La maestra di sci

Scritto da , il 2016-08-11, genere etero

Sono sempre stato affascinato dal mondo dello sci e dal desiderio di provare e così dopo anni e anni di inutile attesa, l’inverno scorso, a quasi 40 anni, ho deciso di imparare o meglio di provare ad imparare a sciare e mi rivolsi ad una scuola di sci e li conobbi Anna, una maestra di sci 28enne, carina e soprattutto con mio stupore, originaria della mia città, quindi avevamo anche diversi argomenti di cui parlare. Comunque i giorni si susseguono, lezione dopo lezione, abbiamo iniziato anche a conoscerci meglio anche di cose non pertinenti lo sci, durante le pause di risalita mi faceva molte domande, anche sulla mia vita privata, scoprì che anche lei aveva la passione per la fotografia, anzi si era comprata una macchina semi professionale qualche mese prima ma non sapeva usarla, così un giorno che avevo l’ultima ora di lezione della sua giornata, complice il fatto che avevo la mia macchina fotografica in auto, mi offrì di dargli un aiuto e lei acconsenti. La mia macchina era vicino alla sede della scuola, quindi posai subito gli sci, presi la macchina fotografica e visto che era ancora chiaro le feci alcune foto e due primi piani bellissimi con lei avvolta nella sua bellissima tuta da maestra bianca e azzurra, poi lei entrò nella scuola a cambiarsi e ci saremo rivisti poco dopo per andare a prendere un aperitivo.
Così dopo essermi cambiato a mia volta, feci un giretto li vicino aspettando che Anna uscisse dalla scuola. Quando uscì erano quasi le 18, c’era ancora un po’ di luce e approfittai di questo per farla familiarizzare con la mia macchina fotografica che era simile alla sua e a spiegarle il suo funzionamento, poi visto che le erano quasi le 18 e 30 e la temperatura prossima allo zero, ci avviammo verso un locale li vicino. Li al caldo del caminetto e di un buon vino Piemontese, continuava la nostra conoscenza, scoprì che lei durante il periodo invernale viveva in un paesino a 10 minuti da li, proprio sulla strada dove passavo tutte le volte e proprio vicino ad un ristorante, anch’esso sulla strada, dove proprio lei mi disse che si mangiava molto bene, così le dissi perché no ti invito a cena, vediamo se si mangia proprio bene, tanto sei davanti a casa.
Lei acconsentì e ci avvicinammo al ristorante, lei aveva già abbandonato i panni della maestra di sci, la sua tuta era riposta nella scuola e lei era già vestita perfetta per la serata quindi non c’era nemmeno il bisogno di passare da casa. Arrivammo al ristorante che erano quasi le 20.30, il locale non era pienissimo, complice una serata infrasettimanale invernale, in un paesino non molto conosciuto se non per il fatto di trovarsi al lato dell’unica strada che permette di raggiungere alcune note località sciistiche. Comunque questa atmosfera tranquilla era perfetta per una serata tranquilla, al caldo del caminetto in questo locale caratteristico tutto in legno, andò tutto secondo le previsioni, veramente come nella migliore delle tradizioni locali, si può affermare che “Mangiammo bene, bevemmo meglio”.
Terminata la cena, ci siamo fermati a chiacchierare ancora e al momento di chiedere un caffè, scoprimmo che avevano già pulito la macchina, quindi Anna mi invitò a salire da lei che a prendere un buon caffè e vedere la casetta dove viveva tutta sola durante i mesi invernali quando lavorava alla scuola.
La casa era proprio li a pochi metri dal ristorante, in un piccolo condominio del quale si notava il grosso tetto spiovente come si usa in montagna per evitare che la neve faccia danni, la casa era ancora più carina, un bilocale nel classico stile casa di montagna, molto caldo e accogliente, piccolino ma perfetto per lei con tutto a portata di mano, con tutti i mobili in stile e sulle mensole a far bella mostra, alcune coppe che aveva vinto da ragazzina quando faceva le gare di sci, insieme a diverse foto che risalivano sempre a quei periodi.
Io mi guardavo intorno, guardavo le coppe, le foto e lei faceva il caffè, poi ci siamo seduti sul divano a prendere il caffè e a parlare. Quando sentì le campane della chiesa vicino suonare mezzanotte, complice la serata, la cena e anche qualche bicchiere di troppo, iniziammo a scherzare e mi trovai il suo braccio intorno alla vita e la sua testa sulla spalla destra e io la strinsi forte a me e ci lasciammo andare in un lungo e tenero bacio a cui ne seguirono molti altri sempre più appassionati, vedevo che lei era eccitata ed io più di lei e le chiesi se voleva fare l’amore, mi rispose che ne aveva voglia ma c’era un problema, era nei giorni del ciclo. Ma dai le risposi. Si dice che le donne in quei giorni sono nervose e intrattabili e tu invece sei un eccezione. Lei mi guardò e si mise a ridere. Comunque le dissi che per me non era un problema e la cosa non mi dava fastidio, anzi avevo sentito dire che in quei giorni la donna è più sensibile e sente molto di più, comunque tralasciando il resto mezz’ora dopo ero nel suo letto, abbracciato alla mia giovane maestrina di sci, come la chiamavo affettuosamente io, dopo baci e preliminari vari arrivò il momenti tanto atteso credo per entrambi, eravamo arrivati al culmine di quella intensa giornata, dopo un pomeriggio sulle piste e tutto il resto anche la stanchezza nonostante la situazione, iniziava a farsi sentire, lei stese un asciugamano sotto di lei per evitare di macchiare le lenzuola e io a quel punto mi misi sopra di lei, appoggiandomi sui gomiti per non farle male vista la sua esile figura, ad occhio direi (165 x 50Kg), notai che era tutta bagnata ma non notai tracce di sangue, lei era pronta, mi disse solo che era la prima volta in quei giorni, di fare piano e di fermarmi subito se lei avesse sentito dolore, le risposi di si e avvicinai il mio membro all’imbocco della sua vagina, con il timore di farle male per via anche del ciclo, entrai dentro solo di pochi cm alla volta, entrando e uscendo diverse volte per farla abituare, notai che non aveva dolore, allora proseguì sempre poco alla volta, ad un certo punto fece un gemito di dolore, mi fermai e rimasi immobile dentro di lei, poi mi fece cenno di continuare, dopo una decina di minuti ero tutto dentro di lei, tutto andava meravigliosamente bene, nessun dolore da parte sua, anzi godeva a più non posso, premetto che vista la situazione non ho mai dato spinte forti ho cercato di rimanere sul soft perché comunque aveva sempre il ciclo, io mi muovevo e Anna gemeva mordendosi le labbra che a tratti mi fermavo a baciare, poi senza uscire lei mi fece capire che voleva stare sopra di me, così pian pian mi sdraiai e lei si mise a cavallo sopra di me, a gestire la situazione e notai che godeva molto avendo lei sotto controllo la penetrazione, io piegai le gambe e alzai leggermente le natiche in modo da essere tutto dentro di lei che subito fece una smorfia di dolore che però subito svanì e tutto proseguiva in un atmosfera magica, in certi momenti provavo un irrefrenabile voglia di venire ma cercavo di resistere e le dissi che mi sarebbe piaciuto venire insieme e di avvisarmi quando stata per essere al culmine, così fece, ad un certo punto, lei era sempre sopra di me, sentì il suo bacino muoversi sempre più rapidamente, le chiesi quando stava per venire di sdraiarsi completamente sopra di me e lasciarsi andare, così dopo qualche minuto la vidi essere al culmine ed io pure, la vidi abbassarsi su di me, quando sentì il suo seno sul mio petto era il momento per entrambi, sentì la sua vagina contrarsi ed il mio nettare caldo sprigionarsi al suo interno, nella stanza buia nel silenzio della notte, riecheggiarono due grida di piacere e godimento, lei gemeva e godeva, io ero letteralmente in estasi, il mio membro era dentro la sua vagina piena di sperma, sangue e umori vaginali. Rimanemmo diversi minuti a godere entrambi e rilassarci nei momenti successivi, poi piano piano e con molta calma Anna si ritirò e si sdraiò sul letto esausta, notai che il mio pene era tutto bagnato e c’era anche del sangue di lei e questo invece che farmi schifo, mi eccitava, avevo fatto l’amore con la mia maestra di sci e pure durante il ciclo, un esperienza indimenticabile. Lei si alzò, mi disse che non aveva mai goduto così tanto che quindi era vera la storia che si prova più piacere in quei giorni, anche se mi confessò di avere un po’ di dolore anche alle ovaie forse anche a causa dello sforzo. Si alzò per andare in bagno e notammo che anche l’asciugamano che aveva messo come protezione era sì un po’ sporco ma meno di quello che potevamo immaginare.
Anna tornò dal bagno, io la seguì e poco dopo crollammo esausti. La mattina dopo ci svegliammo ancora abbracciati e stanchi ma lei doveva andare al lavoro, mi disse che però la prima ora di lezione della giornata non era stata prenotata e se volevo farla io e così fu, alle 9 ero già in pista con la mia super maestra, ora la guardavo con occhi diversi, era ancora più bella nella sua tuta da maestra bianca e azzurra, dopo quella notte di sesso era ancora più carina, la guardavo, le guardavo la tuta bianca e azzurra con il suo nome stampato e arrivato all’altezza del cavallo dei pantaloni un brivido mi accarezzava la schiena, pensando che li sotto c’era la sua vagina, ancora piena del mio nettare deposto con tanto amore poche ore prima.

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