Io e lei. racconto 1 e 2 (veri)

Scritto da , il 2010-10-06, genere incesti

Salve, mi presento mi chiamo luca e ho 27 anni. La storia che vi racconto è assolutamente vera ed è la storia della mia vita con la mia attuale ragazza. Io sono un avvocato tirocinante. Sono alto 1,85 e peso 85 kg. Sono moro, fisico asciutto e parecchio dotato (in erezione il mio pene arriva a 20 cm abbondanti). Più che di me ovviamente vi racconterò della mia ragazza. Lei ha 25 anni, è alta 1,65, mora, capelli ricci, taglia 40 perfetta con fianchi giusti e un bel sedere…dimenticavo porta una terza abbondante di seno.
Quando ci conoscemmo ci siamo subito innamorati. Avevamo amici in comune e dopo le prime uscite ci piacemmo subito. Io all’epoca frequentavo l’ultimo anno di liceo classico, lei invece frequentava il linguistico. Era una ragazza acqua e sapone, semplice, pudica, addirittura assistente alla parrocchia del suo quartiere.
La svolta si è avuta col tempo: i primi trucchi, le prime gonne sempre più mini, le prime scarpe con tacco, le prime imboscate in macchina. Ed è proprio durante le serate in macchina che ci conoscemmo fino in fondo. Le prime voglie di toccarci a vicenda, la voglia di accarezzarle il seno, di baciarla, di leccarla e di mordere quel fantastico culo era sin da quando mi svegliavo il mio punto fisso fino a sera quando restavamo appartati in macchina. Lei invece non aveva mai visto il pene di un uomo tranne che durante la visione per scherzo di qualche filmino porno alle medie con le sue amiche dalla quale visione rimase inorridita. Una sera invece mi chiese che aveva voglia di vederlo: reclinammo i sedili, e con molta lentezza mi sbottonò i pantaloni e li abbassò. Il mio pene era ormai già ben eretto quando lei preso l’elastico dei miei slip lo fece uscire. Rimase per un po’ di tempo a guadarlo: ormai venoso, duro, lo prese con la mano destra e iniziò ad accarezzarlo. Mi chiese cosa doveva fare. Le risposi di andare su e giù con la mano e farmi una sega. Scoppiò a ridere perché non sapeva neanche che quel termine tante volte sentito dagli amici per scherzo si riferisse a questo. Avrebbe voluto prenderlo in bocca per ingoiare tutto lo sperma che sarebbe uscito ma non sapeva le quantità perché pensava fosse come una pipì e non lo prese in bocca. Allora presi un preservativo e lo inserì. Sono molto resistente, mi fece una sega da paura anche se inesperta. Venni copiosamente ma mi disse che dalla sera successiva niente si sarebbe dovuto sprecare perché non c’è niente da vergognarsi nell’ingoiare lo sperma del proprio uomo. Andammo avanti per sere e sere a fare pompini … diventò sempre più brava e se per i primi anni chiedeva espressamente di stare in luoghi appartati sì ma soprattutto ben lontani dalle coppiette nelle auto vicine, arrivò il momento che addirittura mi chiese di fregarcene se qualche auto magari per questioni di spazio si accostava un po’ troppo alla nostra macchina. I guardoni non mancavano mai e quando era una coppietta non ci interessava molto della vicinanza tanto erano anche loro impegnati nelle loro cose ma quando si avvicinava qualche uomo ci ricomponevamo subito e andavamo via. Dai pompini passammo anche alle scopate complete. Le comiche per l’acquisto della prima confezione di preservativi e la paura di sbagliare e creare qualche”guaio”. Scopavamo in macchina ogni sera: ogni tanto magari ci esponevamo anche troppo oltre l’altezza dei finestrini tanto è vero che qualche macchina vicina andava via. La trasformazione avvenne con gradualità e lei a volte si metteva in ginocchio sul sedile sempre nuda a spompinare me che stavo sul’altro sedile. A volte per raggiungere il finestrino mi metteva un cuscino sotto in modo tale che da fuori si vedesse il mio pene e la sua testa andare su e giù. Non faceva vedere ovviamente mai la sua faccia: io sbirciavo fuori e ogni tanto beccavo qualche coppietta che ci fissava.
Una mattina avvenne la svolta: passai a prenderla da casa, indossava un abitino leggero estivo molto corto (era estate), scollato tanto da mettere in mostra gran parte del suo seno. Ai piedi un paio di sandali con tacco 12. Come trucco solo un po’ di rossetto. Era terribilmente troia. Facemmo un giro in macchina per i boschi che circondano il nostro paese. Aveva una gran voglia di scopare: me ne accorsi. Le strade di campagna erano deserte pere il gran caldo. Lei inizio ad accarezzarmi il pene sopra i pantaloni mentre guidavo. Poi si tolse il vestitino, il perizoma e il reggiseno. Eravamo tranquilli perché era tutto un deserto. Rimase nuda in macchina mentre camminavamo, poi mi tiro giù le bermuda e mi iniziò a spampinare. Che goduria. Eravamo sudati. Rallentammo in corrispondenza di una fitta macchia di alberi e lì a poca distanza scorgemmo un pascolo di pecore. Sotto un albero c’era il pastore, un signore sulla quarantina. Lei rimase spiaccicata sul sedile per paura di essere vista però continuava a spompinarmi. Mi chiese se conoscevo quel pastore e se poteva essere del nostro paese. Risposi di non averlo ai visto dato che tra noi in paese più o meno ci conosciamo. Mi disse di fermarmi non troppo lontano da lui. Non capivo. Mi fermai all’ombra a circa 50 metri dal tizio che continuava a stare lì seduto. Poi prese dalla sua borsa un preservativo e me lo inserì. Non capivo. Mi ordinò di spogliarmi anche della maglietta. Eravamo tutti e due nudi e lei con i sandali tacco 12 ai piedi. Mi disse di scendere e di scoparla davanti al pastore. Le dissi che era impazzita mentre lei già aveva aperto la portiera della macchina e iniziò a scendere. Scesi anch’io. Si appoggiò con le mani sul cofano anteriore della mia macchina con un bel 90 gradi. Mi feci dietro e iniziai a penetrarla come un forsennato. Lei godeva e gridava come non mai sotto i miei colpi. Io un po’ per la situazione avevo voglia i scappare di lì ma non riuscivo a venire: mi misi a tamburo battente dietro di lei scopandola come non mai. Le gridava, ansimava, si dimenava e con una faccia da porca fissava il pastore. Restammo lì per circa 15 minuti penso. Per fortuna l’uomo rimase l seduto a guardarci. La mia lei si mi ordinò di uscire e togliere il preservativo. Si inginocchio e lo prese in bocca facendomi venire dopo poco. Risalimmo in macchina velocemente e ci avviammo verso il nostro paese. Per un po’ non parlammo poi scoppiammo a ridere e ci ricomponemmo.



Due anni fa è venuta a mancare mia madre. Io e mio padre abitiamo in una villetta in campagna. C’è la piscina , una bella pineta. Mio padre è in pensione da circa un anno e per quanto possiamo non riesce a dimenticare la mamma soprattutto ora che non lavora. L’estate scorsa invitammo la mia ragazza a passere le ferie di agosto presso la nostra villa visto che abbiamo tutti i confort e stare in piscina e prendere il sole non è mica male.
La mia ragazza si è sempre presa cura della nostra casa dopo la mancanza della mamma: dal cucinare al lavare. Mi preoccupava molto vedere papà in quella situazione. A volte uscivano in tre, andavamo in pizzeria o al cinema o semplicemente a fare un giro in al mare.
La mattina trascorrevamo il tempo in piscina e parlando del più e del meno con la mia ragazza venne fuori l’argomento papà. Durante questi anni la mia ragazza ha subito un cambiamento radcale come vi ho raccontato nella mia prima storie intitolata “io e lei”. Fu così che mara (così si chiama la mia lei) mi disse che secondo lei il problema di mio padre era la mancanza di una donna con cui avere rapporti visto che ha 63 anni. Fu cosi che mara mi disse che non ci potevamo fare niente anche perché era lui che doveva darsi una mossa e uscire con qualche suo amico e magari avvicinare altre conoscenze. Ma notai nei giorni successivi un certo cambiamento in mara. In piscina indossava sempre dei micro costumi (per chi non li conosce non sono i classici costumi da mare ma più piccoli coprono esattamente solo il pube la vagina e i capezzoli) e per casa girava con una mini troppo corta, camicia di seta bianca con un solo bottone e sandali alti. Fu così che chiesi spiegazioni di quel cambiamento. Mi disse che non dovevo preoccuparmi tanto lì in campagna non l’avrebbe vista nessuno e che se lo faceva era solo per aiutare me affinché mio padre riscoprisse il gusto di avere nuove conoscenze e donne con cui sfogare il proprio istinto.
Un giorno eravamo noi tre a bordo piscina. Mara fece un bagno, si scherzava. Io presi un materassino restai in piscina a prendere il sole quando mio padre e mara uscirono dall’acqua. Mara mi chiamò per spalmarle la crema e dissi di aspettare. Lei mi disse di stare pure perché la crema gliela avrebbe spalmata mio padre. Mara si sdraio sul lettino a pancia in giù, si slaccio il reggiseno quando mio padre con molta calma iniziò a spalmarle la crema. Iniziò dalle spalle poi prosegui sulle gambe. Vidi mio padre non distogliere mai gli occhi dal culo di mara. Mara dal canto suo cercava di mettere sempre più su il culo e leggermente divaricava le gambe. (Lei si depila integralmente). Fu così che uscì io dall’acqua e mio padre mi cedette il posto per terminare l’opera. Mara mi chiese di spalmarle meglio la crema sul sedere. Poi si girò chiedendo se potesse rimanere il topless visto che stavamo solo in tre e dalla strada comunque non avrebbe visto nessuno. Mio padre giustamente chiese se a me avesse dato fastidio, io risposi di no e fu così che girandosi mara mise in bella mostra la sua terza. Vidi un rigonfiamento nel costume di mio padre: era visibilmente arrapato e mara se ne accorse. Il pene di mio padre so per certo essere più piccolo del mio perché un giorno entrando in bagno mentre faceva la doccia glielo vidi. Davanti mara si spalmò la crema da sola con molta grazia. Anch’io mi arrapai ma non sapevo fino dove volesse arrivare. Era completamente nuda con solo il pezzo di sotto che copriva la vagina mentre dietro tra i glutei passava solo un filo.
Passata circa una mezz’ora mio padre ci disse che sarebbe andato a fare una doccia e a preparare il pranzo.
Rimanemmo soli: chiesi a mara che cazzo avesse in mente e lei tranquillamente mi rispose con un vedrai. Rientrammo in casa durante il pranzo mara rimase per tutto il tempo senza reggiseno dando come spiegazione il fatto che anche noi non indossavamo la maglietta.
Finito di pranzare io e mio padre ci sedemmo sul divano per vedere il gran premio di formula uno. Mara andò a preparare il caffè e dicendo che aveva preparato un dolce. Girava per casa con il perizoma e con i sandali tacco dodici. Eravamo entrambi arrapati. Portò su una guantiera i caffè e il dolce che aveva preparato. Si sedette tra di noi. Vedevo mio padre che per allungarsi per prendere caffè e dolce strusciava il braccio sui seni di mara. La nostra eccitazione era evidente. Vidi mara che appoggiò le mani sia sulla mia gamba che sulla gamba di mio padre. Pian piano intrufolò le mani sotto i nostri costumi da bagno e con molta naturalezza iniziò a massaggiarci i cazzi nelle mutande per una buona mezz’ora. Mio padre non osava guardarmi. Poi mara si alzò e andò in bagno. Mio padre mi chiese cosa stesse succedendo e io gli risposi di non preoccuparsi perché era un modo per ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto per noi nella sua vita e un modo per farlo sentire da noi amato. Mara andò poi a letto. Noi avevamo ancora i cazzi pieni di sborra. Con un bagno in piscina per l’acqua fredda tutto ritorno a poto. Stavamo a bordo piscina quando verso le 18 vedemmo arrivare mara con un accappatoio e i soliti sandali. Giunta vicino a noi aprì l’accappatoio e lo fece cadere a terra: era completamente nuda con solo un rossetto rosso alle labbra. Mi iniziò a baciare, poi mi disse di sdraiarci a terra sui teli. Lei si sedette tra noi a gambe aperte iniziò a masturbarsi. Poi tolse il mio costume e quello di mio padre. I nostri cazzi balzarono fuori. Li impugnò entrambi e iniziò a segarci. Poi prese in bocca il cazzo di mio padre e inizio a fargli una pompa da esperta come era. Lei a pecora su mio padre, io da dietro la penetrai come non mai. Colpi su colpi su colpi su colpi, ansimava di brutto tanto che mio padre accortosi che stava per venire le disse di spostarsi: lei non curante si avvinghiò a quel cazzo e si bevve tutta la sborra del suocero. Poi gli disse di non preoccuparsi per il fatto che era venuto subito e di godersi la scena. Fu così che avevamo uno spettatore speciale. La scopai in tutti i buchi: lei gridava dal piacere quando lo tirai fuori e le sborrai in bocca. Esausti ci abbandonammo sui lettini da sole fino all’imbrunire. La sera decidemmo di uscire e andare al mare ad un paese lontano circa 50 km dal nostro. Mara non volle e disse di restare a casa perché voleva farci assaggiare qualcosa di buono. Fattasi una doccia si mise ai fornelli: noi restammo fuori a giocar a carte. Entrai per prendere qualcosa dal frigo quando vidi mara con autoreggenti, perizoma, reggiseno a balconcino che lasciava i capezzoli fuori, tutto nero con scarpe nere con tacco altissimo. Mi chiese se mi piaceva: la trovavo sexy. Mi disse testuali parole:”vai fuori e vedrai a tuo padre come si alzerà”. Porto fuori la cena, mio padre non le staccava gli occhi da addosso. Finito di pranzare andammo a guardare un po’ la tv: stavamo mio padre e dio sul divano quando arrivò lei chiedendo a mio padre se gli era piaciuta la cena. Mio padre ovviamente risposi di sì. Si tolse il grembiule: era uno spettacolo, autoreggenti, perizoma reggiseno e quella pelle tremendamente chiara liscia tanto che come protezione solare usava la 50. Nessuno diceva nulla. Noi eravamo seduti sul divano. Lei si inginocchio tra le gambe di mio padre. Gli abbasso i pantaloni e mutande e iniziò a spompinarlo. Io non osai avvicinarlo perché notai come mara era sola intenzionata a far godere in quel momento mio padre. Lo spampinava con estrema bravura. Poi si alzò, gli sfilò i pantaloni e gli fece un piccolo strip davanti. Si tolse il reggiseno, poi si girò di spalle e sempre in piedi si chinò in avanti mettendo in bella mostra il culo e sfilandosi il perizoma. Rimase in autoreggenti e tacchi. Sempre di spalle si sedette sul cazzo di mio padre, strusciandosi avanti e indietro col culo sul cazzo. Poi un attimo e se lo infilò nella vagina. Saltava, galoppava come una indemoniata. Non le era bastata la scopata del primo pomeriggio a bordo piscina. Si alzò, si appoggio a 90 gradi al tavolo e invitò mio padre a fotterla ancora. Il tavolo si spostava sotto i colpi di mio padre. Poi si stacco, lo spinse sul divano e gli fece una bella spagnola facendolo sborrare sulle sue tette e faccia. Si alzò e andò in bagno. Io rimasi lì sul divano. Mio padre uscì fuori a fumarsi una sigaretta. Nel frattempo mara ritornò e mi chiese se lo spettacolino mi era piaciuto. Le risposi di si. Lei era nuda ed esausta ma notò la mia erezione. Mi chiese dov’era mio padre. Le risposi che era fuori sui lettini a bordo piscina. Mi disse di spogliarmi e di andare con lei in piscina a fare il bagno nudi mentre mio padre ci guardava. Arrivammo in piscina nudi. Mio padre rimase sul lettino. Ci tuffammo. Poi uscimmo e ci sedemmo a bordo piscina. Sotto gli occhi di mio padre prese il mio cazzo e me lo spompinò come si deve. Poi ci alzammo, la presi in braccio a cavalcioni e la penetrai in piedi. Quando stavo per arrivare le si inginocchio e mi fece sborrare in bocca. Eravamo sfiniti. Ci facemmo una doccia e andammo tutti e tre a letto (nel letto matrimoniale di mio padre) nudi e esausti.
Vi racconterò prossimamente un altro evento.

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