu un po' lungo. Ma arrivammo in prossimita' di un fiume fra le montagne verdi. Uno spettacolo eccezionale.
Cominciammo i preparativi. Montammo la tenda e organizzammo un piccolo campo. Un'ansa del fiume ci permetteva di fare il bagno e mio padre non ci penso due volte a tuffarsi. Si spoglio nudo e si lancio' in acqua.
- dai vieni, e' bella fresca. - Mi disse esortandomi a gesti a tuffarmi.
Mi spogliai nudo anch'io e mi tuffai. Giocammo un po' nell'acqua e poi ci stendemmo al sole. Eravamo nudi e io gli chiesi se era un posto sicuro.
- Stai tranquillo, qui non ho mai visto nessuno.-
Cenammo. Eravamo stanchi e subito ci infilammo in tenda. Avevamo un materassino matrimoniale e varie coperte in caso di freddo.
- Sai, purtoppo non sono mai stato un santo. Quando tua madre mi disse che era incinta scappai come un vigliacco. Mi e' sempre piaciuta la bella vita e non mi sentivo in grado di reggere una famiglia. Le donne mi sono sempre piaciute molto e ne ho cambiate tante. ma ora sento il bisogno di fermarmi. -
ascoltai le sue parole e mi fece piacere che mi avesse detto la verita' senza cercare giustificazioni assurde.
- E tu? Come sei messo a ragazze? Hai gia' avute le giuste esperienze? -
in quel momento pensai che dire ad un padre donnaiolo che in effetti ero gay, poteva costruirsi un muro fra noi due. Ma comunque era lui che doveva farsi perdonare da me, quindi decisi di dire la verita'.
- io non ho avuto esperienze con ragazze.....-
- Strano, ormai hai 18 anni, qualcosa ti doveva capitare...-
Per la prima volta sentii l'esigenza di chiamarlo papa', e lo feci.
- Papa', credo di essere gay.....- Dissi con un filo di voce.
- Credi o lo sei? -
- le mie fantasie riguardano gli uomini, ma ancora non ho avuto esperienza. -
- forse sarebbe bene che tu provassi, almeno ti togli il dubbio.....o ti piace o ti fa schifo. -
Fui contento che non si arrabbio. Ma la nostra discussione fini' in quel momento. Ci addormentammo.
la mattina dopo colazione in allegria. latte e biscotti. Poi per lavarci tuffo in acqua e sole. Nel pomeriggio avremmo tentato di pescare.
facemmo un bagno nudi e non nego che il bellissimo corpo di mio padre mi metteva a disagio. Pensavo che non era giusto che pensassi a lui in questi termini.
Ci stendemmo al sole. lui era gia abbronzato, io bianchiccio. sembrava un dio greco. Aveva il suo cazzo che gli pendeva di lato. Il mio sembrava quasi insesistente.
- Allora, quali sono le fantasie che hai? - Mi chiese all'improvviso.
Non sapevo come rispondere e dissi vagamente che a volte pensavo a qualche amico che mi piaceva.
- Si, ma scusa se sono diretto. Cosa pensi? Vorresti che ti scopasse o vuoi scopare tu lui? -
Ero senza fiato ma dovevo rispondere, era chiaro che voleva unquadrare la mia personalita'.
- Penso di essere scopato....-
- desideri altro? Tipo succhiare e cose del genere? -
- Si - risposi timidamente.
- Forse hai ragione, sei gay. ma non e' una tragedia. Per fortuna i tempi sono cambiati. -
Questa sua considerazione mi sollevo'. Mi sentii accettato.
La giornata passo' in fretta. Era molto tardi quando decidemmo di andare a dormire.
Papa' si addormento' subito. Aveva un leggero russare che non mi infastidiva.
Strani pensieri, pero', cominciarono a passarmi per la mente. stavo dormendo affianco a mio padre, ma era anche un bellissimo maschio. Cominciai a fantasticare. Lentamente mi venne la curiosita' di toccarlo. Feci scivolare la mano sotto la coperta e appurai che era nudo.
Ero eccitatissimo. lo presi in mano con delicatezza per non svegliarlo. subito divento' duro. Continuava nel suo leggero russare e decisi di tentare una sega. Per parecchi minuti lo massaggiai. Poi lo sentii diventare piu' duro e un fiotto di sborra mi bagno la mano. a quel punto lui si giro' di spalle e continuo' a dormire.
la mattina ci svegliammo alle otto. Avevamo portato una sveglia.serai che non ci fossero tracce di sborra, ma al limite avrebbe pensato di aver sborrato nel sonno.
Durante la giornata facemmo le solite cose. Eravamo quasi sempre nudi e io non potevo fare a meno di guardare il suo enorme cazzo, sperando non se ne accorgesse. per il resto speravo che andassimo presto a dormire per cercare di ripetere l'esperienza della notte prima.
Ci mettemmo sotto le coperte. La serata era un po' piu' fredda del solito. Io ero girato di spalle.
- Hai freddo? - Mi chiese.
- Un po'.....-
Lui si avvicino' e mi abbraccio da dietro. - Dai che cosi' stiamo piu caldi.-
dopo pochi minuti inizio il suo leggero russare. Stavo impazzendo. Lui era dietro di me nudo e avevo il suo cazzo a pochi centimetri dal mio buchetto. Allungai una mano e cominciai a toccarlo. Stava diventando duro e si appoggiava vicino alle mie chiappe.
D'improvviso si sveglia e imbarazzatissimo mi dice.
- Scusami ti prego, dormendo non mi ero accorto che ti stavo addosso. -
lo guardai negli occhi e gli dissi:
- Mi fa piacere quando ti ho vicino. -
Allora lui mi abbraccio' di nuovo da dietro e stavolta il suo cazzo si appoggiava al mio culo con consapevolezza di entrambi.
Mi sentivo piccolo fra le sue braccia. Ero eccitatissimo.
ma qualcosa stava succedendo. Sentivo che lui maneggiava il suo cazzo e lo dirigeva verso il buchetto. Lo lasciavo fare, non aspettavo altro.
D'un tratto lui si alza sulle ginocchia e mi viene sopra, mi guardava e mi accarezzava il viso. Si avvicino' col bacino al mio viso e mettendomi una mano dietro la nuca, mi infilo' il cazzo in bocca.
Mi sentivo tremare, era stupendo.
- Bravo, la tua bocca mi ricorda quella di tua madre. -
Succhiavo quella cappella enorme avidamente. ero felice che mi paragaonasse a mia madre. Anzi speravo dicesse che ero piu' bravo io. Succhiai per circa 10 minuti. Non ero abituato e le mandibole mi facevano male.
Ad un certo punto lui si alza ed esce dalla tenda. Ritorna dopo un istante, aveva il tubetto della maionese in mano.
- Girati. Se proprio devi prendere un cazzo tanto vale che il primo sia il mio. -
Mi stesi a pancia in giu e allargai le gambe. comincio' a mettere la maionese sul buchetto e ad allargarlo prima con un dito e poi con due. Finita la preparazione mi venne addosso e comincio a puntare la cappella verso il buchetto e dava piccole spinte. Entrava poco e io non sentivo dolore.
- cosi' ti piace -
- Siii.....- Risposi.
continuo' con queste mezze penetrazioni per un po'.
poi disse:
- ora rilassati. -
Diede un colpo secco di reni e mi sentii riempire il culo. Era entrato tutto e mi sembrava enorme. Avevo anche dolore. Gli chiesi di smettere ma lui era partito infoiato. Mi teneva il viso schiacciato sul materassino e comincio' una scopata violentissima. Io piangevo e pregavo di fermarsi. Ma niente da fare. credo che la cosa duro una decina di minuti. Ma fu devastante.
La mattina dopo si comporto' come se nulla fosse successo.
mentre eravamo stesi al sole mi disse:
- Ora puoi decidere se sei gay o no. Stanotte ti e' piaciuto? -
- Non so, ci devo pensare.-
Effettivamente avevo pensato a qualcosa di piu' romantico la mia prima volta, ma non posso neanche negare che malgrado il dolore, l'accaduto mi eccitava.
passarono tre notti senza che accadesse niente.
la quarta notte ero eccitato, ma non sapevo se mio padre volesse scopare oppure aveva voluto farmi capire cosa mi aspettava se sceglievo una vita da gay.
Comunque ci avevo pensato.
- Papa', ti ricordi che l'altro giorno mi hai detto che ora potevo decidere se essere gay o meno, visto che avevo provato? -
- Certo Antonio, che cosa hai deciso? -
- papa', io sono completamente gay....-
Detto questo, mi chinai e cominciai a succhiarglielo. Fu una notte stupenda.







Questo racconto di è stato letto 6 4 7 2 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.